martedì 17 gennaio 2012

Seminario pubblico del GM Lin Xiang Fuk

Ultimi giorni per prenotarvi per il seminario del Gran Maestro Lin Xiang Fuk, che vi mostrerà i tesori della Famiglia Hek Ki Boen Kun Tao. Affrettatevi!


lunedì 16 gennaio 2012

Storia del 永春拳: facciamo il punto (Sesta Parte)

Continua l'affascinante ricerca condotta da Pasquale Mazzotta, dopo l'introduzione, la seconda, la terza, la quarta e la quinta parte. Buona lettura!
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Con la distruzione del tempio di Fukien Ng Cheung si recò a Fat Shan (la Montagna di Buddha) in una provincia cantonese nel Sud della Cina, dove cercò di continuare le attività delle società segrete. Grazie alle sue abilità e conoscenze riuscì ad organizzare l’Associazione del Fiore Meraviglioso (precursore della Hung Suen Opera o "Opera della Giunca Rossa",  nome pubblico che nascondeva la Hung Fa Wui, "Società del Fiore Rosso") e, dopo essersi occupato dell'addestramento delle società segrete nel sistema 永春, Cheung Ng scomparve, per nascondersi dalla persecuzione della Dinastia Qing, andando a rifugiarsi da alcuni parenti, i Chan (nella cui genealogia troviamo anche “Hung Gan" Chan Biu), cui insegnò per oltre 10 anni il sistema Hung Fa Yi, preservato per 4 generazioni nella famiglia, prima di essere insegnato agli esterni.
I Chan non furono mai coinvolti direttamente, se non come finanziatori, nelle società segrete, mantenendo un basso profilo al riguardo. L'ultimo della quarta generazone della famiglia Chan ad apprendere l'Arte e a tramandarla (secondo quanto riporta la tradizione dell'Hung Fa Yi) fu un lontano nipote, un leader della ribellione, Hung Gan ("Bandana Rossa") Chan Biu, iniziatore del lineage Hung Suen (uno dei pochi sistemi di 永春 a comprendere il Chi Geuk tra i suoi esercizi). Negli archivi Qing come nella ricerca storica sulle società segrete cinesi, una persona che risponde a questo nome è ricordata come uno dei Leader della Società Tien Dei (Cielo e Terra). In seguito fu preso e ucciso dalle autorità Qing.

Ad ogni modo sempre nei racconti di Pan Nam e dell’ Hung Suen, Cheung Ng insegnò il suo Gong Fu agli attori delle Giunche Rosse, i quali erano tra l'altro spesso conosciuti con nomi d'arte legati ai ruoli personificati piuttosto che per le loro vere identità segrete, anche se nel caso di Cheung Ng, il soprannome di Taan Sau ("Mano che disperde") rendeva giustizia anche alla sua elevata abilità di combattimento.

Questa compagnia navigava per tutto il Sud della Cina e quindi poteva trasportare e arruolare molti ribelli lungo tutto il territorio in cui agiva . Essa inoltre utilizzava i trucchi e costumi di scena per nascondere i ribelli, i movimenti del corpo e le prove dello spettacolo servivano per nascondere gli allenamenti. Presso la Giunca Rossa quindi si addestrarono molti che poi divennero dei grandi Maestri del 永春 tra cui: Wong Wah Bo e Leung Yee Tai (questi due furono poi insegnanti di Leung Jan), Leng Lan Kwai, Fa Jee Ming, Gao, Lo Chung, Lai Fook Shun, Do Ngan Shun, Dai Fa Min ("Faccia Dipinta", in quanto attore) San Kam, Sun Fook Chun, Lo Man Gong, “Hung Gun” Chan Biu, Dai Dong Fung.

Sempre per inciso, nei viaggi l'Opera toccava tra le altre città come Guangzhou e Fatshan (qui appresero Fung Siu Ching, Leung Jan, Fok Bo Chuen, Lok Lan Koon). In realtà, diversamente da quanto ci riferiscono Pan Nam e l’Hung Suen, è alquanto difficile che l’addestramento di questi personaggi fosse da imputare a Taan Sau Ng, dato che questi attori vissero quasi 100 anni dopo; è più probabile che nel mezzo vi fossero altre generazioni.

