martedì 31 gennaio 2012

L'uso strumentale del Wing Chun Kyun

Non so se capiti anche agli altri Maestri, ma a me è successo con più di una persona il ritrovarmi nella condizione di insegnare il Wing Chun Kyun nella sua interezza,  ma di vederne praticata solo una parte del sistema. Parlo dell'uso strumentale di quest'Arte Marziale Tradizionale, cosa che per molti potrà sembrare stranissima, vista la nomea e il triste alone che la circonda.

Eppure, vedo tutti i giorni, alcuni arrivano da me e vogliono imparare le forme, altri le tecniche, altri le posture, altri ancora il Chi Sau, etc. Mi pare di esser percepito come una specie di supermercato, con tanti scaffali e merce differente. Bene, non è così. Chi viene a studiare da me il Wing Chun sappia che io non mi limito ad una o ad un'altra componente del sistema e, proprio per questo, pretendo che venga studiato tutto, dal principio alla fine, senza tralasciare niente.

Sicuramente ci saranno delle cose in cui uno eccelle ed altre in cui si avranno delle carenze, ma non è possibile che ci sia solo quello che picchia come un fabbro, ma non conosce quasi niente del Wing Chun, da una parte, e quello che pensa alla filosofia taoista, ma non sa tirare due pugni messi in croce, dall'altra.

Certe volte capisco il motivo per cui quelli che si appassionano a tutte le tematiche ed a tutti gli aspetti del sistema sono i "puri", quelli che non provengono da esperienze precedenti: mi riconoscono come Maestro e, per questo, mi seguono su tutti i percorsi. Altri, invece, cercano da me la parte che più li aggrada, mettendo sotto i piedi il resto. Bene, lo ripeto, non si fa così, non sono il supermercato in cui cercare il prodotto, acquistarlo ed uscire soddisfatti. 

Ho lasciato Maestri e Grandi Maestri per motivi molto più semplici, quando ho compreso che stavano cercando di vendermi merce, invece di insegnarmi un'Arte Marziale, imponendomi di fare altrettanto con i miei Allievi. Ho allontanato Allievi, quando ho capito che avevano scambiato il mio lavoro per merce da acquistare. Se alcuni mi danno del denaro per ripagarmi del tempo che dedico loro li ringrazio con amore, perché conosco il valore del denaro, ma tutti quelli che lo fanno sanno che non sto vendendo merce in cambio di moneta.
La più grande delusione sarebbe vedere la sala piena di praticanti alla ricerca del proprio ego, della propria soddisfazione, lontani anni luce da ciò che più andrebbe ricercato, proprio quella rinuncia a se stessi, che ci permette di acquisire con amore e sacrificio quelle capacità particolari essenza e corpo dello stesso Gong Fu che seguiamo. 

Chi mi conosce sa bene a cosa faccio riferimento. Odio veder ridotta questa benedetta Boxe Cinese in una scatola di cioccolatini, tra i quali scegliere quelli fondenti, lasciando da parte gli altri. La scatola va presa tutta, per assaggiare tutti i piaceri che può dare, in tutte le sfumature del cioccolato. 

Mi fanno ridere quelli che vengono a vedere - neanche a praticare, solo vedere - una delle mie lezioni, permettendosi di giudicare tutto il mio lavoro per soli 30 minuti di osservazione dall'esterno. Ancor più quelli che pensano di scegliere tra centinaia di corsi attivi a Roma solo guardando un allenamento. Per capire bisogna provare e sentire sulla propria pelle il duro lavoro di tutti i giorni, non guardare e commentare ciò che neanche si riesce a capire dall'esterno.

La mia Scuola, sebbene sia giovanissima - sono appena 3 anni che insegno -, mette a disposizioni di tutti i praticanti seri e leali tutte le possibilità di sviluppo nell'alveo del Wing Chun, ma non può, non deve e non sarà mai paragonabile ad un supermercato. Invito tutti quanti i miei Allievi presenti, quelli attualmente in pausa e tutti coloro i quali vorranno diventarlo a fare un esame di coscienza profondo, perché l'immagine di questa comunità marziale deve essere una ed una sola, rispecchiando la totalità, quell'insieme olistico di conoscenze ed applicazioni pratiche che da sempre andiamo ricercando.

Chiunque fosse interessato ad entrare nella nostra Famiglia sappia che non basta iscriversi in una palestra per esser considerati Fratelli: è necessario sudare e lavorare con gli altri per capire dove stanno i propri limiti e tentare di superarli. Nel momento in cui l'ego prevale sull'amore della condivisione, lì c'è la fine della Famiglia, perché lì finisce il legame che ho tentato di creare negli anni. Se la Famiglia è una, non ci può essere spazio per l'ego. Sia ben chiaro a tutti. Abbiamo tanta strada da fare, ma la base del percorso è la mutua assistenza e, soprattutto, la consapevolezza della pratica sana, continua e coerente di un'Arte Marziale Tradizionale in tutte le sue componenti e sfaccettature.

lunedì 30 gennaio 2012

Prospettiva Biu Ji (標指) - I

La prospettiva Biu Ji (標指) cambia spesso la vita al praticante di Wing Chun, perché si vanno a perfezionare dei movimenti i quali, sebbene visti sin dal primo giorno nel Kwoon, danno una maggiore capacità d'azione, in quanto articolazioni e tendini vengono sollecitati in modo sempre più preciso.

Non c'è niente di mistico, fantastico o irreale nelle forme, è bene ricordarlo sempre, ma attraverso il lavoro sulle stesse andiamo a rinforzare determinati distretti corporei, affinché vengano utilizzati al massimo della velocità e della potenza sotto pressione. Non bisogna pensare alla Biu Ji come forma migliore o peggiore di altre ovvero come sprigionante poteri soprannaturali o chissà quali tecniche mortali.

Ho sentito spesso parlare di questa forma come dell'insieme delle tecniche di emergenza, ma è chiaro che tutte le situazioni di pericolo in cui siamo costretti a difenderci sono esse stesse emergenze. Quindi? Sempre Biu Ji? Semmai questa forma dà modo al praticante di studiare nuove strategie, vie d'uscita prima inesplorate, specialmente sotto pressione, quando è necessario e non sempre sufficiente assorbire al massimo la potenza dei colpi degli avversari.

Di sicuro questa forma è nata per incrementare la capacità di trasferire energia che siamo soliti definire Faat Gihng (發勁), con un incessante lavoro tendineo-articolare (se vogliamo vederlo nella componente esterna) e, allo stesso tempo, interno (con gli appropriati esercizi di Noi Gung - 內功 -), che poche volte ho visto eseguire ai Maestri conosciuti nel passato. Mentre la forma Chum Kiu, come abbiamo visto anche sul blog, contiene numerosi elementi di lotta in piedi, possiamo dire che la Biu Ji raffina le capacità di striking del praticante di Wing Chun, pur contenendo al suo interno chiari lavori di grappling, come andremo a vedere.

Ogni forma ci aiuta ad abituare il corpo ad un certo tipo di meccaniche, ma, per esempio, con gli esercizi del Saam Yiu Sau (accenni qui) riusciamo a potenziare in modo unico polso e avambraccio, attraverso lavori di isometria insostituibili, che permettono di sprigionare energia ad ogni movimento del polso. La stessa tecnica permette anche di lavorare sulle chiavi articolari al braccio "in guardia" dell'avversario, oltre a dar modo al praticante di raffinare le sue capacità nell'emissione di energia dal ponte lungo (Cheung Kiu Faat Lik).

