Continuiamo il discorso intorno al Bong Sau. SiFu Massimo Fiorentini mi ha giustamente ricordato di far notare che il Bong Sau del 4° set della Chum Kiu viene eseguito anche al Mook Yan Chong/Jong (木人樁, il manichino di legno), nella prima parte. Si usa, ovviamente, anche nella sua relativa prima sezione di Chi Sau (del MYC). Torniamo alla trattazione.
Il Bong Sau, se mi avete seguito un poco, è uno dei movimenti più complessi dell'intero sistema del Wing Chun, nonché quello avvolto da un certo alone di mistero. Si inizia a capire veramente quando si inizia ad eseguire il Dan Chi Sau e, poi, si approfondisce nel Chi Sao a due braccia. Sicuramente come movimento singolo rimane inizialmente ostico, antipatico e, diciamocelo, apparentemente inutile...
Come tutte le tecniche del Wing Chun Kung Fu, può essere studiato nella sua forma attiva e nella sua forma passiva, nella sua forma offensiva e nella sua forma difensiva – non sono sinonimi -, a seconda dei casi. Sicuramente ha una sua dinamica, che va capita a fondo e sin dall'inizio, perché si rischia grosso, sia mettendo in pericolo la propria incolumità durante gli esercizi (se usato male, si possono prendere bei cazzotti sul petto), sia durante l'allenamento specifico (perché si potrebbe lesionare la cuffia della spalla...).
Altra caratteristica del Bong Sau è l'estrema versatilità dello stesso, essendo un movimento di passaggio e mai definitivo. Grazie ad una corretta angolazione, all'allungamento tendineo (e muscolare) ed alla posizione della spalla, del gomito e del polso (nonché delle dita() può essere velocemente trasformato in Tan Sau, in Lap Sau, in pugno (diversi tipi), etc. Bisogna sottolineare che il movimento deve essere sempre teso alla trasformazione dell'energia in arrivo, perché, se solo per un momento lo utilizziamo erroneamente con l’idea della 'cedevolezza' o della malcompresa 'morbidezza', mettiamo in serio pericolo la tenuta della nostra struttura: mai confondere la flessibilità con la presunta “cedevolezza”.
Non esiste una sola altezza del Bong Sau – come dicevamo -, essendo una tecnica adattabile in ogni situazione, dalla spalla in giù. La sua estrema flessibilità consente di studiarlo e di applicarlo in vari casi. Vediamo di capire anche cosa differenzia il Bong Sau dalle altre tecniche. Una prima differenza sta nel fatto che è facilmente superabile: a differenza di altri movimenti, che garantiscono una sicurezza sufficiente e quindi possono essere mantenuti, una volta assolto il suo compito, deve trasformarsi in un’altra cosa, come accennavo, altrimenti mette in pericolo chi lo fa. Un motto cinese relativo alla tecnica dice: “Un Bong Sau non deve mai rimanere. Un movimento frustato deve immediatamente seguirlo”. Infatti, subito dopo l'esecuzione c'è sempre un'altra tecnica elastica e flessibile che lo segue. Ricordo, per inciso, che il Bong Sau è una delle tecniche più importanti del Wing Chun e, insieme al Tan Sau e al Fook Sau, costituisce uno dei tre “veleni” del sistema.
Il Bong Sau, in linea generale, è utile quando l’avversario ci attacca dall'esterno all'interno, dall'altezza della spalla in giù. A questo punto, il percorso più breve per posizionare il nostro cuneo di difesa è quello diagonale. Il Bong Sau, infatti, crea una struttura che, idealmente, vorrebbe far scivolare l’attacco oltre il nostro corpo, di lato. Ovvio che l’utilizzo della spalla debba essere ben spiegato dall’Insegnante, per evitare tutti i problemi che possono sorgere da un non corretto utilizzo della muscolatura e dell’articolazione che si muove. Non basta, però, che la struttura propria della tecnica sia corretta per far sì che sia efficace, perché ha bisogno di una corretta postura.
Ci sono sempre 2 tipi di strutture, la propria e quella applicata. La propria è studiata nelle forme a mani nude, nella forma Bart Cham Dao e in quella del Luk Dim Boon Kwun, mentre quella applicata è studiata negli esercizi di coppia e, dopo, al Mook Yan Chong/Jong. Nella struttura propria, in assenza di forza, l’altezza del Bong Sau può anche essere al livello della spalla, ma deve variare in base all’avversario quando viene applicata la tecnica, senza mai superare l'articolazione.
