giovedì 4 febbraio 2010

[Video] Un'altra bella presentazione del Weng Chun

Oggi voglio darvi la possibilità di guardare un altro bel video di presentazione della Scuola di Weng Chun di Schweinfurt (ne avevamo già parlato),  in Germania, cove si allena il mio amico Alessio. Trovate forme, dimostrazioni, lavori interni ed esterni e molto altro ancora. Da vedere, per farsi un'idea del Weng Chun insegnato e praticato nell'International Weng Chun Kung Fu Association del Gran Maestro Andreas Hoffmann. Nel video potete ammirare le capacità del Maestro Matthias Cebula.


7 commenti:

Unknown ha detto...

Continuo a non capire molto di questo sistema.
Il tipo di Qi Gong che applicate alla parte interna è diverso dal mio. I movimenti così esasperati vanno bene solo per i principianti, col tempo andrebbero ridotti di molto. Noi a dire il vero preferiamo metterci di più ma farli da subito "stretti".
la chi-sao largo con le spalle in avanti e sui polsi anzichè sui gomiti (non incassati col bacino e quindi mi viene da pensare: vuoti).
Se vi trovate di fronte un avversario con un buon timing, non fate in tempo a caricare un pugno che siete ko con tutti quei movimenti che annullano l'effetto sorpresa. Anche l'ingaggio senza un minimo di struttura: se uno vi entra sotto non ha neanche bisogno di dare un pugno, basta la spallata che si dà quando ci si sposta con il corpo per farvi volare via di qualche metro.
Anche i calci lunghi dati così tanto laterali e senza scendere in posizione strategicamente utile allo scontro. Però nel video si vede un bel kiu sau, con delle belle applicazioni. Ma tutti movimenti esterni e pochi "del corpo".
Poi dai video non si capisce mai realmente la sostanza di quello che si fa, sono io il primo a dirlo.
Però confermo che ho bisogno di analizzare meglio questo lineage perché lo capisco solo a tratti.
E' di certo affascinante ma non mi convince del tutto.
Ma è uno stile interno o no?

Unknown ha detto...

Io sono l'utltimo a poterne parlare, mi spiace, perché sono uno studente.

Anonimo ha detto...

esterno e interno è una distinzione creata artificialmente da un comitato di Maestri,nei primi decenni del 900.
i maestri dello xing yi,del tai chi,e del ba gua,si sono messi d accordo di far parte,sulla base di supposti ed esclusivi principii,della scuola interna(che prima non esisteva,o non in questo senso;pensiamo a Dong Hai Chuan e molto prima Chang San Feng,che prima di creare Ba Gua e Tai Chi avevano praticato Shaolin:loro non parlarono mai di arte interna,nel senso di contrapposta ad arte esterna,lo hanno fatto i loro successori,per marketing),giudicando tutti gli altri stili esterni,senza però conoscerli tutti(gli stili base in Cina saranno più di 400).
hanno in pratica voluto creare un elite.nella quale anche il wing tsun ha voluto entrare,in base alla definizione che KK da di "stile interno"come quello in cui le forze sono interne al sistema composto da 2 combattenti,dal suolo e dalla gravità,riprendendo,dice lui,il discorso di un amico judoka.il discorso di KK è interessante ed è anche vero in larga parte.
ma in fondo interno ed esterno rappresentano una dicotomia leggibile da molti punti di vista..ad esempio:
1)nella tradizione giapponese è uchi deshi=allievo interno colui che non solo pratica,ma vive col maestro,ricevendone anche gli insegnamenti "essoterici"della scuola,da cuore a cuore,nel segreto e nel buio,cioè non davanti ad altre persone.nel daito ryu,progenitore dell aikido,si parla di oshiki uchi(insegnamento nella stanza=privato).ovviamente la stanza è il posto geografico in cui si insegna ma è anche l angolo della mente in cui questi insegnamenti vengono riposti.la variante cinese parla di closed door student,cioè di studente a porte chiuse.
tutti gli altri sono allievi esterni che non andranno mai oltre l OMOTE=facciata formale dell insegnamento..e sarà precluso l URA=la parte nascosta.un pò come Yang=forma manifesta e Yin=sostanza invisibile.Ne consegue che ogni arte marziale richiede il superamento di più livelli(nel caso in cui l insegnamento completo sia accessibile a tutti)di cui quello iniziale è esterno(ciò che appare)mentre il punto di arrivo è una pratica interna,e in questo senso non si può fare una distinzione tra arti esterne e interne ma solo tra praticanti interni ed esterni.
2)esterno può essere anche in altre letture ciò che è nascosto alla popolazione straniera(Manchu o giapponese)mentre è non è precluso alla popolazione autoctona
Ci possono forse essere altre letture...ma è una contrapposizione fittizia per la pratica

Guido

Unknown ha detto...

