Ospito col solito piacere questo contributo dell'amico Fabio Rossetti, che, come sempre, ci invita a riflettere sulla pratica della nostra amata disciplina, sull'essenza del nostro lavoro e, soprattutto, sulla chiave per la comprensione della stessa. A voi i commenti. Buona lettura!
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Spesso mi chiedo quali
siano le chiavi per l’Arte Marziale, le quali sono spesso sfuggenti
e nascoste. Ma questo è apparenza, poiché esse sono visibili e
presenti, il che fa sorgere la continua ricerca interna di
semplificare, di sintetizzare unendo ogni aspetto. Tutto resta in
forse, poiché ogni punto d’arrivo è un altro punto di partenza,
quindi la sua bellezza non finisce veramente mai. La semplicità
trina è data dalle parole corpo, anima e spirito, tradotte in
qualunque lingua.
Occorre che sorga una
comprensione consapevole e presente, che piano piano si espande e
cresce, dando allo stesso tempo conoscenza sintetica fatta di
generale e particolare, intuitiva e chiara. Come essere il centro
unitivo e quindi realizzare?
L’essere umano ha una
struttura geometrica e forze energetiche.
Allora, prendendo il
combattimento come riferimento, occorrerà fare qualcosa di
cosciente.
Il metodo è sintetico,
cioè espresso dalla parola “olistico” cioè fare un lavoro
d’insieme e se necessario sfumato, quindi sintetico in ogni sua
parte.
Nell’arte marziale ogni
cosa è interconnessa ed interdipendente con le altre, ritrovandola
per corrispondenza seppur in ambiti apparentemente differenti.
Abbiamo detto della
tripartizione corpo anima spirito.
Nell’arte marziale
tripartiamo in lavoro sul corpo, tecniche, strategia tattica.
Ogni cosa va vissuta a
“sfera”, allargando il significato verso l’infinito, cercando
ogni connessione.
In principio si parte dal
corpo essendo lo strumento dell’azione, consideratolo come energia
più densa ed in realtà essendo in unità con quelli più “sottili”.
Quindi averne una visione energetica e non esclusivamente
materialistica. Nella sua energia passano altre energie e il lavoro
sul corpo è di portarlo in armonia, rendendolo capace di unire le
energie: così come riceve emana, così come emana riceve.
Nel combattimento serve
per squilibrare l’energia di un altro essere mentre si mantiene la
propria armonia, per neutralizzarlo, usando il corpo per far sì che
l’energia dell’altro non comprometta la nostra mentre noi
compromettiamo la sua. Arrivando energia noi la possiamo
neutralizzare, far cadere nel vuoto, assorbirla, riutilizzarla, allo
stesso tempo: il vuoto squilibra se ci si cade, equilibra se ci si
muove. Emanando energia la trasmettiamo facendola esplodere
nell’altro: il pieno squilibra se ci riempie, equilibra se lo
usiamo.
Il lavoro sul corpo
quindi è renderlo idoneo armonicamente per la veicolazione
dell’energia in uno stato presente di meditazione in movimento (
che in realtà è la sua natura) : il lavoro ha in sé la base
guaritrice, poiché ad energia armonica corrisponde uno stato di
salute ottimale.
Ciò si fa in modo
semplice, usando esercizi che sono forme contenenti quel modo.
Lo stato da raggiungere è
espresso dall’arte ( o modo o metodo) , la quale si dota degli
strumenti ( tecniche, esercizi), per essere quello stato. Essa evolve
e si sintetizza, cioè cerca di creare strumenti dotati di
semplicità, efficacia, universalità, equilibrio simmetrico,
adattabilità. Per questo gli strumenti occorre comprenderli
coscientemente e non farli meccanicamente. La presenza è
fondamentale. Vivere per essere quello che si fa, per ritornare ad
essere quello che veramente si è e che si è dimenticato.
Il lavoro sul corpo
consta di :
esercizi di rilassamento
profondo
esercizi di meditazione
esercizi di respirazione
esercizi di mobilità
esercizi di stabilità
esercizi di equilibrio
esercizi sui sensi fisici
esercizi sulle varie
energie e l’armonia unitiva tra loro: di gravità, lineare,
circolare, spirale, esplosiva, espansiva, contraente.
Ogni esercizio è fatto
da un punto di vista tecnico in modo vario, ma l’essenza è quella
di essere presenti e vigili, unendo l’attività e la ricettività
con la pratica esperienziale diretta. In ognuno si lavora su tante
cose contemporaneamente e simmetricamente: coscienza dello spazio
tempo, percezione, ascolto, osservazione, immaginazione creativa,
concentrazione mentale, equilibrio emotivo, fluidità, scioglimento
delle rigidità, unione del duro ed il mollo, coordinazione,
movimenti uniti e separati, lo sviluppo e la creazione della forza,
la plasmabilità, la solidità, l’adattamento, ed altro ancora che
si vive con la pratica.
Ricordo che l’esperienza
diretta è meglio di miliardi di parole, poiché la sintesi vera è
quella che siamo perché abbiamo cercato almeno di fare qualcosa.
Inoltre lo sforzo da me compiuto per scrivere tutto ciò, non mi
soddisfa, essendo le parole duali in sé, avendo sempre il senso e la
realizzazione di non riuscire a trasmettere in senso unitivo quello
che vorrei fare con queste parole, ritrovandomi nell’impossibilità
oltre un certo livello di comunicare. Mi scuso se non comunico bene.
Il lavoro sul corpo è la
base senza la quale ogni cosa non ha effetto: le tecniche non vivono
e la strategia tattica è inutile.
Quindi impegnarsi a fondo
con dedizione, amore e determinazione è come coltivare un bel campo
che comunque prima o poi darà i suoi frutti: per questo auguro a
tutti un ottimo lavoro ed una bella raccolta di frutti per
festeggiare tutti insieme!
Fabio Rossetti
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