Interessante notare la possibilità che il nome 永春 sia anche derivato da quello di un piccolo paesino sul mare nel Sudest della Cina, famoso per essere anche la patria del Bak Hok, in cui si buttava l'acqua dei fiumi solcata da commercianti, pescatori, attori della Giunca Rossa ai tempi di Leung Yee Tei (l'uso del palo nel 永春 ricorda in effetti il movimento del rematore), che magari da quel paesino poteva provenire (la Gru Bianca della Contea di 永春, il flessibile e pratico sistema Shaolin praticato e forse migliorato dalla monaca...).

Facendo un passo indietro, il curriculum dell'Hung Fa Yi comprende, oltre alle solite 3 forme a mani nude, la Fa Kuen, comune anche al 永春 della famiglia Chu, e di conseguenza al Dai Duk Lan Weng Chun. Normalmente, a torto o a ragione, l'Hung Fa Yi viene considerato la versione più rozza e sintetica del 永春 da insegnare rapidamente a un grosso numero di ribelli, mentre si fa risalire, più o meno correttamente, all'abate Jee Shin, una versione più "morbida e completa". Infine, nel 1855, con la messa al bando dell'Opera Cantonese e delle Giunche Rosse, il 永春 cominciò a diffondersi tra il pubblico, attraverso Famiglie.

Leung Lan Kwai, Wong Wah Bo (si dice anche che Wong Wah Bo fosse studente di Leung Lan Kwai) e Leung Yee Tai (il quale è detto essere stato allievo di Jee Shin) appresero sulle Giunche Rosse e si allenarono molto tempo insieme (secondo alcune voci Wong Wah Bo e Leung Yee Tei avrebbero fatto uno scambio di conoscenze, e sarebbe da allora che il Palo è diventata un’arma del 永春), adattando anche la pratica del bastone di Shaolin come appreso da Jee Shin ad un bastone più lungo usato per disincagliare le barche; fu così che nacque il Bastone da 6 punti e mezzo. Probabile che risalga a questo periodo la creazione delle forme oggi conosciute, partendo dalle San Sik preesistenti e dai lavori al wooden dummy e coi coltelli, come anche il raffinamento del Close Combat per combattere su piccole barche e in ambienti ristretti.

Dai Fa Min Kam (secondo alcuni anche lui studente di Jee Shin) insegnò anche a Lok Lan Koon e a suo nipote che a sua volta insegnò a Lai Yip Chi futuro maestro di Pan Nam, il quale conservò nello stile gli esercizi di Qi Gong che gli furono insegnati e apprese un 永春 più vicino alle forme Shaolin antiche, oltre ad aver avuto, lo ricordiamo, come suo primo maestro, Chiu Chao, allievo insieme al fratello Chiu Wan (che dopo seguì Yip Man) di Chan Yu Min, figlio di Chan Wah Shun e compagno di Yip Man. Pan Nam prima di interessarsi al Cheung Bo Weng Chun tramite Sum Nung intorno al 1940 e poi Chiu Chao e Lai Hip Chi (penultimo allievo di Chan Wah Shun) e ancora Lui Yu Chai, un anziano nipote di Lok Lan Koon (studente di "Faccia Dipinta"), Yip Man e Pak Cheung (grande allievo di Fung Siu Ching e forse, secondo alcuni, zio materno di Leung Ting, che fu anche allievo di Leung Sheung e che andò al Dai Duk Lan per chiedere in prestito un Wooden Dummy per prenderne le misure e farne uno uguale per la scuola di Yip Man), praticò Hung Gar.

domenica 8 gennaio 2012

Interview with Donald Mak

 Today we meet Donald Mak, Grand Master and Founder of International Wing Chun Organization of Hong Kong.
 
When did you start Martial Arts? And why? 

