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venerdì 5 novembre 2010

Siu Nim Tao, la tua prima forma o...

Ospito con piacere questo intervento dell'amico Silver. Come sempre, lo ringrazio! Mi farebbe davvero piacere se venissero discussi articoli come questo, che potrebbero far nascere un sereno dibattito sulle questioni affrontate. A voi la palla...

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Siu Nim Tao, la tua prima forma o 15 minuti di noia.

La classe inizia, ognuno inizia ad eseguire la prima forma del sistema, la Siu Nim Tao. Passati 15 noiosi minuti di allenamento, tutti loro iniziano a fare esercizi di combattimento e esercizi di chi sao, più coinvolgenti. E guarda cosa succede: il bong sao non ne vuole sapere di stare al suo posto, questo è lo studente uno. Il Tan sao non può dissipare la forza di impatto del pugno che arriva e la spalla fa male, questo è lo studente due, il terzo stà sventolando il tronco in giro per la sala come una bandiera sotto l'azione di un forte vento, senza nessun effetto di adduzione delle gambe.

Tre studenti come questi possono trasformare il tuo lavoro in un incubo e mettono a serio rischio le entrate del mese prossimo! Cossicchè abbiamo un problema! Un problema comune, devo dire.

Tu lo hai affrontato in molti modi, lo so, tu hai un sacco di esperienza nell'Arte, quindi lo hai affrontato. Anche con molte spiegazioni teoriche. Sei sicuro abbastanza?

Ti devo dire che tutti i fallimenti che abbiamo avuto in passato con gli studenti che abbandonavano le scuole, erano dovuti alla mancanza dei loro fondamentali. Gli studenti conoscevno molte sezioni, e facevano parecchio chi sao ed eventualmente le forme avanzate, ma questo significa che essi non hanno mai applicato con successo i concetti della prima forma: i concetti della Siu Nim Tao. Essi non li hanno mai fatti propri nel loro sistema corpo/mente. Perchè?

Perchè anche Tu, eri annoiato in questi 15 minuti, desideroso di mostrare tutte le tue qualità di combattente con qualche vittima di turno, quindi tu non eri lì a percepire nulla di ché...dopo tutto stiamo parlando del campo del boxare, e non si era ancora incominciato a combattere, non è vero? Sì e no!

Tu come "Insegnante" sei lì per permettere alle persone di crescere e non di mostrare quanto sono forti i tuoi bicipiti, quindi iniziamo a cambiare attitudine in questi 15, noiosi, minuti.

Come possiamo, noi, cambiare questa roba da incubo in una splendida, professionale situazione in cui tutti vincono? Dando ad ognuno il suo Giusto "prossimo_passo_da_ora_in_avanti" per allenarsi e utilizzare nel miglior modo l'allenamento della sua forma.

Vedi? E' una sorta di personal training per ognuno dei Tuoi studenti, tu istruisci loro su quel che deve essere fatto (magari questo è anche un modo per migliorare ulteriormente con delle lezioni private...) e loro lo fanno! E incredibilmente semplice, eh si!

Sempre viene detto che la SNT è come un dizionario, e son d'accordo con questo. Non sono d'accordo con il lasciare tutti gli studenti a guardare/ricercare le stesse definizioni delle parole, solo perché siamo stati creati con le stesse caratteristiche!

Noi SIAMO costruiti nella stessa medesima maniera, è vero, ma noi recitiamo e manifestiamo la nostra vita da punti di accesso veramenti unici. Negare questi punti di accesso vuol dire andare nei guai. Noi siamo su differenti piani di realtà di allenamento.

Quindi facciamo a noi stessi una domanda: Cosa ha da insegnare la SNT?  

Bene,ci sono molti elementi:

#allenamento isometrico/VS pratica qi gong_ la chiave è l'attivazione dell' SNC

#muscoli antagonisti_dare stabilità alla articolazioni_ niente stabilità equivale a nessun trasferimento della potenza

#il terzo set e la strozzatura dell'afflusso di sangue_ aumenta la situazione della forza nella struttura deprivando di ossigeno i tessuti

#compressione (zipping) dei muscoli_ come Pavel Tsatsouline predica

#movimenti lenti/movimenti veloci

#come ci può essere fa-jing se non c'è peng

#respiro di potenza e pressione dell'aria _qi e emissione di potenza (fa-jing)

#pre-tensionamento dei muscoli

#principio dell'irraggiamento

#attivazione post-tetanica dei muscoli

#sincronizzazione delgi impulsi verso il massimo carico di resistenza

#connessione di tutto il corpo come singola unità

#spostamento delle forze lungo i meridiani tendomuscolari

..Può darsi che ce ne siano anche di più di questi, ma ciò significa che:

Lo studente li conosce in toto? No, Non significa questo.

Tu, che sei "Insegnante" dovresti conoscerli! Pensi che sia solo fantasia? Pensaci un'altra volta!



Come questi elementi possono essere allenati?
Facendo un passo alla volta. Fino a produrre cambiamenti reali.

Siu Nim Tao è il primissimo esercizio, viene insegnato ai principianti: è così semplice da essere guardato e nonostante ciò è un gioiello così vasto e incredibilmente profondo da guadagnare per se stessi. Questo è il giusto pensiero.

Questo è il SIU NIM, il pensare al minimo; piccola semplice forma di pensiero che non arriva mai...noi siamo così complicati! Costruiti sul nostro ego, che una così facile forma di pensiero richiede una grossa quantità di sforzo... giusto per dire...

Filosofia a parte, torniamo a noi e visto che la SNT, o qualsiasi forma è un processo, non si può dire quale versione di essa puoi usare o se un allenamento è giusto o sbagliato. Dipende da Te.

E' in relazione alla tua esatta coordinazione tra i tuoi movimenti fisici, dipende da quanto puoi controllare la forza, dipende da come puoi giocere con il tuo respiro, e infine tutto deve fare i conti con la tua volontà mentale/spirituale.

Tutto questo e magari molto altro viene agganciato ogni volta che noi eseguiamo una ripetizione della forma!

In questi ultimi anni qualche strato di questi elementi è stato scoperto e messo in qualche modo assieme, a volte creando buoni risultati, a volte pessimi risultati, portando solo ad una ridicola immagine dell'Arte!

Come (il Knowledgism) dice, c'è la legge del paradigma che regola tutti questi aspetti dell'allenamento, che non possono essere monopolizzati per chiunque, ma ogni praticante deve essere allenato per il gradino nel quale lui è in quel momento di tempo, non di più e non di meno.

Questo a sua volta porta ad essere consapevole, dal punto di vista dell'Insegnante, dell' esistenza di questi problemi, e sviluppare la miglior soluzione possibile per ogni studente.

Questo Ti richiede di allenarti capendo, esperimentare questa comprensione abbastanza, e metterla nella tua cartella "risoluzione dei problemi" per poter "prendere con le molle" qualsiasi minuscolo errore chiunque possa commettere!

