Oggi vorrei parlare del secondo set della Siu Nim Tau di SiJo Leung Ting, dedicato allo studio di uno dei pugni del sistema, il più semplice, il più classico e, diciamolo, il più abusato, che viene utilizzato quando la linea centrale è libera: Jik Chi Chung Kuen (直線衝拳). Possiamo tradurlo in maniera abbastanza fedele come pugno lanciato in avanti sulla linea centrale, posizionato come l'ideogramma cinese che rappresenta il sole (日 - Yaht). Alcuni, infatti, scrivono Yaht Chi Chun Kuen, per essere più precisi 日線衝拳. L'importante è capirsi.
Questo tipo di pugno verticale è tirato in maniera del tutto rilassata (possiamo considerarlo Yin), ma il movimento corretto permette di sviluppare una notevole quantità di forza sia per l'impatto che per l'attraversamento della superficie dello stesso. Non a caso questo tipo di pugno è spesso usato nelle dimostrazioni per far capire alle persone la potenza dell'energia interna.
Nella Siu Nim Tau si studia la sua esecuzione precisa. Dalla posizione Sau Kuen, in cui abbiamo chiuso il precedente set, ruotiamo il pugno sinistro fino a farlo diventare verticale, durante la fase di spostamento verso la nostra linea verticale. Una volta arrivati ad avere il polso sulla linea verticale (che ora corrisponde alla linea centrale nel nostro immaginario), spingiamo avanti il pugno con il tricipite ed il dorsale, esercitando una notevole spinta in avanti soprattutto dalla punta del gomito, come recita un motto.
Il gomito si mantiene più basso possibile per tutto il movimento, fino alla completa estensione del braccio. La colonna vertebrale si flette leggermente in avanti, in modo da aggiungere potenza al pugno. La spalla si tira leggermente indietro, al fine di impedire l'iperestensione del gomito e mantenere un'adeguata struttura. Il polso scatta leggermente verso il basso, mandando il pugno verso l'alto, aggiungendo ulteriore potenza al pugno.
Il coordinamento di polso, gomito, spalla e colonna vertebrale è essenziale per un pugno verticale potente. Il pugno verticale, a differenza del pugno più comunemente usato in tutti gli stili di Arti Marziali e comunque presente anche nel nostro sistema (orizzontale), mantiene una robusta struttura scheletrica, che, a sua volta, permette ai muscoli di impegnarsi con il massimo effetto. Il buon coordinamento di pugni verticali in serie (i famigerati "pugni a catena) in fase di avanzamento crea un effetto schiacciante potente.
Soffermiamoci un momento sui "pugni a catena", su cui, comunque, dovremo fare un discorso a parte. I pugni a catena sono una serie di pugni verticali. I colpi vengono eseguiti sulla stessa linea, eseguendo un leggero arco con il polso avanzato, per fare spazio al pugno in arrivo. Il pugno lanciato per primo pesa come il piombo nella stessa maniera dell'ultimo che sostituirà il precedente. Non ci può essere variazione di potenza, pena la non riuscita della tecnica. Questa serie di pugni forma un cuneo nello spazio che si crea tra chi la tira e l'avversario, fornendo una buona protezione anche in fase di attacco.
Torniamo alla forma. Una volta completata l'estensione del pugno, si apre il palmo della mano verso l'alto con una rotazione del polso, iniziando sin da subito a fare esperienza del Huen Sau. Questo tipo di movimento è fondamentale per la costruzione di una buona muscolatura del braccio, ma anche per allungare i tendini dell'avambraccio. Si usa per liberazioni semplici da prese ai polsi, per posizionare e controllare per bene le braccia avversarie. Di solito serve a far defluire la forza dell'avversario verso un punto specifico e per tornare a gestire il Centro tra noi e l'attaccante. Non scrivo tutti i passaggi con cui SiJo Leung Ting esegue questo movimento, ma assicuro che è davvero un ottimo lavoro di potenziamento ed allungamento, da provare.
Una volta completata la rotazione della mano, si richiude il pugno e, attraverso una controrotazione, si torna in Sau Kuen, da cui si era partiti. Si esegue subito dopo lo stesso lavoro con il braccio destro.
Da SiJo Leung Ting questo pugno viene considerato il movimento più importante d'attacco, unico nel panorama delle arti marziali ad imprimere una forza notevole con il minimo sforzo fisico. Nel lancio di un pugno dritto è importante sottolineare che la principale fonte di forza viene dalla punta del gomito; si tratta, quindi, di un ponte corto (ne riparleremo). Vi è un motto specifico per il modo corretto di lanciare un pugno dritto: "Mantenere il gomito sulla linea centrale, mentre si lancia un pugno". Ricordiamocelo.
