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Veniamo alle applicazioni. Non sempre è utilizzata per colpire parti del corpo dell'avversario. In alcuni casi serve per aprire la guardia, per poi proseguire in altri modi l'attacco. Può essere una valida difesa, a corta distanza, da attacchi di rettilinei (ricordate la questione dell'arco e della corda dell'arco?).
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All'interno del sistema Leung Ting, troviamo la gomitata espressa in più modi, sia con l'avambraccio teso - come nella foto che ritrae SiFu Iadarola, qui accanto -, sia con l'avambraccio morbido, come la si allena solitamente nella Biu Ji. Questo dipende dalla distanza dalla quale si tira la gomitata e dall'angolo, spesso, nonché dalla reazione dell'avversario.
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Ecco perché da un po' di tempo a questa parte ho iniziato a far allenare questa ed altre gomitate ai miei Allievi, sin dai primi mesi di pratica. Ci si deve mettere in testa che il gomito è una delle armi più importanti per i praticanti di questa Arte Marziale e, proprio per questo, va allenata la velocità, la resistenza e l'impatto della gomitata.
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Indispensabile, in questo contesto, è la gomitiera, uno strumento dal basso costo, ma dal valore inestimabile se lo rapportiamo all'uso che se ne può fare. Ce ne sono di vari tipi in commercio, ma le migliori che ho sperimentato sono quelle tondeggianti, che ci permettono di lavorare anche a corta distanza, senza rimanere impigliati ed impacciati dall'ingombro della protezione. Non si può fare a meno di tirare queste gomitate durante gli allenamenti sulla corta distanza, ripeto, perché sarebbe come tarpare le ali all'aquila.
Per quel che concerne la forza d'impatto, essa è generata dalla forza di rotazione dell'anca, dall'utilizzo di un lavoro di gambe che permetta di conservare l'equilibrio mentre si scarica il colpo sull'obbiettivo, oltre ad una gestione della colonna vertebrale che prepari sempre il secondo colpo. In questo senso è indispensabile rimanere sempre carichi con il secondo arto superiore, altrimenti si rischia di regalare l'angolo cieco a chi ci sta di fronte. Non è un caso che mi sgolo spesso per sottolineare che questa gomitata non deve sorpassare la linea centrale tra noi e l'avversario, pena il dover ricorrere alle tecniche d'emergenza per uscire da una situazione imbarazzante.
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Con la Biu Ji la gomitata 劈肘 (Pai Jaan) assume un altro valore, che va dalla tecnica d'emergenza in contesti ravvicinati e corpo a corpo allo studio di tecniche di Qin Na (Kam Na) attraverso l'uso dei gomiti. Non a caso, in questa forma viene usata insieme a tecniche di mano, ma è un'altra storia...
Con l'allenamento al pupazzo di legno essa assume tutta la sua potenzialità, andando a rinforzare avambraccia (soprattutto l'ulna) e la nostra capacità di prendere l'angolo rispetto alla "guardia" del pupazzo. Ci sono altri lavoretti da fare, ma per ora me li tengo per me.
Attraverso l'allenamento delle armi tradizionali, la gomitata 劈肘 assume altri valori, perché diventa una tecnica nascosta dietro all'attacco con i coltelli, oppure un modo per colpire l'avversario durante le fasi di disarmo...è tutta una storia da vedere e da allenare!
Gli ideogrammi utilizzati dalle varie Famiglie sono due: 劈 o 批, a parte 肘, che rappresenta il gomito. Vediamoli.
批 [pī] in questo contesto significa "colpire". Di solito è usato per i commenti su dei documenti (criticare), ma in questo contesto è colpire in senso fisico. Deriva da 扌(o 手) [shǒu], la 'mano' e dall'uso fonetico di 比 [bǐ]. In cantonese è /Pai/.
L'altro ideogramma, che uso anche io, è 劈 [pī], che significa "tagliare", "dividere", "colpire". Deriva da 辟 ([bì], "aprire" o "eliminare") e da 刀 ([dāo], il "coltello"). In cantonese è spesso scritto come /Pik/, ma lo si trova anche come /Pai/.
肘 [zhǒu] è il "gomito", lo sappiamo, e deriva da 月 (肉) [ròu], la "carne", e da 寸, la 'mano'. In cantonese: è solitamente scritto come /Jau/ o /Jaan/. Nel sistema Leung Ting viene spesso scritto /Jarn/.
肘 [zhǒu] è il "gomito", lo sappiamo, e deriva da 月 (肉) [ròu], la "carne", e da 寸, la 'mano'. In cantonese: è solitamente scritto come /Jau/ o /Jaan/. Nel sistema Leung Ting viene spesso scritto /Jarn/.
3 commenti:
Ciao Sensei,
volevo ricordare come la traduzione di Leung Ting (quasi non mi va piu di chiamarlo SiJo),e' HACKING ELBOW.
forse non e' stata una traduzione felice anche perche' non ho mai capito che impiego possa avere.
Un saluto
Guido
Ottimo articolo, come sempre Caro Riccardo !!! Due parole soltanto per porre l'attenzione sulla pericolosità delle gomitate e la fisica biomeccanica ci aiuta a capirlo. Come ha ben evidenziato il nostro Sifu, P=F/A cioè a parità di Forza "F", al diminuire della superficie d'impatto "A" (come è il punto di contatto del gomito; probabilmente il punto d'impatto più piccolo e più potente che abbiamo nel corpo), corrisponde una Pressione "P" notevole sull'avversario. Le gomitiere quindi oltre ad effettuare un assorbimento dell'energia dell'urto (poichè morbide; sono degli smorzatori cinetici), aumentano la superficie di contatto "A" e quindi diminuiscono la pressione e l'urto sull'avversario. Per i matematici: se "A" tende a zero, la Pressione tende ad infinito cioè risulterà totalmente distruttiva. Un esempio: un piccolo foro su una grossa diga sarà la causa della distruzione della diga in pochi minuti. Aggiungo per concludere che F = m * a, dove la massa "m" per il buon praticante della famiglia Di Vito, non è il gomito o il braccio, ma tutto il peso del corpo che viene concentrato (non ci si butta addosso all'avversario!!!) sul punto di impatto (in questo articolo: il gomito). E l'accelerazione "a" dove sta? Semplice: nello "Shock delle anche" che ruotano in un verso e nell'altro in un decimo di secondo, trasferendo l'accelerazione di rotazione alla massa "m" cioè al corpo ed infine al gomito. Non ho considerato i passi che aggiungono ulteriore accelerazione, sempre che ci sia lo spazio per farli.
Collaman, interventi così sono da incorniciare! A questo punto ti toccherà scrivere un pezzo proprio su questo punto...
Daje!!!
Sei un grande!
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