Ebbene sei pronto a focalizzare queste cose, la prossima volta che fai la tua Prima Forma?

Silver

sabato 23 ottobre 2010

[Video] Siu Nim Tau - Famiglia Yuen Kay San

Sergio Iadarola ha appena caricato su YouTube questo video, mostrando la Siu Nim Tau della famiglia Yuen Kay San, eseguita dal Dr Cheung Yung, uno dei migliori studenti di Sum Nung. Lo ringraziamo, come sempre, per averci dato modo di vedere un'altra versione di una forma.

venerdì 14 maggio 2010

Siu Nim Tau - Approfondimenti

La Siu Nim Tau, l'ho detto più volte, è la struttura base del Wing Chun Kuen. Ho già scritto molto su questa forma, ma vorrei entrare nel dettaglio sulla divisione che ne abbiamo fatta in 'set'. La piccola idea è tale perché contiene i principali movimenti di base del sistema, ma un'altra tradizione suggerisce di tradurre Siu Nim Tau come "prima iniziazione di un giovane" (Siu: giovane; Nim: iniziazione; Tau: prima). Tradizionalmente l'Allievo comincia la pratica con il solo esercizio della prima forma, necessaria per poi cominciare ad allenare movimenti più complessi. 

Altre famiglie chiamano la  forma Siu Lin Tao, dove il nome fa riferimento al Tempio di Siu Lam, per la sua derivazione (Siu: giovane; Lin: foresta; Tao: via): la Via del Siu Lam (della "giovane foresta", letteralmente). Secondo alcuni Maestri, questo modo di chiamare la forma, sarebbe il più antico; in effetti lo si trova ancora in alcuni lineage poco conosciuti. Ora, al di là del nome, è importante notare come al suo interno siano studiati quasi tutti i movimenti di braccia del sistema e, soprattutto, la posizione di base, che chimiamo Yee Gee Kim Yeung Ma

La forma è caratterizzata anche da diversi elementi che molto spesso si nascondono ai giovani praticanti: si tratta di quei principi fondamentali che determinano la differenza da qualunque altro metodo di combattimento. Anzitutto si studia il rettangolo immaginario, delimitato dalle braccia, che va dalla parte più alta (le sopracciglia) a quella più bassa (sotto l'inguine), nell'area inclusa tra le spalle: serve per imparare a non oltrepassare quest'area con le braccia, per non avere spreco di movimento, nella maggior parte delle azioni di combattimento.

Si studiano i quattro cancelli fondamentali (Sei Mun), costruiti dalla divisione del nostro rettangolo immaginario in un asse orizzontale (appena sotto il plesso solare, l'altezza dei gomiti) e uno verticale (la linea verticale mediana), in modo da formare quattro spazi detti 'cancelli'. Questi non sono altro che le aree d'entrata dell'avversario, che dovremmo sempre tenere protette con l'aiuto di uno dei principi di base detto 'gomito immobile'. Il gomito, infatti, svolge un'azione fondamentale nell'attacco come nella difesa, perché con il controllo del gomito (avversario o proprio) si ha una maggiore protezione ed un minor spreco d'energia. Questi concetti di base sono correlati allo studio della linea centrale (Jung Sien), che possiamo trovare in quasi tutti i movimenti della Siu Nim Tau
 
Un'altra delle basi di studio della prima forma è la triangolazione, speculare tra braccia e  gambe. Faccio riferimento alla teoria del cuneo (o della piramide o del cilindro, a seconda delle famiglie di provenienza), base della nostra guardia e dei nostri attacchi primari. La triangolazione è intesa anche come risultante dei tre angoli che si formano tra la struttura corporea e le posizioni di braccia e gambe, nei movimenti del sistema.

Altro punto su cui si pone l'attenzione è la semplicità dei movimenti, un'altra caratteristica di questa forma statica (non ci sono passi), con le sue traiettorie rettilinee, ellittiche e circolari. La prima forma farebbe intuire un sistema economico da apprendere in modo veloce, mantenendo la massima efficacia, se ci si limitasse allo studio della Siu Nim Tau. I movimenti della forma, oltre ad insegnare le tecniche di braccia, dovrebbero sviluppare una potente velocità esplosiva, che dovrebbe permetterci di colpire molto in spazi ristretti, a corta distanza, con una forza rilevante

Andiamo ad una delle note dolenti... Quanti di noi hanno allenato l'energia interna? Quanti di noi hanno lavorato per accrescerla? Se dico Hei Gong, chi mi capisce? Eppure, l'allenamento costante della Siu Nim Tau, abbinata ad una corretta respirazione (il più delle volte inversa) ed alla concentrazione, dovrebbe sviluppare il Qi, la forza interiore. Non è un caso che Si Jo Leung Ting ci suggerisce di praticare il solo terzo set in non meno di 25 minuti, no?! Questa parte della forma era considerata come Saam Bai Fat, "pregare tre volte Buddha", ma chi se lo ricorda più?! Eppure è caratterizzata da movimenti lentissimi che aiutano a sviluppare la tensione dinamica, così da far scorrere l'energia in avanti lungo le braccia, senza bloccarla, con una contrazione della muscolatura  profonda, che dà vita alla tensione dinamica. 

Per quanto riguarda la Yee Gee Kim Yeung Ma, bisogna chiarire una cosa: ha una funzione molto importante per le fondamenta del sistema, per quanto riguarda l'equilibrio, la struttura delle altre posizioni, per i calci e gli spostamenti. Nella sua esecuzione, per tutta la durata della forma, va sostenuta correttamente, con il baricentro abbassato, con le ginocchia flesse, con la contrazione degli adduttori, la posteroversione del bacino, la testa verso il cielo, etc. Ne abbiamo parlato e ne riparleremo; mi preme solo sottolineare che questa posizione è necessaria, ma non sufficiente per la pratica del sistema.

Durante l'esecuzione della forma, le braccia si modificano secondo le tecniche che vengono eseguite, rispettando i principi sopra citati, mentre la posizione del cavallo, rimane sempre la stessa. Quando le braccia sono ai fianchi (Sao Kuen), ritirate all'altezza del petto, devono spingere indietro, per allenare una linea di energia opposta alla linea mediana verticale, senza però contrarre la parte superiore dei trapezi, senza alzare le spalle, per non irrigidire la zona che va dalla cintura scapolare alla testa. 

Lo sguardo è sempre orizzontale e si rivolge verso il punto in cui vanno le mani (prima parte lo sguardo, poi seguono le mani). La respirazione deve avvenire inspirando ed espirando dal naso, con la lingua poggiata al palato e la bocca chiusa. Eseguire in modo corretto la Siu Nim Tau migliora l'autocontrollo. La mente ed il corpo si uniscono per arrivare ad un livello di consapevolezza molto alto, perché controllare il proprio corpo è il presupposto per controllare quello dell'avversario.
 