Quando si tira una catena di pugni (viene detta Lin Wan Kuen 連環拳), il primo è spinto verso l'esterno da una sorta di forza speciale chiamata "forza esplosiva". Un buon paragone è il lancio di un cannone. Il pugno è la palla di cannone e il braccio è come una corda con un'estremità legata alla palla di cannone, mentre l'altra è collegata alla base (spalla).
Per fare un pugno potente dritto si dovrebbe anche "non stringere i muscoli mentre si lanciano i pugni" , come recita un altro importante motto in materia. L'irrigidimento dei muscoli è un grosso errore per chi cerca la forza. L'irrigidimento muscolare è solo un'illusione di forza. Secondo la teoria del Wing Chun di SiJo Leung Ting, un pugno potente è "un pugno che atterra l'avversario e provoca un danno forte", così è l'avversario che si sente la potenza addosso e non l'attaccante.
Scientificamente, sono gli estensori (ad esempio, il tricipite, il dorsale, ecc) che sono responsabili della forza impressa ad un pugno diretto, non i "contraenti" (ad esempio, il bicipite). Pertanto, un uomo che irrigidisce la sua muscolatura mentre lancia un pugno è come chi tenta di accelerare una macchina mettendo un piede sul pedale del gas e l'altro sul freno...
Il pugno a catena è considerato come il più pratico e il miglior attacco nel sistema del Wing Chun, però, purtroppo, se ne è spesso abusato, fino a farlo diventare LA tecnica per eccellenza. Anche se per eseguirlo bene si pratica per decine di ore lo stesso movimento, spesso non viene spiegata la sua applicazione e qui sta il problema. Con il mito della soluzione universale si sono costruite generazioni di esaltati, come si può tranquillamente vedere su Youtube, per esempio, dove è la sola tecnica risolutiva di tutte le dimostrazioni.
Questo tipo di pugno verticale è tirato in maniera del tutto rilassata (possiamo considerarlo Yin), ma il movimento corretto permette di sviluppare una notevole quantità di forza sia per l'impatto che per l'attraversamento della superficie dello stesso. Non a caso questo tipo di pugno è spesso usato nelle dimostrazioni per far capire alle persone la potenza dell'energia interna.
Nella Siu Nim Tau si studia la sua esecuzione precisa. Dalla posizione Sau Kuen, in cui abbiamo chiuso il precedente set, ruotiamo il pugno sinistro fino a farlo diventare verticale, durante la fase di spostamento verso la nostra linea verticale. Una volta arrivati ad avere il polso sulla linea verticale (che ora corrisponde alla linea centrale nel nostro immaginario), spingiamo avanti il pugno con il tricipite ed il dorsale, esercitando una notevole spinta in avanti soprattutto dalla punta del gomito, come recita un motto.
Il gomito si mantiene più basso possibile per tutto il movimento, fino alla completa estensione del braccio. La colonna vertebrale si flette leggermente in avanti, in modo da aggiungere potenza al pugno. La spalla si tira leggermente indietro, al fine di impedire l'iperestensione del gomito e mantenere un'adeguata struttura. Il polso scatta leggermente verso il basso, mandando il pugno verso l'alto, aggiungendo ulteriore potenza al pugno.
Il coordinamento di polso, gomito, spalla e colonna vertebrale è essenziale per un pugno verticale potente. Il pugno verticale, a differenza del pugno più comunemente usato in tutti gli stili di Arti Marziali e comunque presente anche nel nostro sistema (orizzontale), mantiene una robusta struttura scheletrica, che, a sua volta, permette ai muscoli di impegnarsi con il massimo effetto. Il buon coordinamento di pugni verticali in serie (i famigerati "pugni a catena) in fase di avanzamento crea un effetto schiacciante potente.
Soffermiamoci un momento sui "pugni a catena", su cui, comunque, dovremo fare un discorso a parte. I pugni a catena sono una serie di pugni verticali. I colpi vengono eseguiti sulla stessa linea, eseguendo un leggero arco con il polso avanzato, per fare spazio al pugno in arrivo. Il pugno lanciato per primo pesa come il piombo nella stessa maniera dell'ultimo che sostituirà il precedente. Non ci può essere variazione di potenza, pena la non riuscita della tecnica. Questa serie di pugni forma un cuneo nello spazio che si crea tra chi la tira e l'avversario, fornendo una buona protezione anche in fase di attacco.
