martedì 21 agosto 2012

Tiáo Xīn (調心) - Regolare la mente

  Prima di introdurvi anche la quarta (penultima, ma non in ordine di tempo o importanza) regolazione, Tiáo Xīn (調心), vorrei soffermarmi un minuto sul carattere 心 [xīn], che riveste un ruolo di primo piano nella cultura cinese antica. Si tratta di un carattere che rimanda allo stesso tempo al cuore, inteso in senso fisico, e alla mente, alla componente razionale della stessa, alla capacità sensoriale dell'uomo. L'ideogramma è formato da soli quattro segni, eppure rappresenta uno degli organi più importanti, il Cuore. Come componente (solitamente scritto 忄) è spesso utilizzato per intendere il coinvolgimento emozionale. In Cantonese è /Sam/.

  Quando parliamo di Tiáo Xīn (調心), quindi, facciamo esplicito riferimento alla Regolazione della mente razionale. Bisogna imparare a mantenere la mente calma e centrata in modo da giudicare le situazioni in maniera obiettiva e dirigere il 氣 () nello spazio. La mente è una delle chiavi del successo nella nostra pratica. Regolare la mente e le emozioni sarà un passo fondamentale della pratica, affinché preoccupazioni, ansie e pensieri non affannino più il nostro cuore. Dobbiamo imparare a sgombrare la mente da ogni preoccupazione, allentando le tensioni, permettendo alla stessa mente di raggiungere uno stato di tranquillità simile all'acqua del lago. 

  Nel momento in cui il respiro viene regolato così come il corpo, la mente potrà calmarsi con facilità, raggiungendo uno stato di concentrazione ed imperturbabilità. In questo momento non esiste più passato o futuro, vi è solo il qui ed ora. Regolare la mente significa soprattutto imparare a controllare i propri pensieri. I Buddisti sono soliti utilizzare metodi precisi (come il contare i respiri, seguire il respiro in su ed in giù, cercando blocchi ed impurità del corpo) che possono aiutare a raggiungere uno stato mentale calmo e distaccato. Si possono recitare mantra o i nomi del Buddha, ma la sostanza è la stessa.

  Alcuni amici prediligono la meditazione camminata, ma il vero scopo condiviso da tutte le tradizione è quello di unificare e concentrare la mente. Raggiunto questo stato non si pensi d'esser arrivati alla fine del proprio percorso, però, perché l'attaccamento al sé persiste e dal punto di vista del Chán (禪) questo tipo di raggiungimento è solo uno stadio intermedio prima del raggiungimento dell'illuminazione. La meditazione, ad ogni modo, può migliorare la salute, ma lo scopo primario rimane quello di consentire la liberazione dal pensiero, sviluppando il rilassamento e la mancanza di tensione, abituando il corpo ad una respirazione lenta e profonda. Nella mente si sviluppa uno stato di silenzio, tranquillità e imperturbabilità.

  Per conto mio, la regolazione della mente può avvenire in diversi modi, ma ciò che ritengo essere davvero importante è polverizzare il nulla, cioè perdere la cognizione del pieno e del vuoto, immergendosi nel nulla. Solo in questo momento, almeno nelle mie ricerche, si riesce ad eliminare totalmente l'ego per lasciare il posto all'assenza del pensiero, al nulla. Utilizzo propriamente il termine nulla proprio perché non esiste in funzione di altro, come nel caso di vuoto, che ha senso solo in corrispondenza di pieno.

  Nel (mio) Wing Chun l'aspetto della regolazione della mente viene trattato in uno stadio abbastanza avanzato della pratica, perché molti Allievi non sono interessati alla coltivazione di questi aspetti, che io ritengo comunque fondamentali. Non li biasimo, perché con la vita frenetica che conduciamo in questa società è difficile vivere in modo differente, ma invito sempre tutti ad avvicinarsi a questo genere di pratiche interne, perché possono migliorare davvero la propria esistenza. 

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