giovedì 31 dicembre 2009

Una piacevole visita

Solo qualche giorno fa avevo pubblicato un video di un Fratello di Weng Chun, Alessio Paone,  dell'International Weng Chun Kung Fu Association, ed oggi che è successo? Alessio mi ha onorato della sua presenza ed è venuto ad allenarsi con me e con il mio Fratello Norberto nella Scuola di via Casilina (il Tempio di Olimpia). Non immaginate quanto ne sia stato contento!

Abbiamo lavorato sul Chi Sau, scambiandoci informazioni e conoscenze, criticandoci intelligentemente e vicendevolmente, correggendoci, aiutandoci, come due vecchi amici. Questo è quello che si chiama uno scambio tra studenti e studiosi di un'Arte Marziale. Posso dire di aver trovato un altro Fratello, che, seppur distante, mi ha dimostrato che si può essere molto vicini nella pratica quotidiana.

Caro Alessio, ti ringrazio e ti saluto, ricordandoti che la porta della mia Scuola è sempre aperta! Spero di poterti raggiungere in Germania, prossimamente, perché spero di poter venire ad imparare anche lì dai tuoi Maestri. La via della conoscenza è lunga e tortuosa, ma per chi, come noi, è eterno studente, nessuna porta va chiusa.

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Colgo l'occasione per ringraziare i miei ToDai, perché mi stanno dando ottime soddisfazioni. Uno tra gli altri, il già citato Norberto, che si sta facendo il mazzo per acquisire delle nuove capacità, da sommare a quelle precedenti. Un plauso particolare va alla solita Emanuela, che continua a misurarsi quotidianamente con una classe di uomini e di bestioni. Grazie ragazzi, sono onorato di poter percorrere con voi la Via del Kung Fu!

lunedì 28 dicembre 2009

Weng Chun Legends...

La Famiglia Tang ci regala un altro breve filmato su YouTube, che andrebbe visto e rivisto mille volte! Il video è uno spezzone di Weng Chun Legends, un DVD di SiFu Derek Rozanski, dedicato a tutte le leggende di questa Arte Marziale. In questo spezzone si può ascoltare la voce del GM Tang Yik, i video d'epoca della famiglia Tang, provenienti dal loro archivio privato, e gli ultimi eredi di questa famiglia, SiFu Michael Tang e SiFu Sonny So, che dimostrano alcune forme a due della Sap Yat Sao o Weng Chun Kuen.



sabato 26 dicembre 2009

La Famiglia del GM William Cheung

Quest'oggi vi presento il Wing Chun che si autodefinisce tradizionale, quello del GM William Cheung, che è attualmente a capo del 'Traditional Wing Chun World Wing Chun Kung Fu Association'. Ora, a prescindere da cosa sia o non sia da ritenere tradizionale e ammesso che mi o ci interessi veramente essere tradizionalisti, non posso non commentare positivamente il video che segue.

Al di là delle tecniche mostrate e della qualità del Wing Chun che c'è nel video, mi pare di scorgere passione e dedizione, anche da parte della componente femminile e questo mi basta per dire che è un buon video di presentazione di una Scuola. Io non appartengo a questa Famiglia, come sapete bene, ma è una di quelle che stimo ed apprezzo.



venerdì 25 dicembre 2009

Un altro video di presentazione del Weng Chun

Anche oggi vi invito a prendere visione di un altro video di presentazioen della Scuola di Weng Chun di Schweinfurt, in Germania. Travate forme, dimostrazioni, lavori interni ed esterni e molto altro ancora. Da vedere, per farsi un'idea del Weng Chun insegnato e praticato nell'International Weng Chun Kung Fu Association di SuFu Andreas Hoffmann.



giovedì 24 dicembre 2009

Un video di un Fratello di Weng Chun

Un Fratello di Weng Chun, Alessio Paone, dell'International Weng Chun Kung Fu Association (che fa capo a SiFu Andreas Hoffmann), ha pubblicato recentemente su YouTube un suo video di presentazione del lavoro che fa nella Scuola di Schweinfurt, in Germania. Mi fa piacere dargli un po' di risalto, nel mio piccolo, perché lo merita. Trovate un po' tutti i lavori che si fanno nell'associazione citata, con forme, brevi scene di combattimento e lo studio internio proveniente dal Tempio di Shaolin. Non resta che augurarvi buona visione!



mercoledì 23 dicembre 2009

Un video di presentazione del Weng Chun

Vi invito a guardarequesto video di presentazione del Weng Chun. C'è un po' di tutto, da un pezzetto della forma del palo ad uno con i coltelli, dalle forme a mano nuda a un lavoro al pupazzo di legno. Mi pare interessante l'approccio che hanno questi fratelli di Weng Chun nel lavoro su se stessi. Dategli un'occhiata.


martedì 22 dicembre 2009

梅花樁 - Mui Fa Jong

Partiamo da tre ideogrammi: 梅花樁.

梅, /měi/, significa pruno o prugno. L'ideogramma viene da 木 /mù/, albero o legno, e da 每 /měi/, sempre o spesso. Questo secondo ideogramma in origine aveva il significato di 'far crescere le piante', da 屮, erba, e 母, madre. Il significato di 屮 venne distorto. 每 /měi/ è il fonema che si trova in 海 /hǎi/, e prende il suo significato originale da 繁 /fán/, moltiplicare o fiorente. In cantonese 梅 può essere lètto e trascritto come /muih/.


花, /huā/, significa fiore. Ha attinenza con 华(華), /huá/, fiorente. In cantonese può essere lètto e trascritto come /fa/.

樁, /zhuāng/, significa paletto. La sua forma semplificata è 桩, /zhuāng/, che deriva da 木 /mù/, il legno, e, nella sua forma completa, da 舂 /chōng/, il pestello. La sua forma cantonese è /jong/.

Mei Hua Zhuang o Mui Fa Jong, quindi, i Paletti a Fiore di Pruno: parliamo di uno degli attrezzi più rari della pratica del Wing Chun, per molti sconosciuto, per altri un mito da raggiungere. Si tratta di paletti piantati a pentagono nel terreno, oppure installati su una piattaforma di legno, da cui fuoriescono. Di solito sono sei, cinque alle estremità del pentagono, uno al centro della struttura.


La disposizione ricorda il fiore di prugno, di cui metto un'immagine, per far capire bene a tutti di cosa stiamo parlando. Di base si può lavorare su un solo attrezzo, ma poi ci sarà bisogno di metterne uno di fronte all'altro, per passare, infine, ad un insieme abbastanza grande di paletti, per portercisi muovere sopra in tutta tranquillità.

Sull'attrezzo possiamo allenare tutti i tipi di passi, aggiungendo anche tecniche  di braccia e/o di gambe, lavorando sulla cordinazione. In ogni caso è bene allenarsi prima da soli, prima di passare ai lavori in coppia.  Considerando che lo studio dei passi, da noi, si inizia sin da subito, il Mui Fa Jong potrebbe risultare obsoleto. Eppure, al di là del fascino che ha, rappresenta un mezzo molto utile per approfondire il lavoro dei passi e l'equilibrio durante gli spostamenti.

Il lavoro dei passi si esegue sia stando sui paletti, sia muovendosi tra i paletti (ovviamente dipende anche dalla grandezza dell'attrezzo). Inizialmente è bene allenare i passi di base, per poi arrivare ad una pratica libera ed efficace. L'utilizzo dei paletti migliora l'equilibrio e la stabilità della propria struttura. Imparare a muoversi tra i paletti, invece, migliora la capacità di aggirare gli ostacoli, permettendo anche un ottimo allenamento dei calci e di tutte le tecniche di gamba.

La metodologia di allenamento studiata sui pali permette al praticante di acquisire, forzatamente, un formidabile equilibrio nelle posizioni statiche, a scapito, inizialmente, della velocità nei passaggi dinamici. Anche quando è praticato al suolo, mantiene la caratteristica di posizioni statiche dall'equilibrio molto preciso e ricercato. Solo successivamente, come accennavo prima, si passa allo studio del movimento dinamico.

L'utilizzo dei paletti deriva probabilmente dal Nord della Cina, dove è noto un Pugilato del fiore di prugno, che veniva praticato esclusivamente camminando su di un centinaio di pali di legno alti più di due metri ed infissi nel terreno. La derivazione dal Nord è suffragata anche dal fatto che il prugno, in Cina, vive in regioni settentrionali con inverni particolarmente freddi e nevosi. Fiorisce dalla fine dell'inverno, all'inizio della primavera (secondo il calendario lunare cinese), prima di tutti gli altri fiori.

Il fiore di prugno ha molti significati simbolici. I cinque petali simboleggiano l'unione tra la gente (cinque continenti), i cinque elementi, le cinque posizioni, i cinque movimenti, i cinque dragoni sopravvissuti alla distruzione del Tempio. Il fiorire alla fine dell'inverno, con un grande freddo e neve abbondante, simboleggia il coraggio e la resistenza nonostante le difficoltà.

