sabato 29 maggio 2010

Passi sul fiore di prugno

Mesi fa iniziai a parlare del Mui Fa Jong (qui). Vorrei continuare ad approfondire il tema. Il fiore di prugno ha un significato rappresentativo dello spazio in cui ci muoviamo. Possiamo intenderlo come una rappresentazione sincretica dello spazio. Non è una forma codificata di passi, non ha nomi specifici. Utilizziamo dei sostantivi solo perché dobbiamo imparare ogni singolo movimento. Potremmo usare solo dei segni grafici per intendere il tipo di passo da analizzare in una data azione...

Altrettanto potrebbe essere detto dei cinque elementi, rappresentazione arcaica di principi fisici, tentativo riuscitissimo di esprimere teoricamente cio che non è rappresentabile nella realtà. Così il fiore di prugno è l'essenza minuscola dei movimenti. Non è uno schema, ma un'indicazione sul da farsi.

Molto probabilmente l'utilizzo del fiore di prugno è legato a Ng Mui, anche se non so ancora bene si si possa trattare di un personaggio oppure di una tecnica o di altro. Allo stato attuale delle mie conoscenze, non posso dirlo con certezza. Eppure, se pensiamo ai nomi dei 5 famosi Monaci, ognuno esprime delle abilità. Ng Nui, per rimanere all'esempio, potrebbe essere il soprannome di un Monaco (o di una Monaca) bravissimo nel muoversi nelle cinque posizioni di base.

Già, perché secondo alcuni Maestri cinesi, quando si parla del fiore di prugno si fa riferimento alle posizioni, considerando i paletti solo come un metodo per allenarle. Non a caso, se pensiamo al passo strisciato, sarebbe improponibile eseguirlo sui paletti, eppure è così importante nel nostro sistema!

Oppure riflettiamo sul passo a freccia: visualizziamo lo spostamento della nostra posizione. Non ci stiamo muovendo sul fiore, ma è il fiore stesso che si è mosso nello spazio con noi. Questo per dire che non ci si deve fissare sulla natura schematica degli esercizi, ma bisogna interiorizzare un modo di muoversi, per non ripetere meccanicamente solo delle tecniche.

Per fare un buon lavoro, dovremmo redigere un bel manuale con il nome delle posizioni ed il nome dei movimenti, per evitare di mischiarli. Bisogna aver ben chiaro nella mente che ogni petalo costituisce una posizione, una collocazione del peso, non un passo in sé. Le linee direzionali che andremo a prendere, dopo aver collocato il peso, nascono proprio dal petalo del fiore.

venerdì 28 maggio 2010

New Freestyle: stato dell'arte...

Oggi scrivo solo per aggiornare tutti gli Allievi, amici e lettori sull'andamento del nuovo corso ospitato dalla New Freestyle di via Gasperina, 170 (www.newfreestyle.it). Anzitutto c'è la bellissima notizia del ritorno alla pratica in sala di uno dei miei SiHing, Toni, vecchio compagno di allenamenti ai tempi della WTOI, sotto SiFu Michael Fries, in via Quintilio Varo, a Roma... Che ricordi!

A parte lui, ho ritrovato alcuni Allievi che avevano temporaneamente sospeso la pratica, per cause di forza maggiore. La famiglia si è riunita con più entusiasmo di prima, però! La cosa bella è che in questa nuova palestra abbiamo l'attrezzatura necessaria per portare avanti e finire tutto il programma IDPA di primo livello, con tutto il lavoro di sbilanciamento, proiezione e controllo. 

Anche ieri sera, infatti, abbiamo lavorato sul Chi Gerk (/Geuk), portando a termine il programma avviato da SiFu Massimo Fiorentini, durante l'ultimo seminario a Roma. Interessantissimo notare come nelle fasi di lavoro libero tutti i ToDai si applichino con particolare energia, da quando hanno la possibilità di proiettare gli amici sul tatami! Soprattutto, devo dirlo, è un piacere notare come si stia sviluppando in tutti quanti una certa consapevolezza dell'utilizzo dell'anca come motore dell'azione.

Sto cercando di portare tutti a poter lavorare contemporaneamente con braccia e gambe, in modo da poter affrontare con un minimo bagaglio tecnico tutte le eventualità di uno scontro. Come esempio ho utilizzato anche la prima sezione di Chum Kiu, che alcuni già conoscono bene, per passare dal lavoro di braccia a quello di gambe e viceversa. 

Ricordo a tutti che le lezioni del mese di maggio saranno gratuite. Vi invito, proprio per questo, a venire ad allenarvi insieme a noi, in modo da conoscere il nostro sistema, per iniziare a studiarlo o per sudare assieme a noi!

mercoledì 26 maggio 2010

Ciao Silvia!

L’idea della morte è la sola cosa che può temprare lo spirito dell’uomo: di fronte alla morte crollano miseramente tutte le sicurezze, non può esserci orgoglio, l’ego non ha ragione di esistere. Oggi è morta Silvia. La comunità romana dei praticanti di Wing Chun l'ha conosciuta, perché entrò in palestra 5 o 6 anni fa per intraprendere il suo cammino di studio.

Una grave malattia degenerativa l'ha allontanata dal mondo materiale, a poco a poco. Abbiamo condiviso alcuni anni di vita assieme ed è stato un periodo davvero molto bello della mia vita. Lascia un vuoto incolmabile in tutti quelli che l'hanno conosciuta, perché era una persona solare e gioviale. Anche nei momenti peggiori regalava sorrisi.

Non potevo non dedicarle almeno queste poche righe, perché è davvero tanto quello che mi ha dato e che mi ha lasciato. Utilizzo l'ideogramma Ming, il destino, perché nella lingua cinese il concetto di destino non viene associato all'idea di un determinato percorso da seguire durante la propria esistenza. Si riferisce, piuttosto, alla legge della natura che accomuna il destino di tutti gli esseri viventi: la morte. Ecco dunque il motivo per cui il carattere cinese che indica il destino inizia con un simbolo che originariamente significava "accettare" con alla base il verbo che in cinese antico indicava l'azione del "chiudere" o "terminare". 

Riposa in pace, Silvia!

martedì 25 maggio 2010

Un anno da blogger...

Il 22 maggio 2009 nasceva questo blog. In tanti mi chiesero di iniziare a scrivere per avere un supporto teorico e così decisi di dar vita a "Il blog di Riccardo Di Vito". Con il passare del tempo, questo è diventato un punto di ritrovo virtuale di molti praticanti di Wing Chun Kuen e non solo. 

Ho pubblicato alcuni dei miei lavori teorici, spiegando degli esercizi o inserendo video esemplificativi; ho commentato video e dvd a pagamento; ho esternato il mio punto di vista su alcuni temi importanti di natura storica o ideologica; mi sono assunto la responsabilità di rimanere fieramente indipendente, togliendomi qualche sasso dalla scarpa e tirando qualche freccia in giro per la rete.

Dopo un anno mi fermo a fare i conti con quanto è successo qui. 22000 visite non sono poi tante, ma per un diario personale incentrato su un'Arte Marziale specifiche mi sembrano sufficienti. Si può migliorare, certamente, ma per l'opera di silenziamento che c'è stata non credo che si sarebbe potuto fare di più. 

