domenica 14 febbraio 2010

Intervista con Sergio P. Iadarola

Ringrazio il fratello di Wing Chun Kripteya per la traduzione!

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Oggi parliamo con Sergio Pascal Iadarola, fondatore dell’International Wing Tjun Kung Fu Association


Caro Sergio, quando hai cominciato a praticare arti marziali?
Ho cominciato il mio viaggio nelle arti marziali a 6 anni con il Judo, raggiungendo la cintura marrone e vincendo diversi tornei. Ho studiato anche un po’ di Karate (wado kai e shotokan) e pencak silat. Tempo fa ho studiato anche BJJ per qualche anno per comprenderlo meglio. Naturalmente, dove sono cresciuto, c’erano molte scuole di Thai Boxing e quindi ho esperienza anche di questo stile – tanto che a marzo girerò in Tailandia una serie di DVD sulla Muay Thai con il mio caro amico Ajarn Aldo Chiari.

Come ti sei avvicinato al Wing Chun?
Ho iniziato a interessarmi al Wing Chun grazie a Bruce Lee, di cui ero un grande fan (ho visto i suoi film centinaia di volte), così a 11 anni cominciai a praticare wing chun con Rob Vogel e Sifu Wang Kiu, uno dei primi cinque allievi di GM Yip Man. Mi allenai con loro per circa 6 mesi prima di passare al sistema di Leung Ting, dopo aver letto il suo libro Wing Tsun Kuen.

Quando hai cominciato a praticare Siu Lam Weng Chun (o come lo si vuole chiamare – uso la grafia Weng per distinguere uno stile dall’altro)?
Ho cominciato con il wing chun (o wing tjun, il marchio registrato con cui chiamo il sistema) nel 1987; è lo stesso stile, ci sono differenti lineage ma il wing chun è il wing chun.

Puoi spiegarci la differenza tra Wing Chun (Yip Man) e Siu Lam Weng Chun? 
In tutta la Cina wing chun è sempre stato scritto con i caratteri di “eterna primavera”! Secondo i miei ultimi sei anni di ricerche, fu GM Yip Man a modificare gli ideogrammi con quelli di “bella primavera”. Dunque lui e il suo amico Yuen Kay San furono gli unici a utilizzare gli ideogrammi di “bella primavera”; oggi, vista la popolarità del GM Yip Man, tutti scrivono “bella primavera”, addirittura in Cina hanno ristampato interi libri sostituendo l’ideogramma di “eterna” con quello di “bella”. Ricordiamo anche che per un periodo GM Yip Man insegnò a Hong Kong wing chun scritto come “eterna primavera”; l’associazione si chiamava Wing Luing Association e il presidente onorario era Sifu Leung Sheung, il Sifu di Leung Ting, e che sulla tomba del Sifu del GM Yip Man, Sifu Chan Wha Sun, il nome wing chun è scritto come “eterna primavera”. Si tratta quindi dello stesso stile, solo con diversi lineage, e alcuni di essi hanno altre forme come la Wing Chun Kuen, o la Seung Kong, o la Saam Pai Fat.

Quali sono le differenze tra gli stili delle famiglie del Wing Chun?
Il Wing chun è un’arte concettuale creata da esseri umani. Nel corso dei secoli vari Sifu hanno modificato l’aspetto del sistema, ma non la sostanza! E questo è importante.

Pensiamo al dott. Leung Jan, sappiamo che ebbe uno scambio di tecniche del Luk Dim Poon Kwan con Fung Siu Ching e che in tarda età, quando si ritirò nel suo villaggio natale di Gu Lo, codificò il Gu Lo wing chun o il sistema da 40 punti Pin Sun wing chun. In quel periodo volle semplificare perché sapeva che non avrebbe vissuto abbastanza per trasmettere ai suoi allievi l’altro curriculum. Secondo le mie ricerche, è molto probabile che siano stati il dott. Leung Jan e il suo insegnante, Leung Yee Tai, a creare Siu Nim Tau, Chum Kiu e Biu Tze.

Puoi dirci le differenze tra le famiglie del Weng Chun?
Credo di aver risposto a questa domanda, ma ripeto che ci sono molti diversi lineage con modi diversi di eseguire le forme. Alcuni hanno delle forme specifiche ed esclusive, come la famiglia Lo che aveva solo la Saam Pai Fat, e quella Tang che non aveva proprio quella forma.

A Fatshan c’era un luogo, di cui non rivelerò il nome in quest’intervista ma che presenterò in esclusiva sul mio canale di YouTube, dove anticamente tutti i lineage si riunivano per praticare; le persone che praticavano Siu Nim Tau, Cham Kiu, Biu Tze ecc. si allenavano con quelli che eseguivano la forma Wing Chun Kuen, chiamata anche Sap Yat Sao, Seung Kong, ecc.

