mercoledì 29 settembre 2010

[Video] SiFu Lun Kai con il Luk Dim Boon Kwan

Ringrazio a nome di tutta la comunità marziale il buon KrypteiaPolemos per aver caricato su YouTube il video che vado a proporre ai miei lettori. Si tratta di un filmato in cui possiamo vedere SiFu Lun Kai, mentre esegue la forma con il Luk Dim Boon Kwan.

Ogni volta che vedo uno dei grandi Maestri del Wing Chun Kuen che esegue una forma, noto con piacere come ognuno l'abbia interiorizzata in modo diverso, non migliore o peggiore, ma diverso. In questo caso, noto delle differenze rispetto a quella che mi è stata insegnata, ma nella differenza sta la bellezza di quest'Arte Marziale!

Potrebbe essere interessante trovare tutte le forme col palo lungo presenti in rete e confrontarle. Ora non ho tempo, ma chissà che in futuro...ovviamente, se qualcuno volesse farlo, il blog è a disposizione di tutta la comunità, come sempre. Ancora un ringraziamento a Krypteia, che continua a dimostrarsi un appassionato di Wing Chun, senza alcun dubbio!


domenica 26 settembre 2010

[Video] SiFu Wan Kam Leung e la struttura

Direi di guardare con attenzione i video che seguono. Protagonista è Sifu Wan Kam Leung, fondatore del sistema 'Practical Wing Chun'. Al di là del lineage (non mi interessa quasi per niente, a questo punto), mi pare importante notare il suo assetto della colonna vertebrale, che gli permette di esprimere una grossa energia (sebbene sia di "spinta) e, soprattutto, un notevole radicamento al suolo.

Alcuni amici, suoi Allievi, mi dicono che è una delle persone più stabili che abbiano mai incontrato in Cina. Molto probabilmente, è uno dei Maestri che sono riusciti a coniugare l'aspetto marziale del Wing Chun Kuen con le conoscenze biomeccaniche, mostrando i risultati che potete vedere qui di seguito.

Unica cosa che mi sento di commentare negativamente è la mancanza di un qualsiasi tipo di footwork in questi video. Come ci diciamo sempre, da una sequenza di immagini non si può dir molto, eppure a me pare di non vedere altro che un solo passo avanti, per rompere la struttura dell'Allievo, che, come sempre, è quasi totalmente passivo.



sabato 25 settembre 2010

Intervista a SiFu Massimo Fiorentini

Oggi incontriamo Massimo Fiorentini, uno dei miei Insegnanti, fondatore e capo istruttore dell’International Dragon and Phoenix Association.

Caro SiFu, parlaci un po’ della tua vita. Quando hai cominciato a praticare arti marziali ed a quali discipline hai dedicato maggior impegno?

Nel lontano 1986 ho iniziato quasi contemporaneamente la pratica del Wu Shu e del Wing Chun, quest’ultimo con il metodo del G.M. Cheung Chuk Hing (noto come William Cheung). Qualche anno dopo mi sono dedicato al Wing Chun, metodo Leung Ting, all’interno dell’organizzazione EWTO, dove, con i Maestri Rene Latosa e Bill Newman, ho iniziato e portato avanti per tanti anni la pratica dell’Escrima.

Ricordo inoltre, durante il mio percorso di studio all’Istituto Superiore di Educazione Fisica, di aver partecipato, anche se per brevissimo tempo, ad un corso di Taekwondo con il Maestro e vicecampione mondiale Geremia Di Costanzo.

Mi sono affacciato ad altre arti marziali, quali il Tai Chi Chuan, l’Hung Gar, il Kali Filippino, il Bjj partecipando, occasionalmente, ai seminari di queste discipline.

Dal 2004 pratico anche l’arte del Weng Chun che ho avuto modo di approfondire nelle sue molteplici sfaccettature durante il mio viaggio ad Hong Kong nel mese di marzo di quest’anno.

In questa mia fase di crescita marziale è mio desiderio approfondire l’arte a cui ho dedicato la mia vita, ho pianificato ulteriori viaggi - studio sia ad Hong Kong che in altri luoghi asiatici, come nel Vietnam, dove spero di riuscire ad accrescere il mio bagaglio tecnico.

Chi ti ha fatto conoscere il Wing Chun?

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Un giorno decisi di visitare una scuola dove si praticavano arti marziali in quanto ero appassionato dal mito di “Bruce Lee”. Fui entusiasta di sapere che nella mia zona ci fossero corsi di Goung Fu e chiesi ad un mio amico, esperto di Karate cintura nera 1°Dan, di accompagnarmi sperando in un suo utile consiglio.

Rimasi molto colpito dal carisma dell’insegnante e dalla sua bravura che non ci fu bisogno di chiedere al mio amico di esprimere una sua valutazione.

L’insegnante era Mavilio Francesco, con lui ho iniziato il mio percorso in quest’affascinante mondo.

Ricordo con piacere che quel mio amico Karateka, anche se per poco tempo, a distanza di anni è diventato uno dei miei primi allievi.

Chi sono stati i tuoi Maestri in passato? E oggi?

