lunedì 16 agosto 2010

20 anni per studiare un sistema?!

Mi è capitato davvero tante volte di leggere critiche e polemiche al sistema di Leung Ting (WingTsun) in merito alla tempistica di apprendimento dello stesso. Alcuni parlano di 15, altri di ben 20 anni per completarlo. Completare un sistema significa solamente conoscerne tutti i movimenti, le forme e le applicazioni. Significa anche saper mettere in pratica il tutto? Non sempre, diciamocelo chiaramente.

Per molti "terminare il sistema" è un vero e proprio incubo. Ho ricevuto io stesso diverse richieste da parte di vecchi praticanti che mi hanno pregato di insegnare tutto il sistema...chi mi conosce lo sa che sono proprio contrario a questo mercimonio delle forme e dei movimenti (vi ricordate lo storico post sul 'Signor G' o l'altro 'Professionisti o venditori di fumo?'?).

Non parliamo, poi, dei miti che sono stati costruiti intorno all'uomo di legno, al palo lungo ed ai coltelli a farfalla! Se ti fai una bella foto con questi attrezzi e la metti sul web, ecco lì che piovono le richieste per "completare il sistema"! Eppure conosco gente che ha messo queste foto pur non conoscendo niente di ciò che riguarda questi attrezzi!

Nell'era di internet, in sostanza, basta farsi qualche ora privata con qualche Signor G, due foto ed ecco lì che "dimostri di aver terminato il sistema"! Amen, con buona pace di tutti quelli che si spaccano la schiena per cercare di allenarsi seriamente! Il bello è che le forme "alte" (già, per alcuni ci sono anche altezze diverse per ogni forma...) vengono vendute a prezzi esorbitanti, anche se pare che i prezzi si siano abbassati parecchio negli ultimi tempi, forse da quanto 'Qualcuno' ha asserito pubblicamente di aver appreso le forme e le applicazioni in soli 3 giorni...senza dire di averle rivendute subito dopo - a cifre spropositate - a mezza Europa...

Bella la storia del coltelli, soprattutto, alla quale sarebbe da dedicare un post a se stante per quante ce ne sono da raccontare! Ma oggi non è il caso, voglio parlare del "sistema" in generale e di quanto sia il tempo per 'finirlo'. In molte scuole di Wing Chun è noto come sia necessario essere uno studente avanzato per poter accedere agli insegnamenti delle armi e del manichino, eppure la ricerca storica indica invece come questo approccio sia spesso infondato e assolutamente controproducente per l'apprendimento dell'Arte.
Se, come abbiamo più volte detto, il Wing Chun era uno stile assolutamente avanzato all'interno del Tempio di Shaolin, dobbiamo dedurre che gli studenti che venivano accettati per essere addestrati non erano assolutamente principianti, ma possedevano un addestramento pregresso nelle altre Arti di Shaolin!

Nelle correnti originarie del Wing Chun (Chi Sim e Hung Fa Yi), le armi venivano insegnate non appena lo studente dimostrava le attitudini e le conoscenze basilari. Entrambi i sistemi si focalizzano su principi e concetti, che possono essere applicati indifferentemente nel lavoro a mani nude e in quello armato. Nel passato, quindi, i marzialisti che apprendevano il Wing Chun necessitavano di apprendere immediatamente le armi per la necessità di sopravvivere.

Apprendere le armi alla fine del sistema (in particolar modo dopo 20 anni di pratica) è una mistificazione commerciale del sistema, niente di più, niente di meno. Appena posso, io faccio prendere confidenza con il Luk Dim Poon Kwan ai miei ragazzi, proprio per permettere loro di abbraviare i tempi biblici di apprendimento che ci sono in Italia!

I principi contenuti nelle armi si applicano nella corretta esecuzione delle tecniche a mani nude, ergo, non insegnare le armi significa non padroneggiare, né conoscere, né poter divulgare correttamente i movimenti a mani nude, secondo me. Ecco dov'è la radice storica per la quale io inizio a sostenere la tesi di chi dice da tempo che il Wing Chun non si possa insegnare correttamente senza la conoscenza del sistema nella sua interezza. Non mi interessa che un insegnante mi dimostri di consocere la forma, cioè un insieme vuoto di movimenti, ma che mi dia le conoscenze di fondo dell'utilizzo di un dato attrezzo (manichino, coltelli e palo) o di una serie di tecniche, di principi o di concetti.

Ammetto, però, che questa paranoia che dei 20-30 anni per finire il sistema è nata in seno al LT system. In realtà bisognerebbe riuscire a convincere il mondo di quelli che si approcciano al Wing Chun che finire il sistema è solo l'inizio, non la fine del percorso come avviene in parecchie Scuole...

Si tratta dell'inizio, perché solo chi ha finito il sistema ha compreso i principi del Wing Chun nella loro totalità e può quindi cominciare ad allenarsi seriamente. Contemporaneamente ha la possibilità di iniziare alla pratica i principianti, poiché conosce i principi del sistema in maniera completa.