Il rifiorire ogni anno indefinitamente, simboleggia la continuità e la lunghezza della vita. Il prugno fiorisce mentre gli altri fiori si preparano alla fioritura, ma poi lascia loro il posto appena fioriscono. Ciò simboleggia la modestia. Per questi attributi è considerato dai cinesi come simbolo della moralità esistente nell'uomo.

lunedì 21 dicembre 2009

Natale con i tuoi...Fratelli di Wing Chun!

Natale con i tuoi...Fratelli, Allievi e Amici! Questo è il miglior augurio che posso farvi, cari lettori! Un augurio profondo e sincero, affinché le feste natalizie siano utilizzate per stare con le persone più care, ma non per mangiare ed abbuffarsi, ma per allenarsi e non buttare via i sacrifici fatti sin qui... Smettere di andare in palestra in vista dell'arrivo del Natale o lasciar passare tanto tempo tra un allenamento e l'altro è davvero controproducente. Mi raccomando...

Colgo l'occasione per annunciare a tutti gli amici di Roma che siamo in procinto di aprire altri corsi, il sabato mattina e in mezzo alla settimana. Stiamo cercando di trovare un orario che vada bene ai più. Vorremmo aprire le porte del Kung Fu anche ai più giovani. Stiamo valutando anche la possibilità di aprire corsi in altri punti di Roma. Tutti gli interessati mi contattino via mail o telefono o su Facebook, così tenteremo di organizzarci e trovare il modo di allenarci tutti assieme!

domenica 20 dicembre 2009

Il famigerato terzo cuneo

Tempo fa, un fan del blog venne a tenere lezioni di Wing Chun qui. Ne fummo lieti ed onorati tutti, ma scomparve dopo una battuta di un mio Allievo...mi pare giusto, ora che siamo vicini al Natali Solis Invicti, regalare una delle 'perle di saggezza' che fu elargita a mezza bocca a quel tempo...il terzo cuneo!

Con terzo cuneo facciamo solitamente riferimento al triangolo che deve formarsi nel momento in cui colpiamo la linea della spalla avversaria. Stante il fatto che il cuneo è uno dei primi principi di attacco che si studiano nelle palestre di Wing Chun, attraverso il quale si insegna all'Allievo ad entrare nella guardia avversaria, pur rimanendo coperto da eventuali attacchi, mi pare giusto notare che del secondo e del terzo non se ne parli mai, né sul web né nella realtà (che ho conosciuto finora).

Diciamo che i cunei possibili sono essenzialmente tre, divisi tra il centrale (corrispondente alla linea verticale mediana del corpo), il secondario (sulla linea verticale che passa tra il capezzolo ed il ginocchio dell'avversario) ed il terziario, che è il più esterno, il cui vertice si situa sulla linea verticale che dalla spalla tocca terra, passando per il piede.

Quando ci difendiamo con la spalla da un attacco dell'avversario, a corta distanza, stiamo creando il famigerato 'terzo cuneo'. Quando attacchiamo digonalmente l'avversario dalla piattaforma del Chi Sau con un Fak Sau, stiamo lavorando sul terzo cuneo. Quando il vertice del triangolo che formano le linee di forza che partono dal nostro corpo cade sulla spalla dell'avversario, stiamo lavorando sul terzo cuneo.

La base del cuneo/triangolo rimane il nostro corpo, la linea orizzontale che unisce la spalle, per interci. I lati variano di volta in volta, a seconda dell'azione. La punta, invece, cade, indovinate un po', sempre sulla spalla.

Come esempio posso portare l'uscita dalle leve che si studia nella seconda sezione di Chi Sau della Chum Kiu di SiJo Leung Ting, con Gum Sau laterale (della Siu Nim Tau - quarto set), spallata e pugno. Ovviamente è necessario un buon lavoro sui passi per ottenere il cuneo e rimanere in sicurezza.

La questione del cuneo è stata a lungo dibattuta, ma se ci fate caso, da nessuna parte, su internet, si parla del 'terzo cuneo'. Eppure in ogni movimento dovremmo portare avanti il concetto spiegato, perché quando attacchiamo siamo spesso in un angolo tale da poter puntare solo verso la spalla...

Ogni volta che ci muoviamo, per colpire, per difenderci o per spostarci, dobbiamo corpire le sei linee verticali, sia superiori che inferiori, che il nostro corpo crea (immaginariamente) e che non devono essere in balìa degli attacchi dell'avversario. Di questo ne parleremo prossimamente.

sabato 19 dicembre 2009

Due curiosità sul Siu Lam Weng Chun

Mi è capitato spesso di parlare via internet con alcuni dei Maestri del Siu Lam Weng Chun, la maggior parte dei quali ha dimostrato una gentilezza tipica solo di quelli che sono innamorati dell'Arte che praticano, con totale disinteresse per quanto concerne il denaro. Uno di questi è stato SiFu Derek M. Rozanski, il quale mi ha spiegato che "in passato non c'era nessuna tradizione di certificare il grado di apprendimento degli studenti con diplomi o pezzi di carta. Da sempre è stata solo la trasmissione orale e l'accettazione da parte del Maestro attraverso la cerimonia del tè a far fede. Nessuno aveva alcun documento per certificare il suo livello o il grado. Ai giorni nostri alcuni hanno cambiato strada".

Ha tenuto a specificare in cosa consista la cerimonia del tè e mi pare bello condividere quanto ascoltato con tutti voi: "Durante la Cerimonia del tè lo studente deve stare in ginocchio con entrambe le gambe sul pavimento di fronte al Maestro. Gli eventuali ospiti e gli allievi che non hanno fatto la stessa cerimonia possono anche svolgere la cerimonia del tè per tributare il loro rispetto al SiFu o al SiGung, ma devono utilizzare un solo ginocchio a terra. Si devono inchinare tre o più volte toccando terra con la fronte. Questa è la procedura formale del Bai Shi e tutti gli studenti devono conoscerne i dettagli e l'etichetta".

Un'altra cosa che SiFu Derek ha precisato è questa: "in passato i Maestri del Siu Lam Weng Chun ebbero grande influenza su altri Maestri di Kung Fu. Gli fecero conoscere meglio anche i propri stili come Hung Gar, Choy Li Fut, Hung Kuen, Fu Jow, etc., attraverso i loro insegnamenti". "Spesso alcuni di loro praticarono Weng Chun in gran segreto solo per migliorare le abilità di combattimento o semplicemente per trovare un modo migliore per sconfiggere i concorrenti locali di Kung Fu", ha scritto il mio amico Derek nei siti ufficiali che gestisce. "Alcuni di loro avevano i tipici manichini di legno di Weng Chun nascosti nelle loro case. Ecco perché nel mondo di oggi si possono trovare molte tecniche simili in ogni sistema", ha concluso Derek...

Sarà per questo che la maggior parte delle persone che mi contatta mi chiede di imparare il Weng Chun (che io non insegno!), nel segreto delle proprie case?

venerdì 18 dicembre 2009

Un'interessante intervista al GM Yip Ching

SiFu Sergio ha pubblicato una sua bella ed interessante intervista al figlio più giovane del GM Yip Man, GM Yip Ching. Quest'ultimo narra la storia del Wing Chun così come l'ha appresa dal padre, ricordando anche l'amicizia che legò il Dr. Leung Jan al GM Fung Siu Ching. GM Yip Ching parla anche di Chan Wha Sun, il cambiavalute, ma anche dell'ultimo film con Donnie Yen, che è diventato un cult ad Hong Kong, 'Ip Man'.



giovedì 17 dicembre 2009

Forme a due della Weng Chun Kuen

Un video davvero eccezionale è stato pubblicato proprio ieri e non possiamo fare a meno di guardarlo! Non so chi sia il proprietario del canale di YouTube 'wengchuntv', anche se lo immagino e immagino pure quale sia il motivo per cui sia nato... Però, al di là delle politiche di marketing di qualcuno, è stupendo guardare il modo di muoversi di questi due SiFu del Weng Chun Kung Fu, Michael Tang e Andreas Hoffmann. Probabilmente non è un caso che il secondo non venga nominato dal proprietario del video, ma, come ripeto, a me non interessa la politica delle federazioni o il marketing pubblicitario. Mi interessa l'Arte.

Nel video SiFu Tang mostra le sequenze delle 'sezioni' della Weng Chun Kuen (o Sap Yat Sao/Kuen, come la chiamano i più giovani praticanti), con un modo di muoversi davvero bello ed armonico. Penso che tutti gli amanti di questa bella disciplina non possano perdersi questo breve videoclip!



mercoledì 16 dicembre 2009

Sei direzioni per avere una struttura sferica

L'ho pubblicato ieri sul blog IDPA, ma ci tengo a metterlo anche qui. Colgo l'occasione per ringrarvi tutti per aver fatto raggiungere le ottomila visite a questo blog! Grazie a tutti voi!

Il nostro corpo in ogni suo movimento, in ogni azione, si deve comportare come una sfera di energia. Ogni movimento deve contenere anche il suo contrapposto, così come nello Yin c'è lo Yang e viceversa. Come in un pallone pieno d’aria, nel corpo devono essere presenti le spinte verso l’esterno in ogni direzione, verso l’alto, il basso, a destra, a sinistra, avanti e indietro. Questa componente deve esserci sia staticamente che dinamicamente se vogliamo sviluppare una struttura sferica di fronte all'avversario, così come nella vita di tutti i giorni.