Per capire qual è l’altezza giusta c’è un metodo molto semplice: bisogna fare in modo che la spalla del braccio che esegue il Bong Sau sia sempre coperta rispetto al punto di contatto con l'avversario. Potremmo dire che il gomito dovrebbe sempre nascondere la spalla, rispetto al punto di contatto con l’avversario, nel Bong Sau. Quando questo avviene, si è certi che l’attacco scivolerà sulla faccia laterale della nostra piramide (del nostro cuneo) di difesa.
Sebbene il Bong Sau possa cedere, diciamo che è a rischio quando il polso oltrepassa la linea centrale. Alcuni lo chiamano anche Bong Sau Yang, in contrapposizione al Bong Sau Yin, che fanno risalire allo studio della Chum Kiu. Si spiega all'Allievo il concetto di Yin e Yang nell’esecuzione delle tecniche, con un approfondimento su quali siano Yang e quali Yin. Per non complicare troppo la spiegazione, basti pensare che le tecniche Yang sono quelle attive per loro stessa natura e che donano energia all’avversario. Tutte le tecniche Yang partono dalla nostra spalla (per semplificare) e terminano nel trasferimento dell'energia dal punto di contatto (polso, palmo, pugno, etc.) con l'avversario. Tutti gli attacchi sono Yang.
Le tecniche Yin sono quelle passive, che ricevono l’energia dall’avversario, la assorbono e la scaricano a terra. Un Tan Sau, ad esempio, è percepito spesso come una tecnica Yin, anche se, a mio avviso, può essere trasformato in Yang, quando segue la trasformazione del Bong Sau, quando viene frustato verso l'avversario. Infatti, ad un livello avanzato, tutti spiegano che le tecniche non seguono rigidamente questa divisione e che il movimento deve seguire sensazioni personali, al di là della tecnica in sé...perché dovremmo attendere anni prima di spiegare questo alle persone?
Alcuni tendono ad individuare un Bong Sau Yang quando l'angolo al gomito è ottuso (maggiore di 90°) e tale rimane anche dopo il contatto, ed un Bong Sau Yin, quando l'angolo è acuto (inferiore a 90°), determinato dalla pressione dell’avversario. Io non lo ritengo corretto, perché quando l'angolo viene ridotto la struttura perde il suo equilibrio, a meno che il Bong Sau non si trasformi in altro (ad esempio in Cham Jarn - il gomito che affonda - o altri tipi di gomitate di Biu Tze). I fraintendimenti che si generano tra il nostro lineage e gli altri sono determinati dal fatto che in molti non esiste un Bong Sau Yang, ma esclusivamente uno Yin. Alcuni Insegnanti sono soliti far eseguire anche un Bong Sau oltre la linea delle spalle, ma noi sappiamo benissimo che una struttura del genere, oltre ad essere pericolosa per l'articolazione, non ci permette un corretto assestamento durante la pratica.
Il polso del Bong Sau Yin è più vicino al corpo per due ragioni. La prima è relativa al fatto che, essendo generato da una pressione dell'avversario, è molto facile che il nostro avambraccio venga schiacciato e quindi abbia bisogno del supporto del gomito (da ponte lungo si trasforma in ponte corto). Lo schiacciamento può provocare anche una rotazione, per deflettere l'energia.
La seconda ragione è tecnicamente ancora più importante della prima: quando il Dai Bong Sau (Bong Sau Yin per alcuni lineage), per esempio, viene eseguito correttamente, il nostro gomito si trova più in alto rispetto al polso e quindi anche rispetto al braccio avversario. Questa posizione ha diversi vantaggi, perché crea un effetto 'gancio' sul braccio avversario, rendendo più facile il contrasto. Non gli è possibile utilizzare il braccio del Bong Sau come binario per scivolare e raggiungere la mia testa; è più complicato divincolarsi; non potendo andare verso l'alto; gli rimane la possibilità di tornare indietro o al massimo verso il basso, movimenti che libererebbero il mio Bong Sau caricato a molla, permettendogli di scaricare l'energia per colpire. Abbiamo detto che quando il Dai Bong Sau viene eseguito correttamente, il nostro gomito si trova più in alto rispetto al polso e quindi anche rispetto al braccio dell'avversario: essendo il gomito sopra il suo braccio, mi è più facile superarlo, ovviamente, con una gomitata, solo per fare un esempio pratico.