Il mio primo insegnante in assoluto è stato Mavilio Francesco, all’epoca rappresentante italiano del Wing Chun del Maestro Willian Cheung. Successivamente ho militato nella WTOI, filiale italiana della EWTO. La militanza all’interno della EWTO mi diede all’epoca l’opportunità di allenarmi con tanti Maestri molti dei quali oggi hanno fondato, a livello mondiale, la loro organizzazione. Gli insegnanti con cui, dal 1987 al 2001, ho arricchito il mio bagaglio tecnico durante seminari intensivi di Wing Chun sono stati: Si Jo Leung Ting, Si Gung Keith R Kernpecht, Sifu Michael Fries (il mio primo Sifu in WTOI), Sifu Filippo Cuciuffo, Sifu Andreas Gross (Responsabile tecnico della scuola centrale europea “Il castello di Langenzell”), Sifu Tassos, Sifu Roland Liebscher - Bracht (con il quale ho appreso anche tecniche di digito - pressione), Sifu Salih Avci, Sifu Heinrich Pfaff, Sifu Turan Ataseven, Sifu Hans-Jörg Reimers, Sifu Victor Gutierrez.

Sicuramente non avrò menzionato qualcuno e me ne scuso, ma rammentare tutti i cognomi è un’impresa ardua.

Gli insegnanti con i quali ho avuto esperienza diretta con lezioni individuali sono stati: Sifu Giuseppe Schembri, Sifu Frank Ringeisen, Sifu Emin Boztepe.

Gli insegnanti dell’arte dell’Escrima sono stati: G.M. Rene Latosa, Master Bill Newman e Master Steve Tappin.

Dopo aver militato 15 anni nell’ EWTO, è divenuto mio Sifu e Maestro tecnico Sifu Sergio Iadarola con il quale ho rivisto l’intero sistema di Wing Chun senza armi, appreso già nella EWTO e imparato il Luk Dim Boon Kwun (Bastone Lungo) e le Bart Cham Dao. Durante il periodo di appartenenza in IWKA, ho avuto modo di ricevere dei preziosi insegnamenti dal G.M. Allan Fong.

Nell’anno 2004 ho cominciato lo studio dell’arte del Weng Chun con il G.M Andreas Hoffman, che è diventato il mio Sifu di questa disciplina.

Negli ultimi anni ho rivisitato per la terza volta il sistema di Si Jo Leung Ting con una persona che è mio tramite con il Gran Master cinese e insieme a lui mi reco a Hong Kong praticando con i Maestri Sunny So (diretto allievo del maestro Tang), il Maestro Peter Wong (diretto allievo del maestro Tang) e con il Maestro Lo, nipote diretto di Sifu Lo Chiu Woon

Mi auguro che in futuro avrò la possibilità di arricchire la mia conoscenza con altri maestri.
Sei un SiFu? Come si ottiene questo titolo nella tua associazione?

Ho ottenuto la nomina di Sifu nel 1998 militando all’interno della più grande organizzazione di Wing Chun di quel periodo, la EWTO.

A differenza di come hanno sostenuto alcune persone, ottenere quel riconoscimento ha richiesto un duro lavoro che è durato più di dieci anni, ovviamente era necessario possedere una discreta padronanza tecnica dell’arte e raggiungere il secondo grado tecnico. L’intero percorso di formazione prevedeva la conoscenza di nozioni riguardanti la metodologia dell’insegnamento, la preparazione psico - fisica dell’allievo, lo stretching, tecniche di rilassamento e tecniche di digito - pressione. Altro requisito, non meno importante, era quello di avere una piccola infarinatura sulla conoscenza di alcune tecniche di management in quanto, un’altra competenza richiesta per ottenere la nomina di Sifu, era quella di coordinare una città. All’epoca mi fu riconosciuto il coordinamento della regione Molise, esattamente le città di Campobasso e Isernia e, successivamente, mi fu affidato il coordinamento della mia città, Napoli, subentrando a Sifu Mavilio. Ultimo requisito più complesso, era quello di provvedere alla crescita tecnica di almeno due allievi fino al raggiungimento del loro primo grado tecnico.

Rientrava poi nella prassi dell’organizzazione che due Maestri dovessero confermare il buon operato svolto dall’aspirante Sifu.

Dal quel lontano 1998 si sono succeduti moltissimi eventi: nel 2002 mi sono dimesso dall’ EWTO e ho iniziato la militanza nella neo nascente organizzazione IWKA di Sifu Iadarola fino a diventarne uno dei responsabili nazionali. In seguito sono diventato capo istruttore italiano del Weng Chun per conto della famiglia Hoffmann e nel 2006 ho fondato la mia associazione, l’IDPA.

Dopo circa un anno ho deciso di costruire una gerarchia all’interno dell’IDPA, al cui interno determinate persone mi dovevano aiutare a sostenere gli ideali della mia associazione e ho individuato nelle persone di Sisto Fabrizio, Palmentieri Enrico, Girone Paolo e De Giosa Alberto, coloro che possedevano i requisiti necessari al fine di aspirare alla carica di Sifu. Va ricordato che tutti e quattro, come me, hanno militato nella EWTO e nell’IWKA maturando almeno quindici anni di pratica e raggiungendo il secondo grado tecnico (graduatoria in auge sia nell’EWTO che nell’IWKA). Ne menziono uno per tutti, Sisto Fabrizio pratica Wing Chun con me dal 1988.