Il simbolo del Tao, per esempio, non rappresenta solo una realtà metaforica, ma anche una realtà sostanziale, che si esplica, oltre che sul piano mentale, sul piano prettamente fisico-energetico. Questo vuole dire che il corpo si comporta come una sfera di energia e sviluppa la consapevolezza della forza che si esplica uniformemente nelle sei direzioni fondamentali Come in un pallone, dove la spinta interna é uniforme in tutte la direzioni.

Il corpo deve diventare una sfera di energia che ruota intorno al proprio asse centrale d’equilibrio; la nostra struttura deve essere integrata e bilanciata funzionalmente per permettere una proficua armonia tra l’alto e il basso, l’anteriore e il posteriore, la destra e la sinistra, il centro e la periferia, l'interno e l’esterno.

Il gioco dinamico delle forze raggiunge il suo punto di bilanciamento nel centro del Dan Tian inferiore da dove si sviluppa la capacità di difesa in tutte le direzioni contemporaneamente. Per ottenere questo occorre che ogni parte sviluppi due qualità fondamentali: intelligenza e forza. Ciò richiede attenzione ed una precisa conoscenza del giusto rapporto che esse devono intrattenere fra di loro. Forza ed intelligenza sono strettamente legate,e devono essere sviluppate armonicamente, nessuna delle due deve prendere il sopravvento.

martedì 15 dicembre 2009

Help me to spread the Art!

Sto cercando praticanti che mi diano una mano a tradurre il blog in altre lingue. Se qualcuno fosse interessato, mi contatti. 

 

I am looking for Students who give me a hand to translate the blog into other languages. If anyone is interested, contact me. 

 

我期待的学生谁给我一把,翻译成其他语言的博客。如果有人有兴趣,与我联系。

 

 أنا أتطلع للطلاب الذين يقدم لي يد المساعدة لترجمة بلوق إلى لغات أخرى. إذا كان أي شخص مهتم ، في الاتصال بي 

 

Ich bin auf der Suche nach Studenten, die mir eine Hand auf das Blog in andere Sprachen übersetzen zu geben. Wenn jemand interessiert ist, kontaktieren Sie mich. 

 

 Estoy buscando estudiantes que me dan una mano para... traducir el blog a otros idiomas. Si alguien está interesado, póngase en contacto conmigo.

 

 אני מחפש סטודנטים אשר לתת לי יד לתרגם את הבלוג לשפות אחרות. אם מישהו מעוניין, צרו איתי קשר

 

Je cherche pour les élèves qui me donnent un coup de main pour traduire le blog en d'autres langues. Si quelqu'un est intéressé, contactez moi. 

 

Ik ben op zoek naar studenten die geven me een hand op de blog te vertalen naar ande...re talen. Als iemand geïnteresseerd is, contact met mij.

lunedì 14 dicembre 2009

Calci nel Wing Chun, questi sconosciuti... 2


Dopo aver iniziato un discorso, non possiamo non portalo avanti e, così, eccomi qua a parlare di nuovo dei calci nel Wing Chun. Nonostante i commenti siano stati pochini, il post precedente ha riscosso parecchio successo, soprattutto tra gli amici che praticano la stessa Arte, ma che non hanno ancora avuto il piacere di tirarsi qualche calcio.

Ho iniziato a scrivere qualcosa sugli attacchi di gambe del Wing Chun, ma è bene porre subito l'attenzione sul fatto che gli arti inferiori siano i guardiani della componente Terra, nella tripartizione classica del corpo, dalla testa ai piedi. In sostanza, le gambe coprono tutti gli attacchi bassi che arrivano dall'anca in giù.

Mi pare importante sottolineare che, come per le braccia, le difese con le gambe non sono mai inattive o statiche, se non quando lavoriamo sui blocchi o, sarebbe meglio dire, sulla struttura dei nostri arti inferiori, nel momento in cui ricevono un impatto. Solo in questi casi lavoriamo sull'equilibrio statico di ricezione, ma per la maggior parte dei casi le nostre tecniche tendono ad intercettare ciò che arriva ed a seguirlo, proprio come siamo soliti fare con le braccia.

Le gambe sono molto più forti e resistenti delle braccia e per questo sono in grado di gestire la forza di un calcio rispetto alle prime. Lo scrivo perché mi è capitato di veder utilizzata l'ulna per difendere un attacco, con un conseguente impatto della tibia sulla prima. Vi lascio immaginare cosa sia successo all'avambraccio del difensore...

Anche quando l'obiettivo dell'attacco di gamba avversario è destinato al di sopra della linea dell'anca, il sistema dei calci del Wing Chun ci permette di utilizzare le tecniche di gambe per fermare l'azione, per deviarne il corso o per destrutturare completamente l'attaccante, rompendo l'equilibrio instabile.


Nel momento in cui si iniziano a studiare i calci del sistema, è importante analizzare quali siano quelli di uso comune e differenziarli da quelli più 'belli', ma 'rari'. Lo dico perché il bagaglio è ampio, ma in una situazione da competizione sarebbero ben pochi i lavori di gamba utilizzabili. Sarebbe bene studiare prima gli attacchi che le difese, sempre nell'ottica di un lavoro ben fatto, perché i calci, come gli attacchi di braccia, vanno lanciati per avere un effetto dirompente.


Negli allenamenti iniziali è bene indossare una protezione per la tibia e per il collo del piede. Più avanti è consigliabile studiare la dinamica dei calci senza protezioni, perché le capacità di intercettare, frenare e contattaccare si acquisiscono meglio quando non abbiamo protezioni di sorta. Ovviamente c'è il rischio di farsi male, ma anche questo fa parte dello studio quanto più realistico possibile.

Uno dei principi del Wing Chun che dovrebbe essere studiato sin dai primi giorni di pratica è il seguente: "Ferma l'attacco più vicino possibile al punto di origine". Spero di averlo reso nel modo migliore in italiano... Per difendere con gambe o braccia è importante che questo principio sia messo in pratica per permettere al praticante di usare gli arti per fermare gli attacchi degli avversari.

Ci sono molti vantaggi nella comprensione di questo motto. Tanto per cominciare, questo principio permette al praticante di potersi confrontare anche con la massima potenza di una tecnica. Se si riesce ad attaccare la sorgente della forza, allora questa arriverà ridotta, sarà deviata o si interromperà totalmente.

Facciamo l'esempio di un calcio di natura circolare. La nascita fisica di un calcio circolare inizia nel momento in cui l'avversario comincia a spostare il peso al fine di ottenere la posizione giusta per lanciare l'attacco. Il ginocchio comincia a salire e punta l'obiettivo previsto. La gamba comincia a ruotare per colpire l'obiettivo previsto. Prima si riesce a colpire la sorgente di questa rotazione, meglio saremo in grado di difenderci. Chiaramente il Wing Chun ha sviluppato un sistema di difesa arretrato (le retrovie) con blocchi e calci ad hoc, in caso di fallimento nel bloccare l'attacco sul nascere, ma è bene allenare il timing per fermare l'attacco in tempo.

Entrare in contatto con l'anca o con la coscia dell'avversario mentre sta per lanciare il calcioci permette di risolvere l'attacco alla sua origine. Se colpiamo il ginocchio appena dopo la partenza del calcio saremo ancora in tempo di difenderci. Ma se calciamo contro la gamba che arriva, prendendo (quindi) un obiettivo che va dal ginocchio al piede, ci troveremo di fronte all'impatto nella sua natura più dirompente e difficile da controllare. Più il calcio si avvicina al suo obiettivo predeterminato, più avrà forza d'impatto.


Molti praticanti di altre Arti Marziali, attirati dalle tecniche di braccia del Wing Chun, sono stati piacevolmente sorpresi dai nostri metodi di allenamento delle gambe e dalle tecniche legate ai calci. Diciamo che il 99% del marketing sulla nostra Arte Marziale ha insistito sulle braccia e forse è anche per questo che sono pochissime le fotografie di praticanti di Wing Chun che tirano calci. Un grave errore, a mio modo di vedere, perché abbiamo tolto di mezzo un buon 25% del nostro bagaglio tecnico.

domenica 13 dicembre 2009

Le forme a due del 永春拳

Oggi vorrei presentarvi un nuovo video, caricato da pochissimo su YouTube da SiFu Derek M. Rozanski, su una delle forme a due del Weng Chun Kuen. Per i praticanti di Wing Chun del lineage Yip Man-Leung Ting sarebbe opportuno parlare di sezioni di Chi Sau, perché sono effettivamente dei movimenti coordinati di azione e reazione, che ci permettono di analizzare tanti tipi di lavori sulle braccia e sulle gambe.