Vogliamo parlare anche di come cambi le prospettive di difesa-attacco del praticante il continuo e costante addestramento sulle gomitate? Benissimo, basti pensare a come ci si senta più sicuri a lavorare a corta distanza, nonché nel corpo a corpo, dopo aver conosciuto la potenza sprigionata quando si tirano tutti i tipi di 肘 (Jau/Jaan) visti. Si lavora sull'emissione della forza attraverso la rotazione del busto, che ci permette di allenare il corpo come se fosse diviso in tre distretti, superiore, centrale ed inferiore. Insomma, un bel lavoro da fare!

domenica 29 gennaio 2012

腳似車輪, 手似箭 - Geuk Chi Che Leuhn, Sau Chi Jin

C'è un motto del Wing Chun Kyun che recita: "Geuk Chi Che Leuhn, Sau Chi Jin". Si tratta della romanizzazione degli ideogrammi 腳似車輪, 手似箭. Molto spesso viene citato, se non altro tra i Kyun Kyut - 拳訣 - (spesso romanizzati come Kuen Kuit), le formule rituali utilizzate dai Grandi Maestri per ricordare e memorizzare le componenti più importanti del nostro sistema. Eppure il riferimento alle ruote ed alla freccia non mi pare che sia stato capito. Vediamo di far luce.

腳, nella forma semplificata 脚 [jiǎo], lo conosciamo bene, indica il 'piede'. In Cantonese lo rendiamo Geuk;
似[sì] è utilizzato per le comparazioni e, solitamente, significa "simile". Deriva da 亻 (o 人) [rén], la 'persona', e dall'uso fonetico di 以 [yǐ]. In Cantonese lo scriviamo Chi;
車 (con la forma semplificata 车) [chē] indica un 'veicolo', un 'veicolo con le ruote' e propriamente una 'automobile'. L'ideogramma rappresenta l'immagine di un carro o un cocchio. In Cantonese è Che;
輪 (con la sua forma semplificata 轮) [lún] viene utilizzato per indicare la 'ruota'. In Cantonese è Leuhn;
手 ormai non ha bisogno di spiegazioni, è la 'mano';
似 lo abbiamo visto prima;
箭 [jiàn] è il bellissimo ideogramma che indica la 'freccia'. Viene da 竹 [zhú], il 'bamboo', e 前 [qián] usato per il suo valore fonetico. 

"Piedi simili alle ruote di un'automobile, mani simili alle frecce" potrebbe essere una traduzione del motto che ho citato prima. Lo troverete scritto in mille siti internet, ma, che io sappia, nessuno ha mai utilizzato mezza riga per parlare del senso e del significato profondo di questo argomento, che dovrebbe essere tra i più amati dai praticanti di Wing Chun.

Avere i piedi come le ruote di un'automobile è stato inteso da molti in senso stretto, immaginando la rotazione degli stessi piedi proprio uguale identica alla capacità di sterzata del semiasse anteriore dei veicoli... Ecco perché in molti ruotano entrambe i piedi sul posto - magari sui talloni o sulle punte -, come se si dovesse sempre mantenere il parallelismo tra gli stessi.

Io non mi trovo assolutamente d'accordo con questa interpretazione del motto, perché ritengo molto più appropriata la comparazione con le caratteristiche delle ruote dell'auto. Cosa fanno? Tengono bene la strada, permettono l'accelerazione e la frenata, grazie all'aderenza al suolo, e, soprattutto, danno un'estrema mobilità ad un corpo, il quale, altrimenti, non avrebbe modo di muoversi attaccato al suolo, proprio grazie alla loro forma. Ricordate la pubblicità "la potenza è nulla senza controllo"? Benissimo, a quella faccio riferimento!

Avere i piedi come le ruote dell'auto è una metafora (come sempre) per indicare la caratteristica dei movimenti delle gambe, sempre ben salde per terra, anche se veloci e repentine, pronte a fermarsi in ogni momento, agili e scattanti, fluide e morbide, ma sempre corroborate dalla forza di gravità, che dà il giusto attrito per evitare di perdere struttura durante gli spostamenti: questo è il senso che io do al motto.

Avere le mani come le frecce, invece, potrebbe essere molto più chiaro, ma spesso viene ridotto al fatto che i colpi devono perforare. Certo che devono perforare, ma...come?! Questo non vien mai detto. Se analizziamo il movimento della freccia tutto appare più chiaro. Allo stesso modo in cui la freccia entra in un corpo con una forza a spirale, i nostri attacchi dovrebbero essere supportati dalla medesima capacità. Però, se la forza che utilizziamo è totalmente muscolare, come possiamo pretendere di dare questa capacità ai colpi?

Andando a vedere la natura stessa della freccia - immaginiamo d'essere cinesi di qualche centinaio d'anni fa -, notiamo una struttura di bamboo ed una punta di materiale pesante. Ai miei Allievi sarà sicuramente venuta in mente l'assonanza con i colpi che tiriamo, ma a chi non ci conosce non sarà così chiaro, ma io lo dico. I colpi del Wing Chun dovrebbero essere della stessa natura: braccia flessibili come il bamboo e dure come l'acciaio della punta... Come? Beh, per questo occorre solo venire in sala e praticare...

venerdì 27 gennaio 2012

Dare sempre una seconda possibilità

I riti di passaggio, di crescita, di cambiamento sono sempre esistiti in tutte le culture antiche di questo pianeta. Il loro intento era quello di aiutare gli individui, attraverso specifici rituali, a lasciarsi alle spalle stadi superati e vecchi della loro vita, entrando nel nuovo percorso, nella nuova fase di crescita. Nel Taoismo questo concetto è ancora più marcato e, se vogliamo continuare a camminare su questa Via, è necessario farla propria nella vita di tutti i giorni.

Nella vita di oggi, questi riti di passaggio non sono più usati consapevolmente. Pensiamo al gesto del saluto, semplice quanto denso di significato, che va via via scomparendo. Durante la pratica del Wing Chun Kyun, tramite l’incontro e la connessione, la gli Allievi trascendono i propri limiti abituali, entrando in aree di sé a volte poco o per niente conosciute. Questi incontri collettivi producono già dei cambiamenti. Tuttavia, essi non affrontano le tematiche dei condizionamenti personali, ricevuti fin dalla più tenera infanzia, che ci legano e ci trattengono individualmente al passato e al conosciuto. A causa di questi condizionamenti, non ci è possibile affrontare la vita in modo fresco e nuovo. Già da giovani, tendiamo a vedere la vita attraverso occhi vecchi. 

I condizionamenti possono prendere forme molto diverse. Possono essere dovuti all’invasione fisica, come le bòtte o il rifiuto di contatto. Oppure emotivamente, attraverso il sabotare o il negare il sentire del bambino o, ancora, a livello mentale, non dando al bambino la possibilità di scoprire chi è veramente e cosa realmente gli piace. Non solo ci impongono regole su come essere, ma si frappongono anche alla nostra ricerca di chi siamo realmente.

Siamo condizionati da famiglia, scuola, religioni e ambiente. Molto di tutto ciò non accade a livello consapevole. La gente che ci condiziona per lo più sta semplicemente passando a noi ciò che è stato fatto a loro. Sovente sono i genitori a passare inconsapevolmente o meno ai figli tutta la pressione che loro hanno ricevuto dal loro ambiente circostante riguardo al loro status, al lavoro, al denaro. Il risultato del loro condizionamento è che non sempre i figli riescono a trovare la propria direzione, loro Via.

Il Taoismo ci insegna che abbiamo tutti diritto ad una seconda chance. In realtà, sei tu che la dai a te stesso. Si tratta della scelta di non sprecare tempo nella nostalgia o nelle vecchie ferite, non rimanendo vincolati al passato, in un modo o nell’altro, andando verso la comprensione sincera e devota del "Qui ed Ora", tanto cara ai Latini quanto ai Buddisti. Questa espressione non è esclusivamente riferita ad un atteggiamento interiore specifico del momento della meditazione, ma vuole anche esprimere la realizzazione di una predisposizione e di un atteggiamento dell'animo in perfetta armonica integrazione ed interazione non solo della persona verso se stessa e la propria vita interiore, ma anche nei confronti della realtà esterna e circostante in cui l'Uomo vive e si trova immerso.

