Da tanto tempo cerco informazioni sui vari saluti tradizionali cinesi e penso di essere arrivato ad un punto decente. Voglio quindi condividere i punti essenziali dei miei attuali studi, nella speranza che qualche Maestro o qualche anima pia voglia o possa darmi una mano per sistematizzare i miei appunti di viaggio.
Partiamo dall'idea centrale: il saluto nelle Arti Marziali Tradizionali Cinesi riveste grande importanza. Esistono molti modi per effettuare i saluti tradizionali, alcuni caratteristici di particolari Scuole o di regioni della Cina. Il principale e più diffuso è rappresentato dall'unione della mano sinistra aperta con la destra chiusa a pugno, simboleggianti l'unione del Sole con la Luna. A livello esoterico quest'unione indica l'armonia del cosmo, l'unione del corpo e spirito ovvero la compenetrazione di Yin e Yang.
Il rito del saluto può esser detto 禮 [lǐ], che indica propriamente la cerimonia, la cortesia, il rituale stesso. Viene scritto Lai in cantonese ed ha una forma semplificata in 礼 [lǐ], che deriva da 礻(示 shì), l'altare, and 乚. La parte destra, 乚, è la forma semplificata di 曲 sopra a 豆, che rappresenta un vaso pieno di fiori, offerto in sacrificio agli dei.
Il rito del saluto può esser detto 禮 [lǐ], che indica propriamente la cerimonia, la cortesia, il rituale stesso. Viene scritto Lai in cantonese ed ha una forma semplificata in 礼 [lǐ], che deriva da 礻(示 shì), l'altare, and 乚. La parte destra, 乚, è la forma semplificata di 曲 sopra a 豆, che rappresenta un vaso pieno di fiori, offerto in sacrificio agli dei.
All'interno del Kwoon il saluto effettuato dagli Allievi al proprio Maestro (o fra di loro) riveste il significato di rispetto e di fratellanza. Sicuramente rappresenta un segno di pace, non solo nei riguardi di chi si ha di fronte, ma anche nei riguardi di noi stessi; è la pace interiore, l'equilibrio che ci prefiggiamo di raggiungere nella ricerca dell'armonia, il vero fine delle Arti Marziali. Quando si cammina verso questa mèta il WuShu diventa ricerca della consapevolezza di se stessi.
A livello storico molti ricercatori datano la nascita del saluto intorno al XVII secolo. Durante il periodo di dittatura della dinastia Ching, tutte le sètte erano contro gli oppressori. Adottarono tutte il motto "abbattiamo i Ching, restauriamo i Ming". Ricordo che i Ming regnarono tra 1368 e 1644 e questo viene considerato un periodo di splendore per la Cina.
Da questo motto deriverebbe anche il saluto dello stile Hung Gar, per esempio: le mani rappresentano il giorno e la notte (o il sole e la luna), i cui caratteri cinesi formano l'ideogramma Ming. Il portare le mani al torace sta ad indicare l'essere contro i dominatori stranieri e avere il cuore per la Cina ("siamo contro i dominatori stranieri e i nostri cuori sono per la Cina"). Il portare i pugni ai fianchi, invece, sta ad indicare che con l'unione si può riuscire a liberare il paese ("combattendo insieme possiamo riprendere il nostro paese"). Il saluto, in questa interpretazione, indica la volontà di rovesciare i Ching (le tenebre) e ripristinare i Ming (la luce). All'epoca della ribellione dei lealisti Ming contro i manciù il pugno chiuso rappresentava le forze positive (Yang) e il palmo le forze negative (Yin). L'incontro del sole e della luna era quindi, in un gesto molto semplice, mostrare il proprio attaccamento alla causa rivoluzionaria e realizzare la formula Fan qing, fu ming ("Rovesciate i Qing, restaurate i Ming!").·
Al di là della possibile ricostruzione storica, che non è nei miei intenti principali, è importante considerare il saluto nelle arti marziali come forma di cultura, che affonda le sue origini nella tradizione di un popolo. Se pensiamo alla vastità del territorio Cinese, alle sue etnìe, alle varie influenze religiose, all’appartenenza a sètte segrete, ci accorgiamo subito che la creazione di molteplici metodi di saluto fu quasi ovvia. Ci si inchina, si uniscono i pugni o i palmi delle mani, la mano avvolge il pugno, si ruotano le braccia e le mani in gesti vigorosi e forti o veloci e leggeri, etc.
Le gestualità differenti nascondono un unico spirito, che significa rispetto, coraggio, forza, umiltà e appartenenza ad un codice d’onore. La complessità e la gestualità in tali saluti è anche un segno di riconoscimento o di distinzione tra praticanti di una stessa disciplina o provenienti da particolari luoghi. Identifica anche l'appartenenza a sètte segrete. Per molte Scuole marziali tradizionali i movimenti del saluto sono codificati: l'esecuzione si poteva eseguire solo dopo un duro apprendistato a riconoscimento d’appartenenza a quella famiglia, scuola o disciplina.
In altre pratiche, si accompagna al rito del saluto la recitazione d’alcuni propositi rivolti alla bontà, umiltà, compassione e coraggio. È evidente la traccia di un’influenza di concetti religiosi che si sono fusi con le pratiche marziali tradizionali. Si modellò cosi il rito del saluto oltre che i contenuti della pratica. Tipico per esempio è il saluto di Siu Lam.
Alcune discipline marziali hanno sussunto concetti di religioni e filosofie. Il saluto a volte diventa una piccola cerimonia, quando, ad esempio, è eseguito tre volte (Saam Bai), specialmente nelle Scuole che seguono la filosofia confuciana o quella buddista. La tradizione vuole il primo saluto rivolto ad un’entità suprema, il secondo agli avi e il terzo al proprio SiFu.