Possiamo suddividere l'esecuzione in 3 parti e in otto set. La prima parte lavora sull'energia (soprattutto il terzo set). La seconda parte sull'espressione dell'energia con tecniche simmetriche (si pensi al quarto set). La terza parte insiste sulle combinazioni di tecniche (tutti gli altri). Le sottosezioni vengono denominate a seconda dell'allenamento che il praticante deve focalizzare. 

Si parte dalla costruzione della posizione di base, che viene detta brevemente Lo Ma. Con il doppio Taan Sau e Gaun Sau si spinge il praticante a praticare tenendo sempre presenti le linee d'azione e le distanze di combattimento. Il pugno di base (Jik Chung Kuen) si inizia a spiegare l'elasticità e la velocità del colpo.

Il ciclo di Taan, Fook e Wu Sau costituisce il set di riferimento delle tre preghiere a Buddha, con le quali si prende coscienza della linea centrale e della linea verticale mediana. Attraverso tutti i tipi di Gum Sau che si trovano nel quarto set il praticante impara a spingere l'energia in ogni direzione, costruendo una sfera intorno a sé. 

Con il Lan Sau ed il Fak Sau si comprende l'utilizzo del taglio della mano per colpire l'avversario. La sequenza di Jut e Tok Sau, invece, aiuta a comprende l'azione del tirare e dello spingere l'avversario, lavorando sulle diagonali... Il Tai Sau è considerato il "ponte levatoio", che si costruisce quando l'avversario ha accorciato troppo la distanza ed abbiamo bisogno di ristabilire l'equilibrio.

Poi si studia la possibilità di colpire col palmo della mano, prima di passare alle combinazioni alte (Cham Sau), basse (Gwat Sau), medie (Bong Sau). Si conclude con lo studio della liberazione di ponti (con il Tut Sau) e l'attacco con i pugni concatenati (Lien Wan Kuen). Diciamo che questi possono essere considerati degli appunti di viaggio, che vanno sicuramente trattati a lezione, ma attraverso i quali la pratica del Wing Chun Kuen può risultare maggiormente guidata e didattica...

lunedì 8 marzo 2010

La respirazione inversa - 逆呼吸

Oggi vorrei spiegare brevemente cosa sia e a cosa serva la respirazione inversa, una della quattro cui ho fatto riferimento qui, nonché una di quelle fondamentali nella nostra pratica quotidiana della Siu Nim Tau, come ci ricorda SiJo Leung Ting nei suoi testi e nei suoi tutorial. Si chiama 逆呼吸, Nì Hū (mandarino) o Yik/Ngaak.Fu Kap/Ngap (cantonese) e fa riferimento alla respirazione inversa.

逆 [] è l'ideogramma utilizzato per rendere l'idea del contrario, dell'essere contrario rispetto a qualcosa. Come verbo è utilizzato per indicare l'andare contro, il disobbedire. Come aggettivo è proprio contro, contrario o inverso. Originariamente 屰 era semplicemente 大 (), una persona a testa in giù, che simboleggiava la nozione stessa di 'contrario'. Dopo 辶(辵 chuò), l'ideogramma del verbo 'andare', è stato aggiunto per rendere il senso di andare contro. In Cantonese lo troviamo trascritto come Ngaak o come Yik.

呼 [], lo ricordo per i più disattenti (l'avevo descritto qui) significa espirare, infatti è composto da 口 (kǒu) 'la bocca' e da 乎 [hū], che esprime il senso di emettere. In Cantonese è /Fu/. Nella congiunzione 呼吸 [hū xī) è propriamente il respiro, come nel caso che affrontiamo oggi. Infatti 吸 [xī] significa inalare (in Cantonese si trova come /Kap/ o /Ngap/). In alcuni casi è assorbire. 


Invertire la respirazione sigjnifica proprio sovvertire la respirazione naturale. Per provare la respirazione inversa, inspirate profondamente, con l'addome contratto e riempiendo la parte superiore dei polmoni. Quando espirate, spingete l'addome fuori e rilasciate il respiro all'interno del corpo. 

A causa della diminuzione della pressione nei polmoni (aumento del volume) il diaframma si sposta verso il basso, quindi, di conseguenza, gli organi nell'addome contratto saranno stimolati. Ognuno di noi ha utilizzato questo tipo di respirazione, in maniera consapevole o meno: si tratta del nostro modo di respirare, quando qualcosa di pesante ci spinge, noi istintivamente utilizziamo la respirazione inversa. Il respiro si sposta in verticale, su e giù all'interno del corpo, come una pompa.

È interessante notare che durante la respirazione inversa il respiro si muove anche in senso orizzontale, perché l'aria si sposta avanti e indietro dentro il ventre durante l'espirazione. Una tecnica comune taoista è di immaginare una perla che si sposti avanti e indietro, forse questo può aiutarvi a visualizzare il concetto.


Questo modo di respirare è una tecnica utile cui far ricorso prima della pratica della meditazione. Mi pare importante sottolineare che questo non dovrà mai diventare il nostro modo naturale di respirare. La pratica eccessiva della  respirazione inversa può portare a problemi medici, che vogliamo ovviamente evitare.

Io non consiglierei a nessuno con una pressione sanguigna molto alta e non curata di praticare la respirazione inversa. Io non sono un medico, ma mi è stato insegnato che esercitare troppa pressione sul basso addome può causare problemi di varia natura, così come l'eccessiva pressione sullo stomaco potrebbe contribuire ad ingenerare problemi di reflusso acido. 

Moderare la quantità di forza utilizzata, sollevando il tratto pelvico può essere utilizzato per prevenire un affaticamento dei muscoli respiratori: è importante che le tecniche avanzate di respirazione siano apprese e praticate sotto la supervisione di un insegnante esperto, ovviamente.

Per quel che ci riguarda più da vicino, la respirazione inversa durante la Siu Nim Tau ci porta ad allenare sia quella che viene comunemente chiamata "camicia di ferro", sia il movimento interno, che, dopo una pratica costante, ci aiuterà a sviluppare la forza che viene dal bacino.

domenica 24 gennaio 2010

Una piccola idea, che ne contiene tante altre

Alcuni dei miei ToDai sono soliti chiedermi il motivo per il quale si studi a lungo la Siu Nim Tau. Effettivamente la prima forma del curriculum del Wing Chun di SiJo Leung Ting si porta avanti per molto tempo, sicuramente per un anno. In questo lasso di tempo si dovrebbero acquisire tutte le informazioni ed i concetti che stanno dietro la 'Piccola Idea'.


L'averla allenata male per anni, senza comprenderne i significati profondi che le stanno dietro, può aver portato alcuni a fraintenderne l'utilizzo. Sicuramente alcune grandi associazioni italiane hanno prolungato il tempo di studio per commercializzare meglio il loro prodotto, ma è molto importante non saltare delle tappe obbligatorie per comprendere appieno i principi del Wing Chun.