I started martial arts in 1979 when I was 17. Like most of the teenagers in Hong Kong, we were influenced by the Chinese kung fu movies in the 70’s in which of course including Bruce Lee’s movies. My martial arts background is quite pure. I only practice Wing Chun throughout my kung fu life in the past 32 years. Even though Hong Kong is a mecca of Kung Fu, I have not practiced any other Kung Fu style other than Wing Chun. 
Why I chose Wing Chun, firstly, it is because of Wing Chun’s characteristics of directness, economy of motion, using opponent’s force to against its own force, flexibility, close range of combat … etc which is more suitable to my size. I am only five feet and six inches height. 
Secondly, I have such a good luck that I can study under my sifu Chow Tze Chuen. Chow sifu is such a respected master that I have ever met. 

With whom did you start to study Wing Chun? 

My Wing Chun was learnt from Chow Tze Chuen whom is one of the early students of Yip Man. 

Who were your teachers in the past? 

If you mention “teacher” here means SiFu (literally means Teacher and Father), Chow Tze Chuen is my only SiFu (SiFu is different from Sifu, SiFu means Teacher and Father, Sifu means someone who use certain skills as his/her profession who may not have teacher/student relationship). SiFu in Chinese Kung Fu concept is quite different from teacher in the sense of western concept. However, if your mentioned “teacher” is one who have inspired you, or have taught you certain techniques, then I have several teachers including peers, senior masters of other kung fu style or other Wing Chun lineages. 

Now with who you study Wing Chun?

I am still meeting with my SiFu, Chow Tze Chuen quite often although I have my own school for more than 10 years. My SiFu is already 86 but he still practices Wing Chun every day. We still discuss about kung fu and even practice a little bit when we meet. 

Have you ever joined a match as an amateur or a professional fighter?

No. However, I encourage my students to join competition. 

How many hours do you train a day? Could you describe one of your normal weekly routine of training? 

I have my day time job working as a chief executive in a Multi-national company which requires a lot of my time and effort. I teach Wing Chun after work on a part time basis. Having said that I still spare time to train on my own every day. My weekly routine training is to have all the Wing Chun curriculum practiced at least once. 

What do you think about traditional methods of training (dummy, Weapons, Chi Sau, etc.)? 