Significa vivere ciascuna azione e ciascuna situazione con la massima pienezza ed intensità, unitamente alla massima consapevolezza delle proprie sensazioni interiori. Infatti il Buddismo insegna a realizzare sempre, in ogni circostanza di tempo e di luogo, la piena consapevolezza di ogni più piccola percezione dei sensi, degli stati d'animo e di ogni situazione si stia vivendo, unitamente ad ogni azione che si stia compiendo: in questo consiste il "qui ed ora" che emerge dall'insegnamento del Buddha.

Proprio per questo, ognuno di noi merita ed ha sempre diritto ad una seconda chance. Una volta che hai compreso questo in modo profondo, puoi cominciare a riconoscere che la vita ti dà continuamente miriadi di nuove chance, che la convinzione che dobbiamo fare tutto giusto e perfetto al primo tentativo, che i vecchi condizionamenti ti hanno fatto credere, è un concetto obsoleto. Imparerai che la vita è un esperimento. Che ti invita a giocare, scoprire, continuando ad andare avanti. Charavedi, dice Buddha: continua ad andare avanti.

Perché scrivo tutto questo? Semplicemente perché ho deciso di accogliere nuovamente nella mia Famiglia di Wing Chun Kyun un vecchio amico, Walter Longo,  che si era allontanato silenziosamente, senza sbattere la porta, alla ricerca di se stesso e di qualcosa di più gratificante, rispetto a ciò che aveva già trovato nel mio Kwoon. Oggi, però, mi chiede di rientrare in Famiglia, perché non ha trovato altrove ciò che già gli era stato offerto: Amicizia, Lealtà, Serenità.

Siccome pratichiamo un'Arte Marziale, è bene anche sottolineare il fatto che il nostro amico Walter torna ad allenare ciò che più gli piace, dopo aver nuovamente sperimentato altre Vie, altri Percorsi, validi e degni di rispetto, ma che, alla fine, non lo hanno appagato fino in fondo come il nostro. Ognuno deve andare alla ricerca della propria strada, perché l'insoddisfazione prende spesso il sopravvento quando perdiamo la consapevolezza di noi stessi e le esperienze come quella di Walter fanno bene alla salute dello Spirito, perché lo rafforzano, grazie agli errori.

Pubblico di seguito la lettera di Walter, indirizzata a me ed a tutta la nostra Famiglia. Spero che tutti i miei Allievi accettino le sue sincere scuse, perché la seconda possibilità va concessa a tutti, se vogliamo davvero camminare nell'ottica Tradizionale. Sta di fatto che per un periodo che andremo a valutare in seguito, la mia fiducia e quella di tutti i Fratelli andrà riconquistata a poco a poco, come Walter sa bene, non attraverso le parole, ma con la dedizione, la fedeltà e la lealtà che contraddistinguono la mia Scuola. Bentornato a casa!

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Il perché delle scelte...

Ciao Ragazzi, mi permetto di rubarvi solo qualche attimo della vostra convulsa giornata per farvi riflettere del perché di una scelta. In particolare parlo del perché della mia scelta di tornare ad allenarmi con il mio Si-hing Riccardo Di Vito* e con Voi.

martedì 24 gennaio 2012

Interview with Garry Baniecki

Today we meet Garry Baniecki, Founder of Shaolin Jee Shin Wing Chun academy of Melbourne, Australia.

Can you tell us anything about your life?

I was born in 1954. My parents were repatriated to Australia after the second world war. A lot of Europeans were resettled in Australia in the early 50's. My father was Polish and my Mother was born in Germany. My mother was a teenager during Hitler's reign and my Father fought the War.
Growing up in the 50's and 60's with a non Australia background was very hard. Melbourne was a tough place to live, full of racism, against the Italians, Greeks and Germans.
During the seventies, I became of age to drive a vehicle, which exposed me to more of Melbourne's sub culture of gangs and violence.
In the 50's we had the Mods and Rockers. In the sixties we had Sharpies and in the seventies we had Skin Heads. 
After the Vietnam war finished in 1972 for Australia, the Government repatriated the Vietnamese into our Society and Vietnamese gangs started to proliferate.
It was easy to avoid these Gangs. You just had to stay at home and not venture out. Being a teenager, I wasn't about to stay at home as there were dances to attend and girls to meet.
Being exposed to a lot of street violence led me to start martial arts at an early age.

Before I started my wing chun training, I had attempted various styles of martial arts, including, Goju Kai karate, Taekwondo, Escrima, and JKA (shotokan).
I trained these styles in the sixties and seventies.
When the eighties began, my martial arts took a back seat and in 1980, I started the first motorcycle courier business in Melbourne, which I operated for 10 years and sold the business in 1991. By 1988, my passion for wing chun started to engulf me and my absence at work was starting to take its toll. By 1989, I would leave work at 11am and return around 6pm. Wing chun was now my preoccupation.

When did you start with Martial Arts?

I started my first foray into Martial Arts when I was 12 years old. I started training in Ju Jitsu and Korean Karate. That was in the mid sixties. I trained for about 3 years, but only once per week, on the weekends.

With who did you know Wing Chun style?

In the mid sixties, the Bruce Lee mania came to Australia, and he became my Idol. Wing chun was not in Melbourne until William Cheung introduced it here.

Wing Chun made its debut in the late seventies with William Cheung, but I did not start wing chun until the mid 80's.

Who were your Masters in the past?

Rolland Dante (escrima) and Tino Cebrano (goju kai) were my teachers in the early days.
William Cheung, David Cheung, Professor Shan Hui Xu, Master Fung Keun from China.
I studied medical qigong and shaolin hard qigong with Professor Shan Hui Xu for nine years.

And now?

I own and operate an independent association, named shaolin jee shin wing chun.
At present I have an afinity with Kulo wing chun.

You are a SiFu. Who had proclaimed you SiFu?

I studied wing chun with William Cheung sifu for 6 years, the last 2 years full time and then spent 4 years full time and graduated to Instructor level under David Cheung sifu.
In 2007, after learning Sup Yi Lo with Master Fung Keun, he gave me permission and endorsed me to teach Pien Sun Kulo wing chun in Australia.
His father, GM Fung Chun also has adopted us into his wing chun family.

 How someone can become SiFu in your association?

A student must achieve a Gold Sash (1st Dan Instructor level) under my wing chun system, plus, with the new government regulation on the martial arts industry, a Student must also study martial arts sports coaching with minimum level of certificate 111, but one can aspire to a Diploma in sports coaching or sports development.

Can you explain us the origin of your Wing Chun family?

William Cheung studied wing chun under Ip Man in Hong Kong during the 50's. William Cheung came from Hong Kong to Australia in the sixties and went to Canberra and studied Marketing. In the seventies William decided to settle in Melbourne Australia. When Ip Man passed away in 1972, William proclaimed Ip Man had taught him a "secret" system of wing chun. This different expression of wing chun became known as the Leung Bik/Ip Man system.
David Cheung studied with Wong Shun Leung in Hong Kong for 10 years. In 1982 David came to Australia and studied William Cheung's wing chun system for the next 2 years and then started teaching at the William Cheung Academy in 1984.

I started learning Pien Sun Kulo Wing Chun in 2007 under Master Fung Keun and since then I receive some instruction from Sifu Lau at Fung Chun's school in Shapin, during our stays.
I have also learnt Kulo wooden dummy practise and some Kulo wing chun forms.

Master Fung Keun sanctioned my wife and I to teach his Father's system of Pien Sun wing chun kung fu in Australia.

Grand Master Fung Chun has also adopted my wife and I into his wing chun Clan.

How many hours do you train?

I have 2 school and teach 6 days per week. I train or teach at least 20 hours per week.
I teach Qigong 2 hours per week and teach Tai Chi for 2 hours per week.

Have you ever fight on a sport's contest? When, where and with which results?

Fung Chun and Garry Baniecki
In the seventies i got involved with underground bare knuckles fighting. I had many fights and remained undefeated. During my wing chun days, I became a Trainer for the fight team but never competed. In the nineties I became wing chun forms State Champion with Chum Kiu form.

