Vorrei continuare il discorso avviato qui. Accennavo alle gomitate ed a come cambino la prospettiva del praticante a corta distanza. Va detto che la capacità di rotazione del busto, già vista sin dalla pratica della Chum Kiu, viene analizzata e potenziata, grazie al lavoro che andiamo a fare sulla colonna vertebrale, in special modo sul tratto dorsale. Per colpire il centro con le gomitate, ci addestriamo a ruotare, piegare ed allungare la colonna vertebrale, affinché aumenti l'elasticità e la capacità della 'molla' principale del nostro corpo, lavoro iniziato con la Chum Kiu, per sviluppare la forza della vita (intendo il giro-vita, il bacino), la 腰力 - Yiu Lik -, che verrà potenziata con la forma al manichino e con le armi.
Questo stesso lavoro ci permette di lottare a cortissima distanza, proprio tramite questa Yiu Lik, scoprendo i benefici del Kam Na, eseguito con la coordinazione di mani e gomiti. L'utilizzo delle tre gomitate visibili e ben riconoscibili della forma è chiarito dal movimento stesso che il corpo esegue durante le rotazioni a 90 e 180°, in concomitanza della discesa dell'attacco (verticale, diagonale, orizzontale). Pensiamo anche al modo in cui vengono tirate ed allenate le gomitate nel lineage 阮奇山 - Yuhn Keih Saan / Yuen Kai Sun -, il quale tanto diede ed influenzò Ip Man. Anche nella mia Famiglia vengono allenate in tre modi diversi, nonostante continuiamo ad utilizzare la forma di SiJo Leung Ting, che riteniamo molto molto utile.
In due programmi del sistema Leung Ting, per esempio, cioè quelli sulla prima e sulla seconda sezione di Chi Sau della Biu Ji, si studiano risoluzioni veloci delle aggressioni, riducendo rapidamente la distanza dello scontro, colpendo repentinamente con i gomiti. Si lavora sul timing, sulla capacità del praticante di usare un velocissimo footwork per risolvere combattimenti che durano a lungo. Continuo ad utilizzare questi strumenti che sono le sezioni per la loro utilità didattica, lasciando perdere tutte le fisse degli insegnanti che ti fanno progredire nel percorso di studio solo quando impari a memoria i movimenti e le sequenze. A me interessa che i miei Studenti abbiano modo di allenarsi ad eseguire gli attacchi di Biu Ji per andare verso quel Saat Kiu, quel distruggere il ponte, che cerchiamo sin dall'inizio della pratica e che alcuni Grandi Maestri sostengono non esser nelle nostre capacità, intendendo con quel 'nostre' di tutti i Maestri e praticanti di Wing Chun.
Parliamoci chiaro, la risoluzione repentina del combattimento è una situazione ideale, che può andar bene per gli spot pubblicitari, che, tra l'altro, sono davvero superati! Le tecniche della Biu Ji, però, ci forniscono quella capacità di terminare l'attacco (o la difesa), vista sin dall'inizio della pratica, ma che a questo livello viene potenziata e migliorata. Diciamo che più che vedere cose totalmente nuove, impariamo a tirare in maniera sempre più veloce e precisa.
A proposito della forza sprigionata, la Biu Ji può essere allenata utilizzando tre tipi diversi di forza: l'unione di tutto il corpo, la forza rilasciata dalla vita (dalla rotazione delle anche) e dai passi e, per ultima, quella del distacco di ogni singolo distretto del corpo. Proprio per questo allenare una forma può essere assai produttivo e formativo per il praticante. Le stesse tecniche utilizzate e studiate si tirano in maniera diversa per imparare a districarsi in ogni situazione.