Anzitutto la Siu Nim Tau Sviluppa la pazienza. In un mondo che va sempre più di fretta, impone all'Allievo di eseguire alcuni movimenti in modo molto lento. Contemporaneamente, viene introdotto il concetto di vuoto, che è il primo elemento di sviluppo interno. Senza l'idea del vuoto e del pieno, il Wing Chun non potrebbe essere appreso in modo serio.

Alcuni Insegnanti mi hanno fatto comprendere che la prima forma sia utile anche per allenare la propriocezione e la coordinazione di base delle braccia (e del corpo). La Siu Nim Tau contiene anche quasi tutti gli elementi sull’utilizzo delle braccia, anche se alcuni sono solo accennati.

I modi per allenarla, come ho detto più volte, sono tre: piano, come movimenti di risveglio (in maniera simile ad alcune forme di Tai Chi), elastica, per lo sviluppo dell'energia e della flessibilità, e 'marziale', per allenare le tecniche da utilizzare nel combattimento con velocità e potenza. Una volta imparati i movimenti e le sequenze, possiamo dare all'esecuzione la necessaria dinamicità, aggiungendo a poco a poco l’energia del corpo al movimento.


La 'Piccola Idea' permette di studiare alcuni principi basilari del Wing Chun, tra questi il radicamento, che è necessario per poter iniziare a lavorare in coppia, per esempio. La teoria dei cancelli, con le diverse linee (centrale, verticali, orizzontali, etc.), viene sempre affrontata durante lo studio della Siu Nim Tau.

Tra le tecniche, si studiano i cosiddetti tre veleni,  (Fook Sau, Tan Sau e Bong Sau), con le loro meccaniche di movimento. Una delle basi che vengono poste sin dalla Siu Nim Tau è lo sviluppo e l'utilizzo della forza elastica, una delle componenti più affascinanti del sistema. Allo stesso tempo si analizzano sia la forza che viene dalla punta del gomito, sia il cosiddetto 'gomito immobile'.

In una fase di studio approfondito viene posta l'enfasi sull'angolo di taglio di tutte le tecniche, con uno studio dettagliato delle direzioni della forza. Proprio in questo momento viene analizzato il principio “Una mano si prende cura di due” e si accenna la fase di coordinazione tra le braccia e le gambe.

Una cosa che spesso passa sotto silenzio è questa: la Siu Nim Tau di SiJo Leung Ting è costruita e contiene ciò che si trova nello studio dei coltelli a farfalla (nella forma Bart Cham Dao). Possiamo pensare a questa similitudine: il gomito è l'impugnatura del coltello, l'avambraccio corrisponde alla lama e la mano è la punta. Quando si lavora con un'arma corta non muoviamo quasi mai l'impugnatura, ma usiamo la lama e la punta per intercettare, deviare, tagliare o colpire.

Tutto questo per dire che il gomito è la barriera solida, parzialmente immobile, mentre l'avambraccio è la barriera mobile, elastica, che assorbe e 'rimbalza'. Ecco perché nella mia Scuola insisto molto sull'utilizzo del gomito in tutte le tecniche. La forza viene dal gomito, questo è basilare quanto filosofico. Possiamo pensare ad un tergicristallo: fermo alla base (il gomito), si muove solo l'asticella (l'avambraccio e la mano). Questo ci permette di avere il controllo, con un buon uso dei dorsali e della catena cinetica posteriore, muovendoci il meno possibile.

giovedì 10 dicembre 2009

Siu Nim Tau - lineage GM Leung Ting XIII

Con questo post termina il primo lavoro generico sulla Siu Nim Tau, nel corso del quale spero di aver dato un'idea generale del lavoro che si esegue nella 'Piccola Idea', che, in quanto tale, non può occupare tutta la vita del praticante di Wing Chun, se non per un ripasso generale delle tecniche e per approfondimenti ulteriori, dopo un primo anno di studio. Se consideriamo che non è una forma 'tradizionale', nel senso che è molto recente, e che fu creata per avere un'idea generale del sistema, è importante non dedicarle più del giusto tempo e della giusta attenzione.

Cerchiamo, soprattutto, di non tirare fuori da essa tutto quello di cui abbiamo bisogno per giustificare i nostri movimenti nel combattimento reale. Per esempio, non concordo con chi allena la Siu Nim Tau a terra, come se fosse utile in tutte le salse, groundfighting incluso. Alleniamola per quello che è e per quello che è serve, non diamole un senso che non ha.

L'ultimo set della forma della piccola idea si apre con un Gaun Sau leggermente diverso dal precedente, studiato nel primo set, subito dopo il Gow Cha Tan Sau. Il polso, stavolta, non si ferma sulla linea centrale, ma la supera, andando a tagliare (idealmente) l'aria verso l'anca opposta. In questo senso il Gaun Sau può essere pensato come un braccio che fraziona, che taglia, che si incunea nella difesa avversaria.

Al Gaun Sau della mano sinistra si sovrappone un Tan Sau della mano destra, all'altezza del gomito. Da qui, attraverso uno dei tipici movimenti che seguono la teoria del Push&Pull, si dà luogo ai famosi, quanto spesso sconociuti, Tut Sau. Una traduzione comprensibile può essere quella di 'braccio che libera', ma un'idea interessante mi pare essere quella di 'braccio che pela' (pensate al pelapatate, abbiate un po' di fantasia!).

Questa sequenza di Tut Sau avviene tramite il passaggio da Gaun Sau a Tan Sau e viceversa, che si crea scivolando sull'avambraccio. Questa serie di movimenti enfatizza il lavoro necessario per liberare le braccia da prese ai polsi. Alcune volte vengono usati anche per difendere l'area bassa del corpo, mentre si fanno passi indietro, su attacchi veementi degli avversari.

Al terzo Tut Sau (Gaun Sau destro e braccio sinistro che torna sulla linea centrale), il braccio sinistro si prepara a lanciare un pugno (Chung Kuen) lungo la linea centrale. Da qui nasce quella che è la tecnica più famosa (o famigerata?) del Wing Chun Kuen, i Lin Wan Chung Kuen, i pugni a catena. Nella forma sono tre, perché seguono uno dei motti (che non cito), il quale ci invita a non tirare più di tre volte la stessa tecnica... Di solito, nei corsi di Wing Chun, troverete gente che tira migliaia di pugni a catena di questo tipo. Effettivamente il lavoro ha una sua legittimità, ma che non sia la vostra soluzione universale, mi raccomando!