Come scrissi nel primo post (qui) questo voleva essere un tentativo di mettere in relazione più Kwoon, dando modo a tutti di esprimere le proprie opinioni, crescendo insieme. Con alcuni ci si è riusciti, come con il buon Sangre, che tanto ha contribuito alla crescita di questo spazio virtuale con i suoi interventi. Pochi altri hanno continuato a commentare i miei post, generando un proficuo dibattito. I più si sono tenuti ben lontani dai commenti, perché, si sa, scripta manent...

Un anno da blogger è pesante, ve lo dico sinceramente, perché ad un certo punto iniziano ad arrivare richieste da più parti di pubblicare delle cose, per ricevere pubblicità gratuita. Non mi sono mai prestato a questi giochi ed ho sempre deciso io se, quando e cosa pubblicare. Questa scelta di campo mi ha portato a rompere dei rapporti e ad incrinarne degli altri, ma mi ha dato modo di assaporare la libertà e di coglierne appieno la fragranza...

Quando ho iniziato a pubblicare le mie interviste ad alcuni Maestri di fama mondiale, mi sono gettato in un ginepraio di difficoltà, perché gli odi, i risentimenti ed i rancori sono venuti a galla. Eppure ho continuato per la mia strada, perché a me interessa quest'Arte Marziale, la sua storia e la ricerca scevra da qualsiasi scelta di campo di natura commerciale. 
Spero di poter continuare a portare avanti questo progetto "editoriale", ma vi assicuro che si suda parecchio, perché quando le visite aumentano, salgono gli interessi per quello che si fa e si è sempre sotto esame... Mi sento come un 'osservato speciale' certe volte, con qualcuno sempre pronto a chiedermi conto di quello che scrivo e che pubblico, come se mi entrasse qualcosa in tasca per tutto questo lavoro!

Alla fine dei conti, però, porto a casa la soddisfazione di aver contribuito ad uno scambio orizzontale di conoscenze. Sono molto contento di aver portato avanti questo progetto anche nei momenti più difficili, come questo. Spero di poter continuare a trattare i temi a me più cari, con il vostro aiuto e la vostra forza. Grazie a tutti gli Allievi, gli Amici ed i Lettori che mi hanno sostenuto finora!

Interview with Tam Woon Biu

Sergio Iadarola ci regala un'altra intervista da non perdere! Si tratta di SiFu Tam Woon Biu del lineage Chan Wha Sun (il Maestro di Yip Man). Leggete (o ascoltate) bene quello che dice l'intervistato, perché ribadisce cose che ci siamo detti cento volte, qui, nel corso dell'ultimo anno...


lunedì 24 maggio 2010

Interview with Sunny So

SiFu Sergio ha intervistato il Maestro Sunny So, ultimo studente del GM Tang Yik. Penso che sia necessario continuare le ricerche sulla storia di questa grande famiglia che chiamiamo Siu Lam Weng Chun, perché ci sta aiutando a chiarire molti degli interrogativi aperti negli ultimi anni. Un sincero ringraziamento a SiFu Sergio per la sua opera di ricerca.


Quest'intervista fa il paio con l'altra, che segue, pubblicata tre anni fa da SiFu Andreas Hoffmann, il quale intervistò l'Allievo del GM Tang Yick, sui principi del Weng Chun, sulle strategie e sulla storia. Ci sono alcuni punti in comune ed altri meno in queste due interviste, ma proprio per questo è bene vederle entrambe.

sabato 22 maggio 2010

Un'altra bella giornata di Wing Chun


Un'altra bella giornata di Wing Chun Kuen, questa è la prima cosa che bisogna dire... La mia Scuola di via Casilina (Tempio di Olimpia) ha ospitato con grande piacere un interessantissimo seminario del Maestro Massimo Fiorentini. 

C'è poco da commentare: chi non è venuto si è perso un'occasione per lavorare direttamente con il mio SiFu sui programmi medio-alti di Chi Gerk (l'esercizio che chiamiamo "gambe appiccicose").

Dopo una prima ora dedicata ai miei nuovi ToDai, durante la quale SiFu ha spiegato nei minimi dettagli una parte abbonante delle basi del nostro sistema, siamo passati al lavoro di Chi Gerk, meticolosamente trattato nelle sue fondamenta.

L'ultima ora di lavoro è stata incentrata sul Chi Sau, con un test generale delle capacità degli Allievi che mi seguono da più tempo. SiFu ha espresso la sua soddisfazione per il lavoro svolto finora e per l'impegno che muove la gran parte dei praticanti di Roma! 

Non posso far altro che ringraziare SiFu Massimo per la disponibilità, per la passione e la pazienza che lo contraddistinguono, a nome di tutta la famiglia IDPA di Roma! 

Un saluto particolare va a Roberto e Giuliano, che hanno coadiuvato SiFu in tutte le sue spiegazioni, dando una mano a tutti i miei Allievi, durante l'esecuzione degli esercizi.

Grazie, infine, a tutti i miei ToDai per la serietà, la dedizione e l'impegno profuso per lo studio di quest'Arte Marziale! Grazie a voi continuo a trarre soddisfazione dall'insegnamento, di giorno in giorno...


Ringrazio SiFu Massimo per le belle parole spese qui.

venerdì 21 maggio 2010

Siamo partiti...e domani SiFu Massimo a Roma!!!

Ieri sera abbiamo iniziato la nuova avventura alla New Freestyle di via Gasperina, 170 (www.newfreestyle.it). Tutti i martedì ed i giovedì saremo insieme, dalle 21 alle 22:30, per dare vita ad un altro centro di aggregazione della famiglia IDPA! 

L'inizio è stato piacevole, in un clima di cordialità e familiarità! Abbiamo accolto nella famiglia un nuovo praticante e siamo in attesa di conoscerne altri, perché abbiamo suscitato l'interesse di alcune persone, che hanno guardato con attenzione ed ammirazione le prima lezione.
Abbiamo deciso con il proprietario della palestra che le lezioni del mese di maggio saranno gratuite. Vi invito, proprio per questo, a venire ad allenarvi insieme a noi, in modo da conoscere  il nostro sistema, per iniziare a studiarlo o per sudare assieme a noi!

Mi hanno scritto anche alcuni ragazzi dei Castelli Romani, felici di veder nascere una Scuola di Wing Chun Kuen vicino casa. Il mio è un forte appello a tutti gli amici della zona: cerchiamo di costruire insieme un nuovo polo d'attrazione e di formazione, perché in questa struttura possiamo fare grandi cose! Abbiamo già iniziato a parlare della possibilità di acquistare almeno un Uomo di Legno, nonché dei pali lunghi, per esercitarci sin da subito con i nostri strumenti tradizionali...



Ringrazio tutti i ragazzi che mi hanno seguito in questa nuova avventura, soprattutto Norberto, che ha trovato la struttura e mi ha dato modo di aprire proprio lì questo corso! Ci vediamo martedì sera, con la stessa voglia e passione di sempre!

Non dimenticatevi, poi, che domani ci sarà il seminario con SiFu Massimo Fiorentini, a Roma, nella Scuola ospitata nel Tempio di Olimpia, in via Casilina, 1038/o. Non mancate! 


lunedì 17 maggio 2010

Nuovo corso a Roma!!!

Carissimi,
è con estremo piacere che vi confermo l'apertura del mio nuovo corso a Roma targato IDPA!

Da giovedì 20 maggio, mi troverete nella palestra New Freestyle Sporting Center, in via Gasperina,170 (zona Anagnina - Ikea). Il sito della palestra, se volete vedere di che si tratta, è www.newfreestyle.it. Il telefono del centro è 067231049, se volete iniziare a prenotarvi per venire a praticare Wing Chun Kuen con me. 


