Target? Marketing? Business Plan?! Di che cosa stiamo parlando?! Ma non era un blog dedicato alle Arti Marziali?! Già, cari amici, qui sta il problema! Io vorrei parlare sempre e solo di Kung Fu, del Wing Chun, eppure certi giorni non posso fare a meno di commentare l'attuale situazione in cui versa il nostro ambiente, non solo in Italia, purtroppo...
Partiamo da un dato di fatto: se nessuno entra nel tuo Kwoon, non puoi essere un Insegnante. Su questo non ci piove. Cosa facciamo noi, allora? Chiunque si ponga l'obiettivo di diventare un professionista nel campo ha l'obbligo di pubblicizzarsi ed anche su questo non ci piove. Ora, però, bisogna analizzare bene il modo in cui uno crea la pubblicità, cosa vi mette dentro e, soprattutto, quanto del proprio tempo dedichi a questa attività.
Il dramma, a parer mio, inizia quando si inizia a vendere alla massa un sistema completamente inutile, incentrato solo su movimenti privi di senso, privo di concetti e principi. Quando si parla di marketing, facendo riferimento ai proprio Allievi o al mercato dei possibili acquirenti, l'Arte Marziale si trasforma in un business. Io non sono tra quelli che critica il professionismo e, di conseguenza, il lavorare come Insegnante, ci mancherebbe altro! Io critico la trasformazione dell'Arte in un sistema di riproduzione di tipo capitalistico, dove il prodotto diventa sempre più scadente, man mano che l'azienda (la Scuola) si allarga (con più Allievi).
Quando si cerca di far entrare nelle palestre solo la 'gente normale' ovvero tutte le persone che non hanno mai tirato un pugno nella vita, impaurite, bisognose di sicurezza, allora bisogna iniziare a preoccuparsi, perché c'è del marcio. Io non penso che ci sia spazio solo per atleti di Mixed Martial Arts o per professionisti, ma credo giusto non vendere fumo. Quando si fa pubblicità del proprio corso promettendo l'acquisizione della capacità di difendersi da uno o più aggressori, per di più armati, allenandosi per 3 ore complessive settimanali, secondo me si sta vendendo fumo, se non peggio...
Mi è capitato di leggere su internet di un Insegnante (?) col diplomino, uno di quelli del Signor G, per intenderci, che ha un corso di...un'ora a settimana! Come?! Un'ora?! Pensate che quando iniziai ad insegnare, ad Albano Laziale, mi chiesero di fare un corso monosettimanale. Facevo 2 ore e mezza di lezione, tra teoria e forme. Però poi chiesi alle persone che frequentavano di aumentare il monte ore, dividendolo in più giorni. Niente. Decisi di chiudere il corso, perché con un giorno a settimana, cari amici, si impara ben poco! Peccato, poi, che qualcuno ebbe la brillante idea di rilevare il corso per fare un'ora e mezza di lezione a settimana...contenti i partecipanti, contenti tutti, direbbero i più. Invece no. In questo modo si autorizza la comunità marziale a prenderci per i fondelli, a ragione, perché è improponibile dare vita a corsi di questo genere!
Il dramma, a parer mio, inizia quando si inizia a vendere alla massa un sistema completamente inutile, incentrato solo su movimenti privi di senso, privo di concetti e principi. Quando si parla di marketing, facendo riferimento ai proprio Allievi o al mercato dei possibili acquirenti, l'Arte Marziale si trasforma in un business. Io non sono tra quelli che critica il professionismo e, di conseguenza, il lavorare come Insegnante, ci mancherebbe altro! Io critico la trasformazione dell'Arte in un sistema di riproduzione di tipo capitalistico, dove il prodotto diventa sempre più scadente, man mano che l'azienda (la Scuola) si allarga (con più Allievi).
Quando si cerca di far entrare nelle palestre solo la 'gente normale' ovvero tutte le persone che non hanno mai tirato un pugno nella vita, impaurite, bisognose di sicurezza, allora bisogna iniziare a preoccuparsi, perché c'è del marcio. Io non penso che ci sia spazio solo per atleti di Mixed Martial Arts o per professionisti, ma credo giusto non vendere fumo. Quando si fa pubblicità del proprio corso promettendo l'acquisizione della capacità di difendersi da uno o più aggressori, per di più armati, allenandosi per 3 ore complessive settimanali, secondo me si sta vendendo fumo, se non peggio...
Mi è capitato di leggere su internet di un Insegnante (?) col diplomino, uno di quelli del Signor G, per intenderci, che ha un corso di...un'ora a settimana! Come?! Un'ora?! Pensate che quando iniziai ad insegnare, ad Albano Laziale, mi chiesero di fare un corso monosettimanale. Facevo 2 ore e mezza di lezione, tra teoria e forme. Però poi chiesi alle persone che frequentavano di aumentare il monte ore, dividendolo in più giorni. Niente. Decisi di chiudere il corso, perché con un giorno a settimana, cari amici, si impara ben poco! Peccato, poi, che qualcuno ebbe la brillante idea di rilevare il corso per fare un'ora e mezza di lezione a settimana...contenti i partecipanti, contenti tutti, direbbero i più. Invece no. In questo modo si autorizza la comunità marziale a prenderci per i fondelli, a ragione, perché è improponibile dare vita a corsi di questo genere!