As I started my wing chun at 30 years old, I found it more productive coaching and training athletes. I have trained many state and australian champions in sparring, forms and weaponry since 1995..

How many hours per week should train a student to grow in a serious way?

Trainees that want to become a sifu must train 20 hours per week full time or 10 hours per week part time.
The general public should do at least 2 to 4 classes (4 to 8 hours) per week to develop an average wing chun skill.

What are your thoughts on other SiFu and their methods of teaching, on others associations and Wing Chun's families?

When one starts wing chun, one will assume that all wing chun is the same. Eventually, the practitioner realizes not all wing chun is the same.

There are 7 different lineages stemming from China.

The main influences that shaped wing chun in China are;

Leung Jan - Yuan Kah San - Chan Wah Shun. Most stem from these three Masters.

Some Sifus teach hard wing chun, some teach soft wing chun, and some teach hard and soft wing chun.
The stances vary a lot from system to system.
There are many different families of wing chun around Hong Kong, China and Australia. I have touched hands with many practitioners and sifus. I have found that all wing chun schools have one thing in common; All have a very high skill of wing chun kung fu. Chi Sao among the various systems and schools are of a very high standard, as well.

Due to my trips to Kulo, I have realized that Pien Sun has many similar principles to Traditional wing chun kung fu. This leads me to believe that my lineage has its place in early wing chun ideas and concepts.
Kulo wing chun comes from Yim Wing Chun - Leung Yi Tai - Leung Jan
Traditional wing chun comes from Leung Jan - Leung Bik - Ip Man.

Can we know what are the differences between your Jee Shin Wing Chun and others interpretations?

My Jee shin wing chun originates from the Leung Bik Ip Man system. Lun Kai and Kwok fu, 2 of Ip Man's first students in Foshan, state that the Leung Bik/Ip Man system is the true "Attack fighting system of wing chun"
We have high kicks in our system and an attack entry system that I haven't seen in China or Hong Kong.
Most wing chun systems have the 3 empty hand forms but we have 4 forms. The fourth is called advanced SLT.
Our other 2 empty hand forms, chum kiu and biu gee are very different from what you see in China and Hong Kong.
Most forms are similar with slight variations, but our forms a totally different.
Our weapons forms are very different also. Our Jong form is very different as well.

The Chan Wah Shun legacy of wing chun in Shunde, China is the most unusual style of wing chun. It also differs greatly from the mainstream wing chun.

What are the fighting concepts that are focalized on into your School?

Our fighting concepts concentrate on Attack method. In Australia, due to multi culture, there are a lot of "big" people, Africans, middle Easterners and Europeans, so we spend more time on learning techniques against charging, boxer attacks, muay thai fighters, kicking and defenses against attacks with sticks and knives.
Chi Sao also plays an important role in developing close range fighting skills.
Initially the practitioner will learn all the basic skills in self defense and then the system turns to attack and control to dim mak targets.

Have you the 'Luk Dim Poon Kwan' form? Can you tell us something about?

6 1/2 point dragon pole. I have been taught a version from William which is different to the dragon pole that David Cheung taught me. It does not matter as long as the wing chun concepts are covered in the form.

Have you the 'Bart Cham Dao' form? Can you tell us something about?

Again, I have learnt two "8 slash butterfly sword" forms, one from william and one from David, and they do vary again.

The butterfly sword forms in China are very different and the pole form is usually Sarm Dim Boon Gwun - 3 1/2 point Dragon pole.

sabato 21 gennaio 2012

Intervista con Roberto Capponi

Oggi incontriamo Roberto Capponi, Direttore Tecnico e Fondatore della Scuola Discipline Orientali "Wing Tsun Kuen" di Roma, nonché ottimo amico di Famiglia, è il caso di dirlo...

Ci puoi dire qualcosa sulla tua vita?

Innanzitutto, grazie per questa inaspettata opportunità! Sono nato a Roma nel 1977, diploma di liceo classico nel 1995/1996, servizio militare in Marina. Ad oggi la mia attività e la mia passione (che, fortunatamente, coincidono!) sono le Arti Marziali Cinesi, il Qi Gong Taoista e la Medicina Cinese Classica e Tradizionale. 

Roberto Capponi con Jeffrey Chong Yuen
Quando hai iniziato a praticare Arti Marziali? 

Iniziai a 6 anni con il Judo, che studiai per 5 anni, tutto il periodo delle scuole elementari, se ben ricordo. Successivamente, a 14 anni, iniziai a praticare Taekwondo WTF, portato avanti fino ai 18 anni. Nel frattempo iniziai a studiare Wing Chun (1993/1994) con un istruttore con il quale praticai rudimenti di diversi stili di Kung Fu e poi approdai al Wing Tsun nel 1995. Dal 2004 mi dedico alla pratica/studio del Qi Gong. Dal 2008 mi dedico allo studio di stili interni (Bagua Zhang e Taiji Quan). 

Con chi iniziasti a studiare lo stile Wing Tsun? 

Iniziai con Augusto Onori, Istruttore della WTOI, nel 1995, presso una Palestra in zona Pineta Sacchetti, a Roma. 

Quali sono stati i tuoi Maestri? 

Ho studiato con Augusto fino al 1999, anno del Servizio Militare, successivamente ho studiato con Sifu Michele Stellato (dicembre 2000 - dicembre 2009) privatamente e con il Maestro Keith Kernspecht nei Seminari a Livorno. 

Perché e quando hai smesso di praticare il Wing Tsun? 

Roberto Capponi insieme ai suoi Allievi di WT
Ho smesso di studiare WT con Sifu Stellato a dicembre 2009, una volta completato il sistema a mani nude. I motivi sono molteplici, di diversa natura. Da un lato (forse il più ovvio, viste le evoluzioni federali che il WT ha "subito") il problema è stato di natura burocratica ed economica: quando, nel 2008, seguii il mio maestro nella sua nuova organizzazione, speravo siceramente in un cambiamento "vero", strutturale, che permettesse lo sviluppo di una didattica libera dal marketing e da vincoli burocratici. 

Non ho riscontrato il cambiamento che in cuor mio avevo (mio errore, fu una mia speranza non supportata da assicurazioni a monte!) assaporato. Ciò mi ha senza dubbio in buona parte disamorato. Un altro aspetto è, invece, una mia evoluzione di natura personale: nel WT ho trovato uno strumento per trasformare me stesso, per realizzarmi, per permettermi di giungere alla meta in cui ora mi ritrovo, per colmare molte lacune interiori che a 17 anni (ed anche dopo!) vivevo come insicurezza, bisogno di affermarsi, di strutturarsi, necessità di creare un'immagine di me che rispondesse ai miei obiettivi... 

Bene, il Wing Tsun mi ha dato tutto ciò, mi ha permesso di crescere, di acquisire strumenti per affrontare molte difficoltà di crescita e sviluppo. Non finirò mai di essere grato a quest'Arte per quello che in essa ho trovato e che mi ha permesso di costruire. Ora, però, ho necessità di guardare ad altri sistemi più congeniali al Roberto di oggi. 

Quali altri stili hai studiato o stai studiando ora? 

Bagua Zhang e Taiji Quan. Da quando, nel 2004, mi sono dedicato intensamente allo studio del Qi Gong mi è letteralmente cambiata la vita: salute, modo di essere, di vivere, di vedere le cose...Tramite il Qi Gong ho avuto la possibilità di approfondire la coscienza di me stesso, sia a livello fisico che psicologico che, ovviamente, energetico. Sto dunque trovando nelle Arti Marziali Interne Taoiste il connubio tra la pratica interna ed esterna, tra la meditazione e la marzialità, tra la salute/longevità e lo sviluppo di me stesso. 

Quante ore ti alleni al giorno? Hai un piano di lavoro? 