Molto probabilmente non andremo mai ad utilizzare nella vita le tecniche apprese durante l'addestramento, ma non sta in questo la finalità dello stesso. Ci alleniamo per non dover mai utilizzarle, nella speranza di non subìre mai aggressioni tali per cui ci si debba difendere, rischiando la vita. Tecniche come i colpi alla gola (Saat Geng Sau o Chaan Sau) permettono di rilasciare energia a forte intensità in piccolissimi spazi. Si tratta di lavorare sui punti vitali (Dim Mak), ma è chiaro che non li andremo allenare per la loro finalità sin alla fine dell'addestramento, quando la fedeltà, la lealtà e la purezza d'animo del praticante non avranno dato garanzia di poter ricevere tali insegnamenti. Però è nello studio stesso delle tecniche, al di là del punto di arrivo,
L'Allievo che impara a danneggiare in maniera così disarmante l'avversario (colpendo gola, tratto cervicale della colonna, giugulare, etc.) deve essere talmente disciplinato da capire il momento in cui utilizzare tecniche finalizzanti di questo tipo ed è per questo che in molti pensano che il Wing Chun "non funzioni", perché molti Maestri, giustamente, non insegnano questa parte di programma agli Allievi. Ritengo giustissima la scelta, visto il modo in cui molti praticano. Se lo si considera un hobby o un'attività come un'altra, allora è bene che questo lavoro della Biu Ji non esca dalla Scuola, così come recita il motto tradizionale, intendendo con Scuola la cerchia ristretta degli Allievi del Maestro.
In due programmi del sistema Leung Ting, per esempio, cioè quelli sulla prima e sulla seconda sezione di Chi Sau della Biu Ji, si studiano risoluzioni veloci delle aggressioni, riducendo rapidamente la distanza dello scontro, colpendo repentinamente con i gomiti. Si lavora sul timing, sulla capacità del praticante di usare un velocissimo footwork per risolvere combattimenti che durano a lungo. Continuo ad utilizzare questi strumenti che sono le sezioni per la loro utilità didattica, lasciando perdere tutte le fisse degli insegnanti che ti fanno progredire nel percorso di studio solo quando impari a memoria i movimenti e le sequenze. A me interessa che i miei Studenti abbiano modo di allenarsi ad eseguire gli attacchi di Biu Ji per andare verso quel Saat Kiu, quel distruggere il ponte, che cerchiamo sin dall'inizio della pratica e che alcuni Grandi Maestri sostengono non esser nelle nostre capacità, intendendo con quel 'nostre' di tutti i Maestri e praticanti di Wing Chun.
Parliamoci chiaro, la risoluzione repentina del combattimento è una situazione ideale, che può andar bene per gli spot pubblicitari, che, tra l'altro, sono davvero superati! Le tecniche della Biu Ji, però, ci forniscono quella capacità di terminare l'attacco (o la difesa), vista sin dall'inizio della pratica, ma che a questo livello viene potenziata e migliorata. Diciamo che più che vedere cose totalmente nuove, impariamo a tirare in maniera sempre più veloce e precisa.
A proposito della forza sprigionata, la Biu Ji può essere allenata utilizzando tre tipi diversi di forza: l'unione di tutto il corpo, la forza rilasciata dalla vita (dalla rotazione delle anche) e dai passi e, per ultima, quella del distacco di ogni singolo distretto del corpo. Proprio per questo allenare una forma può essere assai produttivo e formativo per il praticante. Le stesse tecniche utilizzate e studiate si tirano in maniera diversa per imparare a districarsi in ogni situazione.
Molto probabilmente non andremo mai ad utilizzare nella vita le tecniche apprese durante l'addestramento, ma non sta in questo la finalità dello stesso. Ci alleniamo per non dover mai utilizzarle, nella speranza di non subìre mai aggressioni tali per cui ci si debba difendere, rischiando la vita. Tecniche come i colpi alla gola (Saat Geng Sau o Chaan Sau) permettono di rilasciare energia a forte intensità in piccolissimi spazi. Si tratta di lavorare sui punti vitali (Dim Mak), ma è chiaro che non li andremo allenare per la loro finalità sin alla fine dell'addestramento, quando la fedeltà, la lealtà e la purezza d'animo del praticante non avranno dato garanzia di poter ricevere tali insegnamenti. Però è nello studio stesso delle tecniche, al di là del punto di arrivo,
L'Allievo che impara a danneggiare in maniera così disarmante l'avversario (colpendo gola, tratto cervicale della colonna, giugulare, etc.) deve essere talmente disciplinato da capire il momento in cui utilizzare tecniche finalizzanti di questo tipo ed è per questo che in molti pensano che il Wing Chun "non funzioni", perché molti Maestri, giustamente, non insegnano questa parte di programma agli Allievi. Ritengo giustissima la scelta, visto il modo in cui molti praticano. Se lo si considera un hobby o un'attività come un'altra, allora è bene che questo lavoro della Biu Ji non esca dalla Scuola, così come recita il motto tradizionale, intendendo con Scuola la cerchia ristretta degli Allievi del Maestro.
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