Eseguito l'ultimo pugno (che comunque è diverso da quello del secondo set, che chiamiamo Jik Chi Chung Kuen (直線衝) o Yaht Chi Chun Kuen (線衝) - rileggete qui -), si passa al solito Huen Sau sinistro, per poi terminare con il Sau Kuen. La chiusura della forma viene detta Sau Sik.

mercoledì 9 dicembre 2009

Siu Nim Tau - lineage GM Leung Ting XII


La nostra chiacchierata introduttiva sulla Siu Nim Tau del lineage Leung Ting sta per volgere al termine. Oggi parliamo velocemente della settima parte della 'Piccola Idea', in cui si vedono delle differenze anche molto marcate tra i vari lineage di Wing Chun, specialmente tra quelli non appartenenti alla discendenza del GGM Yip Man.

Il set che prendiamo in esame oggi inizia con il Bong Sau ('il braccio ad ala'), che è una delle tecniche più conosciute del Wing Chun, insieme ai pugni a catena. La nostra esecuzione, però, passa per un certosino lavoro di polso, che, attraverso una rotazione (tanto utile nel Poon Sau), permette di capire la dinamica precisa del 'braccio ad ala'.

Questo partire dal polso ci fa capire anche come le forze avversarie debbano essere deviate attraverso il Bong Sau e ci dà pure un'indicazione precisa sull'altezza e sull'angolazione precisa (da forma) che la tecnica deve assumere per poter funzionare. Questo movimento del braccio ci aiuta a dissipare un attacco medio basso dell'avversario, quando è indirizzato verso la linea verticale mediana del nostro corpo.

Mi pare importante sottolineare che nella nostra famiglia non viene fatto uso del Bong Sau oltre l'altezza della spalla, in quanto considerato errore. Non sono pochi gli Insegnanti che insegnano questa visione errata del 'braccio ad ala', attraverso il quale portano gli Allievi a pensare di difendersi sollevando il braccio oltre la spalla (distruggendo la cuffia della stessa...). Ci tengo a sottolinearlo, perché non sono pochi i praticanti di Wing Chun che conosco che si sono fatti male pensando di tenere una pressione avversaria con un Bong Sau alto. Oltre la linea orizzontale (quella che incrocia la verticale per dare origine al punto centrale del corpo, da cui parte la linea centrale), solo il Tan Sau, un pugno o un gomito possono dissipare l'attacco avversario, ma sicuramente non il Bong Sau.

Dopo aver terminato l'esecuzione del Bong Sau, attraverso l'impulso del polso si passa in un fulmineo Tan Sau, che segue il principio Got (da Luk Dim Boon Kwun), tagliando verso il basso l'eventuale e ora simulato attacco avversario. Immediatamente la mano si abbassa per andare in Ong Cheung, la palmata riversa, che viene spesso utilizzata per attaccare la parte medio bassa del corpo avversario, oppure il viso, quando riusciamo a togliere l'equilibrio all'aggressore ed a porlo alla giusta altezza per essere colpito.

Esteso tutto il braccio con le dita verso il basso, per allenare la flessibilità e l'allungamento tendineo-muscolare, si esegueno i soliti Huen Sau e Sau Kuen. La sequenza viene ripetuta nello stesso modo con il braccio destro.

giovedì 3 dicembre 2009

Sul seminario di SiFu Massimo a Roma

Pubblico anche qui, dopo l'uscita sul blog IDPA, il mio breve reportage sullo seminario di SiFu Massimo, appena svoltosi a Roma. Di seguito, invece, trovate alcune riflessioni scritte proprio da SiFu sul seminario, già pubblicate sul blog. Buona lettura e, mi raccomando, seguite il consiglio di SiFu, intervenite!

Nel centro dell’Asd Tempio di Olimpia, in via Casilina, 1038/o,  SiFu Massimo ha presentato ai partecipanti la seconda parte del lavoro tecnico e teorico che sta dietro al Primo Livello , dopo il primo, svolto ad ottobre.  Tutti i To Dai sono stati entusiasti del lavoro svolto durante il seminario, anche perché SiFu è una persona piacevole e disponibile.

Mettiamo agli atti anche questo secondo seminario di SiFu Massimo Fiorentini. In una cornice serena, ma seria e determinata, si è svolto a Roma sabato, 28 novembre, il secondo seminario di SiFu Massimo Fiorentini sul Primo Livello di Wing Chun dell’IDPA.

Al seminario hanno preso parte quasi tutti i miei Allievi, più qualche amico proveniente da altre Scuole. Tutti sono rimasti colpiti dal footwork di base del sistema, con i mezzi passi, i passi in avanti ed in tutte le altre direzioni, il passo a V, il passo combinato, il passo speciale, il passo a compasso, etc.
 
Abbiamo analizzato l’utilizzo dello spostamento come base per poter affrontare un combattimento, con le relative tecniche di braccia che vanno sfruttate contemporaneamente al movimento del busto. Un piccolo spazio, all’interno delle spiegazioni, è stato riservato agli esercizi propedeutici per la lotta in piedi ed a terra che abbiamo voluto aggiungere nel programma di base degli Allievi di Wing Chun Kuen, consci che la lotta al suolo nel sistema non è presente, ma che ci sia sempre più bisogno di sapersi adattare ai tempi che corrono e che la conservazione di tante tecniche ‘anti-grappling’ non fossero utili per affrontare seriamente un contesto reale.

lunedì 16 novembre 2009

Siu Nim Tau - lineage GM Leung Ting X

Siamo giunti al quinto set della Siu Nim Tau eseguita ed insegnata nel lineage di Si Jo Leung Ting. Questo è il passaggio più breve della forma e contiene pochi movimenti, utilizzati molto spesso nella pratica. Il pezzo della Little Idea Form di cui andiamo a parlare è dedicato alla difesa ed all'attacco con il palmo della mano ben aperto.


L'apertura parte sempre dalla posizione con i pugni ai fianchi. La mano sinistra esegue una palmata laterale (Jark Cheung), seguendo una traiettoria semicircolare, che la porta a coprire il lato destro dello spazio, fino alla linea della spalla (destra). Spesso e volentieri questo movimento viene eseguito nella stessa maniera di quello descritto nel terzo set, ma c'è una differenza di profondità e di intenzione tra i due. Mentre il primo difende il lato, il secondo (questo) interviene prima, coprendo il medesimo lato in anticipo, creando lo spazio necessario alla controffensiva.

Subito dopo, la mano percorre la medesima traiettoria al contrario, tornando in Wu Sau (la mano che protegge) e, successivamente, oltrepassata la linea centrale, si appresta a diventare una palmata orizzontale (Wang Cheung). Questo tipo di palmata viene spesso lanciata all'altezza della milza o del fegato, quasi di taglio. Alcune volte viene tirata come Chang Sau, la 'mano a vanga'. Dipende, come sempre, da cosa si vuole allenare.

Eseguita la tecnica, si chiude nel solito modo, con lo Huen Sau ed il Sau Kuen, per poi andare a ripetere il movimento con la mano destra.