Questo bellissimo stile di Boxe Cinese sarà ospitato in una struttura totalmente dedicata alle Arti Marziali ed agli Sport da Combattimento: è infatti dotata di tatami (tutta la sala!), colpitori, caschetti, sacchi e tutte le altre attrezzature di cui abbiamo bisogno per allenarci in modo serio! La struttura si sviluppa su una superficie di 1500 mq e offre ai suoi soci la possibilità di praticare numerose discipline sportive nelle quattro sale a disposizione: pilates, yoga, ginnastica posturale, ginnastica dolce, tonificazione, GAG, spinning, pump, body building, pre-pugilistica, kick-boxing, full contact, hip hop e, da giovedì Boxe Cinese!

In entrambe gli spogiatoi è gratuitamente a disposizione dei soci una sauna ed è inoltre presente una doccia solare a gettoni acquistabili presso la Segreteria.


Il corso si svolgerà, per ora, il martedì ed il giovedì, dalle 21:00 alle 22:30, sin da giovedì 20 maggio. Appena avrà preso piede, chiederò di aumentare il monte ore di allenamento. 

Per qualsiasi informazione, potete scrivermi una mail (riccardo_divito@libero.it) o chiamarmi (3283421682).

Vi aspetto!

domenica 16 maggio 2010

Lessico di base

Dedico questo post ai miei Studenti più giovani, affinché acquisiscano il lessico di base per la comprensione degli esercizi e delle dinamiche corporee. Sicuramente, ragazzi, vi farà bene anche per i vostri studi presenti e futuri di educazione fisica...

Movimenti angolari


Movimenti rotatori
 

Un'articolazione è data dall’incontro di due o più capi ossei. Non sempre è mobile. Alcune articolazioni hanno movimenti limitati, altre sono fisse. La struttura di ognuna dipende dal movimento di cui essa è responsabile. Una articolazione fibrosa ha meno possibilità di muoversi rispetto ad una che contiene liquido ed ha una superficie articolare liscia.

Le articolazioni si verificano tra due ossa adiacenti o tra aree di ossificazione ed il movimento è molto importante nel determinare il tipo di articolazione che si sviluppa. Se il movimento è limitato anche in una articolazione molto mobile, l’articolazione può trasformarsi in una giunzione fissa.

Il nome delle articolazioni deriva solitamente dal nome delle ossa che le compongono. Le articolazioni più grandi hanno nomi appartenenti al linguaggio comune (gomito, spalla, ginocchio) piuttosto che scientifico. Vengono classificate in due modi: se raggruppate in rapporto al tipo di tessuto connettivo maggiormente rappresentato, indipendentemente dalla presenza di una capsula contenente liquido sinoviale, vengono classificate in fibrose, cartilaginee e sinoviali; un secondo tipo di classificazione si basa sul grado di mobilità delle articolazioni. Si parlerà quindi di sinartrosi (articolazione immobile), anfiartrosi (articolazione semimobile) e diartrosi (articolazione mobile).

Le articolazioni fibrose o sinartrosi sono costituite da due ossa unite da tessuto fibroso, non hanno cavità articolare e presentano limitato o nessun movimento. Le articolazioni di questo gruppo sono poi classificate come suture, sindesmosi e gonfosi.

Le articolazioni cartilaginee o anfiartrosi uniscono due ossa tramite la cartilagine ialina o la fibrocartilagine. Sono classificate come sincondrosi e sinfisi.

Le articolazioni sinoviali o diartrosi, che contengono liquido sinoviale, permettono ampi movimenti. Queste articolazioni sono anatomicamente più complesse rispetto a quelle fibrose e cartilaginee. La maggior parte delle articolazioni che connettono le ossa degli arti sono di tipo sinoviale, permettendo maggiore mobilità in rapporto allo scheletro assile. La superficie articolare delle ossa all’interno dell’articolazione sinoviale è ricoperta da un sottile strato di cartilagine ialina detta cartilagine articolare, che forma una superficie liscia nel punto di incontro delle ossa. Si associano inoltre dischi articolari fibrocartilaginei nel caso dell’articolazione del ginocchio. I dischi articolari fungono da cuscinetto e da sostegno all’articolazione e possono aumentare la profondità del cavo articolare.

L’articolazione è circondata da una capsula articolare, che aiuta a mantenere unite le ossa ed allo stesso tempo permette il movimento. La capsula articolare è formata da due strati: una capsula fibrosa più esterna ed una membrana sinoviale più interna. La capsula fibrosa si continua con lo strato fibroso del periostio che ricopre le ossa in rapporto articolare. Inoltre, possono essere presenti all’esterno della capsula fibrosa legamenti e tendini, che contribuiscono a rendere più robusta l’articolazione.

La membrana sinoviale circonda completamente l’articolazione eccetto che a livello della cartilagine articolare. Essa è formata di un insieme di cellule connettivali modificate, inframmezzate a parti della capsula fibrosa o separate da essa da uno strato di tessuto interstiziale o adiposo. La membrana produce liquido sinoviale, che è formato da siero (fluido ematico) filtrato e da secrezioni delle cellule sinoviali. Il liquido sinoviale è un misto di polisaccaridi, proteine, grassi e cellule. Il fluido sinoviale costituisce un sottile film lubrificante che ricopre le superfici articolari.

In certe articolazioni sinoviali la membrana sinoviale può estendersi per un breve tratto oltre la cavità articolare, formando una tasca, detta borsa. La borsa contiene liquido sinoviale e rappresenta un cuscinetto tra due strutture che altrimenti scorrerebbero l’una sull’altra con attrito. Alcune borse non si associano alle articolazioni, come quelle tra la cute e le prominenze ossee al di sotto di essa, dove l’attrito potrebbe danneggiare i tessuti. Altre borse si estendono lungo il tendine formando una guaina tendinea. La borsite rappresenta l’infiammazione di una borsa e può arrecare notevole dolore attorno all’articolazione ed inibire i movimenti.

Alla periferia della cartilagine articolare i vasi sanguigni provvedono alla vascolarizzazione cartilaginea, tuttavia i vasi sanguigni non penetrano nella cartilagine o nella cavità articolare. Ulteriori sostanze nutritive arrivano alla cartilagine articolare dal sottostante osso spugnoso e dal fluido sinoviale che la ricopre. Nervi sensitivi innervano la capsula fibrosa e, in misura minore, la membrana sinoviale. Essi non solo danno informazioni all’encefalo sul dolore articolare, ma forniscono anche indicazioni sulla postura articolare e sulla ampiezza del movimento. La cartilagine e la cavità articolare non sono innervate.

Le articolazioni sinoviali vengono classificate in rapporto alla forma delle superfici articolari adiacenti. I movimenti di una articolazione sinoviale possono essere monoassiali (quando si verificano in una sola direzione o in un unico piano), biassiali (quando si verificano in due direzioni o piani) o multiassiali (quando si verificano in più direzioni).

Quelle piane sono costituite da due superfici piatte opposte, approssimativamente di uguale misura. Sono articolazioni multiassiali nelle quali sono possibili anche piccole rotazioni limitate da legamenti e ossa adiacenti. Ad esempio pensiamo alle articolazioni tra i processi articolari delle vertebre.