In quel periodo non ho preso in considerazione di ideare dei criteri di valutazione per gli aspiranti al titolo, anche perché i quattro candidati, avendo sostenuto il percorso già all’interno delle altre organizzazioni, li ho ritenuti meritevoli della nomina.
Oggi l’IDPA necessita di precisi criteri di valutazione che sicuramente dovranno tener presente del periodo di militanza all’interno dell’associazione, dell’aspetto meritocratico (sia di tipo tecnico che organizzativo), ma soprattutto i candidati dovranno dimostrare rispetto e umiltà, virtù necessarie per una persona che a sua volta dovrà guidare degli allievi in un percorso lungo e difficile.

Non appena delineati i requisiti che adotterà l’IDPA verranno aggiornati sia il sito che il blog così da indicare a tutti le linee guida.

I Sifu attualmente presenti nell’IDPA sono: Sisto, Palmentieri e Carfora.

Quante ore ti alleni?

Fatta premessa che alla base di un allenamento marziale come obiettivo principale c’è il benessere fisico e mentale, è determinante esprimere con concretezza il significato della parola allenamento.

Tra le tante definizioni lette riporto quella che più ha suscitato in me delle riflessioni, in modo da poterle condividere con chi leggerà questa intervista.

Con il termine allenamento si intende “Quell’insieme delle tecniche che consentono ad un individuo la realizzazione massima del suo potenziale genetico, attraverso l’apprendimento di una corretta gestualità e la razionale ripetizione di esercitazioni mirate a modificare l’equilibrio organico individuale per ripristinarlo ad un livello superiore”.

Da questa definizione possiamo dedurre che: “L’elaborazione di un buon programma di allenamento non può prescindere da una chiara definizione degli obiettivi che si vogliono raggiungere”.

In questi ultimi anni, dove la mia attenzione si è concentrata prevalentemente sul completamento di un sistema di Wing Chun e sulla ricerca di eventuali collegamenti con altri sistemi appartenenti ad altre famiglie, ho cercato di perseguire due obiettivi: perfezionare il mio bagaglio tecnico e dedicarmi alla formazione dei miei allievi. Considerando sia le lezioni di gruppo che quelle individuali, il mio impegno giornaliero ha raggiunto anche picchi di 10 ore e la media settimanale corrispondeva a circa 6 ore giornaliere.

Quest’anno, se verrò supportato da condizioni personali favorevoli, è mia intenzione pianificare un programma di allenamento che andrà a curare la mia preparazione atletica al fine di potenziare il fisico e affinare le caratteristiche di base quali: forza, velocità, resistenza, agilità, ecc.

Il programma di allenamento prevederà, solo per la preparazione atletica, un paio di ore giornaliere, oltre alle due ore da dedicare al perfezionamento delle forme e della tecnica in generale; sono consapevole che così facendo avrò meno tempo ed energie a disposizione da dedicare ai miei allievi per la loro preparazione tecnica, ai quali però faccio notare che, specialmente durante l’ultimo anno accademico svolto, è stato dato loro un bagaglio tecnico così ricco che sicuramente delineando i loro obiettivi, avranno materiale a sufficienza da allenare e perfezionare.

Hai mai combattuto in un contesto sportivo? Quando, dove e con quali risultati?

Negli anni novanta ricordo di aver partecipato a due competizioni sportive che vedevano riunite varie scuole campane di Goung Fu.

Partecipai alla prima gara esclusivamente nelle vesti di allievo, in quel periodo di Sifu Mavilio, e riuscii a raggiungere l’obiettivo più alto, il primo posto, portando a casa una medaglia e una bellissima spada come trofeo che custodisco ancora con orgoglio.

La seconda competizione, qualche anno dopo, mi vide partecipe sia come combattente, sia come allenatore di alcuni miei allievi che condussi alla gara. Ricordo di aver vinto i due match più significativi contro i potenziali vincitori, per poi essere squalificato per divergenze di opinioni rispetto all’arbitro che in quel momento dirigeva l’incontro tra un mio allievo e un rappresentante di un’altra scuola. Quella competizione, nella categoria dove io partecipavo come combattente, fu vinta da un ragazzo, Luca Longobardi, appartenente alla nostra scuola e allievo diretto di Sifu Mavilio. A distanza di anni è ancora vivo in me il gesto che Luca ebbe nei miei confronti, infatti mi donò la sua medaglia, indicando me come il vincitore morale.

Quante ore a settimana dovrebbe allenarsi un allievo per progredire seriamente?

Come già ho menzionato in un’ altra intervista fatta qualche anno fa, molti fattori entrano in gioco per poter stabilire il tempo che necessita ad un praticante per acquisire discretamente la disciplina. Di fondamentale importanza sono: la predisposizione verso l’arte, la capacità di apprendimento, il tempo che si dedica agli allenamenti, le caratteristiche fisiche; queste sono solo alcune delle componenti che andrebbero considerate.

Al fine di poter quantificare il tempo giornaliero necessario per l’allenamento, è indispensabile considerare l’obiettivo prefissato e il livello del praticante. Comunque il tempo minimo di pratica per un principiante deve oscillare dalle tre alle cinque ore settimanali, poi a seconda dei diversi fattori che entreranno in gioco, il tempo di pratica deve essere rivalutato di volta in volta; ad esempio, se un allievo ha intenzione di partecipare a delle competizioni, dovrà essere disposto ad impegnarsi, per un determinato periodo, ad allenamenti più intensi e duraturi che in taluni casi possono prevedere anche tre o quattro ore giornaliere per quattro giorni settimanali.