Questa sequenza viene utilizzata per difendersi con il palmo aperto da pugni del tipo '1-2' , jab e diretto, del Pugilato, per esempio. In questo caso non siamo frontali, rispetto all'attaccante ed per questo motivo che alcune famiglie, in Cina, eseguono il set con la tipica posizione ruotata a 45 gradi (rispetto all'avversario). Anche SiFu Sergio Iadarola, per esempio, ce la insegnò in questo modo, per dare subito idea dell'effettivo uso della tecnica.

lunedì 9 novembre 2009

Siu Nim Tau - lineage GM Leung Ting IX

Eravamo rimasti allo Sheung Lan Sau, con il braccio destro sopra al sinistro, eseguito dopo i colpi laterali. Ricordo che nella fase di chiusura del cerchio (o quadrato?) creato dalle braccia e dal corpo sono i gomiti che spingono avanti, mentre i polsi vanno a tagliare l'aria parallelamente, ritornando nella posizione di partenza, da cui si fanno partire i colpi laterali.

Con l'energia del doppio braccio che sbarra la strada, si ha l'elasticità necessaria per proseguire con il movimento successivo, che viene portato sempre dall'avambraccio sinistro. Tagliando l'aria, esegue un semicerchio diagonale, che lo porta a premere sul polso del braccio destro, dando vita allo Sheung Cham/Jam Sau, che ci permette di affondare  l'avambraccio, per creare il ponte necessario ad affondare quello avversario, quando questi crea un blocco.


Il ruolo del Cham Sau è quello di controllare o catturare il ponte avversario. Può essere utilizzato per disturbare l'equilibrio degli avversari rigidi facendo perdere l'assetto strutturale attraverso l'affondamento delle braccia. Se eseguiamo la Siu Nim Tau con il necessario vigore, ogni movimento ci permette di giungere come una molla verso l'altro. Questo è anche il caso della tecnica successiva, che può essere vista come Sheung Kou Tan Sau o come Sheung Tok Sau. Il primo è un Tan Sau un po' più alto di quello del terzo set, utile come difesa contro attacchi esterni alti. Il secondo è un movimento di squilibrio dell'avversario, che viene eseguito sotto i gomiti dello stesso, per fargli perdere l'equilibrio. Come sempre, dipende da cosa si vuole allenare ed il movimento avrà un utilizzo differente.

A parere mio, il movimento può essere anche visto come una sequenza veloce di Tan Sau e Tok Sau, perché non sempre quello che facciamo in applicazione è così chiaro e limpido. Dobbiamo liberarci dall'idea della singola tecnica, perché in un'azione dinamica non staremo certo a pensare ad una o ad un'altra tecnica, ma saremo sempre e comunque in movimento.

Il movimento successivo è davvero molto importante, perché costituisce una delle idee di shock che si hanno nel sistema. Si tratta del Jut Sau, che, nella Siu Nim Tau, è eseguito simultaneamente (Sheung). Quando l'avversario è rigido prendiamo il suo equilibrio attraversio una trazione veloce, uno shock vero e proprio. Effettivamente lo shock può essere creato in tante maniere, alcune volta con la mano aperta, ma più spesso con la trazione delle dita, ma nella forma si esegue a mano aperta. La trazione non può non essere fatta dalla forza della catena muscolare posteriore.


Poiché ad ogni movimento di trazione fa seguito un'azione contraria, nella forma eseguiamo lo Sheung Biu Jee Sau, una doppia spinta in avanti delle dita della mano. Si tratta degli Yang Biu Jee sau, perché l'energia finisce principalmente sul meridiano Yang, che termina tra l'indice ed il medio. Con questa tecnica si colpiscono gli occhi o la gola, ma può essere utilizzata per imprigionare le braccia dell'avversario sia dall'interno verso l'esterno, sia dall'esterno verso l'interno. I Biu Jee Sau sono sempre stati un mito del Wing Chun Kuen, perché l'applicazione è sempre stata tenuta segreta e mitizzata. Voglio subito dire la mia su questo: io non credo che si riesca con tanta facilità a colpire occhi o gola di un avversario in combattimento, quindi la mitizzazione della tecnica è assolutamente da rigettare. Può essere un valido tentativo per sfuggire ad un attacco pericoloso, ma ricordo a tutti che per colpire con le dita c'è bisogno di un allenamento costante e propedeutico alle stesse dita.

Se le dita non venissero allenate in modo corretto, l'unico risultato che si potrebbe ottenere sarebbe la rottura delle stesse, perché non ci si può affidare ad una tecnica che non viene mai allenata a vuoto o contro dei colpitori. Attenzione, quindi, ad utilizzare i Biu Jee Sau.

Successivamente eseguiamo un Gam Sau a ponte lungo, in cui la forza è presa proprio dalle spalle e non dal gomito, come quasi la totalità delle altre tecniche eseguite finora.

Cheon Kiu Gam Sau può funzionare sia come movimento offensivo (colpire la schiena di un avversario già piegato, di spalle, sia come movimento difensivo, per portare in basso le braccia dell'avversario, precedentemente intrappolate. Alcuni lo intendono come un colpo al basso addome, ma siamo sempre lì, io diffido di colpi non allenati e non credo che un attacco di dita all'addome sia così risolutivo in combattimento. A questo punto penso che sarebbe meglio allenare il doppio pugno basso come ci ha insegnato a fare Sergio Iadarola nel febbraio 2006, almeno è più efficace e più utile.

Dopo aver portato giù le braccia, eseguiamo un movimento contrario, come sempre, che siamo soliti chiamare Sheung Tai Sau, braccia/mani che salgono. Di solito è utilizzato come un movimento difensivo, per alzare il ponte avversario e far fronte ad un suo attacco. L'ho visto poche volte in un contesto offensivo, come colpo di polso al mento, ma potrebbe essere anche valido in quel senso. Il modo di tirarlo su dipende sempre dal senso che vogliamo dare al movimento. Se lo vediamo come un attacco lo porteremo con i polsi stretti, per colpire il mento, mentre se è utilizzato come difesa, lo portiamo con i polsi staccati. Una buona applicazione può essere anche quella del doppio pugno alto, sempre di matrice iadaroliana. Anche questo set si chiude con il solito Sau Kuen.