Guido, sta volta mi trovi in disaccordo. E anche quello che dice KK è una stupidaggine a mio modesto parare. Ci sono precise metodologie e meccaniche che rendono i 3 stili sopra citati diversi (ma uguali fra loro) rispetto ad ogni altro stile di kung fu. Che poi la distinzione tra interno ed esterno sia una creazione del marketing mi sta bene, ma è anche oggi un modo facile per capirci quando si parla di qi gong applicato al combattimento.
Infatti se tu guardi il qi gong che si pratica con gli stili "interni" è molto diverso da quello che accompagna invece lo shaolin, ad esempio.
Quali sono le caratteristiche "interne" cui accennavo? Ora te le elenco, vedrai delle affinità col wing chun ma aspetta a trarre conslusioni, meritano un'approfondimento:
1) bacino estroflesso
2) ano contratto
3) testa appesa ad un filo
4) radicamento in basso e arti superiori morbidi
5) ogni colpo è frutto di una precisa catena cinetica che passa di articolazione in articolazione
6) niente forza muscolare, ma uso del corpo, spostandosi col bacino e poi riassestando gli arti in una serie continua di cadute controllate quando si trasla in avanti per colpire.
Oggi gli unici stili che seguono tutti questi punti sono i 3 famosi stili detti interni. Più il wing chun. Però, come anticipavo, il wing chun può anche essere praticato seguendo solo alcuni o solo in parte questi principi in virtù della sua raffinata biomeccanica.
Io ho avuto modo negli anni di praticare il wing chun come viene normalmente insegnato (anche con ottimi maestri) in modo così detto esterno. Poi ho trovato un ex maestro di Xing Y Quand passato poi al wing chun che me l'ha insegnato alla maniera degli stili interni e ti assicuro che cambia completamente.
Anche se all'apparenza i principi fisici da seguire sono gli stessi, cambiando il tipo di Qi Gong applicato, cambia tutto il modo di praticare wing chun.
Infatti questo maestro, che prima dello Xing Y, praticò anche per un po' shaolin tradizionale, mi ha spiegato la differenza tra i due Qi Gong e mi ha detto che è stato un suo esperimento quello di praticare così il wing chun e ne è molto contento.
Io stesso ho notato grandi miglioramenti in termini di salute, forza, resistenza, potenza, velocità...insomma tutto.
Io non credo ai discorsi di marketing (da bravo uomo di marketing per lavoro) soprattutto se toccando con mano ho notato enormi differenze indipendenti dall'abilità del maestro o dalla bontà dello stile, ma proprio riguardo il metodo.
Infatti spesso mi ritrovo molto più in sintonia con praticanti di ba gua che non con altri wing chun men, proprio per il tipo di lavoro sul corpo cui sono abituato.
Vengono chiamati stili interni perché la forza rimane concentrata nel tan tien che diventa cuore di ogni movimento. Pochi praticanti di wing chun pur asserendo di praticare il loro stile in modo interno, sanno cosa dicono. Molti ad esempio credono che basti abbinare il Qi Gong come pratica complementare. Ma ritorniamo al discoro di prima: quale dei due tipi di qi gong? E poi: solo come esercizio o fondendolo col sistema e usandolo in combattimento come si fa nei soliti 3 stili interni?
Come al solito la differenza è minima ma fondamentale.
Se vorrai ne riparleremo con calma in privato perché mi rendo conto di dire cose poco comprensibili ai più.