Nel lineage Chi Sim vengono chiamate Two Man Set, ma il senso è quello. Nel video in questione potete guardare con attezione SiFu Michael Tang e SiFu Martin Lee. Vi auguro una buona visione!




sabato 12 dicembre 2009

Un luogo di sperimentazione avanzato: il Dai Dak Lan

Finalmente stanno iniziando a venir fuori dei video davvero interessanti sul Dai Dak Lan (scritto in almeno 5 maniere diverse), che vi invito a guardare, perché è uno dei posti più affascinanti per chi pratica il Weng Chun del lineage Chi Sim. Il primo dei video che vi propongo è stato realizzato da Derek M. Rozanski e fa parte di "Weng Chun Legends", un documenario in DVD del 2007, girato durante uno dei suoi viaggi ad Hong Kong.


Il secondo video che vi invito a guardare è stato realizzato da Segio Iadarola, nel suo ultimo viaggio in Cina. Giustamente Sergio ne parla come del posto in cui fu installato il primo Uomo di Legno installato al muro in tutta Hong Kong, mentre nel resto del mondo rimaneva ancorato al terreno...


Nel video che segue, invece, trovate il nipote del mitico GM Tang Yick, SiFu Tang Chung Pak, che spiega le origini del Dai Dak Lan e la sua funzione sperimentale all'interno del sistema. Davvero uno dei video più interessanti che ci sono in rete in merito al Weng Chun. Il video è stato realizzato da Rozanski.

venerdì 11 dicembre 2009

E se il 步法 fosse la parte più importante del sistema?


Eh eh eh, immagino che alcuni di voi stiano già cercando di capire dove sia il cuore di questo benedetto sistema Leung Ting...e se fosse nel 步法? Cosa significa? Gli ideogrammi presi in considerazione vengono solitamente tradotti in inglese con il termine anglofono footwork.

Si tratta dell'ideogramma /bù/, 步, il passo, composto da /zhǐ/, 止, nella sua parte alta. Si tratta di un ideogramma che raffigura un piede destre ed uno sinistro. La parte bassa è composta da tre segni, ma fa riferimento a /shǎo/, 少. In cantonese viene pronunciato /bou/.

L'altro è 法, /fǎ/, che indica il metodo, la maniera, la modalità. Deriva da 氵(水, /shuǐ/), l'acqua e da 去, /qù/, andare. 去 con 氵 significa fluire. In cantonese viene pronunciato /faat/.

In sostanza, parliamo del Bou Faat, del metodo dei passi, italianizzandolo. Ebbene, io penso che si tratti davvero della parte più importante del sistema e porto come 'prova a carico' il fatto di averlo sempre tenuto nascosto. Se ci pensate bene, è l'ultima cosa che viene insegnata in tante Scuole, soprattutto in Italia, se viene insegnato...

Sto lavorando con il mio SiFu, Massimo Fiorentini, alla sistematizzazione di tutto il lavoro dei passi e sto portando avanti una ricerca abbastanza approfondita di tutto il lavoro che si fa nelle sezioni di Chi Sau e che viene spesso sottovalutato, se conosciuto e allenato. Le posizioni e gli spostamenti del Wing Chun non sono così pochi come si lascia credere esternamente, cari amici, bisogna squarciare il velo di Maya!

giovedì 10 dicembre 2009

Siu Nim Tau - lineage GM Leung Ting XIII

Con questo post termina il primo lavoro generico sulla Siu Nim Tau, nel corso del quale spero di aver dato un'idea generale del lavoro che si esegue nella 'Piccola Idea', che, in quanto tale, non può occupare tutta la vita del praticante di Wing Chun, se non per un ripasso generale delle tecniche e per approfondimenti ulteriori, dopo un primo anno di studio. Se consideriamo che non è una forma 'tradizionale', nel senso che è molto recente, e che fu creata per avere un'idea generale del sistema, è importante non dedicarle più del giusto tempo e della giusta attenzione.

Cerchiamo, soprattutto, di non tirare fuori da essa tutto quello di cui abbiamo bisogno per giustificare i nostri movimenti nel combattimento reale. Per esempio, non concordo con chi allena la Siu Nim Tau a terra, come se fosse utile in tutte le salse, groundfighting incluso. Alleniamola per quello che è e per quello che è serve, non diamole un senso che non ha.

L'ultimo set della forma della piccola idea si apre con un Gaun Sau leggermente diverso dal precedente, studiato nel primo set, subito dopo il Gow Cha Tan Sau. Il polso, stavolta, non si ferma sulla linea centrale, ma la supera, andando a tagliare (idealmente) l'aria verso l'anca opposta. In questo senso il Gaun Sau può essere pensato come un braccio che fraziona, che taglia, che si incunea nella difesa avversaria.

Al Gaun Sau della mano sinistra si sovrappone un Tan Sau della mano destra, all'altezza del gomito. Da qui, attraverso uno dei tipici movimenti che seguono la teoria del Push&Pull, si dà luogo ai famosi, quanto spesso sconociuti, Tut Sau. Una traduzione comprensibile può essere quella di 'braccio che libera', ma un'idea interessante mi pare essere quella di 'braccio che pela' (pensate al pelapatate, abbiate un po' di fantasia!).

Questa sequenza di Tut Sau avviene tramite il passaggio da Gaun Sau a Tan Sau e viceversa, che si crea scivolando sull'avambraccio. Questa serie di movimenti enfatizza il lavoro necessario per liberare le braccia da prese ai polsi. Alcune volte vengono usati anche per difendere l'area bassa del corpo, mentre si fanno passi indietro, su attacchi veementi degli avversari.

Al terzo Tut Sau (Gaun Sau destro e braccio sinistro che torna sulla linea centrale), il braccio sinistro si prepara a lanciare un pugno (Chung Kuen) lungo la linea centrale. Da qui nasce quella che è la tecnica più famosa (o famigerata?) del Wing Chun Kuen, i Lin Wan Chung Kuen, i pugni a catena. Nella forma sono tre, perché seguono uno dei motti (che non cito), il quale ci invita a non tirare più di tre volte la stessa tecnica... Di solito, nei corsi di Wing Chun, troverete gente che tira migliaia di pugni a catena di questo tipo. Effettivamente il lavoro ha una sua legittimità, ma che non sia la vostra soluzione universale, mi raccomando!

Eseguito l'ultimo pugno (che comunque è diverso da quello del secondo set, che chiamiamo Jik Chi Chung Kuen (直線衝) o Yaht Chi Chun Kuen (線衝) - rileggete qui -), si passa al solito Huen Sau sinistro, per poi terminare con il Sau Kuen. La chiusura della forma viene detta Sau Sik.

mercoledì 9 dicembre 2009

Siu Nim Tau - lineage GM Leung Ting XII


La nostra chiacchierata introduttiva sulla Siu Nim Tau del lineage Leung Ting sta per volgere al termine. Oggi parliamo velocemente della settima parte della 'Piccola Idea', in cui si vedono delle differenze anche molto marcate tra i vari lineage di Wing Chun, specialmente tra quelli non appartenenti alla discendenza del GGM Yip Man.

Il set che prendiamo in esame oggi inizia con il Bong Sau ('il braccio ad ala'), che è una delle tecniche più conosciute del Wing Chun, insieme ai pugni a catena. La nostra esecuzione, però, passa per un certosino lavoro di polso, che, attraverso una rotazione (tanto utile nel Poon Sau), permette di capire la dinamica precisa del 'braccio ad ala'.

Questo partire dal polso ci fa capire anche come le forze avversarie debbano essere deviate attraverso il Bong Sau e ci dà pure un'indicazione precisa sull'altezza e sull'angolazione precisa (da forma) che la tecnica deve assumere per poter funzionare. Questo movimento del braccio ci aiuta a dissipare un attacco medio basso dell'avversario, quando è indirizzato verso la linea verticale mediana del nostro corpo.

Mi pare importante sottolineare che nella nostra famiglia non viene fatto uso del Bong Sau oltre l'altezza della spalla, in quanto considerato errore. Non sono pochi gli Insegnanti che insegnano questa visione errata del 'braccio ad ala', attraverso il quale portano gli Allievi a pensare di difendersi sollevando il braccio oltre la spalla (distruggendo la cuffia della stessa...). Ci tengo a sottolinearlo, perché non sono pochi i praticanti di Wing Chun che conosco che si sono fatti male pensando di tenere una pressione avversaria con un Bong Sau alto. Oltre la linea orizzontale (quella che incrocia la verticale per dare origine al punto centrale del corpo, da cui parte la linea centrale), solo il Tan Sau, un pugno o un gomito possono dissipare l'attacco avversario, ma sicuramente non il Bong Sau.

Dopo aver terminato l'esecuzione del Bong Sau, attraverso l'impulso del polso si passa in un fulmineo Tan Sau, che segue il principio Got (da Luk Dim Boon Kwun), tagliando verso il basso l'eventuale e ora simulato attacco avversario. Immediatamente la mano si abbassa per andare in Ong Cheung, la palmata riversa, che viene spesso utilizzata per attaccare la parte medio bassa del corpo avversario, oppure il viso, quando riusciamo a togliere l'equilibrio all'aggressore ed a porlo alla giusta altezza per essere colpito.

