Spesso e volentieri in Europa si è parlato di Lat Sao (甩手) facendo riferimento ad un esercizio - veramente brutto! - che non ci permetteva di comprendere il senso di quello che stavamo studiando ed allenando. La filiale europea del GM Leung Ting, la EWTO, diede vita a dei veri e propri programmi, chiamati di volta in volta "Lat Sao 1", 2, 3, etc.
Di per sé Lat Sao significa "oscillare avanti e indietro le mani", "sbarazzarsi delle mani" o "lanciare le mani". Si tratta, però, di una particolarità del ramo europeo della famiglia Leung Ting, che è stato poi esportato in altre famiglie. Viene solitamente spacciato come una specie di metodo per trasformare il praticante in un trapano, pur garantendogli di conservare la sensibilità, che sarà comunque appresa tramite le risposte automatiche del Chi Sau.
Anche se può sembrare combattivo, a chi non conosce niente del combattimento, non deve essere scambiato per sparring. Questo tipo di Lat Sao è un gioco, in cui un partner interpreta la parte di un attaccante e l'altro di un difensore.
L'attaccante e il difensore generalmente invertono i ruoli dopo un determinato numero di attacchi. Se uno non sta prestando attenzione o se l'insegnante non ha spiegato bene la teoria del cuneo, gli studenti tendono ad accelerare e diventare competitivi. Se accade, gli studenti mancano totalmente l'obiettivo dell'esercizio.
Non si tratta, infatti, di colpire l'avversario, ma allenarsi a contrastare gli attacchi dello stesso. Come il partner diventa migliore, gli attacchi possono essere progressivamente più difficili, rendendoli più veloci e più precisi. Il gioco serve per capire dove sono i buchi della difesa. Questo tipo di Lat Sao può essere benefico e dannoso quando non praticato con consapevolezza dei suoi benefici quanto delle sue insidie.
I benefici sono generalmente legati all'aumento delle capacità visive e del timing, con una crescita tecnica e maggior precisione nell'utilizzo delle prerogative dello stile. Sicuramente dona un po' troppa fiducia, costituendo un pericolo se il praticante pensa di ripetere le stesse cose in un contesto libero.
Le insidie maggiori sono proprio legate all'eccessivo affidamento fatto sui modelli imparati nelle esercitazioni, con la solita esecuzione meccanica dei movimenti, piuttosto che abituarsi a sentire la pressione dell'avversario e reagire ad essa.
Da quando è stato importato nei programmi dell'EWTO, il Lat Sao si esegue con i piedi delle rispettive gambe anteriori in contatto. I movimenti che si eseguono sono quasi sempre Pak Sau e Chung Kuen, ripetuti all'infinito.
Ora, se andiamo ad analizzare gli ideogrammi ci chiariamo parecchie cose.
甩 [shuǎi] significa "oscillare avanti e indietro", "lanciare" o "sbarazzarsi di". Probabilmente l'ideogramma deriva da 用 [yòng], l'"uso", ma non ne sono convintissimo. In cantonese è /Lat/. 手 lo conosciamo bene...Lat Sau significa quindi 'sbarazzarsi delle mani', ma da dove deriva questo benetto esercizio? Scopriamo l'arcano!
Esiste un motto che recita "Lat Sau Jik Chung" - 甩手直衝 -: si tratta della seconda parte di un motto più corposo, ma oggi voglio analizzare solo questa. "Quando perdi il contatto attacca dritto" potrebbe essere la sua traduzione. Vediamo gli altri due ideogrammi.
直 [zhí] significa 'direttamente', 'dritto'. In altri casi render l'idea di 'verticale'. La forma antica era rappresentata da un occhio con una linea dritta. La forma moderna contiene il carattere che indica il numerale dieci, 十 [shí], 目 [mù], 'l'occhio' e una linea orizzontale, 一. In cantonese è /Jihk/.
衝 [chòng] significa spesso 'di fronte', 'fretta' o 'verso'. Deriva da 行 [xíng], 'camminare', e dall'utilizzo fonetico di 重 [zhòng] ('pesante'). In cantonese è /Chung/.
In sostanza, quindi, il motto ci aiuta a comprendere come l'esercizio del Lat Sau dovrebbe essere tutto tranne qualcosa di preordinato, dove il contatto si perde volutamente e si attacca dritto per dritto altrettanto volutamente, non per una chiara strategia...
衝 [chòng] significa spesso 'di fronte', 'fretta' o 'verso'. Deriva da 行 [xíng], 'camminare', e dall'utilizzo fonetico di 重 [zhòng] ('pesante'). In cantonese è /Chung/.
In sostanza, quindi, il motto ci aiuta a comprendere come l'esercizio del Lat Sau dovrebbe essere tutto tranne qualcosa di preordinato, dove il contatto si perde volutamente e si attacca dritto per dritto altrettanto volutamente, non per una chiara strategia...
Esempi di Lat Sau.
4 commenti:
Se vai dritto per dritto incocci, il movimento diretto è solo apparente...muovendoti col bacino anziché con le braccia tagli l'angolo e la struttura fa il resto.
certo occorre cambiare angolo ma con quel tipo di footwork ingeneri tutta una serie di errori dal peso sulla gamba posteriore alla mancanza di controllo dell'angolo cieco... in più non c'è mai il controllo del gomito avanzato perchè senza uscire totalmente lateralmente e senza fare il vuoto nella realtà non si può sbilanciare l'avversario.
Avete detto entrambe la stessa cosa (credo), che mi trova d'accordo. Purtroppo i tedeschi hanno importato tanta robaccia in Europa...peccato!
Riccardo come promessoti riporto le informazioni sull' esercizio in questione, pratico con un gruppo in Germania arti marziali filippine che non le affianca al wing chun avendo già un lavoro a mani nude; tempo fa parlando con uno dei miei insegnanti mi disse che è opinione diffusa che il lat sao come fatto in ewto prende spunto da un esercizio che nel kali può vere diversi nomi come hubud su angolo 2, cadena de mano ecc..., io stesso ho visto farlo ad un maestro filippino(con finalità diverse) che nemmeno sapeva cosa fosse il wing chun.
E' probabile anche che Kernspecht abbia visto l'esercizio durante un suo viaggio in Usa da Gessy Glover(che lo praticava) o in occasione di una sua visita a Stockton a dei vecchi maestri di eskrima, o più semplicemente potrebbe averglielo mostrato il suo amico Bill Newman(a suo tempo praticante di wing chun) che si allenava con Latosa.
E' difficile stabilire quale sia la verità ma come si diceva sono informazioni che mi sembra giusto debbano circolare
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