lunedì 13 settembre 2010

[Video] Una discreta comparazione tra forme

Vi invito a guardare questo video, molto interessante, perché mi pare raro nel suo genere. Si tratta della comparazione della stessa forma o, meglio, delle diverse modalità d'esecuzione di quella che tutti chiamiamo Chum Kiu, ma che, nella sostanza, ognuno ha personalizzato in qualche maniera.

Nel video che segue potete assistere alla Chum Kiu del sistema di William Cheung (a sinistra) e, a destra, potete vedere la Chum Kiu che viene insegnata nell'EWTO, nel sistema Leung Ting. La prima differenza sostanziale si nota nei movimenti delle anche e nella diversa interpretazione dell'elasticità e della 'morbidezza'.

Si tratta, in sostanza, di vedere e toccare con mano quante e quali siano le differenze stilistiche e formali tra i due sistemi, in una delle forme, che ha solo il nome in comune. Interessante notare come ci siano dei movimenti che il GGM Yip Man esegue (che possiamo vedere nei pochissimi video) in entrambe le interpretazioni, ma anche come alcune sequenze siano prese pari pari dai movimenti al manichino di legno. 



Ringrazio, a nome della mia comunità marziale, SiFu Arsenije Jelovac (Traditional Wing Chun) e SiFu Donato Benedetto (Wing Tsun Leung Ting system), per aver condiviso con tutti noi questa bella esperienza di scambio e di ricerca, dove si nota il grande amore per quest'Arte Marziale, senza sciocche diatribe tra Famiglie.

6 commenti:

Unknown ha detto...

Bello che i due sifu si siano allenati insieme senza stupide rivalità di lineage, ma non ho apprezzato nessuna delle due esecuzioni. E va bene, criticatemi tutti però devo dire la mia:
1) Qui chiedo l'aiuto di Roberto per quanto riguarda il william cheung, ma non capisco l'utilità di dare un calcio da fermo, spostando tutto il baricentro sul peso, alzando la linea delle spalle e rendendo la struttura pericolante. Io lo darei dalla posizione in cui mi trovo senza perdere tempo in movimenti inutili (se la struttura è buona ci riesci).
2) le tecniche sono le stesse dell'uomo di legno e i passi quelli dei coltelli a farfalla, ecco perché sempre Roberto dice che studiando quelle forme non ci ha visto quasi niente di nuovo.
3) nel leung ting il baricentro è sul peso (in genere arretrato) e anche la rotazione dei piedi non è sincrona, in quel modo la struttura è sempre e solo sulla difensiva e la posizione statica perché se non hai il peso centrale non ti muovi e rimani bloccato lì (dato che nel nostro stile non ci sono posizioni ampie che ci diano lo slancio)
4) nel william cheung almeno il peso è sempre centrale, però largo, sia di gambe che di braccia qui vedo angoli larghi, sempre a 45 gradi e prevedibilissimi, molto canonici. Si presta ad un tipo di risposta mediante backfist o del tipo 1-2 indietreggiando tagliando l'angolo (che per carità va benissimo), ma non è in grado di sbancare la struttura avversaria se l'altro si sa muovere bene in linea retta.
Il problema principale è la struttura: in un caso non c'è, nell'altro c'è a metà perché non tenendo le spalle dritte, ma dando sempre predominanza a una delle due, si regala il 50% all'avversario e per fare qualunque cosa bisogna "cambiare guardia" di altri 45 gradi. Che per me è troppo in termini di spazio e tempo.
Sono due sistemi validi, per carità, non sto dicendo che sbagliano su tutta la linea, ma che sono entrambi migliorabili. Il william cheung si dimostra molto dinamico e reattivo e in grado, grazie agli angoli larghi, di portare colpi esplosivi, mentre il leung ting è basato tutto sulla difesa spiccia, ridotta all'osso ed efficace su ritardo.
Sono due diverse interpretazioni dello stesso stile, ma nessuna delle due è esaustiva. Probabilmente non ci bastano due soli lineage per capire tutto il sistema e dovremo analizzarne molti di più insieme.
Io ci sono passato dato che ho praticato 3 lineage e ogni volta ho aggiunto un pezzo al puzzle. E comunque complimenti ai due Sifu per il coraggio, visto il nostro bell'ambientino...

wingchun4ever ha detto...