My view on the Wing Chun traditional training methods of empty hand forms, Chi Sao and wooden dummy is as follows: Basically, the three empty hand forms are a sort of “Kuen Chung” (Seeds of Fist) which mainly for conceptual training. Applications need to be learned from Chi Sao and wooden dummy form. 
Siu Nim Tau trains a Wing Chun practitioner’s concept of relaxation, Jee Ng Seen, Chung Seen, body-squaring and static elbow. It also introduces the basic Wing Chun stance, Yee Jee Kim Yeung Ma and Wing Chun’s basic defending and attacking techniques. Most importantly, it gives the practitioner the concept of Jee Ng Seen. It is mainly on front body and straight line fighting approach. 
Chum Kiu further trains one’s concept of shoulder path, single weighted stance and Yiu Ma Hop Yat (concurrent waist and stance). It introduces 2 more Wing Chun stances, Pien Sun Ma and Ching Sun Ma which are evolved from Yee Jee Kim Yeung Ma. Footwork like Biu Bo, Tor Bo, wing chun kicks and body pivoting techniques are introduced in this form. Apart from that side body fighting approach is taught in this form. 
Biu Jee gives you the proactive fighting concept with much more aggressiveness. Thus, more deadly attacking techniques like Kup Jarn/Gwai Jarn, Man Sao, High-low Gaun Sao, Biu Sao and double Lap Sao and Chap Kuen are taught. Long bridge power and the other footwork technique, Huen Bo (Circular step) are trained. It teaches the circular fighting approach on top of the straight line fighting approach learnt in Siu Nim Tau and Chum Kiu. One cannot fight by just learning the 3 forms.
Chi Sao has to get into place to bridge the empty hand forms with real combat situation. The training of Chi Sau is divided into 2 stages, namely Pun Sao (means double hand Chi Sao or rolling hand) and Guo Sao (literal means exchange of techniques, kind of sparring but maintain the hand-to-hand contact). 
During Pun Sao (also termed as Sheung Chi Sao or Luk Sao), emphasis should be directed towards: Developing sensitivity of the hands. Listening to your partner’s energy (Listening in the traditional Wing Chun sense of the word means feeling or sensing your opponent’s force or movements in a certain direction). Proper use of 3 fundamental techniques: Bong Sao, Tan Sao and Fook Sao. Training spiral force, which can be employed to offset your opponent’s equilibrium and allow you to take control of the centerline. The 12 hand to hand situations and follow up (combination) situations. There are 12 basic scenarios that one may come across, these techniques teach you how to react and counter. 
There are no fixed drills, as Wing Chun techniques should ultimately reflect an individual’s personality, although several techniques characteristic to our lineage exist as a reference point. The idea is that you can never know how your opponent is going to react before he actually does, so to commit to a preset configuration would place you at a disadvantage against an experienced fighter. The concept of relaxation, centerline, static elbow (down and in), body squaring, and facing. 
During Guo Sao, focus should be placed on: The practice of simultaneous defense and attack: This is the most efficient way to strike your opponent. The same time you defend an attack you simultaneously deliver a counter strike which will disturb your opponent’s equilibrium and enable you to follow up by exploiting any openings. 
The use of distraction when attacking: By applying this tactic, the opponent will be easier to hit. Stickiness and control: Good stickiness and control can minimize the chance of being counter attacked. 
Practice of Lut Sao Jik Chung: This is an important concept to internalize as it is a practical application. Lut Sao Jik Chung literally means “without contact, thrust out straight”. This is a proactive state through which the intention is there for your hand to strike out at your opponent when you instinctively sense an opening free from obstruction. 
Structure and Footwork: The training and use of correct structure and footwork allow you to maintain good form under stress while remaining in a position to be able neutralize / dissolve your opponents force. The fact that you don’t counter force with direct force is core to Wing Chun theory. 
Chi Kiu Chi Da (sticky strike): This is the concept of first establishing contact and then building up to a strike. It is important to train under someone who can “bring out your hands” in order to correct technique and to align your senses with the Wing Chun system. 
Coming to the wooden dummy training, the overall purpose is to reinforce the concepts and techniques that you have learnt in the 3 empty hand forms. Specifically, it can train one with: 1.better coordination of waist and stance; 2.strengthen the concepts of facing, body square, relaxation… etc; 3.agility of footwork; 4.power development; and 5.proficient application of Wing Chun techniques in different fighting scenarios All in all, I found the design of Wing Chun system is very scientific and logical. 

What do you think of the other SiFu and their teaching methods, other associations and Families of Wing or Weng Chun?  

Different people have different interpretation. It is not a matter of different lineages, Wing Chun or Weng Chun. The differences are bound to happen because of people. It is good because it can have wider variety. The most important is to understand what is the difference and why it is different, what are the pro and cons and how to cover the cons. 

How anyone could be SiFu in your Association? 

One has to complete the whole system, teach for certain years and have contribution to both Wing Chun and our organization. 

What are the fighting concepts that are focalized on into your School? 

Directness and economy of motion. If your opponent is stronger than you , use soft approach. If you are stronger and bigger than your opponent, just go straight and direct. 

Can you tell us anything else on Long Pole form and training and on Baat Cham Dao? 

To me, any old style weaponry in Chinese martial arts like spear, pole, knives, long bench… are no way to compare with today’s fire weapons. The value of weapon training in Wing Chun is more to supplement our empty hand techniques in the way of stance, positioning and power than the original value of weapon fighting. It is not practical to carry the Baat Cham Dao or a 9.5 feet long pole for self defense. Having said that, if apply the long pole techniques with a shorter staff, it works extremely well in self defense. All in all, both the Baat Cham Dao and Long Pole form are excellent forms to supplement our empty hand fighting techniques.

mercoledì 4 gennaio 2012

Seminario di Lin Xiang Fuk - Febbraio 2012

GM Lin Xiang Fuk
Dopo il primo corso istruttori del novembre 2011, il mio Maestro Lin Xiang Fuk sarà di nuovo a Roma nel mese di febbraio. Saremo lieti di ospitare un seminario pubblico, durante il quale tutti potranno godere degli insegnamenti del Gran Maestro del sistema Shaolin Hek Ki Boen. Il seminario sarà svolto il 12 febbraio 2012, ma per i dettagli rimando ad un prossimo post su questo blog.