Vediamo un po' di applicazioni pratiche. Il Bong Sau Yang è il primo che viene insegnato e viene utilizzato contro attacchi rettilinei diretti verso il centro del corpo, dall'esterno. Se non viene "esploso" non ha speranze di riuscita, ma se viene eseguito in maniera esatta è efficace e deflette l’attacco avversario, anche se io non lo consiglio mai in una situazione reale da strada come tecnica prioritaria. Se l’attacco ha tanta energia ed il Bong Sau Yang non riesce a deflettere, la tecnica si trasforma da Yang a Yin o, meglio, assume una nuova struttura piramidale (o cuneiforme) che ha nel gomito il suo vertice - trasformandosi in gomitata -. Il Bong Sau Yin viene utilizzato ogni volta che l’energia avversaria è superiore alla nostra e quindi, dopo aver preso contatto col braccio, quello avversario comincia a schiacciare il nostro.
Fin qui le applicazioni classiche del Bong Sau. Ce ne sono alcune però che vanno oltre i concetti fin qui esposti e che lo trasformano in quello che può esser visto come un vero e proprio attacco. Ogni tecnica, abbiamo detto più volte, può diventare un attacco e ogni attacco può diventare un pugno: questa non fa eccezione.
C’è un motto che recita: “Attento agli attacchi a sorpresa, a quelli infiltranti e a quelli invisibili che rompono il centro”. Gli attacchi infiltranti sono quelli che superano anche la struttura avversaria corretta. Non c’è bisogno di un errore. Anche se la struttura della tecnica è corretta, tramite gli attacchi infiltranti è possibile superare la guardia avversaria infiltrandosi, appunto, nella sua struttura (come l’acqua si infiltra nelle crepe).
Un esempio è questo: due avversari sono posizionati frontalmente; uno tira un pugno diretto, mentre l'altro utilizza il Bong Sau per fermare il pugno; il primo, quello che ha sferrato il pugno, trasforma il suo pugno in un Bong Sau posto sopra quello dell'altro, utilizzando il principio del “Bong Sau per battere un Bong Sau” - qui potremmo aprire una parentesi sul fatto che il secondo sferri un Bong Sau o un pugno, ma non è ancora il caso -. L'attaccante mantiene sempre la stessa pressione durante questo movimento per non permettere al secondo di sfruttare il cambio di pressione. Alla fine del movimento il pugno dell'attaccante ha superato il Bong Sau del difensore ed ha potuto infiltrarsi con un pugno basso (Dai Jik Kuen) tra il Bong Sau ed il Wu Sau del difensore. Non è facile da spiegare, lo so, ma gli attacchi infiltranti sono quelli più odiosi e vanno studiati.
In due modi il Bong Sau Yin può essere utilizzato per attaccare: come colpo per rompere il gomito o come chiave articolare al gomito stesso. Per quanto riguarda il primo, immaginiamo di fare un Lap Sau e di riuscire a togliere l'equilibrio dell’avversario, riuscendo a stendere il suo braccio. Con l’altro braccio (che forma un Dai Bong Sau) si può colpire il gomito con l’avambraccio del nostro Bong Sau. Per quanto concerne il secondo, l'applicazione funziona quando il braccio avversario è steso e posto tra il nostro braccio e il nostro fianco (accade quando siamo costretti ad abbassare repentinamente il nostro Bong Sau o quando il nostro pugno è andato troppo in alto, rispetto all'attacco avversario). A questo punto, si può effettuare una chiave articolare al gomito con il nostro braccio che ha la forma di un Dai Bong Sau. Il braccio avversario risulta così bloccato tra il nostro fianco (con il polso) e il nostro Bong Sau. Non rimane che portarlo a terra...
Il Bong Sau sarà ulteriormente approfondito con i principi della Biu Tze e nella Forma del Mook Yan Jong/Chong, ma non è il caso di scrivere ora su questo aspetto. L’importante, come sempre, è seguire l’Insegnante per arrivare ad una comprensione profonda dei principi che ci portano ad utilizzare il Bong Sau in tutte le sue forme.
1 commento:
Bravissimo! Ora però mi aspetto tutta la parte in cui il bong-sao viene applicato nelle prese e nel lap-sao. Guarda caso proprio sta sera ho fatto lezione sul bong + wu-sao che si trasforma in lap-sao, poi doppio lap-sao e infine direttamente lap-sao partendo proprio dal braccio in bong durante la chi-sao.
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