Le articolazioni a sella sono costituite da due superfici articolari a forma di sella orientate ad angolo retto l’una rispetto all’altra, cosi che le superfici complementari si articolano fra loro. Sono articolazioni biassiali. Pensiamo all'articolazione carpometacarpale del pollice.

Quelle a Ginglimo constano di un cilindro convesso presente su un osso che si adatta ad una corrispondente concavità di un altro osso. Sono articolazioni monoassiali, come il gomito e ginocchio.

Le articolazioni 'spirali' sono monoassiali, limitando il movimento alla rotazione attorno ad un singolo asse. Consta di un processo osseo più o meno cilindrico che ruota all’interno di un anello composto da osso e da un legamento. Pensiamo all'articolazione fra atlante e epistrofeo.

Enartrosi sono, invece, quelle formate da una testa a forma di sfera all’estremità di un osso e da una cavità in quello adiacente nella quale si adatta parte della testa. Sono articolazioni multiassiali, permettendo una vasta gamma di movimenti in quasi tutte le direzioni. Pensiamo alla spalla e all'anca.

Condiloidee sono enartrosi modificate, con superfici articolari di forma ellissoidale. Sono articolazioni biasciali con limitata rotazione, come l'articolazione atlantoccipitale.

I tipi di movimenti permessi da una articolazione dipendono dalla sua struttura. Alcune articolazioni si limitano ad un solo tipo di movimento; altre possono invece muoversi in più direzioni. Salvo in alcuni casi, il movimento è meglio descritto in relazione alla posizione anatomica: movimenti che allontanano dalla posizione anatomica e movimenti che riconducono alla posizione anatomica. Molti movimenti sono accompagnati da movimenti satelliti nella direzione opposta.

Movimenti angolari si verificano quando una parte di una struttura lineare, come il corpo nella sua interezza o un arto, viene piegato verso un altro segmento della struttura stessa cambiando così l’angolo tra le due parti. I movimenti angolari sono anche quelli che si compiono tra l’arto e il corpo con una conseguente variazione dell’angolo di incontro. I tipi più comuni di movimento angolare sono la flessione, l’estensione, l’abduzione e l’adduzione.

Flessione vuol dire piegare (determinante una riduzione dell’angolo), mentre estensione significa distendere (determinante un aumento dell’angolo); l’articolazione a ginglimo ne è un esempio (gomito e ginocchio). La flessione causa un piegamento del gomito o del ginocchio; l’estensione li riporta nella posizione iniziale. In condizioni normali il gomito e il ginocchio non possono essere estesi oltre la normale posizione anatomica (l’estensione oltre l’escursione massima di una articolazione è detta iperestensione).

Tuttavia, il concetto di flessione come piegamento e di estensione come raddrizzamento può venir confuso quando applicato ad articolazioni che hanno una gamma di movimenti più vasta di quelli del gomito e del ginocchio. Per esempio, la testa dell’omero è la parte prossimale dell’osso connessa con il corpo tramite l’articolazione della spalla. Quest’ultima permette al braccio di muoversi in avanti (lontano dalla posizione anatomica), indietro verso la posizione anatomica e poi ancora posteriormente (lontano dalla posizione anatomica).

Non è chiaro in questo movimento quando l’articolazione è “flessa” o “estesa”, in quanto la variazione angolare è la stessa sia in flessione che in estensione. Lo stesso dubbio si pone nel caso del collo, del tronco, dell’anca e del polso. E’ quindi meglio adottare i termini letterali di estensione e flessione considerando il corpo diviso in un settore anteriore ed uno posteriore da un piano immaginario (detto coronale). La flessione muove un segmento, come ad esempio l’arto superiore in uno spazio anteriore al piano coronale, mentre l’estensione in uno posteriore. La flessione può anche far ritornare un segmento esteso nella posizione anatomica e viceversa. Per esempio, il movimento in avanti dell’arto superiore per afferrare una maniglia determina una flessione dello stesso. Muovendo l’arto posteriormente, come per infilarlo in una manica del cappotto, si determina una estensione dello stesso. Fa eccezione la flessione del ginocchio che sposta la gamba posteriormente. L’estensione fa ritornare la gamba in posizione anatomica.

L’iperestensione è l’estensione anomala e forzata di una articolazione al di là della sua normale possibilità di movimento. Per esempio, quando si cade si cerca di attutire il colpo con le mani. In questo modo il polso “si iperestende” distorcendosi o addirittura fratturandosi. Si intende quindi per iperestensione un movimento forzato posteriormente al piano coronale. Quindi per intendere il movimento di estensione che fisiologicamente va oltre il coronale è meglio non usare il prefisso “iper”, che sta a significare al di là del normale. Per il piede è preferibile parlare di flessione plantare per intendere la posizione delle dita come quando si è il punta di piedi e di dorsiflessione quando si cammina sui talloni.

L’abduzione (allontanare) è un movimento che allontana dalla linea mediana; l’adduzione (avvicinare) è un movimento che avvicina alla linea mediana. L’abduzione consiste nel muovere gli arti inferiori allontanandoli dalla linea mediana del corpo, mentre l’adduzione consiste nel riportarli nella posizione iniziale. L’abduzione del polso allontana la mano dall’asse mediale del corpo, mentre l’adduzione fa ritornare la mano verso l’asse mediale.

I movimenti circolari comprendono la rotazione di un segmento attorno a un asse o un movimento ad arco del segmento. La rotazione è il movimento di un segmento attorno al proprio asse maggiore (per esempio rotazione del capo, dell’omero o dell’intero corpo). La rotazione mediale dell’omero ad avambraccio flesso porta la mano davanti al corpo. La rotazione dell’omero che allontani la mano dal corpo è una rotazione laterale.

Pronazione e supinazione si riferiscono solo alla rotazione dell’avambraccio. Prono vuol dire giacere a faccia in giù; supino vuol dire giacere a faccia in su. La pronazione è la rotazione del palmo in modo tale che guardi posteriormente (in relazione alla posizione anatomica; in basso se viene flesso il gomito); la supinazione è la rotazione del palmo in modo che guardi anteriormente (in alto se viene flesso il gomito). Nella pronazione, il radio e l’ulna si incrociano; nella supinazione ritornano in posizione parallela.

La circonduzione è una combinazione tra flessione, estensione, abduzione e adduzione. Avviene nelle articolazioni molto mobili come, ad esempio, quella della spalla. Nella circonduzione il braccio si muove descrivendo un cono con il vertice in corrispondenza dell’articolazione della spalla.

In ultima analisi, accenno all'elevazione e all'abbassamento: il primo è il movimento verso l’alto, il secondo verso il basso. La scapola ne è un esempio. Sollevare le spalle è un esempio di elevazione della scapola. L'inversione e l'eversione sono movimenti propri della caviglia. L’inversione consiste nella rotazione della caviglia in modo tale che la superficie plantare del piede guardi medialmente (verso il piede opposto). L’eversione consiste nella rotazione della caviglia in modo tale che la superficie plantare guardi lateralmente. L’inversione del piede è talvolta chiamata supinazione, l’eversione pronazione. Per esempio, quando tiriamo un calcio laterale siamo in presenza di un'eversione/pronazione della caviglia.

sabato 15 maggio 2010

Poon Sau e Poon Kiu

Nel settembre dello scorso anno iniziai a parlare del Poon Sau, ricevendo qualche suggerimento e scambiando pareri con praticanti esperti di questo sistema. Avendo dei giovani nuovi praticanti in palestra, ritengo opportuno approfondire il discorso, per permettere una corretta comprensione dell'esercizio e, se possibile, una spiegazione precisa sul motivo dell'introduzione nella didattica.

