Siamo finalmente giunti al sesto set della Siu Nim Tau del lineage Leung Ting. Ho notato che anche in questo passaggio della forma molte sono le Scuole che hanno perso per strada le spiegazioni più precise di SiJo. Non a caso, spesso le caratteristiche intrinseche alla forma, i suoi concetti e le idee di base, vengono sviscerate solo durante le ore private di studio, lasciando a bocca asciutta tutto il resto dei clienti...pardon, degli allievi (con la 'a' minuscola...).
Il passaggio della forma che stiamo analizzando parte sempre con il braccio sinistro, che esegue una traiettoria simile a quella del Tan Sau del terzo set. Questa volta, però, il palmo sale di più ed esegue un movimento circolare, andando a costruire un Ko Tan Sau (il braccio che disperde con il palmo della mano verso l'alto, eseguito ad un'altezza medio-alta).
Subito dopo, attraverso un movimento circolare del polso, si fa discendere con un altro movimento circolare l'avambraccio, con quello che siamo soliti chiamare Cham/Jam Sau, a seconda delle preferenze di trascrizione. Si abbassa il braccio per affondare il ponte avversario. Questi due movimenti vengono eseguiti sulla linea verticale del corpo, che, nel caso, corrisponde con la linea centrale.
Gwat Sau è il nome del movimento successivo, attraverso il quale si ripulisce tutto lo spazio di fronte a noi, come se si spazzasse. Si tratta del braccio che ripulisce, appunto, che spazza tutto ciò che incontra sulla linea centrale e sulle altre due lineee. In effetti si tratta del primo movimento in cui si agisce su più linee con un solo arto. Viene solitamente considerato come il 'Bong Sau killer', con un'espressione simpatica, ma realistica, in quanto viene usato per rompere il Bong Sau avversario.
Il braccio si muove ad arco fino a poco oltre la gamba. Alcune volte viene utilizzato per spingere via un avversario che tira (male) un calcio alto, in una delle tipiche sequenze che si trovano su YouTube, per esempio. In questo movimento bisogna porre particolare attenzione all'utilizzo del gomito e della spalla, perché sono le due articolazioni che compiono il lavoro, nello specifico.
Eseguito l'arco del Gwat Sau, si ruota il polso con il tipico Ong Huen Sau, per preparare il movimento successivo, spesso confuso con il Tok Sau, ma che, in realtà, descrive tutta un'altra dinamica, il Lau Sau. Questo movimento richiama l'immagine della canna di bambù che cade dritta nell'acqua e riesce immediatamente, con tutta la sua forza. Lo stesso accade con questo movimento, che ritorna verso l'alto come se guizzasse fuori dall'acqua. Alcuni lo traducono come 'mano che scava', ma non mi piace. Non saprei definirla in modo specifico, se non con la perifrasi usata prima. Forse si potrebbe pensare alla traduzione 'braccio che guizza dall'acqua', ma non credo che cambierebbe il senso....
Subito dopo ritroviamo per un attimo il già visto Ko Tan Sau, che viene ripetuto su un'altra linea, per far comprendere al praticante la sua utilizzabilità in più occasioni. Il fulmineo Huen Sau che segue è stato spiegato qualche volta come Kau Sau (mano/braccio che scava) o come Got Sau (mano/braccio che taglia). Ora, al di là del nome specifico che può avere, è bene pensare che non può esistere un movimento con un solo nome. Questa è una manìa che dovremmo abbandonare, prima o poi, perché rischia di far perdere il principio per cui si esegue un'azione.
Chiaramente ogni Huen Got Sau sarà anche un Kau Sau, perché non potrebbe essere altrimenti. L'idea di Kau è quella di scavare, ma, se ci pensate bene, è la stessa cosa che facciamo tagliando con la mano nel Got Sau... Insomma, l'importante è capire una dinamica, l'idea che vi sta dietro ed il principio che segue, più che il movimento singolo in sé. In questo caso, infatti, si tratta di un attacco interno, che compensa l'energia in etrnata con una pressione verso l'esterno, una verso il basso ed una in avanti.
Arrivati a questo punto, si esegue una palmata bassa orizzonale (Dai Wang Cheung). Alcuni Insegnanti mi spiegarono il suo utilizzo per un attacco interno alle braccia dell'avversario, verso l'addome (milza o fegato), ma solo Sergio Iadarola mi diede una spiegazione specifica più seria, dal punto di vista del combattimento, che mi è stata confermata anche da SiFu Fiorentini. La palmata deve essere eseguita dall'esterno all'interno, con un contatto esterno rispetto alle braccia dell'avversario, altrimenti si incappa nella possibilità di una leva davvero tremenda.
Per evitare errori da parte degli studenti, Sergio introdusse al posto di questa palmata prima un pugno Yang basso, poi un Gaun Sau medio, in modo tale da prevenire le eventuali leve. Ad oggi, penso, insieme al mio SiFu, che sia un movimento da mantenere nella forma, quello della palmata orizzontale bassa, ma che vada eseguita solo dall'esterno del ponte creato. Qualora ci trovassimo internamente, allora eseguiremmo sicuramente il Gaun Sau o il pugno.
Una volta portato il colpo col palmo, nella forma, eseguiamo lo Huen Sau, per poi tornare, come sempre, al Sau Kuen. Si eseguono le stesse movenze sul lato destro.