venerdì 24 giugno 2011

Lo scorrere dell’Energia

Il nostro Fabio Rossetti continua a collaborare alla realizzazione di questo progetto editoriale. Lo ringrazio, a nome di tutta la mia Famiglia, perché è una delle poche persone che conosco a portare avanti una teoria olistica dell'Energia, che passa dalle Arti Marziali, ma non ha confini di sorta.  Io ho solo fatto un lavoro di limatura, come sempre. Buona lettura a tutti!

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In accordo con la tripartizione dei 丹田 - Dan Tien (o Dāntián, in mandarino) - e delle loro caratteristiche, col termine Energia mi riferisco sia al 力 - Li -, sia al 气 - Qi -, sia allo 意 - Yi -. Quindi l’Energia che si presenta nelle sue espressioni che vanno dal denso al sottile, per usare termini comprensibili.

L’energia è un quid presente che noi percepiamo in vari modi in base alle sue manifestazioni, ricordando a noi stessi che siamo energia. Nella pratica marziale, l’energia è un altro passo da fare poiché, così come il rilassamento, occorre esserne coscienti. Già nella fase dedicata al rilassamento, la presa di coscienza dell’energia viene fatta. 

Occorre ora sviluppare, nel senso di liberare, un altro aspetto naturale bloccato e poco conosciuto, che riguarda il suo scorrere. L’energia si equilibra attraverso il movimento fatto in un certo modo, al fine di creare sempre un’armonia basata sugli opposti Yin e Yang. Essi sono complementari e per giungere all’armonia si equilibrano per poi unirsi e dare vita al Tao in modo cosciente. 

Nella Medicina Tradizionale Cinese l’equilibrio dinamico e l’armonia sono i fattori per far stare bene e vivere bene. Consultare un libro di Medicina Tradizionale Cinese aiuta molto per comprendere una serie di aspetti marziali molto importanti e fondamentali.

Nel rilassamento si percepisce e si pratica un modo di porsi e muoversi che non è né mollo né rigido, una via di mezzo, cosa che si sperimenta sia da fermi che nel dislocarsi nello spazio. Ciò consente di accedere ad un radicamento dinamico, ovvero un modo di muoversi corporeo unitivo, tramite l’equilibrio, della stabilità e della mobilità: anche qui la dialettica degli opposti complementari dà vita a qualcosa che comprende le proprietà di entrambe, ma non è né l’uno né l’altro, ma la loro unione. Facendo ciò si vive e si sperimenta l’adattamento: combattere è adattarsi intuitivamente nella realtà mutevole attraverso gli strumenti a noi propri .

Prendendo coscienza dell’unione Yin-Yang, sviluppandola sempre di più, si passa al come utilizzare l’energia. Quando ci siamo rilassati e abbiamo coscienza dell’energia unitiva, per usarla occorrono degli esercizi che sappiamo essere strumenti che liberano ciò che naturalmente fa parte di noi. Il lavoro consiste nell’inviare energia coscientemente da qualche parte e in un certo modo: la tradizione cinese si esprime dicendo che il Qi segue lo Yi e muove il Li. Ciò lo facciamo sempre, senza accorgercene.

Allora, i motti della gestione del corpo servono per creare una serie di direzioni energetiche che ampliano ed espandono la coscienza del corpo e delle sue funzioni, rendendoci coscienti di poter direzionare in varie direzioni e punti spaziali le nostri parti corporee. Facendo così si passa ad un livello superiore di lavoro, dove si rifà, ad un diverso livello, il rilassamento: ci si potenzia. Esercizi aggiunti servono per sbizzarrirsi e fare pratica della proprietà naturale di noi di mandare la testa da una parte, il braccio dall’altra torcendolo, allargando le gambe etc… Si possono fare innumerevoli movimenti allo stesso tempo, in direzioni innumerevoli, modulando la velocità, il tempo, cambiando in continuazione e soprattutto vivendo l’unità nella molteplicità nella realtà mutevole.

Un esempio tipico è la pratica delle “forme”. Ciò consente anche di percepire le varie dispersioni energetiche ed essere coscienti di dover imparare di nuovo a fare un movimento senza sprecare energia, nonché svela tutte le raffinazioni varie riguardo alle rigidità corporee, al fatto che il corpo va per conto suo, all’equilibrio emotivo e al pensiero indisciplinato, per citare alcune situazioni tipiche. E’ tutto normale e fa parte del percorso, naturalmente. Questo è un praticare attento, progressivo, paziente ed impegnativo, nel quale solo chi è veramente motivato può riuscire.