Nei giorni successivi (13-16) ci sarà il secondo corso istruttori, al quale potranno accedere soltanto le persone desiderose di diventare rappresentanti dell'Hek Ki Boen, previo colloquio privato con SiFu Lin. Ricordo a tutti che per diventare Istruttori di questo sistema è necessario frequentare i quattro appuntamenti annuali in cui SiFu viene in Italia, per la durata di 5 giorni per  volta. 

Per quanto riguarda le possibilità di apprendimento, a parte il frequentare l'attuale gruppo di Roma, costituitosi nel mese di novembre 2011, è possibile accedere al programma "Long Distance Student", grazie al quale si potrà essere comunque studenti diretti del Maestro Lin, non potendo, però, insegnare alcunché dello stile. Chiariremo più avanti le prerogative di ciascun programma.

Chiunque volesse partecipare al seminario pubblico o, eventualmente, al corso istruttori, mi contattasse al più presto, perché i posti saranno limitati (3283421682, riccardo_divito AT libero.it, indirizzo valido anche per trovarmi su Facebook).

martedì 3 gennaio 2012

Aspetti sociali e culturali dell’Arte Marziale

Invito tutti gli amici del blog a leggere l'interessante articolo che segue, perché affronta il tema degli aspetti culturali e sociali della pratica marziale. L'autore è il solito amico Fabio Rossetti, che, come sempre, ringrazio di cuore.
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 L’insegnamento di un’Arte Marziale comporta una serie di aspetti molto importanti, inerenti allo sviluppo della persona umana come modo di porsi nei confronti della vita e quindi, di riflesso diretto, nella vita sociale in tutti i suoi aspetti. Essendo un percorso di evoluzione e miglioramento, basato su principi che convogliano tutti nella pacifica convivenza, l’Arte Marziale è uno strumento prezioso da un punto di vista formativo e da un punto vista di crescita. 

I praticanti sviluppano il senso di convivenza, tramite la presenza alle lezioni, ove si incontrano altre persone con le quali progressivamente si instaura un rapporto collaborativo e cooperativo; si accettano le differenze e si comprende come il rispetto nei confronti dell’altro sia un elemento importante sia per sé sia per gli altri. Si impara a percepirsi in modo differente, ad osservarsi e quindi si innesca un processo di auto educazione, basato su una progressiva comprensione di ciò che si sta facendo. 

 Il percorso comprende una scoperta di sé sotto l’aspetto fisico e gli aspetti della personalità nonché del carattere, in una modalità che consente di sviluppare un modo di essere positivo e propositivo, che nasce da un aspetto permeante dell’Arte Marziale che è la ricerca dell’equilibrio e dell’armonia. 

 Il luogo degli incontri diventa un magnete, dove le persone sanno per esperienza diretta che ci vanno per imparare, per stare insieme agli altri per fare qualcosa insieme, dove uniscono un aspetto di diletto e divertimento ad un aspetto esplorativo di sé e costruttivo. I principi del rispetto di sé e della vita, le modalità basate sull’educazione che porta ad essere gentili e determinati, le conoscenze che si acquisiscono tramite i vari argomenti di cui l’arte marziale è composta, stimolano le persone a crescere e a migliorarsi da un punto di vista sociale, personale, culturale. 

 L’Arte Marziale non insegna la violenza, non insegna la paura, non insegna a prevaricare, anzi, il perfetto contrario. Funziona sia come valvola di sfogo in maniera controllata con un contemporaneo lavoro di comprensione e di ricostruzione di valori e principi utili ed indispensabili per vivere bene ed in armonia col mondo nel quale siamo. 