Esteso tutto il braccio con le dita verso il basso, per allenare la flessibilità e l'allungamento tendineo-muscolare, si esegueno i soliti Huen Sau e Sau Kuen. La sequenza viene ripetuta nello stesso modo con il braccio destro.

lunedì 7 dicembre 2009

A tribute to Grandmaster Tang Yick

Non potrei non condividere con tutti i miei lettori questo tributo video, dedicato al Grandmaster Tang Yick, da SiFu Sergio Iadarola, che per l'occasione ha pubblicato dei vecchi cortometraggi, assolutamente densi di significato per tutti gli amanti della nostra Arte Marziale. Penso che non vi sia bisogno di ulteriori parole da parte mia. Guardate con attenzione quel che segue.



venerdì 4 dicembre 2009

Calci nel Wing Chun, questi sconosciuti...

Una critica abbastanza usuale al sistema di combattimento del Wing Chun Kuen è quella dell'assenza dei calci e delle tecniche estremamente efficaci per rispondere agli attacchi di gambe degli avversari. Non è un caso, infatti, che venga criticata sempre l'assenza di un adeguato footwork e la presenza di una immobilità di fondo da parte dei praticanti.

Nel momento in cui si nomina il Wing Chun tutti fanno riferimento alle sue tecniche di braccia, al Chi Sau ed alle 'dita negli occhi'. Due dei marchi di fabbrica di questo sistema meridionala della Cina sono il pugno verticale e l'esercizio di formazione denominato, appunto, Chi Sau.

In molti casi praticanti di Arti Marziali provenienti da altri sistemi imparano il Wing Chun,al fine di rafforzare il loro stile di combattimento, trovando un buon modo per colmare i vuoti dei sistemi che pongono in rilievo le tecniche di gambe. Eppure c'è molto di più sotto la superficie di questo sistema, che è invisibile a prima vista. Coloro i quali sono in grado di guardare profondamente il Wing Chun riescono a trovare il tesoro nascosto del sistema, un metodo molto efficace di usare anche le gambe sia come strumento difensivo che offensivo.

Il nostro modo di utilizzare la gambe si serve di principi e concetti invece di tecniche specifiche, proprio come facciamo con le braccia. Inizialmente si utilizzano le tecniche per dare all'Allievo le basi per potersi muovere, ma poi si abbandonano e si abbracciano i principi, lasciando fluire l'energia proprio come si fa nel Chi Sau.

In quasi tutte le Scuole del mondo le tecniche di gambe sono riservate ai Maestri e vengono insegnate solo alla fine del percorso di studi del sistema, quando si inizia a lavorare il Chi Gerk, l'esercizio per le 'gambe appiccicose', analogo al lavoro di formazione che si fa per le braccia. Eppure gran parte del lavoro essenziale per il movimento del corpo risiede nelle gambe. Sarà un caso che sia stato lasciato alla fine del sistema oppure si è tentato di non lasciar colmare il gap Maestro-Allievo per più di 20 anni, tempo minimo necessario per apprendere tutto il sistema di gestione delle gambe?

Le gambe si prendono cura della parte inferiore del corpo, mentre le mani ella parte superiore. Se non iniziamo sin da subito a muoverci ed a studiare i calci, come potremo coprire la difesa e come potremo lanciare attacchi alla parte inferiore del corpo? Bella domanda eh? Sarà per questo che noi abbiamo deciso di introdurre sin dal primo livello lo studio dei calci?

Il principio espresso poco sopra in corsivo può essere applicato in diversi modi. Se guardiamo il corpo umano, pochissime sono le persone che hanno la naturale flessibilità che consentirebbe loro di utilizzare i calci per colpire gli obiettivi della parte superiore del corpo, avversario senza un consistente allungamento dei muscoli delle gambe. Però, a qualsiasi persona può essere insegnato di utilizzare efficacemente calci alla parte inferiore del corpo dell'avversario. Questo non vuol dire che i calci alti non possano funzionare.

Chi si è allenato abbastanza a lungo per sviluppare tempi, velocità, abilità e flessibilità ha la possibilità di utilizzare queste tecniche. Ma l'efficacia di un calcio è solitamente giudicata dagli Studenti a partire da quanto velocemente riescono ad imparare a proteggersi con essa. Per questo motivo questo stile preferisce allenare maggiormente i calci bassi.

Per la struttura anatomica della parte inferiore del corpo, l'abilità e la precisione sono più importanti della forza con cui si riesce a colpire. Per sviluppare queste abilità e, in particolar modo la precisione, il praticante deve pensare ed allenarsi a tirare calci a quattro obiettivi diversi: il ginocchio, la zona tibiale, il collo del piede e le zone genitali.

giovedì 3 dicembre 2009

Sul seminario di SiFu Massimo a Roma

Pubblico anche qui, dopo l'uscita sul blog IDPA, il mio breve reportage sullo seminario di SiFu Massimo, appena svoltosi a Roma. Di seguito, invece, trovate alcune riflessioni scritte proprio da SiFu sul seminario, già pubblicate sul blog. Buona lettura e, mi raccomando, seguite il consiglio di SiFu, intervenite!

Nel centro dell’Asd Tempio di Olimpia, in via Casilina, 1038/o,  SiFu Massimo ha presentato ai partecipanti la seconda parte del lavoro tecnico e teorico che sta dietro al Primo Livello , dopo il primo, svolto ad ottobre.  Tutti i To Dai sono stati entusiasti del lavoro svolto durante il seminario, anche perché SiFu è una persona piacevole e disponibile.

Mettiamo agli atti anche questo secondo seminario di SiFu Massimo Fiorentini. In una cornice serena, ma seria e determinata, si è svolto a Roma sabato, 28 novembre, il secondo seminario di SiFu Massimo Fiorentini sul Primo Livello di Wing Chun dell’IDPA.

Al seminario hanno preso parte quasi tutti i miei Allievi, più qualche amico proveniente da altre Scuole. Tutti sono rimasti colpiti dal footwork di base del sistema, con i mezzi passi, i passi in avanti ed in tutte le altre direzioni, il passo a V, il passo combinato, il passo speciale, il passo a compasso, etc.
 
Abbiamo analizzato l’utilizzo dello spostamento come base per poter affrontare un combattimento, con le relative tecniche di braccia che vanno sfruttate contemporaneamente al movimento del busto. Un piccolo spazio, all’interno delle spiegazioni, è stato riservato agli esercizi propedeutici per la lotta in piedi ed a terra che abbiamo voluto aggiungere nel programma di base degli Allievi di Wing Chun Kuen, consci che la lotta al suolo nel sistema non è presente, ma che ci sia sempre più bisogno di sapersi adattare ai tempi che corrono e che la conservazione di tante tecniche ‘anti-grappling’ non fossero utili per affrontare seriamente un contesto reale.

mercoledì 2 dicembre 2009

Tan Sau - 攤手

Con questo vorrei iniziare anche una serie di post tecnici e specifici su ogni singolo movimento che incontriamo nel Wing Chun Kuen. Spero appassioni tutti voi, cari amici, fratelli e lettori, che seguite il blog, perché vorrei dedicare un po' del mio tempo alla ricerca filologica di ogni singolo ideogramma che compone la cultura e la sapienza dell'Arte Marziale.


Iniziamo, quindi, con uno dei movimenti più comuni del sistema, il Tan Sau, che trovate anche scritto come Taan Sau, in alcune discendenze. Le possibili traduzioni sono molteplici, ma il senso è chiaro e fa sempre riferimento al disperdere o distribuire qualcosa. In Pinyin si trova scritto come Tān Shǒu.

摊 [/taan/] fa spesso riferimento al distribuire, ma viene usato anche per indicare il 'prendere una quota'. Alcune volte è utilizzato per parlare della divisione in parti di un qualcosa, che sia l'energia, un bottino o una quota azionaria.


Si può trovare sia nella forma complessa, che ho riportato poco sopra, oppure nella forma semplice: 摊. Quella complessa è composta da ben 22 segni grafici. La sua pronuncia è /Taan/. La forma semplice, 摊, ha lo stesso significato, ma è composta di soli 13 segni. Deriva dalla combinazione di 手 /shǒu/ e 难 /nán/. Penso non ci sia più bisogno di parlare dell'ideogramma che sta per 'mano', ormai.

La cosa che più mi colpisce di questa ricerca che sto portando avanti è quella di non riscontrare quasi mai la traduzione che ci è stata comunemente data. Il Tan Sau è uno degli esempi eclatanti. A noi è arrivato, attraverso la mediazione inglese (Palm up hand, mano con il palmo in alto), senza alcuna attinenza con il suo senso, né con gli ideogrammi componenti. La traduzione migliore dovrebbe essere mano che disperde o che divide, nel senso proprio del termine. Si fa riferimento, quindi, ad un movimento e non ad una posizione della mano o del braccio, in questo caso.

martedì 1 dicembre 2009

Siu Nim Tau - lineage GM Leung Ting XI

 Siamo finalmente giunti al sesto set della Siu Nim Tau del lineage Leung Ting. Ho notato che anche in questo passaggio della forma molte sono le Scuole che hanno perso per strada le spiegazioni più precise di SiJo. Non a caso, spesso  le caratteristiche intrinseche alla forma, i suoi concetti e le idee di base, vengono sviscerate solo durante le ore private di studio, lasciando a bocca asciutta tutto il resto dei clienti...pardon, degli allievi (con la 'a' minuscola...).