Quali sono le differenze tra la tua IWKA e altre scuole o associazioni?
Tutti devono insegnare nel modo che preferiscono e che reputano permetta agli allievi di progredire velocemente e qualitativamente. Le persone e le opinioni sono diverse. A me piacerebbe unire il mondo del wing chun, perché credo fermamente che possiamo tutti imparare dagli altri. Ora vivo a Hong Kong e spesso partecipo a Yum Cha con vari Sifu di diversi lineage, quindi so di cosa parlo.

Chi è il tuo maestro, ora?
Continuo sempre a imparare, perché credo che fermarsi equivalga a tornare indietro. Al momento sto perfezionando molto il Luk Dim Poon Kwan con Sifu Tang Chung Pak; se guardate i video con il bastone del defunto GM Tang Yick e pensate che Sifu Tang Chung Pak è il suo successore, capirete perché. Mi alleno anche molto con Sifu Sunny, ha cominciato anche a insegnarmi lo stile antenato del wing chun, il Yong Chun Bak Hok. Voglio ricordare che yong chun è la trascrizione in mandarino di wing chun.


Quali sono stati i tuoi maestri in passato?
Ne ho avuti molti. Nel lineage di Yip Man ci sono Wang Kiu, Rob Vogel, Frank Shafer, Emin Boztepe, Salih Avci, Hans Peter Edel, Leung Ting (con il quale ho studiato privatamente dal 1997 al 2001) e Allan Fong , che ora sta imparando da me il Siu Lam wing chun.
Poi, nel siu lam wing chun, ho studiato con Pak Cheung Kau, Cheng Kwong, Tang Chung Pak e Sunny So.
Ho anche studiato per 2 anni con Sifu Andreas Hoffmann, che considero un praticante molto valido ma non trovo a me congeniale il suo metodo di mischiare tra loro tante arti marziali diverse.
Imparo molto anche durante gli Yum Cha con vari Sifu; uno che rispetto molto per la sua struttura e il suo Chi Kung è Sifu Wan Kam Leung.

Sei stato nominato Gran Mastro. Da chi, in quale stile (Wing o Weng, o entrambi) e come si ottiene questo titolo?
Un titolo o un nome non sono importanti, sono solo parole. Sono il Gran Maestro dell’IWKA, nella mia associazione abbiamo più di qualche maestro e quindi sono automaticamente il Gran Maestro della mia federazione. Ma all’infuori di essa mi piace farmi chiamare Sifu Sergio, il nome che ho usato per il mio canale di YouTube e per il sito personale dei miei DVD.

Quante ore ti alleni?
Il Wing chun è la mia vita, mi alleno sempre ed è sempre nei miei pensieri (e anche il pensiero è un allenamento mentale); a volte lo sogno anche, quindi potremmo dire che mi avvicino alle 24 ore al giorno, ahahah.

Sei un professionista delle arti marziali o hai altri lavori?
Sono un insegnante professionista dal 1994.

Quante ore a settimana si dovrebbe allenare un allievo per progredire seriamente?
Dipende dallo studente e dai suoi obiettivi; cosa significa progredire seriamente? Essere pronto per la difesa personale, diventare un insegnante professionista o soltanto sviluppare fiducia in se stesso e qualche abilità di base? È tutto relativo.

In termini di tempo e denaro, quanto ci vuole a diventare cintura nera nell’IWKA?
Di nuovo, dipende dal soggetto in questione e dal suo Sifu. Prende lezioni private o no? A quanti stage partecipa?

Cosa sono i Kiu Sau?
Sono dei concetti di ponte del siu lam wing chun; il ponte è la parte del braccio che va dalla punta delle dita al gomito. Ci sono 18 modi di manipolare il ponte: Tiu, Boot, Da, Poon ecc.

A proposito dell’IWKA, puoi raccontarci la storia del ramo italiano dalla nascita alla fine (2006?), fino a che non è stata ricreata come federazione?
In Italia la mia associazione è cresciuta rapidamente all’inizio per poi avere un periodo di alti e bassi. Credo che ora abbiamo raggiunto una struttura ottimale, e ci sono molti maestri fantastici che sostengono la mia visione dell’IWKA in Italia. Maestri come Sifu Pietro D'Alesio, Sifu Claudio Legname, Sifu Lucio Riccio e Sifu Salvatore Mezzone, solo per nominarne alcuni.

Oggi l’IWKA è rappresentata in 11 Paesi e quindi sono davvero impegnato, ma questa è un’ottima cosa!

1 commento:

Unknown ha detto...

Interessantissima l'intervista, e grazie per averla publicata in italiano, con l'inglese purtroppo non ho una lettura fluida come vorrei.