 Nozioni di tipo giuridico sono inserite poiché necessarie, soprattutto laddove si praticano corsi di difesa personale, come ulteriore elemento per gli scopi già detti. La scuola marziale diventa quindi un piccolo luogo dove per spontaneo effetto consequenziale, ciò che si diventa in quel piccolo mondo lo si trasmette all’esterno, con risultati significativi ed importanti. Quello che si diventa nella scuola lo si è nella vita quotidiana, con un modo costante, continuo e progressivo. 

Quindi buon lavoro a tutti per nuovo anno. 

Fabio Rossetti

lunedì 26 dicembre 2011

[Allenamenti] Sospensione 26/12 - 1/1

Avviso tutti i miei Allievi che da oggi (26/12) alla fine della settimana (1/1) non potrò portare avanti i consueti allenamenti. Recupereremo le lezioni perse il primo sabato mattina disponibile in una delle due palestre in cui ci alleniamo. Sono sicuro che nel frattempo avrete modo di allenare individualmente o insieme ad altri Fratelli tutto il programma svolto sinora. Concentratevi parecchio sui movimenti delle gambe (il footwork), ve lo raccomando.
Colgo l'occasione per rinnovare a voi ed alle vostre famiglie i miei più calorosi auguri!
Vostro,
Riccardo

sabato 24 dicembre 2011

Auguroni!

Carissimi Fratelli, carissimi Allievi, carissimi Amici, cari lettori,
voglio augurarvi dal più profondo del cuore di passare delle serene festività. Mi unisco con la mente a tutti i Cristiani tra voi, che stanno per festeggiare l'evento fondamentale del Credo. Serenità e pace a tutti voi!
A tutti quanti invio il mio più caloroso saluto ed augurio di un 2012 pieno di soddisfazione e felicità, di sicuro all'insegna del Wing Chun Kyun!


Vostro,
Riccardo Di Vito

venerdì 16 dicembre 2011

L’Impatto e l’Apprendimento

Vi invito a leggere e commentare l'articolo di questo mese dell'Amico Fabio Rossetti, che ringrazio anche per la costanza con cui collabora alla realizzazione di questo blog. Ci sono dei contenuti su cui molti non saranno totalmente d'accordo, ma questo ci permetterà di poterne discutere e confrontarci, in modo costruttivo. Grazie ancora Fabio!

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Nella pratica un elemento importante è la capacità di imparare dall’impatto che si subisce ogni volta che si è sia soggetti attivi oppure passivi dell’azione che si svolge. 

Ciò vuol dire che l’apprendimento della capacità di veicolare energia (intesa come parola che racchiude in sé le altre: liberare, scaricare, scrollare, concentrare, disperdere, lanciare, direzionare, muovere, assorbire, far circolare, espandere, esplodere, fluire, stabilizzare, equilibrare, armonizzare, ed altre che esprimono l’energia secondo il simbolo del Tao, dell’unione di attività e ricettività nelle sue forme e manifestazioni) passa nel giusto ed equilibrato modo di apprendere in base a ciò che si fa. Nella pratica , per fare un esempio, quando si subisce il colpo si impara così: essendo rilassati e centrati, con presenza si ascolta, si osserva e si percepisce, quindi spontaneamente si vivono e si registrano in modo cosciente le energie che passano: un vero e proprio apprendimento in silenzio, dove si lavora sul corpo fisico, sul controllo emotivo scaturito dall’impatto e quindi le reazioni di vario genere, sul mentale come mantenimento della concentrazione: un lavoro quindi, sempre equilibrato che se messo a frutto diventa una qualità naturale. Praticando si impara. Allo stesso modo anche quando si colpisce si fa lo stesso lavoro e per quello è importante essere disciplinati, cooperare, collaborare, che sono elementi indispensabili che formano il modus operandi del ricercatore. Dare qui una descrizione dettagliata non è possibile, ci sarebbero troppi elementi da descrivere e si rischia, per il limite delle parole, di creare una visione frammentata e mentale che non aderisce e devia dal giusto percorso, nonché la trattazione sarebbe molto lunga poiché ricca di sfumature: l’esperienza diretta nella pratica svela e mostra in modo unitario ed unitivo, soprattutto senza parole ma in chiave intuitiva. L’impatto c’è comunque per una frazione di secondo, quindi i vari impatti, che siano contemporanei oppure uno per volta, sono momenti localizzati in aree del corpo, dove cercando di essere centrati e coscienti si vivono.

