sabato 15 maggio 2010

Poon Sau e Poon Kiu

Nel settembre dello scorso anno iniziai a parlare del Poon Sau, ricevendo qualche suggerimento e scambiando pareri con praticanti esperti di questo sistema. Avendo dei giovani nuovi praticanti in palestra, ritengo opportuno approfondire il discorso, per permettere una corretta comprensione dell'esercizio e, se possibile, una spiegazione precisa sul motivo dell'introduzione nella didattica.

Il cosiddetto /pùhn sao/ ha spesso portato i praticanti a sbagliare completamente l'azione di 'rolling', perdendo del tempo prezioso. Grazie agli studi dei miei Maestri, oggi alleno correttamente l'azione, avendone capito il senso, e insegno ai miei Allievi a servirsi di questo metodo di lavoro per sviluppare la pressioni e la tensione dinamica.

Come avrete capito, leggendo il post di settembre, io sono tra coloro i quali ritengono che nel sistema codificato dal Maestro Yip Man l'esercizio entrò dopo che ebbe conosciuto i 18 concetti di ponte (i Kiu Sau), dei quali il Poon Kiu è il quarto, in ordine di studio, in coppia con Da Kiu (colpire).

Yip Man utilizzò uno dei principi cardine della linea che siamo soliti chiamare Weng ChunPoon Kiu ("piegare il ponte"), specializzandosi in questo tipo di lavoro. Lo circoscrisse nell'altezza media del corpo (che chiamiamo Man, uomo, nella tripartizione 'cielo, uomo, terra'). Diede così vita all'esercizio che ci ritroviamo a praticare tutte le sere in palestra. Non è un caso, infatti, che i Maestri delle varie famiglie di Weng Chun, intervistati, rispondano in modo diverso a seconda dei contatti con la linea Yip Man...il "Poon Sau c'è", il "Poon Sau non c'è"...dipende dai casi...

Si Jo Leung Ting, poi, essendosi trovato di fronte a gruppi sempre più numerosi di studenti, pensò di partire dal Poon Sau per farli allenare, per poi passare ai movimenti codificati, che gli avrebbero consentito di non scordarsi di insegnare qualche cosa ai suoi Allievi. Ed ecco la nascita delle sezioni di Chi Sau...

La cosa più importante da capire quando si esegue il Poon Sau è che la gestione del corpo è la conditio sine qua non per poter proseguire con l'utilizzo dei passi, per sviluppare azioni offensive e difensive, a contatto. Ecco, allora, che si rende necessario comprendere l'uso e la gestione dei passi, i quali, se allenati con qualità ed in quantità, permettono un uso più razionale delle braccia, con minore dispendio di energia.

Il fatto che il concetto di Poon Kiu venga dopo Da Kiu mi pare uno dei dati su cui necessita porre l'accento. Se esiste un contatto tra le nostre braccia e quelle dell'avversario è solo perché abbiamo tentato di colpirci e, di conseguenza, ci siamo 'appiccicati'. Non dobbiamo perdere di vista questo fatto che è preliminare, ma indispensabile per eseguire l'esercizio. Se lo perdiamo di vista, finiamo per ruotare le braccia a vuoto, senza senso. Ogni azione di 'rolling' nasce dall'esigenza di trovare un varco per tornare a colpire (Da Kiu): non scordiamolo.

Siccome si tratta di un esercizio, è chiaro che la situazione è falsata in partenza, perché si tratta di rimanere di fronte all'avversario, cosa che non faremmo mai in una situazione reale, dove abbiamo l'obbligo di prendere l'angolo cieco. Eppure il lavoro è fondamentale, perché ci aiuta a creare quella pressione in avanti così utile durante le fasi concitate dello scontro, per istintivizzare dei movimenti offensivi e difensivi.

Non sottovalutiamo neanche il fatto che But/Tiu sia la coppia che precede Da/Poon. Ciò ci dovrebbe far comprendere che in ogni azione dobbiamo privilegiare un ponte esterno o interno. Su questo, però, dovremo tornarci, perché costituisce la base per comprendere appieno le azioni che si generano dalle aperture delle sezioni di Chi Sau.


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