Riservo 1 / 1,5 ore al giorno per la pratica personale: mezz'ora di Qi Gong, un'ora di Arte Marziale. Il tutto oltre alle ore di insegnamento del Qi Gong. Come scrissi, su tuo gentilissimo invito, nel post sul Qi Gong, nella teoria Taoista ci sono 3 fasi riguardanti l'evoluzione della persona (Alchimia Taoista): 
1) Accumulare Jing e Trasformarlo in Qi 
2) Raffinare il Qi in Shen 
3) Far tornare lo Shen al Vuoto 
Secondo questa semplicissima schematizzazione (per approfondimento può essere utile leggere il post, qui sul Blog di Riccardo, sul Qi Gong Taoista), possiamo abbinare il Qi Gong Medico alla fase 1), il Qi Gong Marziale/Arti Marziali Interne alla fase 2), il Qi Gong Meditativo alla fase 3). Dunque, a seconda del tipo di lavoro che svolgo nel periodo in questione, seleziono le pratiche sia di Qi Gong che di Arti Marziali Interne. In ogni caso, sia con il Qi Gong che con le Arti Marziali si possono completamente sviluppare tutte e 3 le fasi, poichè ogni sistema è completo di metodi in grado di portare il praticante da 1) a 3). 

Quante ore a settimana dovrebbe praticare uno studente per progredire in maniera seria? 

Io credo che ciò dipenda principalmente dal tipo di obiettivo che la persona si pone. Ho diversi Allievi che praticano esclusivamente per rilassamento e mantenimento della salute, esattamente come molti altri studiano per diventare Istruttori, altri per il mero divertimento...è dunque ovvio che ad ognuno di loro serve un programma differente, più o meno intenso, più o meno mirato, ma sempre e comunque costante! Io credo che sia molto più utile la pratica di mezz'ora al giorno, magari anche su un solo elemento, piuttosto che una volta a settimana 3 ore...nell'ottica della Medicina Cinese, il vissuto (esperienze) ed il cibo concorrono quasi in egual misura a formare l'energia nutritiva ed il sangue: bene, i pranzi luculliani (tipo le abbuffate natalizie...) risultano sempre più faticosi e pesanti dei normali pasti leggeri di ogni giorno...  

Gli Otto Immortali
Hai mai combattuto in contesti sportivi? Quando, dove e con quali risultati? 

Da ragazzo, quando facevo Judo e Taekwondo: ricordo la partecipazione ai regionali ed interregionali di Judo (ho ancora qualche bronzo) e interregionali di Taekwondo sia di Forme che Combattimento; ho alcuni bronzi, argenti e 4°-5° posti all'attivo. 

Cosa ne pensi degli altri SiFu e dei loro metodi di insegnamento, nelle altre associazioni e Famiglie di Wing Chun? 

Non ho mai esteso le mie conoscenze ad altri lignaggi di Wing Chun, ho conosciuto, invece, molti Insegnanti del WT di Leung Ting. Non ho mai trovato (per fortuna) un insegnamento "standard" nel WIng Tsun, ma sempre Insegnanti che riversavano il loro punto di vista ed esperienza personale nella trasmissione, non potrebbe essere altrimenti! Frequentemente ho visto spunti interessanti, altre volte aberrazioni vere e proprie...credo, fondamentalmente, che l'Insegnamento derivi dall'incontro di un Insegnante e di un Allievo: ciò apre i portali della trasmissione delle informazioni, della tecnica, dei concetti e dell'essenza stessa dell'Arte padroneggiata da quel singolo Maestro ed appresa da quello specifico Allievo. L'Insegnamento non può essere comprato, non può essere mercificato: il tempo impiegato ha giustamente diritto ad una retribuzione, non le nozioni impartite! So che tu puoi capirmi pienamente, caro Riccardo, non abbiamo percorsi così dissimili in tal senso!

Già... Sei un Operatore di Medicina Tradizionale tra i più in vista a Roma e non solo. Puoi dirci qualcosa in merito ai tuoi studi e ricerche, nonché alle tue capacità? 

Mi lusinghi, non credo di essere nè tra i migliori, nè tra gli ultimi...ma di una cosa mi vanto: ho una passione davvero vigorosa per questa Medicina! Ho studiato Medicina Cinese con molti Maestri e presso molti istituti ed Associazioni: Istituto Villa Giada, qui a Roma (presso cui sono diventato poi Insegnante), OTTO - Operatori Tuina - Qi Gong e Tecniche Orientali (sono Socio Professionista), FISTQ - Federazione Italiana Scuole Tuina e Qi Gong (Operatore). Ho seguito e seguo numerosi Seminari con l'AMSA (Ass. Medica per lo Studio dell'Agopuntura), SIDA (Scuola Italiana di Agopuntura) e molte altre. Sono Operatore/Insegnante di Riflessologia Plantare Cinese, Massaggio Cinese Tuina, Auricoloterapia Cinese, Qi Gong Medico, Dietetica Cinese.

Tra i miei Maestri, voglio ricordare in particolar modo Jeffrey Chong Yuen, Monaco Taoista, il mio principale riferimento, con cui studio Medicina Cinese Classica e Qi Gong: un uomo dalla sconfinata perizia, profondità, efficacia e capacità di trasmissione, unitamente ad una generosità fuori dal comune; Marisa Vocca, la mia prima Maestra di Qi Gong, che mi ha avviato e permesso di svilupparmi in questa meravigliosa e profondissima Arte; Dott. Mauro Cittadini, Medico Gastroenterologo, eccellente Agopuntore ed Omeopata, che mi ha formato in Medicina Cinese ed Auricoloterapia, oltre ad avermi sempre supportato nei momenti di difficoltà; Dott. De Berardinis, Agopuntore illustre, con cui ho seguito diversi Seminari di Clinica. 

Cosa insegni ora? 

Ad oggi insegno Qi Gong Taoista (Medico, Marziale, Meditativo) e Medicina Cinese (Tuina, Riflessologia, Auricoloterapia, Dietetica). Al momento mi dedico alla pratica personale delle Arti Marziali, senza l'insegnamento. Sto soltando completando la trasmissione di quel che so del Wing Tsun ai miei 3 Allievi di grado avanzato, che si allenano con me da anni: a loro ho lasciato completamente le redini della diffusione di quest'Arte che mi ha permesso di arrivare al punto in cui sono. Quando sarà il momento, avvierò ex novo corsi di Arti Marziali Interne, ora sento la necessità di coltivare determinati aspetti e caratteristiche (tecniche, energetiche...) su cui lavoro ormai da tempo, che vorrei mi permettessero di arrivare a superare il mio livello attuale. Grazie mille, Riccardo, per avermi nuovamente ospitato qui, è sempre un vero piacere! 

Questa è casa tua.

mercoledì 18 gennaio 2012

Recensione "Jook Wan Huen" del Maestro F. Mavilio

Tempo addietro ho dato spazio ad un interessantissimo contributo del Maestro Francesco Mavilio, il quale espose una prima bozza di lavoro su uno strumento poco comune nelle Famiglie di Wing Chun italiane, lo Jook Wan Huen (l'anello di bambù), del quale mostrò un primo utilizzo su Facebook (cliccate qui per il video). Ospitai con piacere il successivo intervento del Maestro Vito Armenise, che ci spiegò il punto di vista della CRCA sull'uso dello strumento. Oggi, finalmente, sono riuscito a vedere il nuovo video del Maestro Mavilio e voglio recensirlo, perché lavori del genere vanno sempre sponsorizzati, al di là della condivisione del contenuto.


La prima cosa positiva che va detta subito è che il materiale proposto dal Maestro Mavilio è di buona qualità, sia perché non mi pare che sia stato realizzato in ottica commerciale, sia perché guida passo passo l'utente nell'utilizzo dello strumento e nell'esecuzione formale. In effetti lo stesso prezzo di 15€ sta a dimostrare che non è un prodotto di speculazione, ma si tratta di un modo come un altro per far conoscere la visione del Wing Tsun di uno dei primi tre SiFu italiani dell'allora semi-sconosciuta EWTO-WTOI.