Vari possono essere gli obiettivi e in base ad essi, l’allievo dovrà concordare con il suo insegnante, o con il suo preparatore atletico, il tempo ideale di pratica.

Quali sono i concetti di combattimento su cui si concentra la tua scuola?

Princìpi e concetti sono di fondamentale importanza e aiutano il praticante nella sua crescita marziale. Non penso bisogni dare più rilevanza ad un concetto rispetto ad un altro, anche in questo caso entrano in gioco molteplici variabili, visto che stiamo considerando “il combattimento”, se solo volessimo discutere delle strategie che si possono applicare durante un combattimento, non finiremmo di disquisire, quindi penso che sia opportuno che, nelle scuole di arti marziali, si dia la stessa importanza a tutti i concetti, quest’ultimi potrebbero risultare sempre utili durante un combattimento.

All’interno della mia scuola cerco di dare la giusta risonanza ai concetti di mia conoscenza, posso dire che il primo che insegno ai praticanti che si avvicinano allo stile è il concetto che in cinese cita: Bik Bo Tip Da, difficile o quasi impossibile riportarne la traduzione letterale, ma il suo significato si avvicina pressappoco a: Prendi l’angolo favorevole, e schiaccia il tuo avversario colpendolo senza dargli tregua.

Cosa pensi a proposito di altri SiFu e del loro metodo di insegnamento?

Così come l’apprendimento varia da persona a persona e si basa su esperienze vissute e/o attraverso stimoli con i quali si entra in contatto, anche un metodo di insegnamento si dimostrerà diverso da un altro. Un Maestro dovrebbe tener presente la modalità di apprendimento dell’allievo, di conseguenza anche il suo metodo di insegnamento risulterà variare da persona a persona.

Possiamo sapere quali sono le differenze tra il tuo Wing Chun e le altre interpretazioni?

Il Wing Chun, come del resto ogni forma di arte, non si possiede. Io cerco di riportare il più fedelmente possibile il sistema secondo la concezione di pratica di Si Jo Leung Ting, insegnando i concetti e i princìpi che mi sono stati trasmessi. Come la domanda stesso recita, si parla di altre interpretazioni, ogni essere umano è diverso da un altro, e come già ho scritto le diversità dei vari metodi utilizzati per praticare il Wing Chun sono dettate dal fatto che i vari maestri cosi l’hanno appresa, o quanto meno rappresenta la loro personale interpretazione.

Hai fondato una tua organizzazione. Come sono i rapporti con le altre famiglie di Wing Chun?

Una parte della mission dell’associazione che ho fondato recita: “L’IDPA nasce dal desiderio di approfondire conoscenze maturate nella pratica delle arti marziali avvalendosi dello scambio culturale…”

Il termine scambio, nel caso specifico delle associazioni a sfondo culturale, potrebbe essere sostituito anche con l’espressione “relazione sociale”, quest’ultima ha luogo in ogni contesto umano: dai rapporti di amicizia, alla famiglia, ad impegni sociali e/o professionali a qualsiasi forma di aggregazione umana.

Durante tutto il mio percorso marziale ho sempre mostrato una spiccata apertura nei confronti di tutti e non solo di coloro legati al mondo del Wing Chun. Cerco di essere cordiale con il prossimo, ammetto con facilità gli errori quando me ne avvedo o quando qualcuno me li fa notare, ma non transigo sulle ingiustizie, per colpa di quest’ultime sono sempre pronto a dissotterrare l’ascia di guerra.

In conclusione posso affermare che ho buoni rapporti con tutte le associazioni i cui associati mostrano cordialità e sincerità.

Sei stato uno dei Maestri più ambiti in Italia, sia per esser stato il capo istruttore dell’IWKA, sia come pionieri del cosiddetto “Weng Chun”. Eppure pochissimi ti annoverano come loro SiFu. Sei una specie di “SiFu ombra”. Che ne pensi?

Da un punto di vista tecnico, mi auguro di essere ancora un Maestro ambìto sul territorio italiano, anche se non rappresento più l’IWKA o la famiglia del Maestro Hoffman.

Ricerco e pratico tanto in modo da poter ancora per molto tempo essere ai vertici e, ora che rappresento la mia famiglia, ho maggiori obblighi nei confronti dei miei allievi, devo garantire un’alta qualità tecnica all’interno dell’IDPA.

Mi sono sempre impegnato a ricercare e trasmettere con dedizione e serietà tutta la mia conoscenza dell’arte del Wing Chun nei miei 22 anni di pratica e insegnamento, numerosi sono stati i praticanti a cui ho insegnato, il periodo più florido è stato quando ricoprivo i vertici dell’IWKA Italia.

Un’unica precisazione, è normale che solo pochissimi mi annoverano come loro SiFu, nel periodo antecedente alla fondazione della mia associazione, solo i miei allievi diretti fecero con me il cerimoniale del tè. Nel passato i Sifu accettavano gli allievi in quanto si assumevano la responsabilità di prendersi cura dell’istruzione marziale dell’adepto e della sua completa formazione.

La vita mi ha insegnato che la gratitudine è una virtù assai rara, quindi, invece di parlare di coloro che posseggono poca riconoscenza, preferisco porre l’accento nei confronti degli allievi che ricordano di aver intrapreso un percorso tecnico con me, ringraziandoli.

