lunedì 1 novembre 2010

Chi Sau (黐手) e Chi Dan Sau (黐單手)

Mi capita spesso di parlare del Chi Sau (黐手) e, ultimamente, di nuovo del Chi Dan Sau (黐單手), in palestra, ma non mi va di perdere tempo in spiegazioni che potete leggere comodamente da casa, cari Fratelli. Oggi, quindi, mettetevi seduti, cerco di spiegarvi di che cosa si tratta.

In linea generale, si tratta di uno degli esercizi tipici del nostro stile, che dovrebbe aiutarci a sviluppare reazioni automatiche alle azioni dell'avversario. Questo tipo di lavoro può esser fatto solo in coppia, con una o due braccia, in varie posizioni e a diverse distanze, altezze ed intensità. Lo scopo può variare, così come varia il modo in cui si esegue. Una delle cose più importanti è quella di non perdere la struttura e, soprattutto, mantenere l'equilibrio.

Lo stesso esercizio dovrebbe aiutare tutti i praticanti a non concedere spazi all'avversario, sfruttabili dallo stesso per attaccare il punto debole di chi lascia dei 'varchi' aperti. Alcune volte questi 'buchi' si lasciano come strategia (vedi la 'posizione di guardia', per esempio), ma il più delle volte sono semplicemente errori.

Alcune Scuole esercitano il Chi Sau in assenza di pressione: questo significa che il lavoro viene svolto senza particolare sforzo fisico, tentando solo di 'toccare' il partner, in modo simile alla scherma, con la punta delle dita. Nella mia Scuola, invece, viene eseguito con pressioni costanti, che possono aumentare o diminuire a seconda dei casi, verso l'avversario.

Praticare il Chi Sau non significa rimanere sempre e comunque in contatto con le braccia del partner (che simula l'avversario). Questo potrebbe essere uno degli errori principali del lavoro di coppia, perché si tenderebbe a non considerare più il lavoro di 'striking', privilegiando l'aspetto 'lottatorio' dell'esercizio stesso.

È bene ricordare che il Chi Sau non è combattimento, ma è un esercizio che può essere utile nelle brevissime fasi in cui, in un contesto di scontro, si toccano le braccia dell'aggressore. Vediamo da dove vengono gli ideogrammi che lo compongono.

黐 [lí o chī] significa 'appiccicato' o 'appiccicoso'. In cantonese è /Chi/. Il radicale è 黍 [shǔ], che rappresenta il 'miglio' (Panicum miliaceum). Questo ideogramma deriva da 禾 [hé], il 'grano', da 入 [rù], 'entrare', e 水 [shuǐ], che, come sappiamo, è l'acqua. Il grano (禾) può esser messo (入) nell'acqua (水) per fermentare, in modo da ricavarne del vino... In cantonese è /Syu/.

L'altro componente è 离 [lí], che significa 'lasciare', 'partire da', 'essere lontano da'. Alcune volte ha il senso di 'separato' o di 'andare contro'. 离 [lí] originariamente rappresentava un uccello (nella parte alta), catturato in una rete (o che si liberava dalla rete?). Adesso l'uccello è 亠, in due soli segni. Comunque l'ideogramma in cantonese scritto /Leih/.

手 [shǒu], lo sappiamo, è la 'mano' o il 'braccio'.

單 (con la forma semplificata 单) [dān] significa 'solo' o 'unico'. In cantonese è /Daan/.

L’esercizio del Chi Sau è una parte complessa dell’allenamento del Wing Chun, non dico di no, tuttavia, non dobbiamo mai sopravvalutare o sottovalutare i suoi propositi. Dobbiamo innescare un processo di evoluzione per cui il praticante impara a muoversi in modo naturale, rispondendo agli stimoli del partner. Ad un livello più elementare appare come un esercizio designato ad insegnare allo studente come utilizzare le braccia in relazione a quelle del partner.

Lo scopo essenziale, però,  è quello di ricercare la fluidità e l'elasticità dei propri movimenti. L’esperienza della pratica del Chi Sau, però, dovrebbe essere simile ad un esercizio di Ch'i Gong. Non è un caso che l'ideogramma dell'energia vitale (Ch'i) ha particolare attinenza e relazione con quello che Chi Sau. La mia interpretazione di Chi Sau, quindi, è quella di mettere energia nelle braccia, anche quando sono in contatto con quelle del partner (o dell'avversario). Per la maggior parte dei praticanti occidentali la pratica del Chi Sau si è tasformata in un’esercitazione fisica del movimento esterno piuttosto che dello sviluppo dell'energia interna. Certamente, il corretto assetto posturale coadiuva il lavoro in maniera essenziale.

Il Wing Chun Kuen non è riconosciuto tradizionalmente come un sistema interno, ma forse il segreto più grande è che maschera con movimenti esterni la propria vera natura (interna). Molti possono rifiutare questa idea, in modo particolare coloro i quali sono interessati solo alla parte strettamente marziale del Wing Chun. Questo, però, non significa che abbiano ragione questi ultimi, perché la complessità di tutte le Arti Marziali provenienti dal Tempio di Siu Lam sta proprio nella conservazione dei Tre Tesori.

