domenica 21 febbraio 2010

Se l'avversario avanza...ve la ricordate?

"Se l'avversario avanza, cedi". Ve lo ricordate? Si tratta - per chi non lo sapesse - di uno dei quattro principi d'azione del Wing Chun di matrice Leung Ting o, almeno, questo è quello che ci venne trasmesso in Europa e che tutti hanno fatto loro a quanto pare, leggendo i siti internet dedicati al tema, nonché i maggiori forum di discussione per gli addetti ai lavori. Per 'colpa' di questa frasetta sono nati tanti e tali fraintendimenti che la nostra disciplina è diventata uno degli zimbelli della comunità marziale europea!

Partiamo dal presupposto che la cedevolezza è una caratteristica che non ha niente a che fare con la morbidezza. Morbido è un cuscino. Cedevole è un giunco. Se ci poniamo sempre nell'ottica della morbidezza, non riusciamo a comprendere appieno le capacità che il Wing Chun ha in sé. L'adattabilità e la sensibilità hanno a che fare con la flessibilità, con l'elasticità e con la duttilità, non certo con la mollezza!

Se andiamo a leggere il motto originale in cinese, scopriamo una cosa simpatica, che voglio che i miei ragazzi abbiano sempre in testa. 用巧勁,避拙力 - 即借力: yòng qiǎo jìn, bì zhuō lì - jí jiè  lì  (Yung Haau Jin, Bei Jyut Li - Jik Je Li). Non lo traduco subito. Analizziamo i componenti.

用 [yòng] uso o funzione. Nel Neo-Confucianesimo, questo concetto è spesso associato a Ti, che significa sostanza o corpo. In Cantonese può esser scritto e pronunciato /yuhng/.

[qiǎo] ha il senso di intelligente, ingegnoso. Come avverbio è usato per intendere opportunamente, abilmente e tempestivamente. In Cantonese può essere scritto e pronunciato /haau/.

[jìn] è propriamente l'energia, la forza dello spirito. Ha una forma più semplice, che è [jìng]. Quest'ultima forma rimanda all'idea della forza umana, fisica, e in Cantonese viene scritta e pronunciata /gihng/. Si individuano due tipi di forze, una del bacino (Yiu) ed una elastica (Tang). Per inciso, il simbolo della forza [lì] è combinato con il simbolo di Tian, il campo. L'unione dà il carattere cinese per uomo - un uomo che lavorava nei campi con un aratro, solo attraverso la sua forza -. [jìn] viene spesso trascritto e pronunciato /jìhn/.

[bì] significa evitare, fuggire, congedare, tenere lontano e viene scritto e letto in Cantonese come /beih/.

[zhuō] significa goffo, impacciato, sordo o imbarazzante. Viene usato anche per il possessivo 'mio'. Spesso si legge in Cantonese così: /jyut/.

[lì] è la potenza, la forza bruta. L'ideogramma tradizionalmente è collegato alla figura dell'uomo che tira l'aratro, quindi è legata alla forza del contadino, come accennavo. Solitamente in Cantonese è scritta e pronunciata /lihk/.

[jí] trasmette il senso dell'immediatezza, dell'azione rapida. Solitamente è utilizzato come 'vale a dire' o subito. Lo troviamo in Cantonese come /jik/.

[jiè] dà l'idea di prestare, dare in prestito, ma anche di avvantaggiarsi, utilizzando qualcosa o cogliendo un'opportunità. In Cantonese lo troviamo come /je/.

[lì] vedi sopra.

Quindi cosa significa il motto? Dividiamolo nelle sue tre componenti:

Yung Haau Jin: "usare la forza intelligente" o "usa la forza giusta"
Bei Yut Li: "non usare la forza goffa" (nel senso di bruta)
Jik Je Li: "prendere la forza in prestito" o "usa la forza dell'avversario".

Il motto, quindi, dovrebbe essere questo:

Utilizza l'energia in modo intelligente: evita di usare la forza bruta, ma prendila subito in prestito dall'avversario 

Il motto ci insegna una delle caratteristiche peculiari di questo sistema di combattimeno. Non dobbiamo fare affidamento sulla forza muscolare fine a se stessa, ma utilizzare quella dell'avversario per poterne disporre durante la lotta. L'energia che possediamo va convogliata in modo intelligente per permettere il minimo sforzo ed il massimo risultato.

3 commenti:

Unknown ha detto...

Bravo Riccardo! Diglielo! Spesso i principi sono stati fraintesi anche perché tradotti male. E' lo stesso discorso per il fatto di stare morbidi che qualcuno intende come molli: noi di solito usiamo dire "presenti ma non pesanti"

Sheng ha detto...

Ottima descrizione Riccardo! Poi ci sarebbe da trasformare in pratica questi concetti, ed anche questo lavoro è stato male interpretato negli anni...

Silvano ha detto...

Mi unisco al coro e complimenti per l'analisi sul motto.

Il fatto,di conoscere CHIARAMENTE il significato di quel che si stà facendo,pregiudica in bene o in male il prodotto finale.

Putroppo ci si è accontentati spesso,nel wt di correre dietro ai giochetti con le mani ( e anche questo ha un suo perchè e richiede un altro topic...) piuttosto che avere umiltà e pazienza per STUDIARE la teoria ed il background dei movimenti,lo sappiamo tutti che ha sempre vinto il più forte e il più sporco spesso portando ragione storpiando anche la realtà delle cose.

E' andata a farsi fottere tutta quella porzione di arte, che il wc possiede e che può fare valere anche le qualità di uno meno dotato fisicamente (almeno sul fattore a breve termine).

Son d'accordo con quel che dice Sheng (che saluto)che ha completamente ragione.

Io continuo a sostenere che i motti,sono costruiti a più livelli di comprensione e così lo sono i caratteri usati,ma direi che partendo in questo modo ci si può avvicinare!

Buon lavoro
:-)