Il dvd offre vari contenuti, che vado di seguito a recensire. Anzitutto vi è un breve filmato abbastanza divertente, girato in costumi tradizionali cinesi per lo più accurati, in cui il Maestro mostra una scena tipica dell'epoca della lotta anti-Manchù, durante la quale assistiamo ad un combattimento a mani nude, con la spada, con un bastone e, dulcis in fundo, con l'Anello di Rattan, vero oggetto di studio del prodotto. A dirla tutta, è assai divertente la rocambolesca fuga di uno degli Allievi del Maestro, Emanuele Lezzi, inseguito da due guardie (il figlio di Mavilio, il SiFu Wosief, e Diego Solimeo), con spezzoni di filmato quasi da pellicola di Hong Kong vecchia maniera! 

A parte la leggenda, raccontata da una voce fuori campo, la parte più bella è quella riguardante la forma, eseguita dallo stesso Francesco Mavilio, con movimenti lenti e riproducibili anche da parte dell'utente, che avrà così l'opportunità di capire passo passo tutti i movimenti. C'è poco da dire sulla forma stessa, perché andrebbe eseguita sotto la supervisione del Maestro per capirne e sfruttarne a pieno i contenuti. C'è da dire che io, nel mio piccolo, vi posso testimoniare che all'interno ho visto il Wing Tsun, in ogni movimento, nella sua espressione isometrica, tipica di alcune Famiglie ed assente in altre.

La stessa struttura muscolare di SiFu F. Mavilio sta a testimoniare il lavoro isometrico che lo stesso utilizza nella sua forma di Wing Tsun, che ha nominato Wing Kung Fu, dal quale ha tratto anche l'intestazione della sua associazione. Proprio sul lavoro isometrico è presente nel dvd un contenuto filmato in cui viene spiegato il funzionamento dei muscoli e di come si possano rinforzare attraverso tensione isometriche. Da leggere, soprattutto per gli amanti della muscolatura tonica e non ipertrofica!

Sempre all'interno del dvd troviamo anche una storia sullo stesso Anello di Rattan, che segue grosso modo le prime spiegazioni che diede il Maestro nell'articolo citato. Un altro punto di forza del video Jook Wan Huen è la parte dedicata agli esercizi, proposti dal Maestro per curare l'aspetto isometrico dell'utilizzo dello strumento, davvero ben fatta, composta da un warm up dinamico e da seguenti lavori mostrati con fotografie.

Che dire, del resto? Abbiamo una presentazione di Francesco Mavilio e del figlio Wosief, nonché una pagina dedicata ai contatti, per avere maggiori informazioni sull'Associazione Wing Kung Fu.

Il video del Maestro Mavilio può essere acquistato direttamente da lui (wkfmaster AT gmail.com) all'onesto costo di 15€, assai lontano da altri prodotti dello stesso genere, venduti ad oltre 80 euro... A breve sarà disponibile anche su Everyrhing Wing Chun, ma ancora non ne conosco il prezzo di vendita. A proposito di acquisti, se qualcuno di voi fosse interessato all'Anello di Rattan, potete rivolgervi sempre al Maestro Mavilio, che li importa dalla Cina a 20€. Non so se in giro si trovino a meno, fatemelo sapere...

Rimaniamo in attesa del prossimo dvd di SiFu Mavilio, che ringrazio nuovamente per aver pubblicato il materiale di studio sullo Jook Wan Huen, uno dei primi in materia. Buona visione a tutti!

martedì 17 gennaio 2012

Seminario pubblico del GM Lin Xiang Fuk

Ultimi giorni per prenotarvi per il seminario del Gran Maestro Lin Xiang Fuk, che vi mostrerà i tesori della Famiglia Hek Ki Boen Kun Tao. Affrettatevi!


lunedì 16 gennaio 2012

Storia del 永春拳: facciamo il punto (Sesta Parte)

Continua l'affascinante ricerca condotta da Pasquale Mazzotta, dopo l'introduzione, la seconda, la terza, la quarta e la quinta parte. Buona lettura!
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Con la distruzione del tempio di Fukien Ng Cheung si recò a Fat Shan (la Montagna di Buddha) in una provincia cantonese nel Sud della Cina, dove cercò di continuare le attività delle società segrete. Grazie alle sue abilità e conoscenze riuscì ad organizzare l’Associazione del Fiore Meraviglioso (precursore della Hung Suen Opera o "Opera della Giunca Rossa",  nome pubblico che nascondeva la Hung Fa Wui, "Società del Fiore Rosso") e, dopo essersi occupato dell'addestramento delle società segrete nel sistema 永春, Cheung Ng scomparve, per nascondersi dalla persecuzione della Dinastia Qing, andando a rifugiarsi da alcuni parenti, i Chan (nella cui genealogia troviamo anche “Hung Gan" Chan Biu), cui insegnò per oltre 10 anni il sistema Hung Fa Yi, preservato per 4 generazioni nella famiglia, prima di essere insegnato agli esterni.
I Chan non furono mai coinvolti direttamente, se non come finanziatori, nelle società segrete, mantenendo un basso profilo al riguardo. L'ultimo della quarta generazone della famiglia Chan ad apprendere l'Arte e a tramandarla (secondo quanto riporta la tradizione dell'Hung Fa Yi) fu un lontano nipote, un leader della ribellione, Hung Gan ("Bandana Rossa") Chan Biu, iniziatore del lineage Hung Suen (uno dei pochi sistemi di 永春 a comprendere il Chi Geuk tra i suoi esercizi). Negli archivi Qing come nella ricerca storica sulle società segrete cinesi, una persona che risponde a questo nome è ricordata come uno dei Leader della Società Tien Dei (Cielo e Terra). In seguito fu preso e ucciso dalle autorità Qing.

Ad ogni modo sempre nei racconti di Pan Nam e dell’ Hung Suen, Cheung Ng insegnò il suo Gong Fu agli attori delle Giunche Rosse, i quali erano tra l'altro spesso conosciuti con nomi d'arte legati ai ruoli personificati piuttosto che per le loro vere identità segrete, anche se nel caso di Cheung Ng, il soprannome di Taan Sau ("Mano che disperde") rendeva giustizia anche alla sua elevata abilità di combattimento.

Questa compagnia navigava per tutto il Sud della Cina e quindi poteva trasportare e arruolare molti ribelli lungo tutto il territorio in cui agiva . Essa inoltre utilizzava i trucchi e costumi di scena per nascondere i ribelli, i movimenti del corpo e le prove dello spettacolo servivano per nascondere gli allenamenti. Presso la Giunca Rossa quindi si addestrarono molti che poi divennero dei grandi Maestri del 永春 tra cui: Wong Wah Bo e Leung Yee Tai (questi due furono poi insegnanti di Leung Jan), Leng Lan Kwai, Fa Jee Ming, Gao, Lo Chung, Lai Fook Shun, Do Ngan Shun, Dai Fa Min ("Faccia Dipinta", in quanto attore) San Kam, Sun Fook Chun, Lo Man Gong, “Hung Gun” Chan Biu, Dai Dong Fung.

Sempre per inciso, nei viaggi l'Opera toccava tra le altre città come Guangzhou e Fatshan (qui appresero Fung Siu Ching, Leung Jan, Fok Bo Chuen, Lok Lan Koon). In realtà, diversamente da quanto ci riferiscono Pan Nam e l’Hung Suen, è alquanto difficile che l’addestramento di questi personaggi fosse da imputare a Taan Sau Ng, dato che questi attori vissero quasi 100 anni dopo; è più probabile che nel mezzo vi fossero altre generazioni.

Interessante notare la possibilità che il nome 永春 sia anche derivato da quello di un piccolo paesino sul mare nel Sudest della Cina, famoso per essere anche la patria del Bak Hok, in cui si buttava l'acqua dei fiumi solcata da commercianti, pescatori, attori della Giunca Rossa ai tempi di Leung Yee Tei (l'uso del palo nel 永春 ricorda in effetti il movimento del rematore), che magari da quel paesino poteva provenire (la Gru Bianca della Contea di 永春, il flessibile e pratico sistema Shaolin praticato e forse migliorato dalla monaca...).