Il cosiddetto /pùhn sao/ ha spesso portato i praticanti a sbagliare completamente l'azione di 'rolling', perdendo del tempo prezioso. Grazie agli studi dei miei Maestri, oggi alleno correttamente l'azione, avendone capito il senso, e insegno ai miei Allievi a servirsi di questo metodo di lavoro per sviluppare la pressioni e la tensione dinamica.

Come avrete capito, leggendo il post di settembre, io sono tra coloro i quali ritengono che nel sistema codificato dal Maestro Yip Man l'esercizio entrò dopo che ebbe conosciuto i 18 concetti di ponte (i Kiu Sau), dei quali il Poon Kiu è il quarto, in ordine di studio, in coppia con Da Kiu (colpire).

Yip Man utilizzò uno dei principi cardine della linea che siamo soliti chiamare Weng ChunPoon Kiu ("piegare il ponte"), specializzandosi in questo tipo di lavoro. Lo circoscrisse nell'altezza media del corpo (che chiamiamo Man, uomo, nella tripartizione 'cielo, uomo, terra'). Diede così vita all'esercizio che ci ritroviamo a praticare tutte le sere in palestra. Non è un caso, infatti, che i Maestri delle varie famiglie di Weng Chun, intervistati, rispondano in modo diverso a seconda dei contatti con la linea Yip Man...il "Poon Sau c'è", il "Poon Sau non c'è"...dipende dai casi...

Si Jo Leung Ting, poi, essendosi trovato di fronte a gruppi sempre più numerosi di studenti, pensò di partire dal Poon Sau per farli allenare, per poi passare ai movimenti codificati, che gli avrebbero consentito di non scordarsi di insegnare qualche cosa ai suoi Allievi. Ed ecco la nascita delle sezioni di Chi Sau...

La cosa più importante da capire quando si esegue il Poon Sau è che la gestione del corpo è la conditio sine qua non per poter proseguire con l'utilizzo dei passi, per sviluppare azioni offensive e difensive, a contatto. Ecco, allora, che si rende necessario comprendere l'uso e la gestione dei passi, i quali, se allenati con qualità ed in quantità, permettono un uso più razionale delle braccia, con minore dispendio di energia.

Il fatto che il concetto di Poon Kiu venga dopo Da Kiu mi pare uno dei dati su cui necessita porre l'accento. Se esiste un contatto tra le nostre braccia e quelle dell'avversario è solo perché abbiamo tentato di colpirci e, di conseguenza, ci siamo 'appiccicati'. Non dobbiamo perdere di vista questo fatto che è preliminare, ma indispensabile per eseguire l'esercizio. Se lo perdiamo di vista, finiamo per ruotare le braccia a vuoto, senza senso. Ogni azione di 'rolling' nasce dall'esigenza di trovare un varco per tornare a colpire (Da Kiu): non scordiamolo.

Siccome si tratta di un esercizio, è chiaro che la situazione è falsata in partenza, perché si tratta di rimanere di fronte all'avversario, cosa che non faremmo mai in una situazione reale, dove abbiamo l'obbligo di prendere l'angolo cieco. Eppure il lavoro è fondamentale, perché ci aiuta a creare quella pressione in avanti così utile durante le fasi concitate dello scontro, per istintivizzare dei movimenti offensivi e difensivi.

Non sottovalutiamo neanche il fatto che But/Tiu sia la coppia che precede Da/Poon. Ciò ci dovrebbe far comprendere che in ogni azione dobbiamo privilegiare un ponte esterno o interno. Su questo, però, dovremo tornarci, perché costituisce la base per comprendere appieno le azioni che si generano dalle aperture delle sezioni di Chi Sau.


venerdì 14 maggio 2010

Siu Nim Tau - Approfondimenti

La Siu Nim Tau, l'ho detto più volte, è la struttura base del Wing Chun Kuen. Ho già scritto molto su questa forma, ma vorrei entrare nel dettaglio sulla divisione che ne abbiamo fatta in 'set'. La piccola idea è tale perché contiene i principali movimenti di base del sistema, ma un'altra tradizione suggerisce di tradurre Siu Nim Tau come "prima iniziazione di un giovane" (Siu: giovane; Nim: iniziazione; Tau: prima). Tradizionalmente l'Allievo comincia la pratica con il solo esercizio della prima forma, necessaria per poi cominciare ad allenare movimenti più complessi. 

Altre famiglie chiamano la  forma Siu Lin Tao, dove il nome fa riferimento al Tempio di Siu Lam, per la sua derivazione (Siu: giovane; Lin: foresta; Tao: via): la Via del Siu Lam (della "giovane foresta", letteralmente). Secondo alcuni Maestri, questo modo di chiamare la forma, sarebbe il più antico; in effetti lo si trova ancora in alcuni lineage poco conosciuti. Ora, al di là del nome, è importante notare come al suo interno siano studiati quasi tutti i movimenti di braccia del sistema e, soprattutto, la posizione di base, che chimiamo Yee Gee Kim Yeung Ma

La forma è caratterizzata anche da diversi elementi che molto spesso si nascondono ai giovani praticanti: si tratta di quei principi fondamentali che determinano la differenza da qualunque altro metodo di combattimento. Anzitutto si studia il rettangolo immaginario, delimitato dalle braccia, che va dalla parte più alta (le sopracciglia) a quella più bassa (sotto l'inguine), nell'area inclusa tra le spalle: serve per imparare a non oltrepassare quest'area con le braccia, per non avere spreco di movimento, nella maggior parte delle azioni di combattimento.

Si studiano i quattro cancelli fondamentali (Sei Mun), costruiti dalla divisione del nostro rettangolo immaginario in un asse orizzontale (appena sotto il plesso solare, l'altezza dei gomiti) e uno verticale (la linea verticale mediana), in modo da formare quattro spazi detti 'cancelli'. Questi non sono altro che le aree d'entrata dell'avversario, che dovremmo sempre tenere protette con l'aiuto di uno dei principi di base detto 'gomito immobile'. Il gomito, infatti, svolge un'azione fondamentale nell'attacco come nella difesa, perché con il controllo del gomito (avversario o proprio) si ha una maggiore protezione ed un minor spreco d'energia. Questi concetti di base sono correlati allo studio della linea centrale (Jung Sien), che possiamo trovare in quasi tutti i movimenti della Siu Nim Tau
 
Un'altra delle basi di studio della prima forma è la triangolazione, speculare tra braccia e  gambe. Faccio riferimento alla teoria del cuneo (o della piramide o del cilindro, a seconda delle famiglie di provenienza), base della nostra guardia e dei nostri attacchi primari. La triangolazione è intesa anche come risultante dei tre angoli che si formano tra la struttura corporea e le posizioni di braccia e gambe, nei movimenti del sistema.

