Mesi fa iniziai a parlare del Mui Fa Jong (qui). Vorrei continuare ad approfondire il tema. Il fiore di prugno ha un significato rappresentativo dello spazio in cui ci muoviamo. Possiamo intenderlo come una rappresentazione sincretica dello spazio. Non è una forma codificata di passi, non ha nomi specifici. Utilizziamo dei sostantivi solo perché dobbiamo imparare ogni singolo movimento. Potremmo usare solo dei segni grafici per intendere il tipo di passo da analizzare in una data azione...
Altrettanto potrebbe essere detto dei cinque elementi, rappresentazione arcaica di principi fisici, tentativo riuscitissimo di esprimere teoricamente cio che non è rappresentabile nella realtà. Così il fiore di prugno è l'essenza minuscola dei movimenti. Non è uno schema, ma un'indicazione sul da farsi.
Molto probabilmente l'utilizzo del fiore di prugno è legato a Ng Mui, anche se non so ancora bene si si possa trattare di un personaggio oppure di una tecnica o di altro. Allo stato attuale delle mie conoscenze, non posso dirlo con certezza. Eppure, se pensiamo ai nomi dei 5 famosi Monaci, ognuno esprime delle abilità. Ng Nui, per rimanere all'esempio, potrebbe essere il soprannome di un Monaco (o di una Monaca) bravissimo nel muoversi nelle cinque posizioni di base.
Già, perché secondo alcuni Maestri cinesi, quando si parla del fiore di prugno si fa riferimento alle posizioni, considerando i paletti solo come un metodo per allenarle. Non a caso, se pensiamo al passo strisciato, sarebbe improponibile eseguirlo sui paletti, eppure è così importante nel nostro sistema!
Oppure riflettiamo sul passo a freccia: visualizziamo lo spostamento della nostra posizione. Non ci stiamo muovendo sul fiore, ma è il fiore stesso che si è mosso nello spazio con noi. Questo per dire che non ci si deve fissare sulla natura schematica degli esercizi, ma bisogna interiorizzare un modo di muoversi, per non ripetere meccanicamente solo delle tecniche.
Per fare un buon lavoro, dovremmo redigere un bel manuale con il nome delle posizioni ed il nome dei movimenti, per evitare di mischiarli. Bisogna aver ben chiaro nella mente che ogni petalo costituisce una posizione, una collocazione del peso, non un passo in sé. Le linee direzionali che andremo a prendere, dopo aver collocato il peso, nascono proprio dal petalo del fiore.
2 commenti:
ciao, trovo molto interessante il tuo pensiero in merito ad un manuale con il nome delle posizioni, analoga cosa a mio parere andrebbe fatta con le tecniche. Mi rendo conto però che questo deriva dalla tipica mentalità occidentale, i cinesi ragionano in modo completamente diverso, per loro non ci sono schemi precisi, loro praticano e basta: questa forse è una delle maggiori difficoltà per un occidentale nell'apprendimento del kung fu tradizionale (piccola considerazione personale).
rimango cmq dell'idea che scrivere alla nostra maniera sia un ottimo modo per imparare una serie di nozioni altrimenti difficili da capire.
Sì, questa è una cosa che voglio approfondire con te perché è difficile capirsi dato che ognuno usa nomi diversi per i passi. E poi nessuno spiega mai la differenza tra peso e baricentro agli allievi. Serve chiarezza.
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