Il passaggio della forma che stiamo analizzando parte sempre con il braccio sinistro, che esegue una traiettoria simile a quella del Tan Sau del terzo set. Questa volta, però, il palmo sale di più ed esegue un movimento circolare, andando a costruire un Ko Tan Sau (il braccio che disperde con il palmo della mano verso l'alto, eseguito ad un'altezza medio-alta).

Subito dopo, attraverso un movimento circolare del polso, si fa discendere con un altro movimento circolare l'avambraccio, con quello che siamo soliti chiamare Cham/Jam Sau, a seconda delle preferenze di trascrizione. Si abbassa il braccio per affondare il ponte avversario. Questi due movimenti vengono eseguiti sulla linea verticale del corpo, che, nel caso, corrisponde con la linea centrale.

Gwat Sau è il nome del movimento successivo, attraverso il quale si ripulisce tutto lo spazio di fronte a noi, come se si spazzasse. Si tratta del braccio che ripulisce, appunto, che spazza tutto ciò che incontra sulla linea centrale e sulle altre due lineee. In effetti si tratta del primo movimento in cui si agisce su più linee con un solo arto. Viene solitamente considerato come il 'Bong Sau killer', con un'espressione simpatica, ma realistica, in quanto viene usato per rompere il Bong Sau avversario. 

Il braccio si muove ad arco fino a poco oltre la gamba. Alcune volte viene utilizzato per spingere via un avversario che tira (male) un calcio alto, in una delle tipiche sequenze che si trovano su YouTube, per esempio. In questo movimento bisogna porre particolare attenzione all'utilizzo del gomito e della spalla, perché sono le due articolazioni che compiono il lavoro, nello specifico.

Eseguito l'arco del Gwat Sau, si ruota il polso con il tipico Ong Huen Sau, per preparare il movimento successivo, spesso confuso con il Tok Sau, ma che, in realtà, descrive tutta un'altra dinamica, il Lau Sau. Questo movimento richiama l'immagine della canna di bambù che cade dritta nell'acqua e riesce immediatamente, con tutta la sua forza. Lo stesso accade con questo movimento, che ritorna verso l'alto come se guizzasse fuori dall'acqua. Alcuni lo traducono come 'mano che scava', ma non mi piace. Non saprei definirla in modo specifico, se non con la perifrasi usata prima. Forse si potrebbe pensare alla traduzione 'braccio che guizza dall'acqua', ma non credo che cambierebbe il senso....

Subito dopo ritroviamo per un attimo il già visto Ko Tan Sau, che viene ripetuto su un'altra linea, per far comprendere al praticante la sua utilizzabilità in più occasioni. Il fulmineo Huen Sau che segue è stato spiegato qualche volta come Kau Sau (mano/braccio che scava) o come Got Sau (mano/braccio che taglia). Ora, al di là del nome specifico che può avere, è bene pensare che non può esistere un movimento con un solo nome. Questa è una manìa che dovremmo abbandonare, prima o poi, perché rischia di far perdere il principio per cui si esegue un'azione.

Chiaramente ogni Huen Got Sau sarà anche un Kau Sau, perché non potrebbe essere altrimenti. L'idea di Kau è quella di scavare, ma, se ci pensate bene, è la stessa cosa che facciamo tagliando con la mano nel Got Sau... Insomma, l'importante è capire una dinamica, l'idea che vi sta dietro ed il principio che segue, più che il movimento singolo in sé. In questo caso, infatti, si tratta di un attacco interno, che compensa l'energia in etrnata con una pressione verso l'esterno, una verso il basso ed una in avanti.  
Arrivati a questo punto, si esegue una palmata bassa orizzonale (Dai Wang Cheung). Alcuni Insegnanti mi spiegarono il suo utilizzo per un attacco interno alle braccia dell'avversario, verso l'addome (milza o fegato), ma solo Sergio Iadarola mi diede una spiegazione specifica più seria, dal punto di vista del combattimento, che mi è stata confermata anche da SiFu Fiorentini. La palmata deve essere eseguita dall'esterno all'interno, con un contatto esterno rispetto alle braccia dell'avversario, altrimenti si incappa nella possibilità di una leva davvero tremenda.
Per evitare errori da parte degli studenti, Sergio introdusse al posto di questa palmata prima un pugno Yang basso, poi un Gaun Sau medio, in modo tale da prevenire le eventuali leve. Ad oggi, penso, insieme al mio SiFu, che sia un movimento da mantenere nella forma, quello della palmata orizzontale bassa, ma che vada eseguita solo dall'esterno del ponte creato. Qualora ci trovassimo internamente, allora eseguiremmo sicuramente il Gaun Sau o il pugno.

Una volta portato il colpo col palmo, nella forma, eseguiamo lo Huen Sau, per poi tornare, come sempre, al Sau Kuen. Si eseguono le stesse movenze sul lato destro.

venerdì 27 novembre 2009

永 - Eternal - Eterno

Tante discussioni, decine di post su internet, battaglie legali sui marchi registrati solo per un ideogramma, dalla semplice rappresentazione, ma dal contenuto profondo, questo: .

Questo ideogramma viene comunemente tradotto in inglese con 'always, forever, eternal'. In italiano il miglior corrispettivo è eterno, proprio perché il suo utilizzo è frequente per intendere qualcosa che non muore mai. Viene utilizzato e tradotto anche come avverbio, con 'perpetually',  che rende molto bene l'idea.

Nella pronuncia standard viene letto come /yǒng/. Corrisponde alla rappresentazione dell'acqua, con tratti un po' più complessi di  , /shuǐ/. Quest'ultimo indica proprio la semplicità dell'acqua e rimanda al suo significato di essere liquido, fluente, rappresentando proprio lo stesso scorrere dell'acqua. In cantonese è letto come /seui/.

Per quanto riguarda Yǒng (), si trova spesso nelle poesie per indicare proprio l'incessante scorrere dell'acqua, come se fosse il sangue nelle vene della terra. L'ideogramma è composto da cinque segni ed in cantonese viene letto come /wihng/. Qui nascono le diàtribe...

Alcuni Maestri, in anni non troppo lontani, preferirono utilizzare la romanizzazione Weng per indicare l'Arte Marziale discendente dal Tempio di Siu Lam del Sud, per distinguere la loro linea dalle altre, che utilizzavano la romanizzazione Ving o Wing.

Al di là delle politiche di marketing dei giorni nostri, in qualsiasi modo intendiate romanizzare l'ideogramma, sappiate che la pronuncia è e rimane /wihng/. Visto che vogliamo portare avanti una sana ricerca, mi pare giusto scrivere questa cosa.

L'importante è capirsi sul significato di ciò che si scrive. Probabilmente l'uso della romanizzazione Weng è utile al giorno d'oggi per distinguere l'ideogramma succitato da quello comunemente utilizzato dal GM Yip Man per differenziarlo, appunto, da . Si tratta di , sempre pronunciato /yǒng/ e molto molto simile al precedente, come potete notare.

Proviene sempre da /shuǐ/, l'acqua,  'water' e da /yǒng/. Solito discorso, si noti che /yǒng/ (eterno) rappresenta anche l'acqua. L'ideogramma utilizzato dal GM Yip Man si compone di 8 segni, tre più del precedente, che troviamo sulla sinistra. Anche la pronuncia cantonese è identica: /wihng/. Il significato è spesso connesso al nuotare... Solo i glossari degli addetti ai lavori (i praticanti di Wing Chun) ne riportano il significato di 'bello, radioso, splendente' e, in particolare, si sa che solo il GM Yip Man ne diede tale significato agli occidentali...strano, no?

Attenzione, però, perché alcuni amici cinesi, se pronunciate /wèng/, possono pensare alla traduzione più vicina: 'giarra, coppo, orcio'. Se la /e/ diventa lunga, invece, penseranno a 'vecchio, anziano'. Attenzione alla pronuncia, insomma...

Altre volte, dei Maestri hanno utilizzato l'ideogramma o (pronunciato sempre /yǒng/), di uso più poetico. Sta per cantare, decantare o recitare, narrare in forma poetica. Proviene dagli ideogrammi  /kǒu/, la bocca, da /yán/, le parole e da /yǒng/, utilizzato nel suo valore di fluire.

L'ideogramma è composto da 8 o 12 segni ed in cantonese (indovinate un po'?!) si pronuncia sempre /wihng/.  Il secondo ideogramma, è utilizzato in connessione con /yán/, che sta per 'parole' (语言, /yǔyán/, infatti, stanno per linguaggio o lingua).

/yán/ è usato anche per 'parlare, dire, commentare'. Viene dall'immagine di un flauto, con la bocca che vi soffia dentro. Originariamente assomimigliava molto a /yīn/, 'il suono'. L'unica differenza era la linea in più che spesso veniva messa dentro al simbolo della bocca, formando nella parte bassa di o .

Come componente di un ideogramma, diventa nella sua forma più semplice, alla sinistra del carattere che vuole accompagnare, come nel nostro caso. Singolarmente, in cantonese viene pronunciato /yihn/.