Comunque ritengo molto simpatico l’appellativo di Sifu ombra…

Negli ultimi anni siamo venuti a conoscenza di altre famiglie di Wing Chun, che prima ci erano sconosciute. Alcuni Maestri di queste sostengono che lo stile sia unico, altri non sono d’accordo. Cosa ne pensi al riguardo?

Per quanto concerne lo studio dell’arte del Wing Chun, ho avuto il primo approccio, per due anni circa, con il metodo del Maestro William Cheung, per poi dedicarmi per tutti i successivi anni allo studio del metodo del Maestro Leung Ting fino ad oggi, quindi ritengo di non avere la dovuta esperienza per rispondere a questa domanda.

Sono del parere che una persona prima di poter sostenere il proprio pensiero su queste argomentazioni, dovrebbe possedere una conoscenza ampia o addirittura completa del Wing Chun di almeno tre o quattro famiglie. L’unica persona che mi sovviene di mia conoscenza diretta è Sifu Iadarola, che negli ultimi anni si è trasferito ad Hong Kong proprio per ricercare in maniera precisa e dettagliata l’evoluzione storica di questo stile, un compito difficile e arduo data la scarsa documentazione scritta.

Tengo a precisare che dal 2004 pratico anche l’arte del Weng Chun con varie famiglie a Hong Kong. Chissà un giorno mi sentirò pronto ad esternare un mio pensiero in merito…

Ringrazio Riccardo per avermi dato la possibilità, con questa intervista, di ripercorrere con immenso piacere il mio cammino marziale.

venerdì 24 settembre 2010

Gruppo di acquisto solidale

A Roma abbiamo pensato metter su un 'gruppo di acquisto solidale' per acquistare i prodotti legati alla nostra pratica marziale, tentando di spendere meno, facendo ordini con quantitativi importanti, in modo da dividere le spese di spedizione ed i costi fissi.

Chiunque fosse interessato, può contattarmi qui, in privato, su Facebook, MSN, etc., per prendere parte attiva alla realizzazione di questo gruppo d'acquisto. I primi due tipi di materiali che stiamo per ordinare sono i coltelli a farfalla tradizionali, quelli modificati da SiJo Leung Ting, i bastoni lunghi tipici di Siu Lam e quelli che si usano nel Wing Chun, per il potenziamento.

La seconda fase prevede l'acquisto di tutti i materiali che ci servono per un allenamento serio e protetto, dalle conchiglie per riparare i genitali ai parastinchi, dai paradenti ai paraseni, dai pao ai focus, dagli scudi curvi ai caschetti da pugilato, dai guanti da sacco a quelli per lo sparring.
Attualmente abbiamo a disposizione tre Muk Yan Chong (pupazzi di legno), di vario tipo. Nel caso qualcuno ne avesse bisogno, mi contattasse.

Spero che l'ennesima iniziativa che promuovo tramite questo piccolo ritrovo virtuale del Wing Chun possa dare gli insperati risultati che altre volte non hanno portato.

giovedì 23 settembre 2010

Il segreto di Pulcinella...

C'era una volta una città in cui si condensava il non plus ultra dei Maestri italiani di WingTsun...di anno in anno, abbiamo constatato tutti quanti che nella città marinara di Livorno, in realtà, non c'erano davvero tutti questi fenomi... Negli ultimi anni, l'unico che pare essere davvero forte è il temuto Stefan Crnko, ma per il resto non si parla più di nessuno indicandolo come 'il combattente', dopo la fuoriuscita di 'un certo'  Emin Boztepe... 

Ora, chi è cresciuto col mito del WingTsun Leung Ting all'interno della WTOI/EWTO avrà un po' di problemi a leggere quanto segue, ma chi, come il sottoscritto, non ha mai avuto i paraocchi, capirà benissimo che si tratta dell'ennesimo 'segreto di Pulcinella'.


Se la maggior parte dei praticanti di WingTsun, compresi alcuni ancora militanti della WTOI, dicono, anche pubblicamente, che a Livorno nessuno conosce gli insegnamenti di SiJo Leung Ting c'è o no da preoccuparsi?

In effetti, i dubbi sorgono se Keith Ronald Kernspecht (d'ora in poi KRK) e tutti i suoi Allievi europei (ed italiani) non hanno mai speso una parola per difendere Leung Ting dalle accuse, arrivate sino ai tribunali. Nemmeno una parola sul proprio caposcuola, sul fondatore del sistema WingTsun. Molto probabilmente i rapporti sono incrinati se inizia a girare anche su internet una verità che in pochissimi conoscono.

Il 'caro' KRK avrebbe imparato il WingTsun in soli due anni, partendo da zero. Utilizzo il condizionale, perché nessuno di noi può avere delle prove certe da mostrare, se non SiJo. Pare che KRK sia andato a studiare per un po' più di tempo da Jesse Glover. In effetti, anche su questo blog qualcuno sollevò l'ipotesi intorno alla nascita dei programmi europei di 'Lat Sao', molto molto simili ad altri esercizi, come quelli inventati da Paul Vunak nel Jeet Kune Do, per esempio...

Ora, mi pare simpatico rilevare che KRK vada sempre in giro con auto di lusso, mentre SiJo sia andato per ben due volte in bancarotta per aver investito tutti i suoi fondi nella pubblicazione dei libri, che tuttora viaggiano nel mondo, come supporto didattico di migliaia di praticanti.

