Ospito con piacere l'articolo che segue, di Fabio Rossetti, un amico, praticante ed insegnante di diverse discipline, tra cui il WingTsun, con cui ho iniziato uno scambio di esperienze e di informazioni sulle Arti Orientali. Fabio è uno dei pochi ad aver raccolto l'invito lanciato da questo blog alla collaborazione, alla formazione orizzontale, allo scambio, ma spero che non sia l'unico. Se c'è la volontà di crescere assieme, si può fare. Ringrazio Fabio per aver raccolto l'appello ed invito tutti voi a leggerlo e commentarlo, se ne avrete voglia.
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Il coraggio e la determinazione sono due componenti essenziali per creare uno stato di armonia dinamica e vitale nella vita. Nell’Arte Marziale esse sono qualità e caratteristiche di cui occorre prendere coscienza dentro di sé e poi renderle vive fino al loro essere nel quotidiano, così come recita il detto: “ogni gesto sia un gesto marziale”.
Ognuno di noi si trova di fronte a sé e soprattutto dentro di sé mille occasioni per far germogliare e far crescere le due qualità e lì è necessaria la motivazione, scaturente da qualsiasi origine interna e esterna. Le due sono il frutto anche del lavoro sulla paura che si trova in noi, radice di molti malesseri, radice di molti blocchi, costruttrice di barriere ed impedimenti, percepita come componente irrazionale che sfocia nel panico, il quale è sostrato di ansia, preoccupazione, del pensare in modo dispersivo e che crea una serie di circoli viziosi dai quali sembra impossibile uscirne e ancora meglio trasformare.
Allora occorre fermarsi dentro di sé, osservarla e vederla in una diversa ottica: come ogni nemico sul campo di battaglia essa è maestra e donatrice dell’opportunità di praticare e saggiare le nostre qualità e caratteristiche, opponendosi a tutta forza e cercando di fermarci, cercando allo stesso tempo di farci comprendere quello che in realtà la può vanificare e ancora meglio trasformare, per il quale basta semplicemente lavorare sull’opposto: se blocca, sblocco; se ferma, muovo; se ostacola, supero; se fissa, trasformo. Soprattutto occorre prendere coscienza del fatto che “ce la posso fare realmente, poiché in me c’è già tutto quello che mi serve e se non lo trovo lo cerco e lo ricerco: allora arriva…perché l’ho chiamato”.
Una visione del genere ci pone già su di un piano attivo e non passivo, nel senso di subire passivamente tutto, ma di cercare la via d’uscita nel dinamismo, mentre contemporaneamente cerco di togliermi dal suo influsso percepito come nefasto e nocivo. Mi rendo un bersaglio difficile mentre mi muovo e lì trovo la strada per rendere la mia azione efficace.
Unita alla visione positiva ci deve essere un fortissimo desiderio di cambiare, una volontà forte e ardente di rendersi parte attiva della propria vita, di voler essere responsabili di sé e creatori del proprio stato di armonia che tutto consente e tutto contempla dinamicamente.
Il tutto si completa ed ha origine nella motivazione, nella nota d’inizio del proprio spartito musicale, nella scintilla che accende il fuoco, nell’acqua che dà vita alla terra, nel seme che diventerà pianta, nel bagliore stellare che in noi che ci fa agire.
Così attenti osservatori e percettori di noi stessi, prendendo coscienza di noi stessi, seguiamo la nostra voce interiore, che si esprime nella motivazione e nel vedere positivamente la paura (e non solo), dalla quale si innesca il desiderio, la volontà, che sono energia inesauribile dentro di noi. L’azione è solo da concretizzare. Il tutto è anche un gesto d’amore verso noi stessi e, come ogni gesto d’amore, esso si riversa nel cosmo. E’ vero, occorre volersi bene, così come occorre accettarsi nella presa di coscienza di noi stessi, così come occorre rinunciare alle catene che ci creiamo e che sono state da altri create.
Quando siamo motivati, se ci fermiamo ogni tanto, così come ci fermiamo ad osservare un viso di una persona amata, un cielo stellato, un albero, ad ascoltare una musica che ci piace, a percepire il silenzio e a gustarselo, allora andiamo a ricordarci di noi, senza fare nulla se non ascoltarci, percepirci ed osservarci: lì siamo nell’ideazione, nella presa visione della nostra immagine. Il desiderio e ancor meglio la volontà si innesca, parte quindi l’energia e noi semplicemente creiamo.