Finire il sistema è la conditio sine qua non per insegnare correttamente le cose, diciamocelo. Nella realtà il sistema dovrebbe essere terminabile con una pratica seria e costante in 5-6 o, al massimo, 7 anni, per poi passare alla pratica vera del sistema. Chiaro che con le 3 orette settimanali di allenamento i tempi si allunghino! Di sicuro, però, non saranno 20 anni!

15 commenti:

Unknown ha detto...

Concordo su tutto! Senza conoscere bene le forme con le armi non puoi usare niente del wing chun. Non c'è altro da dire. Di solito noi "finiamo" il sistema in 3 anni, ma nel senso che gli allievi hanno visto tutte le forme (l'omino nel wong shun leung ha la forma al contrario e si insegna dal primo anno, assieme alla seconda forma, le altre a seguire). Non che le sanno applicare. Per quello di solito ci vogliono almeno 5 o 6 anni. Però è verissimo che specie nel LT c'è gente che dopo 20 anni ancora non sa combattere! Colpa del business e di "gran maestri" che conoscono solo forme vuote, che non hanno capito i principi e continuano a diffondere sistemi mutilati e inutili ai fini del combattimento.
E' un grande peccato e fa del male a tanti ragazzi pieni di voglia di imparare e al sistema stesso.

Giulio ha detto...

In che senso forma al contrario?

Unknown ha detto...

Nel senso che le sezioni dell'uomo di legno sono insegnate dall'ultima alla prima. Questo perché secondo Wong Shun Leung, l'ultima sezione è quella più utile e che "mette insieme tutto il sistema", quindi anche un principiante può allenarla e iniziare a capire da subito il wing chun. Poi è ovvio che più sei esperto, più avrai giovamento dall'allenamento all'omino, ma prima inizi meglio è.

Giulio ha detto...

Ti ringrazio molto per la spiegazione!

Unknown ha detto...

Figurati, siamo qui apposta.

wingchun4ever ha detto...

sangre dipende dal lineage... nel mio le forme con le armi non aggiungono nulla a quelle precedenti e si combatte benissimo senza doverle necessariamente conoscerle. quanto al saperle applicare beh... al mondo ci sono pochissime persone che lo sanno fare sul serio, nessuna in 5 o 6 anni, specie in lineage di provenienza ym.

Unknown ha detto...

Scusa Wingchun4ever, ma mi sembra strano quello che dici riguardo le forme con le armi. Io non mi riferisco al combattimento armato, ma all'uso del corpo che cambia quando si usano il lungo palo e i doppi coltelli e che è importante conoscere anche quando si combatte a mani nude. Riguardo al tempo d'apprendimento, dipende sempre da quanto ti alleni, ovvio che con le classiche 2 ore a settimana sia dura imparare in pochi anni, su questo ti dò ragione. Allora scusa, se non vi servono a niente cosa le studiate a fare?
Io comunque l'ho sempre detto che il mio lineage non è proprio il wong shun leung canonico e ci sono elementi extra ym.
Ipotizzo che tu pratichi il William Cheung poiché in quel lineage il footwork viene già insegnato dalle prime forme, però guarda che il footwork non è tutto, serve anche un uso del corpo un po' diverso più si va avanti. Però se quel lineage te lo insegnano bene, diciamo che alcune cose le impari prima di altri, quello sì, però ti consiglio di non sottovalutare la grande importanza del lungo palo.

wingchun4ever ha detto...

si pratico in parte il cheung, certo il footwork non è tutto ma una grossa fetta del sistema, ma tutto è collegato con tutto. studiando il mio lineage molto spesso non imparo prima di altri, imparo ciò che altri non sanno nemmeno che esiste (soprattutto in europa) non sottovaluto nulla ma il palo non è nulla più di un palo... quanto è lungo? 3 metri era un remo di giunca... le posizioni sono quelle classiche shaolin il footwork è mutuato dal fatto che il mio avversario è lontanissimo, si usa solo da un lato... sviluppa muscoli e tendini, precisione e resistenza, ma per ognuna di queste abilità ci sono esercizi migliori... i coltelli sono più importanti ma è un ripasso di ciò che già conosco a mani nude... per strada non ho ne i dao, ne un palo intrasportabile... al limite una glock 21 in 45 acp... e purtroppo a volte anche i miei nemici.

Unknown ha detto...

No, evidentemente non sono riuscito a spiegarmi. Non è un fatto di palo scomodo da portare in giro, nè di posizioni, nè di footwork. Il mio modo di studiare le armi non è finalizzato al combattimento armato, ma allo sviluppo di un diverso uso del corpo che ti permette di aumentare la tua potenza e rende i movimenti sempre più piccoli, economici e diretti (non sto parlando di precisione o resistenza, bada bene, ma di tecnica portata all'estremo anche in relazione ai vettori). Ma da quello che leggo tu non conosci questa cosa oppure non ci capiamo. No problem, se vuoi la approfondiamo in altra sede.

wingchun4ever ha detto...