Sorge un altro dubbio sulla credibilità del WingTsun europeo anche a seguito di una facilissima domanda, dall'altrettanto semplice risposta: “perché i vertici dell'organizzazione europea legata a Leung Ting non hanno mai dato il permesso – tranne rarissimi casi, poi ritortisi contro – per andare a studiare direttamente da SiJo Leung Ting? E perché c'è una differenza abissale tra il WingTsun espresso dagli appartenenti all'IWTA e quelli dell'EWTO?". Domandone eh?

Come sempre in questo brutto mondo del Wing Chun europeo (ed italiano in particolare), mi sa che il segreto di Pulcinella è svelato: sarà mica che a SiJo servivano dei fondi e, soprattutto, delle conoscenze in Occidente per diffondere il suo sistema e, magicamente, una volta arrivati gli si siano chiuse tutte le porte in faccia? Non sarà che il fondatore del sistema WingTsun sia rimasto sotto scacco di qualcuno?

Io pratico Wing Chun in modo serio dal 2004. Nei cinque anni precedenti ho militato nella WTOI/EWTO, venendo a contatto con tutto quel mondo con il quale, successivamente, ho tagliato i ponti (sempre questo concetto di Kiu nella testa eh?). Ho avuto modo di conoscere parecchi insegnanti provenienti da quell'organizzazione, nonché alcuni SiFu (cioè anche insegnanti che comprarono il titolo o lo ottennero in modi alquanto bizzarri, tipo errori digitali di altri SiFu inesperti di internet - questa è un'altra storia -).

Insomma, io quell'ambiente l'ho frequentato, ma non sono mai riuscito ad andare a Livorno, perché i soldi, a casa mia, non potevano essere spesi per questi viaggi di piacere... Mi rammarico di questa cosa, perché con tutto quello che so oggi, probabilmente avrei sorriso un bel po' ricordando il passato e non abbandonando la pratica, come hanno fatto parecchi compagni di strada, con l'amarezza di aver speso soldi e tempo, senza mai arrivare alla comprensione di qualche concetto legato al combattimento individuale.

Troppi continuano a raccontarmi di allenamenti finti, di esami pagati, di marsupi e occhiali da sole durante l'allenamento del Chi Sau 'morbido'. Il bello (?!) è che la maggior parte delle Scuole ex-WTOI non hanno cambiato di una virgola il metodo di insegnamento, che poi, diciamocelo, è il vero perno di ogni sistema, arte marziale o sport da combattimento che sia!

Sarà un caso che la maggior parte degli ex praticanti di certe associazioni si presentano in palestra con il loro fare da 'duri' e ti chiedano di 'incrociare le braccia' per fare 'chi sao' e, poi, prese due sonore pizze in faccia spariscano nel nulla? Sarà un caso che tutta questa gente si attacca sempre e solo alle lezioni private pur di non sudare mai in palestra e non testare mai le proprie abilità tecniche? Mah...

Se è vero, per tornare al segreto di Pulcinella, che il massimo rappresentante europeo di SiJo Leung Ting è un Maestro fregiato del 9° PG (practical grade) nell'IWTA e del 10° PG nell'EWTO (si è graduato da solo, quindi?), che ha studiato col suo SiFu solo per due anni, partendo da zero, allora moltissimi dei dubbi che ci assalgono da anni si risolvono e tutto si fa più chiaro. Se questo 'arcano' è svelato, allora dobbiamo anche prendercela con chi ha permesso che tutto lo schifo dilagasse in Europa, però, così come ce la prendemmo tutti con il SiFu che permise la svendita e la svalutazione del sistema compiuta dal Signor G! Ma alllora, chi si salva? ...si salvi chi può!

martedì 14 settembre 2010

Video-intervista a Cheng Kwong

SiFu Cheng Kwong è stato intervistato da Sergio Iadarola. Racconta cose molto interessanti, nonché il suo punto di vista su Wing Chun, Weng Chun, Dai Dak Lan, etc. Per chi ricerca la storia del nostro sistema è un cult! Ricordo a tutti i miei amici che intervistai SiFu Cheng Kwong su questo blog ad aprile. Trovate tutto qui!


lunedì 13 settembre 2010

[Video] Una discreta comparazione tra forme

Vi invito a guardare questo video, molto interessante, perché mi pare raro nel suo genere. Si tratta della comparazione della stessa forma o, meglio, delle diverse modalità d'esecuzione di quella che tutti chiamiamo Chum Kiu, ma che, nella sostanza, ognuno ha personalizzato in qualche maniera.

Nel video che segue potete assistere alla Chum Kiu del sistema di William Cheung (a sinistra) e, a destra, potete vedere la Chum Kiu che viene insegnata nell'EWTO, nel sistema Leung Ting. La prima differenza sostanziale si nota nei movimenti delle anche e nella diversa interpretazione dell'elasticità e della 'morbidezza'.

Si tratta, in sostanza, di vedere e toccare con mano quante e quali siano le differenze stilistiche e formali tra i due sistemi, in una delle forme, che ha solo il nome in comune. Interessante notare come ci siano dei movimenti che il GGM Yip Man esegue (che possiamo vedere nei pochissimi video) in entrambe le interpretazioni, ma anche come alcune sequenze siano prese pari pari dai movimenti al manichino di legno. 