PS: colgo l'occasione per ringrarvi tutti per le 6000 visite uniche ricevute dal blog! Grazie davvero!

venerdì 30 ottobre 2009

Siu Nim Tau - lineage GM Leung Ting VIII

Continuiamo la nostra chiacchierata sul quarto set della Siu Nim Tau. Avevamo interrotto il discorso sul doppio Lan Sau. Sin dalla sua esecuzione nella forma questo movimento caratterizza i diversi lineage. A seconda di come viene eseguito potete capire se la persona appartiene ad una o ad un'altra Scuola.
Personalmente ritengo valide entrambe le esecuzioni che ho visto e praticato negli anni, quella di SiJo Leung Ting e quella di Sergio Iadarola. In sostanza, mentre il primo mette in evidenza determinati lavori delle braccia, il secondo dà luogo ad un movimento già di per sé applicativo, che inserisce nella forma un primo elemento di natura 'push&pull' molto utile in combattimento sia come strangolamento sia come tecnica per il takedown.
Ad oggi ritengo che ad un Allievo di base sia necessario mostrare esclusivamente il lavoro di SiJo Leung Ting, perché gli sto presentando una 'piccola idea', non un'applicazione della stessa, ma credo che uno studente medio debba conoscere quante più varianti possibili della stessa forma, in modo tale da avere nel proprio bagaglio tutta la complessità di quest'Arte Marziale.
Il doppio Lan Sau può essere utilizzato per studiare lo scaricamento dell'energia a terra. Probabilmente è per questo che nella maggior parte delle dimostrazioni i vari SiFu si sono sempre messi in questa posizione di braccia per far capire alle persone intorno come riuscissero a reggere una spinta anche di più persone stando su una sola gamba. Diciamo che questo assetto delle braccia permette una comprensione migliore dell'Haam Moon (pronunciato /hàam mùhn/), il contenere il petto, così come del Lok Bok (si pronuncia /lòk bòk/), che abbiamo sempre sentito nominare come 'dropping shoulder', far scendere le spalle in modo rilassato.
Attraverso questo studio posturale della posizione possiamo imparare a gestire la forza in ogni altro movimento. Penso che sia un passaggio obbligato. Oltretutto, a secondo del modo d'eseguire la Siu Nim Tau, si possono trovare le falle nel sistema di tenuta della struttura e si può capire il motivo per cui alcuni usano le braccia attaccate e parallele, altri staccate e parallele ed altri ancora le braccia staccate e diagonali. Su questo bisognerebbe aprire un capitolo a parte, visto che tale e tanta è l'ignoranza in materia.
Come accennavo nell'altro post, molti Insegnanti sono soliti introdurre il lavoro di gomiti nella fase di spiegazione del set, perché, effettivamente, mentre un braccio compie il suo lavoro di sbarramento, possiamo considerare il lavoro di sbarramento dell'altro gomito, il Lan Jarn. Il principio è lo stesso, ma l'origine e la terminazione dell'energia sono diversi. Ne riparleremo in un capitolo dedicato alle gomitate del sistema, Jarn Fat (da leggere /jàarn faat/), il 'metodo dei gomiti' per tradurre letteralmente.
Tornando all'esecuzione della Siu Nim Tau, dal movimento descritto si passa allo Sheung Fak Sau,  'doppio braccio/mano che frusta'. In questa fase di studio della forma analizziamo i movimenti coordinati ed isometrici delle braccia. Nel movimento appena nominato siamo soliti analizzare la forza elastica che proviene dall'utilizzo della spalla, del gomito, del polso e delle dita, durante tutta l'esecuzione dello stesso.
Il Fak Sau è utilizzato per colpire il petto, la gola o il viso dell'avversario, anche se qualche volte si vedono immagini di Fak Sau utilizzato contro i Biu Jee Sau (ne parleremo). Anche questo movimento è stato spesso spiegato in maniera non proprio comprensibile, soprattutto per la sua fase intermedia, in cui i gomiti vanno a colpire (idealmente) prima di scaricare la forza dell'avambraccio.
Il tema è grosso, perché si rischia di nuocere all'articolazione del gomito. L'iperestensione di questa articolazione ha provocato vari danni negli anni. Mi pare importante sottolineare che non va mai dimentato il motto fondamentale Cham Jarn (da leggersi /ciàam jàarn/), 'affondare il gomito'. Se teniamo presente anche questo motto non commettiamo errori...
Dopo aver eseguito i colpi laterali, torniamo allo Sheung Lan Sau, stavolta con il braccio destro sopra al sinistro. 

mercoledì 28 ottobre 2009

Siu Nim Tau - lineage GM Leung Ting VII

Siamo arrivati a parlare del quarto set della Siu Nim Tau, all'interno del quale possiamo trovare molteplici differenze tra le varie Scuole, per via della diversa comprensione dei concetti e dei princìpi che stanno dietro ai movimenti.

Ci troviamo nella solita posizione, con i pugni ai lati del corpo. Si parte con il braccio sinistro, che esegue uno Jor Gam Sau, un movimento diagonale che porta la mano a spingere verso il basso, con l'ausilio della spalla. La traduzione potrebbe essere qualcosa come "braccio sinistro che spinge (verso il basso)". Attraverso questo movimento si può allenare il colpo di spalla del Wing Chun, tanto utile che viene anche studiato all'interno delle sezioni (two men set) di Chi Sau della Chum Kiu. Il colpo di spalla può essere definito Bok Da e nella forma viene allenato con un leggero spostamento del corpo verso la parte verso cui si lancia l'attacco.

Un'altra utile applicazione dimostrata spesso da SiJo Leung Ting è la liberazione dalla leva articolare molto comune, quella al braccio (Arm Lock). Può essere utilizzato anche per bloccare o deviare un attacco di gamba, calcio o ginocchiata che sia.


Quando il braccio ha finito la sua escursione, parte il destro, che esegue lo stesso movimento (Yau Gam Sau). Se lo eseguite molto velocemente e con una certa elasticità, noterete la somiglianza, se non la vera e propria uguaglianza, con il movimento che eseguiamo con il Palo Lungo...

Dalla spinta ricevuta per l'esecuzione dei Gam Sau laterali, ecco che riceviamo l'imput per eseguire l'Hau Gam Sau, ovvero lo stesso movimento ripetuto verso il basso, dietro al corpo. Si tratta di un attacco posteriore, che può avere molteplici varianti ed utilizzi. Per esempio è utile contro le prese alle spalle. Si esegue per prendere distanza, pur rimanendo vicini all'avversario. Può essere un buon colpo alle spalle quando una delle due braccia viene intrappolata (Arm Lock). Di solito viene tirato alle costole, in applicazione, oppure verso le anche o l'area genitale, per poterci permettere i ruotare la posizione e tornare ad affrontare frontalmente, se possibile, l'avversario.

Dopo l'esecuzione del movimento, prendiamo la forza necessaria dal rimbalzo ed eseguiamo un Chin Gam Sau, cioè lo stesso movimento ripetuto davanti al corpo. Su questo ci sarebbe molto da dire. Molti lo hanno visto come un attacco al basso addome, anche se nessuno si è mai domandato come si potrebbe colpire qualcuno all'addome con le sole punte delle dita...

Semmai in applicazione potrebbe essere utile utilizzare i pugni Yang (di cui parleremo), che seguono la stessa traiettoria circolare, ma che tengono conto dell'impatto col corpo dell'avversario. Più probabilmente SiJo ed il suo Maestro hanno voluto utilizzare questo movimento per colpire la schiena dell'avversario una volta piegato di fronte a noi per un qualsiasi motivo. Lo vedo più come un colpo inferto verso il basso che come attacco di dita verso l'addome. Non è un caso, infatti, che in applicazione un colpo del genere segue le stesse dinamiche, ma viene inferto come un Gaun Sau (braccio che penetra), col taglio della mano, assai più doloroso e consistente, magari verso la bocca dello stomaco o sul plesso solare.