Anonimo ha detto...

può capitare di essere in disaccordo.ognuno dice le cose in base alla propria esperienza,la quale ha un valore molto soggettivo.
noto come spesso e volentieri i praticanti delle suddette 3 arti,pur riconoscendosi seguaci degli stili interni gli uni con gli altri,nello stesso tempo prendano molto le distanze dagli altri 2,e sconsigliano la pratica di più di uno stile,anche interno(nonostante che tu,e a ragione,sostenga che sono uguali),sottolineando che tra questi 3 stili esistono cmq differenze sostanziali.
cmq per quanto riguarda il tuo punto 6)sono un po scettico(permettimelo):1)perchè il passo del wing chun non è solo il falling step,e 2)perchè quando vedi una forma di tai chi,vedo spesso un poggiare prima il piede e poi mettervi sopra il peso,e traslare,che non è la meccanica del falling step.
e a parte tutto questo,anche nell hung gar e in alcune arti giapponesi valgono i tuoi 6 punti,ma quand a inizio 900 hanno censito gli stili interni in Cina,hanno appunto guardato solo nel Regno di Mezzo.in effetti tu stesso sei passato da una pratica esterna a una pratica interna del wc:questo testimonia come almeno quest arte(ma io credo tutte)possano essere praticate in piu modi e su piu livelli,esatamente come t hai fatto col wc.
vorrei ricordarti che il dan tien è un punto nevralgico anche per le arti chiamate,secondo me impropriamente,esterne.
in virtù di tutte queste cose,quando mi chiedono qual è l arte marziale migliore,preferisco dire che la cosa migliore è cercare un buon insegnante,sottintendendo un insegnante che abbia raggiunto il livello interno dell arte che pratica...

ovviamente,è il mio umile punto di vista.

Guido

Unknown ha detto...

Guido, i sei punti si ritrovano sì anche in altri stili. Nei miei 15 anni di karate, ti posso assicurare che il goju-ryu si basa quasi tutto su quei punti, però in teoria. La pratica è leggermente diversa. Ma è sempre la piccola differenza ad essere fondamentale. Sono d'accordissimo con te sul punto che quasi ogni stile con le giuste modifiche può diventare interno. Ma appunto: quasi. Alcuni non possono proprio per questioni biomeccaniche e difatti non tutti i maestri arrivano a quel risultato.
Sul discorso del tai chi invece dissento per il semplice fatto che oggi di insegnanti seri ce ne sono pochissimi. Sono quasi tutti ex praticanti di yoga e quasi nessuno impara purtroppo il tai chi per combattere. Guarda come lo praticano nella corrente Chen, lì è diverso.
I tre stili interni si odiano per tradizione secolare, poi le differenze tecniche sono notevoli tra Xing Y e Pa Kua: uno va dritto, l'altro gira in cerchio!
So benissimo che il wing chun non è fatto solo di falling steps, ma il concetto che ho espresso va oltre al footwork, negli stili interni anche i pugni si danno alla stessa maniera, cioè "cadendo" su spalle, gomiti e polsi.
Poi dipende sempre dal tuo modo di intendere il wing chun, c'è anche chi lo pratica in modo rigido se è per questo. Il falling steps può essere limitato al passo o diventare appunto qualcosa di più ampio e riuscire a farlo anche da fermi è il traguardo. A quel punto tutto è falling steps, ma anche niente. Infatti io non ho usato questo termine così riduttivo.
Il dan tien è importante per tutti e lo era moltissimo anche quando praticavo wing chun in modo, esterno o karate però era diverso (vedi il kime, ecc).
Sinceramente se dovessi dirti in cosa era diverso, farei fatica perché se riguardo al passato quello che mi diceva il mio vecchio sifu era uguale a ciò che mi dice oggi il mio nuovo sifu (a parole), la differenza stava nel modo in cui mi correggeva e in cui mi guidava verso la scoperta che solo io potevo fare per progredire.
Infatti concordo con la tua affermazione finale: serve un buon maestro. Che non è un buon combattente o un profondo conoscitore dell'arte, ma qualcuno che sappia rendere me un buon combattente e un profondo conoscitore dell'arte instillandomi curiosità e voglia di continua ricerca.

Anonimo ha detto...

concordo pienamente con quanto scrivi.voglio solo mettere l accento sul fatto che quando dici"quasi ogni stile",mica dici poco.
e sul fatto che 100 persone possono dire la stessa cosa,ma non tutti sapranno realizzarla allo stesso livello,e anzi,qualcuno,e forse molti,non riuscirà,pur parlando delle stese cose.ma quello che qualifica una scuola(il suo Maestro e i suoi praticanti) è anche l obbiettivo che si pone,non solo quello dove si giunge.
Secondo i criteri per esempio,Leung Ting insegna un wt interno,ma quanti fanno un wt puramente esterno(e pure malamente)?la risposta la sappiamo...
ecco perchè preferisco evitare di far distinzioni(che a volte,ma non è il tuo caso)basate su quel tipo di classificazioni.
è anche,se vogliamo,una scelta filosofica...un modo di vedere le cose

Guido