Quando si creano delle organizzazioni, bisogna chiarire sin da subito quali siano gli obiettivi. Alcuni, però, ci intrigano con l'idea della crescita marziale, con il mito dell'assenza di forza e della possibilità di difenderci per strada dalle aggressioni, per poi immetterci in un sistema completamente inutile ai fini della nostra crescita, fruibile solo dal 'capo', che riesce a maturare crediti, senza far niente di particolare.
Questo non è un caso isolato. Potete guardare centinaia di video che circolano su internet, tutti uguali nelle loro minime diversità di nome (la storpiatura del nome Wing Chun ormai è arrivata al capolinea!). Il SiFu di turno mena, gli Allievi le prendono. I colpi tirati dai partner delle dimostrazioni vanno a due all'ora, il SiFu di turno va a cento all'ora, tirando colpi a catena. Non parliamo, poi, di quei video che ci mostrano le Scuole!!! Orribili!
A parte poche eccezioni, avete mai visto delle Scuole in cui gli Allievi sudano? Avete notato i programmi svolti? Uno tenderebbe a pensare che, stando per mettere un video in rete, dovrebbe far vedere il meglio della propria Scuola, no? Probabilmente no, perché è tutto un fiorire di video di Chi Sau (che pare essere il 90% del sistema), di un Lat Sau mal compreso (solo Pak Sau e Chung Kuen, seguiti dai famigerati Lin Wan Chung Kuen!) e, udite udite, spesso e volentieri del mitizzato anti-grappling, un programma studiato contro chi dovrebbe saper tirarti giù, portandoti a terra, nella sua distanza preferita. Peccato, però, che chi simula il Grappler non conosca assolutamente niente di questa disciplina...auguri!
C'è un limite a tutto, cari amici. Probabilmente i corsi dovrebbero essere sempre divisi tra amatoriali e professionali, ma è certo che le persone non vanno illuse e raggirate! Con le sezioni di Chi Sau, con le forme e con gli esercizi coordinati con avversari collaborativi (scusate l'ossimoro) non si può pretendere di sapersi difendere. Sono programmi utili alla comprensione della tecnica, ma completamente inutili se non si mettono in pratica in contesti non collaborativi. Ecco allora che la maggior parte delle pubblicità su internet andrebbe censurata, come vero e proprio raggiro ai danni dei non esperti.
La cosiddetta 'difesa personale' è un concentrato di controllo dell'adrenalina, analisi delle situazioni reali, determinazione, preparazione tecnica e forte motivazione che venderla in 30 ore di corso sarebbe quantomeno inutile, se non sciocco. Oltretutto sarebbe interessante capire fino a che punto una casalinga potrebbe reagire ad un'aggressione (per di più armata) di un malvivente che non abbia nulla da perdere. Io penso che in una situazione reale solo il 5% delle Allieve più esperte potrebbe cavarsela mettendo KO l'aggressore. Sarò pessimista? Eppure vedendo certe immagini pubblicitarie sul web mi vien da pensare che con il fumo che viene venduto si metta a rischio la vita delle persone, perché, sicure delle proprie 30 ore di studio, potrebbero davvero ritrovarsi nei guai cercando di sottrarsi ad una rapina...
Qual è il mio target? Semplice: diffondere un'Arte Marziale in modo serio e professionale, non regalando cinture e livelli, trasmettendo lo spirito del Kung Fu, che è il lavoro duro per migliorare se stessi. Non fidatevi delle parole. Fidatevi solo delle vostre esperienze! Sapete quale può essere un metodo per capire cosa vi sta per vendere il signore che vi trovate di fronte? Guardate gli Allievi!
1 commento:
Grande! E' come la penso io, ma tu già lo sai.
Proprio ieri sera mia madre mi ha detto: "perché anche tu non insegni ai bambini e ai pensionati come fa il maestro di karate del paese?" e io ho risposto: "perché io so combattere, lui no e li illude tutti" e mia madre ha risposto: "ma cosa vuol dire? Mica fate pugilato! A quelli basta fare ginnastica e lui gli insegna...non c'era filosofia nelle arti marziali? Che tutti devono potersi difendere!"
Mia madre non è la tipica Sciura Maria come diciamo a Milano, ma di lavoro fa la dirigente da una vita, quindi vi potete rendere conto di come questa metalità sia diffusa anche fra chi non è un totale cretino.
Il problema è appunto chi si rivolge a noi per imparare. Io se insegno ho la responsabilità di insegnare bene, per farlo però bisogna sudare e ogni tanto capita di farsi male. Non tutti sono disposti a questo. Alcuni miei amici dicono: "vabbè, io insegno se uno mi segue impara, altrimenti fa la sua ginnastica e si diverte lo stesso", ma secondo me è irrispettoso per i compagni di allenamento che sudano e ci tengono davvero.
Io mi vergognerei a insegnare così tanto per fare a persone che non vogliono davvero imparare, piuttosto non lo faccio.
Poi se un allievo invece ci tiene e ha solo + difficoltà, lo aiuto e certo non lo abbandono a se stesso. Ma pretendo che tutti abbiano chiaro dove col tempo li porterò: al combattimento vero, all'allenamento da pugile, alla pratica interna e alla filosofia.
Senza tralasciare nulla.
Ah, per chi non lo sapesse, io ho una laurea in marketing.
Quindi la mia è una precisa scelta, se volessi farci soldi col wing chun, certo saprei come fare.
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