Facendo un passo indietro, il curriculum dell'Hung Fa Yi comprende, oltre alle solite 3 forme a mani nude, la Fa Kuen, comune anche al 永春 della famiglia Chu, e di conseguenza al Dai Duk Lan Weng Chun. Normalmente, a torto o a ragione, l'Hung Fa Yi viene considerato la versione più rozza e sintetica del 永春 da insegnare rapidamente a un grosso numero di ribelli, mentre si fa risalire, più o meno correttamente, all'abate Jee Shin, una versione più "morbida e completa". Infine, nel 1855, con la messa al bando dell'Opera Cantonese e delle Giunche Rosse, il 永春 cominciò a diffondersi tra il pubblico, attraverso Famiglie.

Leung Lan Kwai, Wong Wah Bo (si dice anche che Wong Wah Bo fosse studente di Leung Lan Kwai) e Leung Yee Tai (il quale è detto essere stato allievo di Jee Shin) appresero sulle Giunche Rosse e si allenarono molto tempo insieme (secondo alcune voci Wong Wah Bo e Leung Yee Tei avrebbero fatto uno scambio di conoscenze, e sarebbe da allora che il Palo è diventata un’arma del 永春), adattando anche la pratica del bastone di Shaolin come appreso da Jee Shin ad un bastone più lungo usato per disincagliare le barche; fu così che nacque il Bastone da 6 punti e mezzo. Probabile che risalga a questo periodo la creazione delle forme oggi conosciute, partendo dalle San Sik preesistenti e dai lavori al wooden dummy e coi coltelli, come anche il raffinamento del Close Combat per combattere su piccole barche e in ambienti ristretti.

Dai Fa Min Kam (secondo alcuni anche lui studente di Jee Shin) insegnò anche a Lok Lan Koon e a suo nipote che a sua volta insegnò a Lai Yip Chi futuro maestro di Pan Nam, il quale conservò nello stile gli esercizi di Qi Gong che gli furono insegnati e apprese un 永春 più vicino alle forme Shaolin antiche, oltre ad aver avuto, lo ricordiamo, come suo primo maestro, Chiu Chao, allievo insieme al fratello Chiu Wan (che dopo seguì Yip Man) di Chan Yu Min, figlio di Chan Wah Shun e compagno di Yip Man. Pan Nam prima di interessarsi al Cheung Bo Weng Chun tramite Sum Nung intorno al 1940 e poi Chiu Chao e Lai Hip Chi (penultimo allievo di Chan Wah Shun) e ancora Lui Yu Chai, un anziano nipote di Lok Lan Koon (studente di "Faccia Dipinta"), Yip Man e Pak Cheung (grande allievo di Fung Siu Ching e forse, secondo alcuni, zio materno di Leung Ting, che fu anche allievo di Leung Sheung e che andò al Dai Duk Lan per chiedere in prestito un Wooden Dummy per prenderne le misure e farne uno uguale per la scuola di Yip Man), praticò Hung Gar.

domenica 8 gennaio 2012

Interview with Donald Mak

 Today we meet Donald Mak, Grand Master and Founder of International Wing Chun Organization of Hong Kong.
 
When did you start Martial Arts? And why? 

I started martial arts in 1979 when I was 17. Like most of the teenagers in Hong Kong, we were influenced by the Chinese kung fu movies in the 70’s in which of course including Bruce Lee’s movies. My martial arts background is quite pure. I only practice Wing Chun throughout my kung fu life in the past 32 years. Even though Hong Kong is a mecca of Kung Fu, I have not practiced any other Kung Fu style other than Wing Chun. 
Why I chose Wing Chun, firstly, it is because of Wing Chun’s characteristics of directness, economy of motion, using opponent’s force to against its own force, flexibility, close range of combat … etc which is more suitable to my size. I am only five feet and six inches height. 
Secondly, I have such a good luck that I can study under my sifu Chow Tze Chuen. Chow sifu is such a respected master that I have ever met. 

With whom did you start to study Wing Chun? 

My Wing Chun was learnt from Chow Tze Chuen whom is one of the early students of Yip Man. 

Who were your teachers in the past? 

If you mention “teacher” here means SiFu (literally means Teacher and Father), Chow Tze Chuen is my only SiFu (SiFu is different from Sifu, SiFu means Teacher and Father, Sifu means someone who use certain skills as his/her profession who may not have teacher/student relationship). SiFu in Chinese Kung Fu concept is quite different from teacher in the sense of western concept. However, if your mentioned “teacher” is one who have inspired you, or have taught you certain techniques, then I have several teachers including peers, senior masters of other kung fu style or other Wing Chun lineages. 

Now with who you study Wing Chun?

I am still meeting with my SiFu, Chow Tze Chuen quite often although I have my own school for more than 10 years. My SiFu is already 86 but he still practices Wing Chun every day. We still discuss about kung fu and even practice a little bit when we meet. 

Have you ever joined a match as an amateur or a professional fighter?

No. However, I encourage my students to join competition. 

How many hours do you train a day? Could you describe one of your normal weekly routine of training? 

I have my day time job working as a chief executive in a Multi-national company which requires a lot of my time and effort. I teach Wing Chun after work on a part time basis. Having said that I still spare time to train on my own every day. My weekly routine training is to have all the Wing Chun curriculum practiced at least once. 

What do you think about traditional methods of training (dummy, Weapons, Chi Sau, etc.)? 

My view on the Wing Chun traditional training methods of empty hand forms, Chi Sao and wooden dummy is as follows: Basically, the three empty hand forms are a sort of “Kuen Chung” (Seeds of Fist) which mainly for conceptual training. Applications need to be learned from Chi Sao and wooden dummy form. 
Siu Nim Tau trains a Wing Chun practitioner’s concept of relaxation, Jee Ng Seen, Chung Seen, body-squaring and static elbow. It also introduces the basic Wing Chun stance, Yee Jee Kim Yeung Ma and Wing Chun’s basic defending and attacking techniques. Most importantly, it gives the practitioner the concept of Jee Ng Seen. It is mainly on front body and straight line fighting approach. 
Chum Kiu further trains one’s concept of shoulder path, single weighted stance and Yiu Ma Hop Yat (concurrent waist and stance). It introduces 2 more Wing Chun stances, Pien Sun Ma and Ching Sun Ma which are evolved from Yee Jee Kim Yeung Ma. Footwork like Biu Bo, Tor Bo, wing chun kicks and body pivoting techniques are introduced in this form. Apart from that side body fighting approach is taught in this form. 
Biu Jee gives you the proactive fighting concept with much more aggressiveness. Thus, more deadly attacking techniques like Kup Jarn/Gwai Jarn, Man Sao, High-low Gaun Sao, Biu Sao and double Lap Sao and Chap Kuen are taught. Long bridge power and the other footwork technique, Huen Bo (Circular step) are trained. It teaches the circular fighting approach on top of the straight line fighting approach learnt in Siu Nim Tau and Chum Kiu. One cannot fight by just learning the 3 forms.
Chi Sao has to get into place to bridge the empty hand forms with real combat situation. The training of Chi Sau is divided into 2 stages, namely Pun Sao (means double hand Chi Sao or rolling hand) and Guo Sao (literal means exchange of techniques, kind of sparring but maintain the hand-to-hand contact). 
During Pun Sao (also termed as Sheung Chi Sao or Luk Sao), emphasis should be directed towards: Developing sensitivity of the hands. Listening to your partner’s energy (Listening in the traditional Wing Chun sense of the word means feeling or sensing your opponent’s force or movements in a certain direction). Proper use of 3 fundamental techniques: Bong Sao, Tan Sao and Fook Sao. Training spiral force, which can be employed to offset your opponent’s equilibrium and allow you to take control of the centerline. The 12 hand to hand situations and follow up (combination) situations. There are 12 basic scenarios that one may come across, these techniques teach you how to react and counter. 
There are no fixed drills, as Wing Chun techniques should ultimately reflect an individual’s personality, although several techniques characteristic to our lineage exist as a reference point. The idea is that you can never know how your opponent is going to react before he actually does, so to commit to a preset configuration would place you at a disadvantage against an experienced fighter. The concept of relaxation, centerline, static elbow (down and in), body squaring, and facing. 
During Guo Sao, focus should be placed on: The practice of simultaneous defense and attack: This is the most efficient way to strike your opponent. The same time you defend an attack you simultaneously deliver a counter strike which will disturb your opponent’s equilibrium and enable you to follow up by exploiting any openings. 
The use of distraction when attacking: By applying this tactic, the opponent will be easier to hit. Stickiness and control: Good stickiness and control can minimize the chance of being counter attacked. 
Practice of Lut Sao Jik Chung: This is an important concept to internalize as it is a practical application. Lut Sao Jik Chung literally means “without contact, thrust out straight”. This is a proactive state through which the intention is there for your hand to strike out at your opponent when you instinctively sense an opening free from obstruction. 
Structure and Footwork: The training and use of correct structure and footwork allow you to maintain good form under stress while remaining in a position to be able neutralize / dissolve your opponents force. The fact that you don’t counter force with direct force is core to Wing Chun theory. 
Chi Kiu Chi Da (sticky strike): This is the concept of first establishing contact and then building up to a strike. It is important to train under someone who can “bring out your hands” in order to correct technique and to align your senses with the Wing Chun system. 
Coming to the wooden dummy training, the overall purpose is to reinforce the concepts and techniques that you have learnt in the 3 empty hand forms. Specifically, it can train one with: 1.better coordination of waist and stance; 2.strengthen the concepts of facing, body square, relaxation… etc; 3.agility of footwork; 4.power development; and 5.proficient application of Wing Chun techniques in different fighting scenarios All in all, I found the design of Wing Chun system is very scientific and logical. 