Altro punto su cui si pone l'attenzione è la semplicità dei movimenti, un'altra caratteristica di questa forma statica (non ci sono passi), con le sue traiettorie rettilinee, ellittiche e circolari. La prima forma farebbe intuire un sistema economico da apprendere in modo veloce, mantenendo la massima efficacia, se ci si limitasse allo studio della Siu Nim Tau. I movimenti della forma, oltre ad insegnare le tecniche di braccia, dovrebbero sviluppare una potente velocità esplosiva, che dovrebbe permetterci di colpire molto in spazi ristretti, a corta distanza, con una forza rilevante

Andiamo ad una delle note dolenti... Quanti di noi hanno allenato l'energia interna? Quanti di noi hanno lavorato per accrescerla? Se dico Hei Gong, chi mi capisce? Eppure, l'allenamento costante della Siu Nim Tau, abbinata ad una corretta respirazione (il più delle volte inversa) ed alla concentrazione, dovrebbe sviluppare il Qi, la forza interiore. Non è un caso che Si Jo Leung Ting ci suggerisce di praticare il solo terzo set in non meno di 25 minuti, no?! Questa parte della forma era considerata come Saam Bai Fat, "pregare tre volte Buddha", ma chi se lo ricorda più?! Eppure è caratterizzata da movimenti lentissimi che aiutano a sviluppare la tensione dinamica, così da far scorrere l'energia in avanti lungo le braccia, senza bloccarla, con una contrazione della muscolatura  profonda, che dà vita alla tensione dinamica. 

Per quanto riguarda la Yee Gee Kim Yeung Ma, bisogna chiarire una cosa: ha una funzione molto importante per le fondamenta del sistema, per quanto riguarda l'equilibrio, la struttura delle altre posizioni, per i calci e gli spostamenti. Nella sua esecuzione, per tutta la durata della forma, va sostenuta correttamente, con il baricentro abbassato, con le ginocchia flesse, con la contrazione degli adduttori, la posteroversione del bacino, la testa verso il cielo, etc. Ne abbiamo parlato e ne riparleremo; mi preme solo sottolineare che questa posizione è necessaria, ma non sufficiente per la pratica del sistema.

Durante l'esecuzione della forma, le braccia si modificano secondo le tecniche che vengono eseguite, rispettando i principi sopra citati, mentre la posizione del cavallo, rimane sempre la stessa. Quando le braccia sono ai fianchi (Sao Kuen), ritirate all'altezza del petto, devono spingere indietro, per allenare una linea di energia opposta alla linea mediana verticale, senza però contrarre la parte superiore dei trapezi, senza alzare le spalle, per non irrigidire la zona che va dalla cintura scapolare alla testa. 

Lo sguardo è sempre orizzontale e si rivolge verso il punto in cui vanno le mani (prima parte lo sguardo, poi seguono le mani). La respirazione deve avvenire inspirando ed espirando dal naso, con la lingua poggiata al palato e la bocca chiusa. Eseguire in modo corretto la Siu Nim Tau migliora l'autocontrollo. La mente ed il corpo si uniscono per arrivare ad un livello di consapevolezza molto alto, perché controllare il proprio corpo è il presupposto per controllare quello dell'avversario.
 
Possiamo suddividere l'esecuzione in 3 parti e in otto set. La prima parte lavora sull'energia (soprattutto il terzo set). La seconda parte sull'espressione dell'energia con tecniche simmetriche (si pensi al quarto set). La terza parte insiste sulle combinazioni di tecniche (tutti gli altri). Le sottosezioni vengono denominate a seconda dell'allenamento che il praticante deve focalizzare. 

Si parte dalla costruzione della posizione di base, che viene detta brevemente Lo Ma. Con il doppio Taan Sau e Gaun Sau si spinge il praticante a praticare tenendo sempre presenti le linee d'azione e le distanze di combattimento. Il pugno di base (Jik Chung Kuen) si inizia a spiegare l'elasticità e la velocità del colpo.

Il ciclo di Taan, Fook e Wu Sau costituisce il set di riferimento delle tre preghiere a Buddha, con le quali si prende coscienza della linea centrale e della linea verticale mediana. Attraverso tutti i tipi di Gum Sau che si trovano nel quarto set il praticante impara a spingere l'energia in ogni direzione, costruendo una sfera intorno a sé. 

Con il Lan Sau ed il Fak Sau si comprende l'utilizzo del taglio della mano per colpire l'avversario. La sequenza di Jut e Tok Sau, invece, aiuta a comprende l'azione del tirare e dello spingere l'avversario, lavorando sulle diagonali... Il Tai Sau è considerato il "ponte levatoio", che si costruisce quando l'avversario ha accorciato troppo la distanza ed abbiamo bisogno di ristabilire l'equilibrio.

Poi si studia la possibilità di colpire col palmo della mano, prima di passare alle combinazioni alte (Cham Sau), basse (Gwat Sau), medie (Bong Sau). Si conclude con lo studio della liberazione di ponti (con il Tut Sau) e l'attacco con i pugni concatenati (Lien Wan Kuen). Diciamo che questi possono essere considerati degli appunti di viaggio, che vanno sicuramente trattati a lezione, ma attraverso i quali la pratica del Wing Chun Kuen può risultare maggiormente guidata e didattica...

giovedì 13 maggio 2010

Wing Chun Kuen: boxe cinese o KickBoxing cinese?

Come ho scritto più volte, il Wing Chun Kuen è famoso per le sue tecniche di braccia, sebbene disponga di un arsenale di calci del tutto simile ad altre Arti Marziali, al di là del modo in cui vengono tirati. Sicuramente è un sistema di boxe cinese (più comunemente definito come Kung Fu), ma è un molto più completo di quanto si sia soliti ritenere, perché si usa ogni parte del corpo per colpire.

Pochi - tranne i pochi lettori di questo blog, ahahah! - sanno che questo sistema contiene molte tecniche di calcio. Ora, le ragioni dell'incomprensione possono essere sostanzialmente due: la prima è che la maggior parte dei Maestri di Wing Chun di Hong Kong solitamente non insegnano i calci ai propri studenti, se non dopo anni ed anni di studio (pensiamo, allora, a cosa possono sapere quelli occidentali); la seconda potrebbe essere relativa alle tecniche di braccia, perché, considerate talmente efficaci per la difesa personale, molti studenti scelgono di non imparare le tecniche di calcio, abbandonando gli studi a metà strada, ritenendo di sapersi difendere con i soli pugni. 

In questo sistema i calci fondamentali si imparano dalla seconda forma, in cui si apprendono tre modi diversi di calciare (di base). Poi si studiano sul Jong (il manichino di legno) altri modi di colpire con i piedi (dovrebbero essere otto...). Nella Biu Tze ci sono altri tipi di calci, spesso poco considerati. Ad ogni modo, gli Studenti vengono preparati a calciare fin da quando entrano per la prima volta in sala, nelle nostre Scuole, subito dopo aver imparato la posizione di guardia. La padronanza della posizione è un requisito indispensabile per poter iniziare a calciare.

Alcuni Studenti credono erroneamente di poter sviluppare il massimo potenziale dei loro calci senza perfezionare adeguatamente la loro posizione di guardia (alcuni la chiamano Biu Ma, altri Wang Ma, etc., l'importante è capirsi...). Sebbene si possano e si debbano incrementare potenza e velocità tramite la ripetizione dell'esecuzione, non esistono scorciatoie. Non si raggiunge un livello elevato d'efficacia se non si ha una posizione appropriata, questo richiede anni di allenamento.

Parliamo, per esempio, del calcio ruotato che chiamiamo, a seconda delle famiglie, Jeun Jik Gerk, Juen Sun Chang Gerk, Che Chang Gerk o Che Gwa Gerk (l'ultimo che si apprende nella Chum Kiu). Si tratta del calcio "lanciato", che porta il corpo a ruotare verso la direzione del calcio stesso. Gli Studenti che non hanno lavorato sulla posizione con costanza e dedizione hanno un equilibrio precario quando eseguono il movimento e  non riescono a trasferire il loro peso corporeo nel calcio, perché mancano della coordinazione e del controllo muscolare che si ottiene con un lungo allenamento. 