Il coraggio nasce dalla consapevolezza delle nostre paure e già vederle è coraggio. La determinazione è rendere l’azione precisa, chiara, ed esprime la temperanza.
Il fabbro che costruisce la spada ha paura che essa si spezzi, ha paura di bruciarsi nelle scintille del fuoco che arde, ha paura di non essere in grado di essere un fabbro, ha paura di avere paura. Se è motivato si mette in gioco, consapevole delle paure diventa coraggioso e prende gli strumenti, concentrandosi sull’opera da compiere, con tutto se stesso, e agisce precisamente e chiaramente. Comprende che entrando in confidenza con la paura , in quel territorio si può muovere, ce la può fare, e allora il fuoco non lo spaventa, non pensa al risultato della spada che si spezza o meno, non pensa ad essere un fabbro o a non esserlo: lui fa la spada, con tutto se stesso, con passione, con entusiasmo, motivato, con amore e volontà: le paure, nostre energie, si trasformano da nemiche a nostre alleate, poiché dissolvendosi si trasformano in un’energia più sottile e che non ci blocca, ma ci dà una spinta propulsiva ed esplosiva enorme.
La paura non va rifuggita, ma accettata come una sfumatura di energia nel mondo che viviamo: è uno strumento che ci può distruggere ma ci può far creare. Dipende da noi, semplicemente da noi.
Il coraggio…raggio del cuore, agio del cuore… Il cuore è il nostro centro così come gli inglesi chiamano “core” il nucleo: è uno stato dell’essere dove un fuoco arde sereno, vigoroso e potente. La determinazione...stato dell’essere lì per agire in modo preciso, concentrato, attento, andare dritti al bersaglio… Nel combattimento dal coraggio nasce l’energia che si concentra nel gesto determinato: una è l’energia, l’altro è il modo di utilizzarla…in noi stessi, per noi, con amore e volontà.
Ciò si può realizzare sempre e per tutto: dalla paura che nasce in una relazione, a quella che non ci fa muovere se sentiamo un rumore strano, a quella che ci blocca per la disabitudine di viverci le cose belle, facendoci ricadere nelle nostre melme quotidiane, a quella che intacca e distrugge la nostra autostima e offusca la nostra vista riguardo alle nostre possibilità, a quella che ci rende ciechi prepotenti nei confronti degli altri, che ci rende distruttori e annientatori della bellezza della vita, che ci appesantisce, che ci ottunde, che ci abbrutisce, che ci fa scordare completamente la comprensione e la consapevolezza del cuore, che ci rende prede impotenti di fronte a chiunque……. Ma se tutto ciò lo vediamo come una voce maestra che ci insegna, seppur mettendoci duramente alla prova, dandoci già la strada che però dobbiamo noi percorrere, allora il gioco è in atto e già fatto…….. sapete la motivazione dov’è? Già c’era nel momento in cui abbiamo cambiato punto di vista…
Ripensiamo senza pensare a tutte quelle cose che ci hanno reso la vita difficile, che ci hanno negato felicità, bellezza e sorrisi, che ci hanno fatto cadere e sbattere violentemente, che ci hanno procurato dolore….. sono passate: ora e dentro di noi abbiamo la concreta e reale possibilità di impegnarci con entusiasmo per creare la nostra vita come vogliamo, e qualora abbiamo dei dubbi, qualora non ne troviamo il senso, qualora non ne siamo convinti, beh… la libertà di seguire se stessi è innata e nessuno può decidere per gli altri, però può essere un impulso questo passo seguente...
Fabio Rossetti
Non è il critico che conta,
non è l’essere umano
che indica perché il forte cade,
o dove il realizzatore poteva fare meglio.
Il merito appartiene a chi è nell’arena e non sugli spalti a guardare,
il cui viso è segnato dalla polvere e dal sudore,
che lotta coraggiosamente,
che sbaglia e può cadere ancora.
Perché non c’è conquista
senza errore o debolezza;
ma chi veramente lotta per realizzare,
chi conosce il grande entusiasmo
e la grande fede,
chi si adopera con amore per una giusta causa,
conosce alla fine il trionfo della meta
e se nel peggiore dei casi fallisce,
cade almeno gloriosamente,
cosicché il suo posto
non sarà mai vicino alle anime pavide e paurose,
che non conoscono né la vittoria né la sconfitta.
Mahatma Gandhi