Molta confusione sotto il cielo? Può darsi. L'importante è capire bene a cosa si fa riferimento quando si parla delle Arti Marziali che utilizzano l'uno o gli altri ideogrammi, perché stiamo parlando di due realtà vicine, ma diverse. Alcune volte di più, altre meno, ma sempre di due stili stiamo parlando, con un'evoluzione autonoma ed una storia solo a tratti condivisa.

giovedì 26 novembre 2009

Wu De o Mo Dak, l'importante è applicarlo!

Nel mondo delle Arti Marziali di origine cinese si è sempre parlato del cosiddetto Wu De (in mandarino) – 武德 -, l’etica marziale, letteralmente traducibile come ‘i cinque poteri’ o ‘le cinque virtù’. Gli ideogrammi che lo compongono fanno riferimento all’insieme di regole etiche a cui deve sottostare il praticante di Gong Fu.


Che cos’è quest’etica marziale, nella sostanza? Il Mo Dak (in cantonese) è l’interiorità della persona, nonché il suo comportamento esteriore. Si tratta di una espressione della nostra umanità opposta all’essere egoista. Si tratta del proteggere e del perseguire un codice d’onore. Seguire il Wu De significa essere una brava persona che aiuta sinceramente gli altri, che si dona.Mo Dak significa anche avere la capacità di apprezzare l’Arte e lo sforzo del Docente.
Invece di guardare l’Arte come qualcosa che si può comprare e vendere, l’etica ci permette di guardare l’Insegnante come una persona che fornisce un servizio alla comunità, facendo apprezzare l’Arte in generale e quelli che non la conoscono. Il Mo Dak entra in gioco quando un SiFu accetta nuovi studenti. L’Insegnante accetta solo coloro che sono realmente interessati ad apprendere l’Arte. Solo i potenziali studenti che mostrano un interesse vera e un’infinita umiltà vengono accettati come i nuovi studenti.
La capacità di apprezzare veramente tutto ciò che è intorno a noi è consapevolezza del Wu De. Nel Gong Fu si pratica per ottenere livelli più elevati di consapevolezza e per apprezzare le cose nel loro complesso. Essere nel momento e lavorare per rendere questa consapevolezza un’abitudine è seguire l’etica marziale. Così, quando si pratica un’Arte Marziale non lo si fa solo per ottenere livelli superiori di consapevolezza. Si deve tendere a sviluppare di più la capacità di controllare l’aggressore. 

Si deve sviluppare un apprezzamento particolare per tutto ciò che sta accadendo in ogni momento. Bisogna trascendere la cultura e la legittima difesa, bisogna arrivare a vivere il qui e l’ora per sviluppare maggiori livelli di consapevolezza in ogni momento dell’esistenza. L’etica marziale è stata molto spesso trascurata nelle palestre italiane di Arti Marziali, sebbene si tratti della prima cosa che un praticante dovrebbe comprendere e sforzarsi di applicare nella sua vita di tutti i giorni.

Il Wu De è stato spesso utilizzato solo per acquisire credibilità nei confronti dei propri Allievi, tendendo a parlar male di altre realtà marziali, per far capire che la propria è la migliore. Così, quando altri usano lo stesso metro di giudizio, il Wu De viene sfruttato e messo in mezzo per difendersi dagli attacchi esterni. Eppure il Mo Dak è così importante che non può essere relegato ad una semplice azione di comodo. Va coltivato ogni giorno.

La mia Scuola ha focalizzato la sua attenzione su questo concetto ed è per questo che siamo uniti sotto la sua bandiera nel rispetto reciproco per diffondere la cultura delle Arti Marziali. La Scuola è ispirata proprio a questo principio di scambio e di rispetto verso le altre realtà.

Ma da dove deriva il Wu De? Quasi tutti lo fanno risalire al testo Tradizione di Zuo, Cronaca di Zuo o Commentario di Zuo – 左传, Zuo Chuan in mandarino, Jo Chyun in cantonese -, a seconda delle traduzioni. Si tratta della più antica cronaca cinese in forma narrativa e copre il periodo compreso tra il 722 ed il 468 a.C.. La Cronaca fu attribuita a Zuo Qiuming. Si tratta di un commento agli Annali delle primavere e degli autunni, ma alcuni ricercatori ritengono che sia un testo indipendente della stessa epoca degli Annali. La maggior parte degli storici lo fa risalire al periodo dei regni combattenti.

Il Commentario dedica un intero capitolo, lo Xuan Gong Shier Nian (宣公十二年), all’elencazione delle sette virtù che ha la marzialità (Wu You Qi De - 武有七德): Jin Bao (禁暴): trattenersi dalla violenza; Ji Bing (戢兵): cessare le ostilità; Bao Da (保大): proteggere la grandezza; Ding Gong (定功): successo stabile e tranquillo; An Min (安民): salvare il popolo; He Zhong (和众): numerose amicizie; Feng Cai (丰财): ricchezza abbondante.

Fino ai giorni nostri, lo studio dell’arte del combattimento è stato oggetto di osservanza delle cinque virtù fondamentali Wu Chang (五常) indicate dal Confucianesimo: Ren (仁), la benevolenza, l’umanità e la bontà; Yi (义), la giustizia, la rettitudine e l’equità; Li (礼), l’ordine, le regole di condotta e l’ideale; Zhi (智), la saggezza, l’intelligenza e l’ingegno; Xin (信), la verità, il tener fede alla parola data, la sincerità e la coerenza. Queste virtù regolano sia i rapporti all’interno del Kwoon (la Scuola) sia il comportamento del praticante in seno alla società e costituiscono una caratteristica per poter proseguire il proprio cammino nelle Arti Marziali Tradizionali.

In sostanza, quindi, le virtù del Wu De sono insite nella cultura cinese di derivazione confuciana, ma affondano le proprie radici proprio nell’essenza stessa del Sol Levante. Le varie Scuole di Gong Fu nella storia cinese hanno elaborato il loro dettagliato codice di etica marziale. La Scuola di Shaolin (o Siu Lam), per esempio, ha stabilito i dieci comandamenti (少林十戒约 – Shaolin shijie yue) per i suoi seguaci. I doveri sono di due tipi: legati alla mente (填情德, Tianqingde) o alle azioni (填情勋, Tianqinxun). I primi sono il rispetto (竦,Song), l’umiltà (谦卑, Qianbei), la rettitudine (义, Yi), la fiducia (孚, Fu) e la lealtà (忠, Zhong). I doveri delle azioni riguardano la volontà (要, Yao), la resistenza (耐力, Naili), la perseveranza (恒性, Hengxing), la pazienza (耐心, Naixin) e il coraggio (勇, Yong).

Se queste sono le virtù che dobbiamo seguire come praticanti di Arti Marziali è chiaro che nelle nostre Scuole richiediamo il rispetto della vita umana, per esempio. Il praticante di Arti Marziali deve rispettare la vita umana, perché il Wu Shu trae origine proprio dall’esigenza di proteggere la vita stessa.

Poniamo particolare attenzione ai principi etici: i principi etici forniscono le basi per il mantenimento di relazioni stabili tra gli uomini e, quindi, tra l’uomo ed il contesto sociale. Chi vuole apprendere il Wu Shu deve rispettare questi principi. Bisogna conservare anche una notevole attenzione alla condotta morale: mentre si apprendono le abilità marziali, si devono anche coltivare le qualità morali; il senso di giustizia, la diligenza, la persistenza, l’onestà e l’impegno a lavorare duramente.

Il rispetto per l’Insegnante e la cura reciproca è la regola base di ogni Kwoon: bisogna impegnarsi duramente in tutto ciò che il Maestro insegna; sia il Maestro che l’Allievo devono prendersi cura reciprocamente e fare tesoro della relazione che si instaura tra di loro. Ci vuole una buona dose di modestia, ma anche di ardore: colui che studia le Arti Marziali dovrà cercare di migliorare la propria abilità e rifiutare di diventare arrogante e fare mostra della propria bravura per sminuire gli altri.

Si deve imparare gli uni dagli altri per migliorare ed essere uniti e collaborare insieme. Sembra superfluo dirlo, ma è necessario lasciare fuori dal Kwoon i rancori personali e l’invidia: nell’apprendimento del Wu Shu si punta all’auto-difesa ed a migliorare le proprie condizioni fisiche. Non si dovrebbe mai contendere con qualcuno seguendo i propri rancori o per intimidire il più debole. Non si devono utilizzare le capacità marziali per essere prepotenti o per reagire alle provocazioni. La persistenza e la perseveranza sono le ultime due qualità richieste nelle nostre Scuole: la pratica delle Arti Marziali è un duro compito che richiede tempo e sforzi notevoli.

Costanza e persistenza sono necessarie. Bisogna studiare e provare a comprendere pienamente i significati intrinsechi ed essenziali di ogni sequenza. La vera essenza e del Wu Shu può essere appresa solo attraverso la resistenza e l’elasticità anche dei movimenti corporei.