Ringrazio, a nome della mia comunità marziale, SiFu Arsenije Jelovac (Traditional Wing Chun) e SiFu Donato Benedetto (Wing Tsun Leung Ting system), per aver condiviso con tutti noi questa bella esperienza di scambio e di ricerca, dove si nota il grande amore per quest'Arte Marziale, senza sciocche diatribe tra Famiglie.

domenica 12 settembre 2010

L'arte pugilistica di Pirandello ovvero 'Uno, nessuno e centomila'

Continua la collaborazione con il Coach, che mi ha inviato un vecchio scritto, sempre interessante! Leggetelo e fate sentire la vostra voce. Io, per conto mio, l'ho solo rifinito e c'ho messo un pochino del mio. Continuiamo così!

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Un nome, molti nomi, un'Arte, molte Arti. Quello che è accaduto negli ultimi 30 anni nel mondo del Wing Chun Kuen va raccontato, perché è d'uopo che tutti sappiano e ben conoscano la storia della  nascita dei differenti modi per esprimere i segni grafici (永春拳) di questa Arte Marziale con nomi occidentali. Si tratta dell'interminabile ricerca del nome più esotico, del marchio registrato più accattivante.

Nella vita ogni uomo è stato testimone di un fenomeno e più tardi ha creduto di avere il diritto di possedere tale fenomeno. Questo dal punto di vista del Dao (道) significa meno di niente. La situazione qui sulla terra diventa pure peggio quando noi aggiungiamo le argomentazioni legali dell'inferno dei nostri tempi moderni: il diritto d'autore (copyright) e le sue implicazioni sociali.

Noi appassionati del Wing Chun Kuen abbiamo da ricordare questo: respiriamo e siamo sostenuti nel vivere dalla stessa fonte nell'universo e siamo creature molto speciali, con differenti forme (e programmi) che mostrano la nostra personalità. Abbiamo il diritto di essere separati e individualizzati, come pure essere connessi e relazionati (essere in comunità) a tutto il resto se vogliamo sopravvivere.

Noi dobbiamo guardare la nostra Arte allo stesso modo in  cui guardiamo la vita, né più né meno, altrimenti è inutile parlare di Taoismo e filosofie orientali. Abbiamo bisogno di avere molti punti di osservazione diversi per ragionare intorno ad argomenti critici, per esprimere delle opinioni circostanziate.

Se ragioniamo intorno alla pronuncia degli ideogrammi 永春拳, assistiamo alla solita ingestibile ricerca del copyright sui vari marchi di fabbrica: ecco che vengono fuori i vari  Ving Tsun, Wing Tsun, Wing Tsjun, Wing Txun, etc. I modi correnti di tradurre i caratteri cinesi sono moltissimi, ma possiamo capire quali siano edffettivamente i più corretti attraverso la comparazione di pubblicazioni, documenti e dizionari, in modo da ricercare la verità.

Vediamo anche l'esempio di 正 [zhèng] (significa corretto, eretto, dritto): spesso viene pronunciato come /Gèng/, ma viene scritto Zhèng. Però qui non abbiamo i problemi di copyright, quindi tutti sono concordi nello scrivere la parola nello stesso modo. Nella nostra Arte Marziale, invece, ci sono delle persone che hanno addirittura registrato un marchio per individuare la propria fetta di mercato!

Il linguaggio non è uno strumento che può essere proprietà di qualcuno in particolare, così come non può essere monopolizzata l'aria che respiriamo o l'acqua che beviamo! I loghi possono essere registrati e questo mi pare un perfetto diritto del suo creatore/possessore, ma  se il desiderio di comunicare è di mantenersi vivo, qualcosa deve essere permesso ad altri, altrimenti il gioco si inchioda e muore. I loghi possono avere il copyright, le parole no, specialmente se si tratta di un bene comune, quale è l'Arte Marziale!

Nondimeno questo è anche un sincero tributo ad un uomo che ha diffuso l'Arte, l'ha resa nota alla gente, nel bene e nel male, che ha dato vita a gruppi, eventi, discussioni e così via. Questo è vero, noi gli dobbiamo tutti essere grati. Questo uomo ha fatto da solo più che dieci dei suoi colleghi nel doppio del tempo, quindi questo gli deve esere riconosciuto.

Certamente non è infallibile, quindi noi lo elogiamo per qualcosa e lo incolpiamo per qualcos'altro, questo è lo stile dell'essere umano, ma lui ha fatto il suo lavoro. Lui ci ha mostrato la più versatile forma di arte pugilistica della nostra Arte Marziale, in crescita ed in continua espansione, come lo è oggi.

Dall'altro lato c'è anche la maniera tradizionale di concepire l'Arte, la Vecchia Scuola, ogni tanto contro interpretazioni personali, non per le questioni tecniche ma per le relazioni e le emozioni umane. Io non li chiamo tradizionali, visto che c'è sempre qualcuno che codifica i pezzi che lui ha visto funzionare "per lui", che ha preso questo come parole scolpite nella pietra.

Oggi abbiamo un sacco di tecnologia, ma spesso è utilizzata male, per promuovere con modi preistorici la propria appartenenza ad un gruppo. Se diamo un'occhiata su internet, quanti siti di Wing Chun troviamo, che promouovono l'Arte nello stesso modo che veniva proposta 30 anni fa, con musiche imbecilli e animazioni schifose, con le classiche foto di Bruce Lee ed Yip Man come marchio di fabbrica?!