Espandere non significa disperdere e concentrare non significa bloccare. Con i motti praticati nella varie posizioni si vive l’adattamento, per poi passare a muoversi camminando e quindi facendo dislocazioni nello spazio a piacere in completa libertà. Quindi internamente mantengo quelle espansioni in più donatemi dalla conoscenza e dalla coscienza dei motti, che, notiamo, caricano il corpo come una molla, poiché lavorano sulle spirali naturali: quel modo di porsi interno con il corpo espande l’energia verso l’esterno e verso l’interno. 

Successivamente cominciamo a puntare qualcosa e a direzionare tutto il corpo verso quella cosa, a camminare lungo una direzione e poi verso un punto preciso: sviluppiamo e liberiamo con coscienza la naturale capacità di concentrare ed espandere l’energia. Notiamo che la vista in questo partecipa come tutti i sensi.

Unendo il lavoro dei motti e del puntare, in breve abbiamo iniziato a conoscere la naturale capacità di direzionare l’energia (di tutti i corpi) verso un punto, mantenendo il corpo connesso: con una metafora abbiamo il cerchio ed il triangolo che si cominciamo ad unire (se lo diciamo in tre dimensioni, la sfera ed il cono).

Andando avanti conosceremo meglio l’energia lineare (concentrare, triangolo), quella circolare (espandere e cerchio), che unite creano l’energia spirale (infinito e Tao): già la conosciamo in realtà perché nel camminare e nel muoverci abbiamo già conosciuto il fatto che nel corpo ci sono sempre delle contro rotazioni, dei doppi vortici, e nel camminare lo abbiamo vissuto in modo cosciente.

A questo punto ci accorgiamo che naturalmente liberiamo energia, prendiamo quella di ritorno e la riveicoliamo, altra la scarichiamo, altra la deflettiamo, possiamo modularne la potenza, possiamo in breve farne quello che vogliamo perché siamo energia. Le tecniche, movimenti naturali adattati tatticamente per il combattimento, fanno sì che l’aspetto di energia è unito a geometrie precise che ottimizzano la funzionalità e l’efficacia dei movimenti. Ricordarsi ovviamente dell’importanza del respiro e del modo di respirare, elemento fondamentale spesso tralasciato.

Usare l’energia ed adattarsi facendola scorrere in un certo modo dato dalla coscienza del pieno e del vuoto, aspetti del Tao, dell’Unità. Questo lavoro è fatto per lo più a livello interno tramite i vari esercizi, e col viverli si passa al quotidiano, sempre con il lavoro attento e cosciente al centro.

Il rilassamento, la respirazione, il “vuoto mentale”, l’energia e il suo scorrere in un certo modo, sono quella che per noi è la base, e che è il filo sottile che unisce tutte le pratiche di movimento, ma proprio per questo è il tassello mancante quasi sempre. Le tecniche senza quest’energia usata in questo modo descritto e praticato, non hanno piena efficacia e sono inutili. Sottolineo che ci sono degli articoli e dei testi che spiegano ed illustrano meglio tutto questo.

Le tecniche sono strumenti finalizzati ad uno scopo, che plasmano l’energia in modo da sortire certi effetti, avendo la capacità di aumentare e diminuire la potenza tramite la capacità di modulazione: diciamo che sono strumenti che raffinano il lavoro. Il Qi Gong riguarda l’aspetto dell’energia, la tattica riguarda l’aspetto delle tecniche introducendo la geometria nelle posizioni e nel dislocarsi. Le tecniche sono la congiunzione dell’energia con la tattica. Un’espressione inerente a ciò è quando sentiamo parlare che le tecniche prendono vita, oppure che esse abbiano un’anima. Ad esempio anche chi fa i massaggi unisce energia e geometria dinamicamente, tramite le tecniche di massaggio e come farle.

Nel combattimento si studia praticando il come applicare tutto ciò nella realtà, poiché pur riuscendo ad adattare la geometria tecnica occorre anche saperla applicare in una situazione reale, quindi strategicamente. Il lavoro del Qi Gong (rilassamento, respirazione, vuoto mentale) è un modo efficace per sbloccarsi in tutti i sensi e se compreso si intuisce di come possa essere un metodo anche veloce e potente nella sua progressività e calma.

Ciò può essere compreso solo da chi pratica, il quale espandendosi coscienzialmente conosce veramente la realtà di queste parole e di tutte quelle che cercano di esprimere un qualcosa che solo se vissuto si può conoscere ed esserne consapevoli.

Fabio Rossetti

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