La mia voglia di insegnare è nata dalla volontà di permettere la divulgazione degli insegnamenti etici, culturali e pratici del Gong Fu, in tutte le sue forme, affinché ognuno di noi possa conoscere meglio se stesso e gli altri, diventando più forte interiormente ed esteriormente, migliorando la propria salute ed entrando in contatto diretto con il mondo delle discipline orientali. Dobbiamo imparare a vincere i nostri limiti, migliorando le potenzialità fisiche e mentali.

Un praticante può essere pieno di talento e lavorare impegnandosi duramente (Gong Fu – 功夫 -, appunto), ma se non dimostra di essere moralmente degno, non riceverà un’istruzione completa dal suo Maestro. Generalmente un Maestro esamina per anni la morale di un possibile Allievo prima di insegnargli ogni conoscenza in suo possesso. L’approccio all’Arte Marziale è quindi incentrato sul codice di condotta marziale, chiamato proprio Wu De: umiltà, rispetto, rettitudine, fiducia, lealtà; volontà, resistenza, perseveranza, pazienza, coraggio. Nelle nostre Scuole cerchiamo di insegnare Gong Fu mostrando i principi, gli allenamenti, i metodi e le tecniche nel modo più chiaro possibile, sempre all’insegna del codice marziale.

未曾学艺先学礼,未曾习拳先习德
Chi vuole studiare l’arte deve innanzitutto rispettare l’etichetta (i riti), colui che vuole apprendere le tecniche marziali deve prima di tutto acquisire la virtù

心正则拳正,心歪则拳偏
Se il cuore è retto il pugilato sarà corretto, se il cuore è deviato, il pugilato sarà parziale


练武先练德,教人先教心
Per allenare la marzialità prima si deve allenare la morale, per insegnare all’uomo prima si deve insegnare al cuore

mercoledì 25 novembre 2009

Monaci Shaolin

Sento molto spesso parlare di Monaci Shaolin. Ultimamente ho notato anche alcuni manifesti propagandistici che citano un Monaco Shaolin... Vogliamo fare un po' di chiarezza sull'argomento? Partiamo dal fatto che non esiste 'il' monaco, ma ci sono diverse tipologie o, meglio classi di monachesimo.


Ci può essere il Monaco Religioso, che può prendere la forma di Monaco Religioso e Guerriero (WenSeng 文僧). Questo tipo di monaco deve rispettare circa 250 voti o precetti.

Vi è poi il Monaco Guerriero (WuSeng 武僧), che si limita a rispettare circa 60 voti o precetti.


Abbiamo poi il Discepolo Monastico (SuJiaDiZi 俗家弟子 o WuSeng esterno), che segue circa 10 voti o precetti.

Possiamo aggiungere anche lo Studente Monastico (XueSeng 学僧), che non ha ancora preso i voti.

Di solito il percorso spirituale prevede alcuni anni da studente generico, dopodiché, se si dimostra idonea attitudine morale e tecnica, si viene scelti da un Maestro Monaco del quale si diventa quindi Allievi diretti, entrando a far parte della prima classe, quella di Studente Monastico (XueSeng 学僧).

Dopo anni di studi, sia filosofici che marziali, quando viene raggiunta un'idonea maturità spirituale e tecnica, sarà il Maestro ad indicare allo Studente Monastico che - se vuole - è pronto a fare il prossimo passaggio prendendo i voti. A tal punto si prendono inizialmente i voti come Monaco Novizio (ShaMi 沙弥) e, poi, anni dopo, come WenSeng o WuSeng, in base agli studi ed alla scelta di vita. C'è la possibilità di diventare SuJiaDiZi (WuSeng esterno) se si conduce una vita all'esterno del monastero.

La classe di Monaco Guerriero (WuSeng 武僧) è particolare, poiché, se vive nel monastero, deve rispettare circa 60 precetti, ma se lo lascia per una vita esterna, deve rispettarnecirca 10, come un Discepolo Monastico (SuJiaDiZi 俗家弟子).

I Monaci Guerrieri ed i Discepoli Monastici sono quindi le classi che causano maggiore confusione e, a volte, controversie, se si ignora quanto sopra, poiché sono considerati Monaci Shaolin - nel senso che appartengono formalmente alla discendenza del monastero -, ma possono condurre una vita esterna non-monastica (ad esempio sposandosi).

In Europa, attualmente, dovrebbero esserci 3 o 4 SuJiaDiZi o WuSeng esterni occidentali (cioè non-cinesi) veri, dove con veri si intende discepoli di un WenSeng entrati formalmente nella discendenza Shaolin in seguito a cerimonia tradizionale al monastero, dopo anni di studi specifici.



Ci sono inoltre altri occidentali, credo circa una decina ma è un numero in costante crescita, con certificazioni e nomine varie ottenute attraverso accordi commerciali con Shaolin o corsi intensivi in Cina o periodi di studio con un WuSeng, ma senza il lungo iter descritto sopra e senza formale inclusione nella discendenza del monastero.

Attenzione, quindi, quando vi trovate di fronte a presunti Monaci Shaolin, perché potreste incontrare di tutto. Chiedete sempre maggiori informazioni in materia...

martedì 24 novembre 2009

La postura nelle Arti Marziali

Vi invito a leggere l'articolo di Rosa, sul blog IDPA.

La meditazione, le arti marziali, la pratica terapeutica ed una sana vita quotidiana sono condizionate da una buona postura che favorisce anche una giusta respirazione e la serenità mentale.

Una postura corretta è data dall’allineamento rilassato e naturale dei muscoli che è possibile solo se l’individuo è in grado di percepire gli atteggiamenti pturali del proprio corpo e di interpretarli adeguatamente. Non è, dunque, sufficiente conoscere la forma esteriore di una posizione ma è necessario riconoscere le connessioni  fisiologiche e, secondo la medicina cinese, le connessioni  energetiche che essa determina.
Fin dai primi insegnamenti, il lavoro specifico sulla postura è uno dei fattori che determinano il giusto approccio del corpo alle tecniche e che, nelle arti marziali, permette la libera espressione delle potenzialità individuali. Infatti, il praticante di arti marziali cinesi esprime al massimo le proprie potenzialità, nel rispetto della propria fisiologia corporea ed utilizzando il minimo delle proprie energie, quando riesce a combinare la propria capacità di stare immobile ed eretto in uno stato di equilibrio naturale e muoversi  con la massima velocità di azione senza disperdere le forze.

lunedì 23 novembre 2009

Collaborazioni per il blog IDPA

Questo nuovo spazio dell’ASD International Dragon & Phoenix Association è nato come canale di di riferimento per l’approccio e l’approfondimento alle discipline orientali così come agli sport occidentali, che ancora conservano basi etiche. Il nuovo portale è dedicato anche alla millenaria cultura del Sol Levante, tuttavia sarà nostro interesse analizzare i contatti tra l’Est e l’Ovest.
Ci proponiamo di sviluppare gli aspetti storici, artistici e culturali del levante, conservando l’interesse per la scena marziale italiana, con lo sguardo critico di chi rinuncia ad un solo punto di vista.
Tra le nostre pagine troverete sezioni dedicate alla storia millenaria delle discipline che vengono studiate ed insegnate in seno all’IDPA o che, comunque, sono oggetto di interesse da parte dei nostri associati.


Continua qui: http://www.idpa-academy.com/blog/?p=193

domenica 22 novembre 2009

L'utilità dello sparring leggero

Oggi voglio proporvi un video dei Fratelli di del Butcher's Lab Weng Chun di Copenhagen. Penso che sia un buon modo per far vedere cosa siamo soliti fare durante i nostri allenamenti intensivi. Questo tipo di sparring leggero è utile per avere un approccio all'Arte Marziale che non sia solo tecnico e stilisticamente perfetto, ma anche realistico.

Attraverso una pratica costante e sempre più impegnativa, noi possiamo migliorare e capire cosa significhi realmente affrontare un combattimento. I pugni si danno e si prendono, così come i calci, ma anche questo è utile ai fini della nostra crescita marziale e umana. Solo lo scontro ti fa scorrere l'adrenalina nel sangue. Non lasciamo che queste metodiche di allenamento siano lontane dalla nostra pratica quotidiana, Fratelli!




Qui, invece, vi propongo un allenamento dei Fratelli, in preparazione di una gara, di un combattimento. Guardate bene l'allenamento e fatevi ispirare per la vostra pratica quotidiana. Potenza, agilità, resistenza: elementi importantissimi per un combattimento!





Lo sparring controllato dall'insegnante o, comunque, da un esperto, viene praticato nelle varie realtà marziali occidentali legate agli sport da combattimento e ben poco in quelle connesse al Gong Fu. Eppure la pratica è utile e costruttiva. La mia è una di quelle realtà marziali che  fa praticare lo sparring ai propri Allievi, anche poco dopo l'iscrizione.

Se si promette l'efficacia  non ci si può esimere dallo studio e dall'applicazione dello sparring, anche se leggero. Il Gong Fu deve contribuire a far crescere l’individuo non solamente dal punto di vista del combattimento, ma anche da questo.  Se desiderate praticare qualcosa di esclusivamente 'tradizionale', evitate questa Scuola, perché vi si propone subito un approccio al combattimento e una basilare preparazione atletica.