Ah così è più caro, ora ho compreso meglio... si sono d'accordo con te su quello che hai appena scritto, posso dirti che è lo spirito con cui mi sono state trasmesse tutte le forme nessuna esclusa, e nel chi sao in tutte le sue varianti, ma quando sono arrivato alle armi il lavoro di cui parli lo avevo già compiutamente affrontato, non so se riesci a comprendermi... ci sono mille modi per sviluppare lavori diversi lavori nel wing... dall'utilizzare solo un braccio o una sola gamba, dallo stare al buoi o bendati, o utilizzando resitenze come elastici e pesi, all'utilizzare la pedana coi pali ecc... sono d'accordo con te, mi stupiva solo sentire parlare del palo come di una panacea... tutto quì...

Unknown ha detto...

sono perfettamente d accordo con riccardo, il problema è sempre lo stesso e riguarda il kung fu in generale, wing chun, hung gar, choy li fut...internet è usato sempre a proposito in questo senso, presunti maestri che imparano da video, robe simili...concordo anche sul discorso del tempo, tutto è relativo a quanto uno si applica e si allena (sempre premettendo che abbia un maestro serio degno di tale nome); alla fine non si smette mai di imparare, la pratica deve rimanere costante nell arco della vita, finire o non finire il sistema non vuol dire nulla ai fini dell abilità marziale, ciò che conta è avere solide basi, conoscere e comprendere i principi dello stile con la mente e con il corpo, il resto viene di consegueza

Unknown ha detto...

Il palo non è una panacea, ed è vero che se ti spiegano bene le forme, tante cose le vedi già e con il palo le porti solo a compimento, diciamo così. Poi comunque avendo praticato diversi lineage, mi sono reso conto che sono tutti uguali o quasi. Quello che cambia è "buon wing chun" e "cattivo wing chun". Per esempio, nel Cheung ci sono forme diverse, ma anche nel Go Lau...eppure sempre di wing chun si tratta! La vera difficoltà oggi in Italia secondo me è riuscire a trovare un maestro che conosca bene lo stile e per intero. E se poi fosse possibile, fare opera di cultura e mettere insieme tutto smettendola di dire "il mio lineage è meglio o più completo" perché le nozioni che ci servono sono nelle singole tecniche più che nelle forme, anzi, sono nei concetti. Piuttosto è interessante analizzare le differenze tra i lineage in relazione alla didattica. Ovvero, William Cheung ha messo il footwork in tutte le forme e ciò è bene. Wong Shun Leung ha girato la forma all'omino rendendola migliore come ausilio didattico e ciò è bene. Vediamo un po' tutti i grandi maestri come hanno migliorato (non solo personalizzato, ma migliorato per tutti noi) la didattica e sfruttiamo la cosa.
Per esempio, io pratico il WSL ma la rotazione la faccio a 45 gradi (90) non a 90 (180) come di solito viene fatta nella seconda e terza forma. Capito cosa voglio dire? E se ciò vorrà dire creare un lineage nuovo mischiando tutto, a me non interessa, mi importa che la gente capisca cosa è il wing chun e possa quindi smetterla di farsi fregare come spesso avviene. Alla fine economia ed efficacia sono i nostri tratti distintivi e apprezzo il Go Lau proprio perché in una forma, a livello didattico, hanno tutto!

Giulio ha detto...

Ho visto qualcosa del Go Lau e mi è parso molto interessante è un peccato che in Italia non sia insegnato...

Unknown ha detto...

E' molto interessante a livello didattico, però non aggiunge niente di nuovo. Una volta ho visto un bel documentario in cui un ragazzo mostrava la forma e le san-sik. La forma è un mix di tutte le altre, comprese coltelli, bastone e omino e le san-sik sono applicazioni più o meno elaborate per aiutarti a combattere fin da subito (però tanti maestri insegnano già con questo metodo anche se non così codificato). Oggi si pensa che le forme identifichino uno stile (vale per ogni stile di kung fu) ma sono solo uno strumento didattico.
Il problema c'è quando qualcuno si dimentica un pezzo, oppure non te lo spiega, oppure tu non lo capisci e in questi lost in traslation si perdono nozioni importanti. Per esempio quando praticavo lo stile di Moy Yat, le forme differivano leggermente da quelle del Wong Shun Leung, in pratica un paio di palmate erano date alle costole invece che al volto e si accentuavano molto le spazzate eseguendo i passi della terza forma. Oppure il Chi Gerk: molti lineage non lo usano, però io ho notato che con alcuni ragazzi fa comodo, ma proprio solo come ausilio didattico, come gioco se vuoi, poi per insegnare davvero a usare le gambe ci sono altri metodi migliori. Ma più cose si sperimentano e più abbiamo la possibilità poi di farci la nostra idea, altrimenti si rischia di rimanere con la mente chiusa e per un combattente è il peggiore degli errori.

Giulio ha detto...

Penso che alla fine tutti i sistemi tradizionali contengono sempre gli stessi movimenti, qualcuno fa la forma in un modo, qualcuno fa la palmata ad un'altra altezza ecc... La questione è sapere bene cosa c'è dietro questi movimenti e saperli usare, il punto d'arrivo è lo stesso. Tutto il resto è dovuto a preferenze dei maestri, esigenze d'apprendimento dell'epoca in cui i vari wing chun sono stati codificati.