Il Grandmaster Leung Ting considera il sistema a metà tra scuola esterna ed interna. Dopotutto, se ci pensiamo bene, questa caratteristica dell’Arte non dovrebbe essere una sorpresa se si studiano le sue origini. Il Wing Chun dell’era moderna ci giunge soprattutto direttamente attraverso il lineage del GM Yip Man. Il Grandmaster fu in qualche modo riluttante ad insegnare il lato interno del sistema agli Allievi che erano meno adatti a comprenderne la complessità. Ci sono molte storie sul Grandmaster, anche riguardo le sue abilità nel Ch'i Gong. Una di quelle più comuni è che spendeva anche un’ora per eseguire la Siu Nim Tau: alcuni raccontano che metteva un pezzo di carta bagnata sulle sue spalle e che dopo aver eseguito la forma la carta risultava asciutta.

Chiunque abbia familiarità con il Ch'i Gong riconosce le nostre come pratiche tipiche per lo sviluppo del Ch'i, anche durante la pratica del Chi Sau. Eppure, per qualche motivo che posso solo immaginare, chi comprende che lo sviluppo del Ch'i è una parte essenziale per il Wing Chun diventata riluttante a trasmettere questa abilità.

In generale, nei Kwoon occidentali di Wing Chun, l’idea del Ch'i è spesso considerata più mistica che reale, ma questo è comprensibile, dopo anni ed anni di seminari totalmente inutili quanto particolarmente dispendiosi, dove la forza muscolare veniva fatta passare per sviluppo del Ch'i...

Anche il Grandmaster William Cheung insegna che la migliore preparazione per una migliore performance nel Chi Sau sia l’esecuzione della Siu Lim Tao in venti minuti. Questa forma infatti darebbe la possibilità al praticante di lavorare su una sola posizione e di dirigere il pensiero sulle tecniche di braccia, sulla respirazione e sul movimento interno del Ch'i, che permette all’Allievo di imparare a scaricare l’energia verso il suolo, secondo la teoria taoista della radice e, nello stesso tempo, a dirigerla verso gli arti. Inoltre allungandone il tempo di esecuzione, si svilupperebbe ulteriormente il Ch'i.


Sulla maggior parte dei siti internet in cui si parla del Wing Chun si possono trovare i motti che seguono. Non garantisco che siano correttamente tradotti dal cinese, perché non ho ancora terminato il controllo dei motti originali, ma sono comunque indicativi, per ora, e possono esservi d'aiuto durante la pratica.

Il Chi Sau può essere eseguito (/Jon/) accuratamente, (/Fai/) rapidamente, (/Haut/) aggressivamente o (/Chung/) vigorosamente. Durante la pratica, ognuno vuole prevalere sull'altro. Bisogna cercare intrappolare due braccia con uno. Bisogna prestare particolare attenzione quando si usa un Noi Moon Pak Sau. Ricordiamoci sempre che maggiore è la pressione, più grande sarà la resistenza della molla (cioè delle braccia). Quanto più velocemente viene tolta la pressione, tanto più veloce sarà la spinta di ritorno della molla.

Se il braccio viene lasciato libero, dovrebbe essere lanciato immediatamente verso l'avversario. Più complicati sono i movimenti, più tempo ci vuole ad eseguirli: per questo bisogna sempre ricercare movimenti semplici e precisi. Non si deve lanciare mai un singolo pugno durante un combattimento, quindi, quando si trova un buco, si deve continuare a colpire fino al termine del combattimento.

Tutte tecniche nascono dal centro. Non girare (ruotare la posizione) inutilmente, non bloccare in avanti; non opporsi ad una forte pressione con la forza bruta, non comprimere le braccia dell'avversario con una forza eccessiva. Se non si sfruttano le possibilità di attacco, si lascia all'avversario la possibilità di contrattaccare.

Ricordiamoci, soprattutto, del motto "quando la testa è premuta verso il basso, sale la coda", che è uno dei principi di base per cui eseguiamo il Bong Sau. Ciò significa, lo ricordo, che questa 'tecnica' non è propria, durante il Chi Sau, ma è una deformazione.

Alla fine, è bene ripetere che il Chi Sau è un allenamento della fase di contatto con l'avversario, che permette di sviluppare tecnica, energia interna (Ging), tempismo, capacità di contollare i movimenti e, soprattutto, di studiare gli angoli di attacco. Dovremmo allenare la perfezione tecnica, perché per ogni errore dovremmo ricevere un colpo oppure lanciare un attacco inefficace. Tutto questo è impensabile senza lo studio dei vari tipi di energia, che il Wing Chun richiede.

Alleniamo la capacità di incollarci all'avversario (Chi Ging),  con una pressione costante, imparando a seguirlo qualsiasi movimento faccia. Sicuramente il lavoro fa fatto anche per la sensibilità (Gum Gock Ging), per acquisire delle abilità nel 'sentire' il contatto, per poter reagire a qualsiasi minimo movimento. C'è poi uno studio del Dai Ging, l'energia che guida, ovvero la capacità di intervenire sulle braccia dell'avversario per ottenere un vantaggio, soprattutto grazie al footwork.

 Altra caratteristica del Chi Sau è quella di acquisire la capacità di controllare. Non a caso, un motto recita: "Rimanendo incollati e controllando l'avversario, si aumentano le possibilità di vittoria". Ogni movimento deve comunque essere eseguito con la massima esplosività, costituendo l'anteprima per l'attacco successivo. Nel nostro sistema, infatti, non esiste il concetto del colpo singolo, perché bisogna sempre essere in grado di eseguire una successione tecniche, in modo molto fluido.

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