Gli Studenti che non hanno equilibrio non possono calciare velocemente, perché i loro movimenti sono goffi e incontrollati e sono più vulnerabili agli attacchi dell'avversario. I nostri calci vengono soprannominati "invisibili", perché sono rapidi e non sono preparati da un movimento del tronco, per esempio (vedi Mo Ying Gerk). Sono semplici, pratici. La loro potenza viene generata da diverse parti della gamba, a seconda del tipo di forza che vogliamo imprimere.


Quasi tutti i calci sono eseguiti direttamente verso il bersaglio con un solo rapido movimento, senza una fase di caricamento, impiegando il minor tempo possibile per colmare la distanza più breve. Un esempio è il calcio ai testicoli (Jik Gerk), che si lancia dalla posizione di guardia in un solo movimento, caricando la gamba prima di calciare con una consistente spinta a terra dell'avampiede. La tecnica usa il minimo movimento indispensabile in modo da conservare energia e poter essere trasformata in movimento.

Nell'eseguire i calci il corpo deve seguire il movimento, cercando di mantenere l'assetto della colonna vertebrale. Calciare dalla posizione eretta favorisce l'equilibrio e la  possibilità di cambiare strategia durante il movimento. Anche durante i calci saltati  dovremmo conservare il più possibile il nostro allineamento posturale, soprattutto perché sono rischiosi nella fase in cui i piedi sono staccati da terra.

Uno Studente ben allenato non esegue i calci a corta distanza senza usare simultaneamente le mani per controllare le braccia dell'avversario. Un calcio solitamente è combinato con il controllo del braccio dell'avversario, poiché questo garantisce che il calcio arrivi a segno. Nella lunga distanza, ovviamente, le regole cambiano.

Tutti i calci possono essere tirati in rapida successione. Nel sistema non c'è posto per calci che non possono essere eseguiti in successione nel giro di pochi secondi. Quando si esegue un calcio impegnativo e si manca il bersaglio si resta vulnerabili fino a quando non si recupera l'equilibrio per continuare ad attaccare. Proprio per questo non siamo soliti mettere tutta l'energia in un solo colpo. Dovremmo essere sempre in grado di eseguire una serie di calci a tutte le distanze.


Alcuni Maestri non insegnano calci che vadano oltre la cintura dei pantaloni. Eppure si possono tirare colpi alla gola o alla testa (basterebbe guardare le foto storiche di Si Jo Leung Ting). Sebbene siano più familiari le tecniche di mano per colpire la testa, essendo più vicine al bersaglio, non disdegnamo i calci alti di questo tipo. Semmai possiamo dire che i calci alti vengono quasi sempre tirati in combinazione con il controllo della mano ed in particolari occasioni, questo sì.


Che poi io preferisca tirare calci medi e bassi è una mia libera scelta, ma non posso certo affermare che il sistema non ne abbia di alti.  I calci bassi sono potenti, ma, soprattutto,  più difficili da intercettare ed è forse per questo che tutti siamo soliti allenarli di più.


Come allenare questi benedetti calci, però, se sono tutti da portare verso giunture e parti del corpo così sensibili da costituire danni? Nel sistema ci sono molte vie per allenareli: le forme, gli attrezzi (sacchi, manichino, colpitori, etc.), gli esercizi di coppia  (per esempio con i concetti di Tan Tuo) e gli esercizi di Chi Gerk, con le gambe a contatto. Quest'ultimo, tipico del sistema, sebbene poco conosciuto da molti Insegnanti, si rivela un ottimo allenamento, che affina una certa sensibilità e reattività, come avviene per le braccia. Dona anche una particolare capacità nel ritrovare l'equilibrio, quando viene smarrito...

Per capire bene se stiamo eseguendo in maniera funzionale un calcio è bene testarlo contro un albero o un muro (portante): se si viene sbalzati indietro, il calcio non è stato allenato a sufficienza o non rispetta le meccaniche del sistema. Con un compagno, invece, potete allenare il timing e la coordinazione: se si muove velocemente, riuscite a colpirlo? Allora bisogna allenarsi di più.

Per dirla tutta, insomma, il Wing Chun Kuen può essere a tutti gli effetti considerato uno stile di KickBoxing cinese, dal mio punto di vista. Cosa manca, però, rispetto a qualsiasi sport da combattimento? Gli incontri, di sicuro. E poi? Una metodica di allenamento scientifica, perché le generazioni passate non ci hanno trasmesso un bagaglio di nozioni fondamentali per allenare potenza, velocità ed efficacia. Se partiamo da questa autocritica, allora possiamo pensare di dar nuova vita ad un'Arte Marziale Tradizionale, che rischia di scomparire.

lunedì 10 maggio 2010

Settimana intensa

Carissimi,
la settimana è iniziata in modo particolarmente intenso e si prospetta una fine altrettanto densa di contenuti... Sto incontrando parecchi praticanti di Wing Chun, perché ho diversi progetti nella testa, che vorrei portare a termine prima della fine dell'anno accademico (luglio). 

Questo fine settimana sarò impegnato a Pienza, nel raduno di Insegnanti di Wing Chun organizzato dal buon Mik, allievo dell'ormai famoso (per gli utenti del Forum di Arti Marziali) Roby. Sarò in compagnia di Paul Corti, Vito Armenise, Roberto Blandino (Roby), Yuri Morelli e Paolo Girone, per passare tre giorni all'insegna del sudore, della passione e della condivisione del sapere. Proprio per questo, ricordo a tutti i miei Allievi che venerdì sera non potrò fare lezione, così come sabato mattina. Per il resto dei giorni, invece, non cambia niente. 

Nel frattempo sto organizzando il seminario con il mio SiFu, il Maestro Massimo Fiorentini. L'interesse suscitato dal Chi Gerk ha smosso già molti amici e praticanti di Wing Chun, quindi, chi volesse partecipare, si sbrighi a comunicarmelo, perché arrivati a quota 20 iscritti, non ci sarà più la possibilità di venire.

Continua la ricerca di altri spazi per aprire nuovi corsi di Wing Chun. Ho ricevuto qualche offerta da parte di alcuni centri sportivi e la sto valutando. Spero di poter trovare una palestra munita di Tatami, perché sta diventando indispensabile.

Dal punto di vista dell'allenamento, la settimana è iniziata molto bene, anche perché mi sta passando il dolore al gomito sinistro, che mi porto dietro da qualche mese, per via di una contusione durante una sessione di lavoro con i miei ragazzi. Sto cercando di ampliare il mio bagaglio tecnico e, per questo, ho iniziato ad allargare i miei orizzonti, al di là del mondo del Wing Chun. Staremo a vedere cosa ne verrà fuori...

sabato 8 maggio 2010

Seminario di Wing Chun Kuen - Roma, 22 maggio 2010




Sabato 22 maggio 2010 la mia Scuola ospiterà un seminario molto importante del mio SiFu, il Maestro Massimo Fiorentini. Dalle 9:30 alle 13:30 il Maestro introdurrà ai miei ragazzi alcuni dei lavori più avanzati di allenamento della nostra Arte Marziale. 