Oggi il saluto che si usa nelle Scuole si esegue in posizione eretta, piedi uniti, mano sinistra aperta e distesa, mano destra chiusa a pugno, unita alla sinistra di fronte al petto. La simbologia della mano sinistra aperta contro il pugno opposto viene spiegato dai più così: il pollice della mano sinistra, piegato sul lato, indica che non vi è superbia e arroganza, le quattro dita unite e tese rappresentano le quattro doti di moralità, intelletto, salute e abilità, utili per una buona pratica. Il pugno destro chiuso simboleggia audacia e potenza, il palmo sinistro appoggia sul pugno con il preciso intento di non tramutare l’audacia in confusione e la potenza in violenza. Il cerchio che si forma tra braccia e petto simboleggia nobiltà d’animo e unità tra praticanti di Arti Marziali. Il saluto è eseguito in atteggiamento marziale una sola volta tra studenti e maestro all’inizio e alla fine della lezione. Molte scuole tuttavia eseguono il proprio saluto di stile, conservando la storia della propria pratica.
Ricordiamoci sempre che il saluto è un segno di rispetto e fa parte dell'etica marziale (WuDe). Se lo consideriamo talo, esso rappresenta un segno d'appartenenza, una specie di patto morale che lega i praticanti tra di loro in una sorta di giuramento solenne. Il saluto è una forma rituale, che racchiude l'essenza della pratica. Il simbolo è una proiezione, è un linguaggio muto, riflesso della tradizione e dell'ordine cosmico, che permette di svelare l'essenza stessa delle cose, di trovare un fondamento che delimiti il percorso tradizionale.
Il saluto è anche una tecnica marziale. In realtà il pugno e il palmo sono pronti all'uso: la mano può afferrare (Kam Sau), deviare (Taan Sau), mentre il pugno può contrattaccare (Da) in caso di aggressione improvvisa. Il saluto è un segno di rispetto, ma può anche essere un invito al combattimento, ciò dipende dal modo di eseguirlo...
Nelle arti marziali cinesi il saluto riveste un ruolo essenziale poiché dà inizio e pone termine a ogni tecnica. "Iniziare e terminare con cortesia" è un antico precetto cinese che ha conservato tutta la sua importanza. In una Scuola (Guan in mandarino e Kwoon in cantonese), si impara subito a salutare, come è necessario fare all'inizio e alla fine di ogni lezione o prima dell'esecuzione di una forma.
Il saluto va sempre eseguito con calma, concentrazione e secondo un cerimoniale prestabilito. È un segno di rispetto verso l'altro, oltre ad essere un segno di autocontrollo. Costituisce in sé anche un momento di transizione, sia di preparazione al combattimento, sia di ritorno alla calma dopo l'assalto.
Il sole (Ri) e la luna (Yue) sono l'origine simbolica del saluto, abbiamo detto. Il nome stesso di saluto contiene la prima nozione fondamentale che insegnano le arti marziali: il saluto è nel rispetto e il rispetto inizia con il saluto. La nozione di rispetto include la reciprocità; gli allievi salutano l'insegnante, ma anche questi deve salutare gli allievi.
3 commenti:
Bello che tu abbia fatto un articolo sul saluto. A me hanno sempre detto che le mani unite una sopra l'altra ma tutte e due chiuse a pugno con i pollici richiusi sopra all'interno rappresentano il tao, l'armonia e il fatto che non ci stiamo apprestando ad uno scontro ma ad un incontro. Mentre le due mani come le hai indicate tu, ovvero una chiusa e l'altra aperta è il saluto che si usa quando ci si appresta a combattere contro un nemico che si odia e di cui si desidera l'annientamento, per questo non rappresenta l'armonia del tao. Viene chiamato anche "saluto irrispettoso", al contrario di quello con le mani chiuse che viene fatto in palestra o verso i maestri.
quello che mi pare di ricordare è che ha-tha di Hatha Yoga significhi proprio:Sole-Luna
Guido
La mia esperienza è proprio piccola; te la riporto sperando possa in qualche modo esserti utile.
Ho avuto un istruttore di Tai Chi Chuan dello stile "Vera Sintesi", si chiamava Franco e insegnava a Firenze in una palestra non specializzata in Arti Marziali. A mio parere era molto bravo.
Il saluto che ci ha insegnato era come quello che hai descritto tu, ma Franco glissò su Sole-Luna, spiegandolo come la unione di buona disposizione d'animo (mano sinistra aperta) e volontà di imparare la disciplina marziale (pugno destro); nell'unione il pugno piega il pollice della mano sinistra per indicare umiltà, il più forte si inchina davanti ai più deboli.
In un'altro corso di Tai Chi, stile Chan mi sembra, alla lezione di prova hanno dato un altro senso del saluto, con movimenti assai ampi e senza contatto fra le due mani (il duro e il morbido si incontrano, il morbido scioglie il duro).
Infine nel mio corso attuale di Wing Tsung (Emas), devo dire che semplicemente le mani non le usiamo, restano ai fianchi come si vede nelle scuole giapponesi di karate o judo. È importante invece la distanza: nel saluto a due, si deve stare il più vicino possibile ma sempre oltre la distanza di calcio.
Solo il Maestro Mattioni quando si inchina ci saluta unendo i palmi aperti, in un modo che ricorda il saluto dei bonzi tibetani. Ignoro il senso di questo gesto e del perché normalmente noi non mettiamo le mani avanti, dato che sono anche una prima difesa-attacco, in teoria.
Ti ho scritto solo per aggiungere informazioni alla tua "biblioteca mentale", sperando di non tediarti.
Buona serata!
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