La chum kiu di cheung deriva da ciò che YMha appreso dal weng chun, studiando e praticando con Chu Chung Man... ma non è esaustiva come forma, è forse la colonna vertebrale del sistema ma non è tutto lì... Sono d'accordo con te su mote considerazioni, ma su due no... La prima è che cerchi un'interpretazione "pratica" dei movimenti delle forma di Cheung (per me YM/CCM/BIK), la cosa importante non è il calcio (nella forma sono diversi, frontale, laterale, di punta, di tallone, di piatto...) ma nel passo laterale (a T) e siccome avviene con uno spostamento occorre consolidare la posizione per imprimere forza e sopratutto tenere sbilanciato l'avversario durante l'esecuzione, quel calcio e passo avvengonodopo che ci si è mossi a 45gradi e poi si riprende il controllo del centro difendendo con un chun sao e poi un lap sao da un attacco che sta provennedo sul nostro angolo cieco... nel sistema di ting il peso è quasi sempre sulla gamba posteriore, nel sistema di cheung è dietro solo per brevissimi istanti... la visione della BJ sarebbe rivelatrice di ciò che non è mostrato nella CK... tieni presente l'ampiezza deriva da interpretazioni personali... mai visto cheung dal vivo esagerare ne sulle uscite e gli angoli, ne sull'ampiezza delle posizioni. Nella CK gli angoli sono si a 45 gradi ma è nella BJ che diventano arrivano a 90 e vengono introdotti molti altri passi che nella CK non sono presenti.

sono d'accordo quando dici che un solo lineage non è sufficente... infatti Cheung pratica la fusione di quello di Leung Bik, di Cha Wah Sun e di Chu Chung Man (nelle esatte quantità apprese da YM)... ed io ho appreso quello di Boccato che è la fusione di quello di Steven Lam (allievo di Chang Li, allievo di Leung Bik) e di Cheung. Quindi due rami della famiglia leung Jun, di cui uno non passato per YM, nonchè 4 lineage differenti. E penso seriamente che non ci sia più da migliorare nulla tecnicamente se non l'abilità e l'esperienza di chi pratica.

Unknown ha detto...

Grazie Roby per la spiegazione della forma.
Permettimi di dissentire sulla tua ultima affermazione, non tanto per i lineage ecc, ma perché io sono del parare che tecnicamente si possa sempre migliorare e aggiungere (non solo per esperienza, pratica ed abilità), basta non smettere mai di interrogarsi, di cercare e di mettersi in discussione.

wingchun4ever ha detto...

vedi Sangre, prima o poi, dopo molti anni di pratica e di confronti e raffronti, si arriva ad un bivio... o quello che si fa è giusto e corretto e funziona oppure no... se la risposta è si è tempo perso interrogarsi e mettere in discussione se stessi e ciò che si pratica. la ricerca ed il confronto diventa strumento di accrescimento meramente culturale e non più meramente tecnico.

Unknown ha detto...

"La convinzione è la peggiore malattia del combattente"

Metterci in discussione è ciò che ci fa davvero migliorare, non quanti addominali o pugni al sacco facciamo ogni giorno.
Per combattere davvero basta un buon pugno e un buon timing, niente di più. Tutto il resto è ciò che tu chiami "accrescimento meramente culturale" eppure lo alleniamo quotidianamente, no?

Vabbè dai, un giorno continueremo il discorso in altra sede e potremo capirci meglio.

wingchun4ever ha detto...

Perdonami Sangre, ma per combattere serve molto molto di più di un buon pugno e di un buon timing... se li ha anche il tuo avversario? cosa fai? non si gioca a dadi...

Quello che cerco di dire è che molto spesso si confonde il turismo marziale con lo studio marziale e la marzialità... circa dieci anni fa sono diventato si fu (brutta parola oggigiorno, ne convengo...). a quel tempo non è che ne sapessi tanto di meno di adesso riguardo la tecnica che avevo studiato... ne sapevo molto meno riguardo le problematiche di uno scontro non collaborativo... alcuni anni mi sono serviti per fare esperienza... un conto è essere neo laureati in medicina, un conto è saper fare un trapianto di fegato... certo che se però sei un ingegnere informatico e pretendi di arrivare a fare un trapianto di fegato... Perciò io non ho alcun dubbio ma proprio nessuno su ciò che mi è stato insegnato, perchè dopo molti confronti, molti scambi ho ritrovato ciò che ho studiato in pochissime famiglie che praticano realmente wing chun (e non ne fanno mercimonio...)e non suoi surrogati commerciali e/o carenti tecnicamente, inoltre funziona, senza ombra di dubbio alcuno. Mi diverte questo, è una bella soddisfazione ritrovare la propria tecnica nel wing/weng extra YM, in altri Maestri... proprio per questo, personalmente, considero maestri di Wing/Weng nel mondo si e no 5/6 persone... inutire dire i nomi, ma soprattutto trovo inutile pensare di dover imparare qualcos'altro al di fuori del mio lineage per quanto rigurada la tecnica... è wing(weng) chun, completo e corretto... quasi un miracolo oggigiorno. Quanto all'esperienza poi, non è trasmissibile, ma solo acquisibile individualmente. Se qualcuno sente la necessità di dover andare, vedere provare ecc... è solo per un motivo: deve crescere, comprendere, capire, studiare ciò che non ha ancora avuto la fortuna di poter fare... Sono un privilegiato. Tutto quì.
Roberto