What do you think of the other SiFu and their teaching methods, other associations and Families of Wing or Weng Chun?  

Different people have different interpretation. It is not a matter of different lineages, Wing Chun or Weng Chun. The differences are bound to happen because of people. It is good because it can have wider variety. The most important is to understand what is the difference and why it is different, what are the pro and cons and how to cover the cons. 

How anyone could be SiFu in your Association? 

One has to complete the whole system, teach for certain years and have contribution to both Wing Chun and our organization. 

What are the fighting concepts that are focalized on into your School? 

Directness and economy of motion. If your opponent is stronger than you , use soft approach. If you are stronger and bigger than your opponent, just go straight and direct. 

Can you tell us anything else on Long Pole form and training and on Baat Cham Dao? 

To me, any old style weaponry in Chinese martial arts like spear, pole, knives, long bench… are no way to compare with today’s fire weapons. The value of weapon training in Wing Chun is more to supplement our empty hand techniques in the way of stance, positioning and power than the original value of weapon fighting. It is not practical to carry the Baat Cham Dao or a 9.5 feet long pole for self defense. Having said that, if apply the long pole techniques with a shorter staff, it works extremely well in self defense. All in all, both the Baat Cham Dao and Long Pole form are excellent forms to supplement our empty hand fighting techniques.

mercoledì 4 gennaio 2012

Seminario di Lin Xiang Fuk - Febbraio 2012

GM Lin Xiang Fuk
Dopo il primo corso istruttori del novembre 2011, il mio Maestro Lin Xiang Fuk sarà di nuovo a Roma nel mese di febbraio. Saremo lieti di ospitare un seminario pubblico, durante il quale tutti potranno godere degli insegnamenti del Gran Maestro del sistema Shaolin Hek Ki Boen. Il seminario sarà svolto il 12 febbraio 2012, ma per i dettagli rimando ad un prossimo post su questo blog.

Nei giorni successivi (13-16) ci sarà il secondo corso istruttori, al quale potranno accedere soltanto le persone desiderose di diventare rappresentanti dell'Hek Ki Boen, previo colloquio privato con SiFu Lin. Ricordo a tutti che per diventare Istruttori di questo sistema è necessario frequentare i quattro appuntamenti annuali in cui SiFu viene in Italia, per la durata di 5 giorni per  volta. 

Per quanto riguarda le possibilità di apprendimento, a parte il frequentare l'attuale gruppo di Roma, costituitosi nel mese di novembre 2011, è possibile accedere al programma "Long Distance Student", grazie al quale si potrà essere comunque studenti diretti del Maestro Lin, non potendo, però, insegnare alcunché dello stile. Chiariremo più avanti le prerogative di ciascun programma.

Chiunque volesse partecipare al seminario pubblico o, eventualmente, al corso istruttori, mi contattasse al più presto, perché i posti saranno limitati (3283421682, riccardo_divito AT libero.it, indirizzo valido anche per trovarmi su Facebook).

martedì 3 gennaio 2012

Aspetti sociali e culturali dell’Arte Marziale

Invito tutti gli amici del blog a leggere l'interessante articolo che segue, perché affronta il tema degli aspetti culturali e sociali della pratica marziale. L'autore è il solito amico Fabio Rossetti, che, come sempre, ringrazio di cuore.
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 L’insegnamento di un’Arte Marziale comporta una serie di aspetti molto importanti, inerenti allo sviluppo della persona umana come modo di porsi nei confronti della vita e quindi, di riflesso diretto, nella vita sociale in tutti i suoi aspetti. Essendo un percorso di evoluzione e miglioramento, basato su principi che convogliano tutti nella pacifica convivenza, l’Arte Marziale è uno strumento prezioso da un punto di vista formativo e da un punto vista di crescita. 

I praticanti sviluppano il senso di convivenza, tramite la presenza alle lezioni, ove si incontrano altre persone con le quali progressivamente si instaura un rapporto collaborativo e cooperativo; si accettano le differenze e si comprende come il rispetto nei confronti dell’altro sia un elemento importante sia per sé sia per gli altri. Si impara a percepirsi in modo differente, ad osservarsi e quindi si innesca un processo di auto educazione, basato su una progressiva comprensione di ciò che si sta facendo. 

 Il percorso comprende una scoperta di sé sotto l’aspetto fisico e gli aspetti della personalità nonché del carattere, in una modalità che consente di sviluppare un modo di essere positivo e propositivo, che nasce da un aspetto permeante dell’Arte Marziale che è la ricerca dell’equilibrio e dell’armonia. 

 Il luogo degli incontri diventa un magnete, dove le persone sanno per esperienza diretta che ci vanno per imparare, per stare insieme agli altri per fare qualcosa insieme, dove uniscono un aspetto di diletto e divertimento ad un aspetto esplorativo di sé e costruttivo. I principi del rispetto di sé e della vita, le modalità basate sull’educazione che porta ad essere gentili e determinati, le conoscenze che si acquisiscono tramite i vari argomenti di cui l’arte marziale è composta, stimolano le persone a crescere e a migliorarsi da un punto di vista sociale, personale, culturale. 

 L’Arte Marziale non insegna la violenza, non insegna la paura, non insegna a prevaricare, anzi, il perfetto contrario. Funziona sia come valvola di sfogo in maniera controllata con un contemporaneo lavoro di comprensione e di ricostruzione di valori e principi utili ed indispensabili per vivere bene ed in armonia col mondo nel quale siamo. 

 Nozioni di tipo giuridico sono inserite poiché necessarie, soprattutto laddove si praticano corsi di difesa personale, come ulteriore elemento per gli scopi già detti. La scuola marziale diventa quindi un piccolo luogo dove per spontaneo effetto consequenziale, ciò che si diventa in quel piccolo mondo lo si trasmette all’esterno, con risultati significativi ed importanti. Quello che si diventa nella scuola lo si è nella vita quotidiana, con un modo costante, continuo e progressivo. 

Quindi buon lavoro a tutti per nuovo anno. 

Fabio Rossetti