La mattinata di allenamento inizierà con un'ora di lezione dedicata ai miei ToDai (Allievi) più giovani, sia in senso anagrafico sia relativamente al tempo di pratica, con spiegazioni dettagliate sul footwork e sui movimenti di base.

Alle 10:30 inizierà una sessione di lavoro sui calci e sull'allenamento della sensibilità delle gambe, con una panoramica sulle strategie e sui modi di colpire. In particolare, SiFu Massimo introdurrà il lavoro che siamo soliti chiamare Chi Gerk, "gambe appiccicose", uno dei capisaldi del nostro sistema di combattimento, spesso relegato in secondo piano, sebbene, secondo noi, sia importantissimo.

L'ultima ora sarà dedicata al Chi Sau, in modo tale che tutti i partecipanti potranno usufruire dei consigli e dei suggerimenti, nonché delle correzioni di SiFu Massimo. Sarà un seminario teorico e pratico, quindi ci sarà la possibilità di chiarirsi le idee e di allenarsi nel solito clima sereno.

L'evento, che si svolge sotto l'egida IDPA, avrà luogo nella palestra Tempio di Olimpia, in Via Casilina, 1038/o, a Roma. Per qualsiasi informazione o per aderire all'incontro, potete contattarmi, come sempre, via mail, telefono, Facebook, etc.

mercoledì 5 maggio 2010

"Flying Crane" e "Yong Chun White Crane"

Le ricerche di alcuni dei Maestri più esperti di Wing Chun vanno nella direzione dello stile White Crane, della "Gru Bianca". Io sono totalmente d'accordo con la direzione di ricerca intrapresa e vi invito a guardare il video che segue, che testimonia la profonda relazione tra gli stili.


martedì 4 maggio 2010

Pronti? Altri corsi in arrivo!!!

Avviso per tutti i romani: nuovi corsi in arrivo!

Con l'arrivo dell'estate, sono giunte varie richieste di aprire nuovi corsi di Wing Chun Kuen a Roma. Sto girando come una trottola per trovare le soluzioni migliori e per accontentare tutti, ma non sarà facile. Proprio per venire incontro alle esigenze di tutti, chiedo a tutti gli interessati di contattarmi telefonicamente o via email (riccardo_divito@libero.it) per comunicarmi le esigenze e le disponibilità di giorni ed orario.

Preannuncio che sto valutando un paio d'offerte allettanti per la zona Anagnina-Capannelle e per Furio Camillo-Tuscolana. Uno spiraglio potrebbe affacciarsi anche nella centralissima San Pietro-Ottaviano... Però non chiudo la porta ad eventuali altre offerte. I direttori tecnici delle palestre interessate ad inserire nell'offerta ai propri soci un corso di Wing Chun Kuen possono tranquillamente contattarmi. La famiglia si vuole espandere e farò di tutto per continuare ad offrire ai miei ragazzi lezioni di 2 ore, più volte alla settimana.

Inoltre, aprite bene le orecchie, sto tentando di metter su un gruppo di appassionati di questa Arte Marziale, per affittare un posto tutto nostro, una vera e propria casa del Wing Chun, in cui poterci allenare e divertire assieme... Chiunque fosse interessato, di qualsivoglia lineage o famiglia, si faccia sentire!

Kung fu master's conviction quashed

Leggiamo sul South China Morning Post: "Kung fu grandmaster Leung Ting, who was sentenced to two months in jail for assaulting his girlfriend, had the conviction against him quashed yesterday, as a High Court judge granted his appeal.....Counsel Kevin Egan argued that the magistrate misunderstood part of the evidence given by Leung, which led him to conclude that Leung was an untruthful witness. Leung was convicted by Deputy Magistrate Ko Wai Hung in november last year for one count of assault occasioning actual bodily harm at his Yau Ma Tei home on march 30 last year for attacking 45 year old Rita Lip Sih Ying, his girlfriend etc. etc. etc.
Court of First Instance Judge Darryl Gordon Saw will hand down his reasons for the judgement later".

Provo a dare una traduzione più o meno letterale... "Il Gran Maestro di Kung Fu, Leung Ting, che fu condannato a due mesi di prigione per aver aggredito la sua ragazza, ieri (29 aprile 2010) è stato scagionato dalle accuse nei suoi confronti da un giudice dell'Alta Corte, che ha accettato il suo ricorso.

L'avvocato Kevin Egan ha sostenuto che il magistrato aveva frainteso parte delle prove fornite da Leung, le quali lo avevano portato a concludere che Leung fosse un testimone falso. Leung fu condannato dal Vice Magistrato Ko Wai Hung, nel novembre dello scorso anno (2009) per aver assalito la sua ragazza, comportandole danni fisici rilevanti, nella sua casa di Yau Ma Tei, il 30 marzo dello scorso anno. L'accusa era di aver picchiato la sua compagna di 45 anni, Rita Lip Sih Ying.

Il Tribunale di primo grado, attraverso le parole del giudice Darryl Gordon Saw, renderà pubbliche le motivazioni della sentenza di assoluzione in un secondo momento".

Che dire? Esprimo la massima solidarietà per Si Jo Leung Ting, che finalmente si vede prosciolto dall'accusa infamante. Un plauso personale va al grande Paul Corti, unico in Italia (se non in Europa), nell'organizzazione che fa capo a Si Jo, ad averlo difeso con le unghie e con i denti, sin dal primo giorno dell'attacco mediatico. 


lunedì 3 maggio 2010

Mo Ying Gerk

Parliamone brevemente, perché è un tema spinoso, al quale vorrei dedicarmi più avanti. Diciamo che questo è solo la premessa per poterne discutere. Non so se avete mai sentito parlare dei Mo Ying Gerk, dei "calci senz'ombra"...

Si tratta di uno degli aspetti tanto caratteristici quanto sconosciuti del Wing Chun Kuen. Non so se non vengano insegnati per via della loro pericolosità in allenamento o per via della mancata conoscienza dei calci stessi, ma è un fatto risaputo che non si vedono mai né nelle dimostrazioni pubbiche, né nei corsi tradizionali (almeno a Roma)...

Partiamo, come spesso abbiamo fatto, dagli ideogrammi. 無 [] significa senza, privo di. La sua forma semplificata è 无. In Cantonese si può scrivere e pronunciare /mouh/. Rappresenta l'immagine di una ballerina con le maniche fantasia e le nappe sulle maniche.无 è una semplice rappresentazione del danzatore.

影 [yǐng] significa ombra, immagine o riflesso. In Cantonese è /ying/. 腳 [jiǎo] significa piedi, gambe o calci.  La sua forma semplice è 脚. In Cantonese di solito è scritto e pronunciato /geuk/ o /gerk/. 

Il Biu Gerk, per esempio,  è uno di questi calci, nascosto nella forma Chum Kiu, che difficilmente viene allenato. Io lo tiro al sacco da terra oppure sullo scudo (un colpitore), in movimento, all'altezza del ginocchio. Questo, come altri tipi di calci, è uno di quei movimenti detti "senz'ombra", perché non si dovrebbe vedere, dovrebbe quindi essere talmente fulmineo da non lasciare traccia...ma, sarà vero? Ne riparleremo...

Colgo l'occasione per ringraziare i 600 fan del blog su Facebook ed i 20000 visitatori che hanno permesso a questo spazio virtuale di crescere e diventare uno dei punti di riferimento di molti praticanti di Wing Chun italiani e non solo. Grazie di cuore a tutti voi!