Praticando in questo modo si comincia ad imparare in modo olistico e progressivo, unendo il generale al particolare: usare gli occhi significa osservare e la differenza che c’è fra la vista periferica e quella focus è nel semplice spostare l’attenzione, che però non sia sbilanciata troppo verso l’una o l’altra: osservare è una cosa, spostare l’attenzione un po’ da una parte non significa perderla dall’altra. 

L’impatto abitua alle sollecitazioni, che hanno dei benefici enormi ma occorre precisare: bisogna tenere presente che il corpo, ricevendo quantità di energia enormi in poco tempo, come quando si subisce un colpo vero , subisce dei danni; alcune parti del corpo subiscono danni anche con poca energia ricevuta, quindi nella pratica si può arrivare a scaricare potenza anche con molta intensità, ma sempre sotto la soglia dei danni e con la conoscenza del dove, del come e del chi colpire : l’adattamento è la regola. 

Quando l’energia in vario modo va a segno pienamente e nel combattimento va a segno per neutralizzare, chi è colpito non ha possibilità di reazione: la capacità di veicolare energia è la regola. Ciò si sviluppa e si evolve con la pratica costante, con presenza ed attenzione, in modo progressivo, poiché per fare ciò vanno attivati gli strumenti naturali dell’essere umano e quindi poi si potranno utilizzare al massimo delle loro capacità. L’impatto come forma di conoscenza vera è nel ricercare, nel farlo senza alcun aspetto egoico né emotivo. Il lavoro su di sé è la regola, sia come calma e pace emotiva, sia come concentrazione e controllo mentale: essere centrati. Chi conosce in modo sufficiente l’energia, pratica con un modo che comunque è sicuro, poiché lavora con coscienza e conoscenza, con responsabilità e con attenzione, conoscendo pro e contra. Il rischio fa parte della natura dell’esistenza, ma non occorre cercarlo, quanto sapere che esiste, cercando di renderlo al minimo. 

Se ci si addestra nell’impatto occorre sapere che per sfondare un occhio è sufficiente poca energia, che i tessuti sono meno resistenti e che non bisogna colpire come un fabbro fa col pezzo di ferro il compagno di allenamento. Un colpo sul torace può essere fatto con una maggiore liberazione di energia rispetto alla gola, poiché il praticante deve avere una conoscenza del corpo come è fatto e come funziona, tenendo presente quanto scritto sopra. Il corpo può essere distrutto e si possono creare dei danni che arrivano fino a morire. La calma, lo studio e la progressività sono la regola. 

La tendenza del praticante sia verso la coscienza e faccia germogliare il seme della guarigione: veicolare significa soprattutto un impiego benefico dell’energia; il laboratorio sperimentale è se stessi; quanto di più bello e sacro c’è, di operare per aiutare qualcuno che ci chiede aiuto? Il Guerriero unisce l’aspetto marziale all’aspetto gioviale, intesi come modi di impiego dell’energia . Il primo è usato solo per necessità nel combattimento, che verte su un aspetto distruttivo e squilibrante verso chi si ha di fronte per neutralizzarlo; il secondo è la regola costante di ogni giorno. 

Il combattimento è considerato una extrema ratio, per quello l’energia marziale è usata in un certo modo: se non si realizza il principio del non esserci, se non si riesce a non combattere e quindi si entra nel combattimento inteso come incontro e scontro, dove uno neutralizza l’altro arrivando anche ad uccidere, allora l’energia marziale diventa distruttiva senza il suo fine: ricreare. 

Da ciò si parla del combattere solo per sopravvivere e per difendersi unendolo all’altruismo e al servizio per proteggere la vita soprattutto quando il forte, vigliaccamente, se la prende col più debole. 

Fabio Rossetti