Finalmente ognuno dei due lati della stessa moneta deve seguire la regola d'oro: se funziona sarà da utilizzare, altrimenti sarà scartata, e prima di farlo dovrà essere trovato qualcosa di sbagliato al suo interno, prima di essere scaricata completamente. Ecco, io credo che per poter seguire l'addestramento, dobbiamo stare nel mezzo, per virtù della nostra crescita.

giovedì 9 settembre 2010

[Video] Quando parlo di struttura penso a...

Penso a Tsui Sheung Tin! Credo che non ci sia bisogno di presentazioni...viene chiamato spesso anche "il re della Siu Nim Tau". Date un'occhiata alle potenzialità di quest'uomo! Massimo rispetto per chi si muove in questa maniera!

mercoledì 8 settembre 2010

[Video] Si respira un'aria pulita

Grazie al cielo ci sono diversi video su YouTube che ti fanno respirare aria pulita, dove trovi Maestri cinesi in gamba, i quali portano avanti le tradizioni familiari in modo serio, ma in un clima assolutamente sereno. Mi pare porpio questo il caso di Siu Shui Ming, uno degli eredi del Gran Maestro Chu Chung Man.

Guardate come si muove, il suo utilizzo del bacino, i movimenti delle mani e delle gambe. Mi rallegra che ci siano ancora Maestri appassionati che praticano in questo modo. Benvengano!

Stretti in un solo abbraccio

Caro Marco,
la perdita di un genitore è uno degli eventi che più ci turbano. Ci si sente soli ad affrontare la vita. In questi momenti dobbiamo far venire fuori il 'guerriero' che sta dentro di noi, perché dobbiamo prendere coraggio e continuare a vivere. 

Il ricordo di papà Mario ti accompagnerà per sempre, non sarai mai solo. La perdita è solo uno stato di passaggio, così come è uno stato di passaggio la vita.
Tutta la tua comunità marziale ti porge le più sentite condoglianze, Fratello, e rimane a disposizione per qualsiasi necessità tu mostrassi. 

L'uomo è solo, ma si circonda di altri uomini per vivere meglio la sua permanenza sulla terra. Tu hai una comunità che ti vuole bene, ti stima e ti è vicina.


Ti dedichiamo l'immagine dell'ideogramma cinese Ying, il 'coraggio', dove è disegnato un uomo con le braccia aperte, in piedi, totalmente solo in un grande spazio aperto ricoperto dall'erba. L'ideogramma ci invita ad affrontare il nostro stato di solitudine, caro Fratello. La tua comunità ti è vicina, per farti sentire meno solo in questo brutto momento. 

Un saluto pieno di affetto va a te, a tua madre, a tuo fratello ed a tutti i tuoi cari, che hanno perso Mario. 

La tua comunità marziale

martedì 7 settembre 2010

[Video] Un vento gelido...

...nell'aria, quando siamo costretti ad assistere al solito modo di fare della maggior parte degli insegnanti di WingTsun: allievi malmenati, posizioni fisse, Chi Sau inutilizzabile in combattimento e...chi più ne ha più ne metta! Stavolta vediamo il Gran Maestro Kernspecht in azione ad Hockenheim, proprio quest'anno, durante un seminario.

 

  















Che possiamo dire? Le dimostrazioni vengono effettuate sempre e solo da distanza corta, con contatto già preso. Gli allievi si fanno menare senza tentare neanche di difendersi. Non viene mai spiegato un passo, dico uno, del sistema... Sono davvero rammaricato.

lunedì 6 settembre 2010

Qualcuno mi dica che senso ha!

Qualcuno mi aiuti a capire il senso dell'allenamento che segue! Io ho provato, ma non ci sono riuscito. Ho passato diversi anni ad allenare in questo modo le cosiddette 'sezioni di Chi Sau', prima di sperimentare autonomamente un metodo per dare un senso alle cose che prima non ne avevano... Nel video vedrete la prima sezione di Chi Sau del sistema Leung Ting, in modo totalmente scorretto e privo di qualsiasi senso logico e strategico.



Ora, a me sta bene tutto, rispetto tutti e non voglio assolutamente denigrare nessuno, ma sta di fatto, cari amici, che se qualcuno pensa davvero di impare il Wing Chun allenandosi in questo modo, mi sa che ha sbagliato strada.

Non parliamo, poi, dell'utilizzo di guanti assolutamente inutili ai fini di questo tipo di allenamento. La struttura corporea è assolutamente inesistente. Non ci sono movimenti d'anca. Non c'è alcun tentativo di prendere il lato cieco dell'avversario-compagno di allenamento.

Insomma, la solita tiritera che ha girato in Europa e che tuttora imperversa, nata non si sa dove (o lo sappiamo benissimo e vogliamo continuare a negarlo?), utile solo a taluni 'maestri' per racimolare qualche euro, pur di vendere queste fantomatiche tecniche come basi per avanzare nella conoscenza di un'Arte, la quale, via via, ha sempre meno da dire, visto che stanno comparendo decine di video su internet, che spiegano nei minimi dettagli tutte le sequenze.

Rimane parecchio rammarico in chi, come il sottoscritto, ha una grande passione per quest'Arte Marziale, sempre più ridotta a giochini di braccia, senza alcun tipo di utilità e senza alcuna metodica di allenamento consona alla preparazione degli Allievi. Qualcosa sta cambiando nel mondo del Wing Chun? Non mi pare. Ci riuscirà qualcuno? Ho sempre più dubbi.