Per non mettere troppa carne al fuoco penso che sia meglio terminare questo breve pezzo con un accenno al movimento successivo, lo Sheung Lan Sau, cioè doppio Lan Sau. Il movimento è traducibile con "braccia che sbarrano la strada". Può avere davvero tanti tipi di applicazioni, sia in senso difensivo che offensivo. Viene utilizzato da tanti Insegnanti anche per introdurre un primo lavoro di gomiti nell'Allievo a metà strada nel suo percorso di apprendimento della Siu Nim Tau. Penso che l'esecuzione del movimento abbia bisogno di una trattazione a parte, perché merita di essere discussa.

domenica 18 ottobre 2009

Siu Nim Tau - lineage GM Leung Ting VI

Siamo arrivati al terzo set della Siu Nim Tau insegnata da SiJo Leung Ting, che, a mio parere, è stato quello meno compreso in assoluto in occidente. Considerando il fatto che all'interno di questo set si dovrebbe studiare in maniera adeguata la respirazione diaframmatica, le capacità di allungamento isometrico dei tendini e dei muscoli, la flessibilità della colonna vertebrale e quant'altro, allora è chiaro il motivo delle mancate spiegazioni... Molto probabilmente i primi insegnanti hanno avuto difficoltà a relazionarsi con questo tipo di dinamiche, perché furono maggiormente portati a combattere, ad utilizzare solo l'aspetto marziale del Wing Chun.

Grazie al cielo, SiJo Leung Ting spiega sempre che l'esecuzione di questo set può durare anche mezzora, se eseguito in maniera corretta, e può permettere alla nostra energia (Qi) di scorrere e fluire liberamente in tutto il corpo, se c'è un'attenta applicazione delle spiegazioni ricevute sul come eseguire i movimenti. Probabilmente da questo set sono sorte tante domande anche sulla connessione tra Wing Chun e Weng Chun (li scrivo così in maniera convenzionale, per capirci), vista la somiglianza tra le esecuzioni della Siu Nim Tau  (presente in tutte le famiglie, ma con differenze anche sostanziali) e la Saam Pai/Baai Fat (presente solo in determinate famiglie).

Le tre pieghiere a Buddha sono la parte più significativa in cui possiamo riscontrare delle connessioni tra le due grandi famiglie, nonché quelle che più ci fanno capire dalla semplice visione dell'esecuzione a quale lineage appartenga la persona. Dipende, in tutta sostanza, dal modo in cui si eseguono i movimenti (linea retta, attraverso cerchi, altezze diverse, etc.).

L'apertura del quarto set della Siu Nim Tau parte sempre con un movimento del braccio sinistro (come tutte le forme a mani nude del Wing Chun di tradizione Leung Ting). Il movimento parte con l'apertura della mano con il palmo verso l'alto. Si tratta del Tan Sau, il quale, in questo specifico caso viene utilizzato per aprire la guardia dell'avversario o per difendersi da un  attacco esterno. Il movimento dell'avambraccio termina sulla linea centrale,  punto dal quale il Tan Sau inizia la sua rotazione sul piano orizzontale, avanzando.  La difesa con questo Tan Sau da un attacco esterno funziona se l'attacco non è diretto verso la parte opposta al braccio utilizzato, poiché in quel caso solo il footwork potrebbe funzionare.

Portato il Tan Sau nella posizione finale, si esegue un Boon Huen Sau, un mezzo giro del polso, per portare la mano ad eseguire il movimento successivo, il Wu Sau (mano/braccio che protegge). Questo movimento è utilizzato sia come difesa arretrata che avanzata delal guardia, sia come azione in sé, per provocare una reazione nel braccio avversario (penso ad alcune aperture delle sezioni di Chi Sau).

Riportato il Wu Sau verso il basso attravero un altro cerchio, il braccio raggiunge la tipica posizione del Fook Sau, con il gomito che torna al punto più basso che può raggiungere. Mentre il centro della mano è sulla linea centrale, le dita tirano indietro, mentre il polso spinge in avanti. Attraverso questo movimento si sviluppa la muscolatura profonda tanto cara e utile alla nostra pratica marziale. Nell'applicazione, però, la mano non ha questa pressione estremizzata e viene utilizzata per monitorare e controllare i movimenti del braccio di un avversario dal momento in cui costruiamo un ponte (Kiu) dall'esterno all'interno.

Il Fook Sau affonda il braccio dell'avversario, sia utilizzando il palmo che le dita (dipende dai casi), ma può anche tagliare, rimbalzarci sopra, scivolare dentro, etc., perché dalla sua posizione intermedia ha la possibilità di cambiare a seconda dell'energia dell'avversario.

Portato il Fook Sau in avanti attraverso un altro movimento circolare, si esegue uno Huen Sau completo, per tornare in Wu Sau. Ripetuto tre volte, questo movimento è quello che rappresenta la triplice preghiera a Buddha. In alcune Scuole si è persa questa tradizione, ma io ci tengo che almeno si sappia da dove viene il movimento caratteristico che utilizziamo, perché niente deve avvenire per caso.


Il movimento successivo parte dalla posizione del Wu Sau. Si tratta di una palmata laterale, che copre il lato del triangolo che formiamo quando siamo in guardia (Wu Sau/Man Sau). La definizione che ho sentito più volte è quella di Jark Cheung, ma ultimamente mi è capitato di sentirne un'altra, che attiene al movimento lungo la linea laterale, ma che non saprei scrivere, non avendone visto l'ideogramma (non ne conosco la romanizzazione). Sappiamo che c'è un termine, ma non so quale sia. Se qualcuno volesse aiutarmi, sarebbe il benvenuto. Ad ogni modo, il movimento è difensivo e viene utilizzato in connessione con un attacco portato dall'altro braccio. Lo trovate anche durante l'apertura della prima sezione di Chi Sau del Maestro Leung Ting.


Eseguita la protezione del lato, si torna in Wu Sau, per poi lanciare una palmata frontale, con il palmo eretto (Ching Cheung), rivolta al volto (bocca, naso o fronte, a seconda dei casi). Steso il braccio, si esegue lo Huen Sau e poi si torna in Sau Kuen. Chiaramente ripetiamo gli stessi movimenti per il lato destro.

Sta di fatto che questo set è uno dei più importanti della Siu Nim Tau, perché sviluppa un lavoro isometrico dei muscoli e dei tendini, mentre introduce anche la respirazione diaframmatica. Oltre a questo, se ripetuto più volte, corrisponde ad un ottimo allenamento muscolare per gli avambracci, che tanto sono utilizzati durante la pratica del Wing Chun.