Torniamo alla forma. Una volta completata l'estensione del pugno, si apre il palmo della mano verso l'alto con una rotazione del polso, iniziando sin da subito a fare esperienza del Huen Sau. Questo tipo di movimento è fondamentale per la costruzione di una buona muscolatura del braccio, ma anche per allungare i tendini dell'avambraccio. Si usa per liberazioni semplici da prese ai polsi, per posizionare e controllare per bene le braccia avversarie. Di solito serve a far defluire la forza dell'avversario verso un punto specifico e per tornare a gestire il Centro tra noi e l'attaccante. Non scrivo tutti i passaggi con cui SiJo Leung Ting esegue questo movimento, ma assicuro che è davvero un ottimo lavoro di potenziamento ed allungamento, da provare.
Una volta completata la rotazione della mano, si richiude il pugno e, attraverso una controrotazione, si torna in Sau Kuen, da cui si era partiti. Si esegue subito dopo lo stesso lavoro con il braccio destro.
Da SiJo Leung Ting questo pugno viene considerato il movimento più importante d'attacco, unico nel panorama delle arti marziali ad imprimere una forza notevole con il minimo sforzo fisico. Nel lancio di un pugno dritto è importante sottolineare che la principale fonte di forza viene dalla punta del gomito; si tratta, quindi, di un ponte corto (ne riparleremo). Vi è un motto specifico per il modo corretto di lanciare un pugno dritto: "Mantenere il gomito sulla linea centrale, mentre si lancia un pugno". Ricordiamocelo.
Quando si tira una catena di pugni (viene detta Lin Wan Kuen 連環拳), il primo è spinto verso l'esterno da una sorta di forza speciale chiamata "forza esplosiva". Un buon paragone è il lancio di un cannone. Il pugno è la palla di cannone e il braccio è come una corda con un'estremità legata alla palla di cannone, mentre l'altra è collegata alla base (spalla).
Per fare un pugno potente dritto si dovrebbe anche "non stringere i muscoli mentre si lanciano i pugni" , come recita un altro importante motto in materia. L'irrigidimento dei muscoli è un grosso errore per chi cerca la forza. L'irrigidimento muscolare è solo un'illusione di forza. Secondo la teoria del Wing Chun di SiJo Leung Ting, un pugno potente è "un pugno che atterra l'avversario e provoca un danno forte", così è l'avversario che si sente la potenza addosso e non l'attaccante.
Scientificamente, sono gli estensori (ad esempio, il tricipite, il dorsale, ecc) che sono responsabili della forza impressa ad un pugno diretto, non i "contraenti" (ad esempio, il bicipite). Pertanto, un uomo che irrigidisce la sua muscolatura mentre lancia un pugno è come chi tenta di accelerare una macchina mettendo un piede sul pedale del gas e l'altro sul freno...
Il pugno a catena è considerato come il più pratico e il miglior attacco nel sistema del Wing Chun, però, purtroppo, se ne è spesso abusato, fino a farlo diventare LA tecnica per eccellenza. Anche se per eseguirlo bene si pratica per decine di ore lo stesso movimento, spesso non viene spiegata la sua applicazione e qui sta il problema. Con il mito della soluzione universale si sono costruite generazioni di esaltati, come si può tranquillamente vedere su Youtube, per esempio, dove è la sola tecnica risolutiva di tutte le dimostrazioni.
2 commenti:
riccardo perchè secondo te i pugni a catena sono diventati così tanto il simbolo di quel wing chun che praticano ancora molti allievi?
Io penso che la "colpa" sia da addebitare per un buon 70% agli Insegnanti e per il restante 30% agli Allievi. Mi spiego meglio.
Quando siamo entrati nelle palestre di Wing Chun, abbiamo subito ricevuto le nozioni di base che comprendevano la "soluzione universale" (il famoso "calcio e tre pugni").
Da quel momento in poi gli Insegnanti ci hanno dotato di un mezzo, spacciandolo per la tecnica universale, che sarebbe riuscita a distruggere qualsiasi guardia o attacco avversario.
Da lì si è dato origine al mito dei pugni a catena, i quali, formando un cuneo, ci avrebbero salvato in ogni situazione. Non è un caso che nel film Ip Man si vedano sempre e comunque questi pugni, così come li si vedano sempre in tutti i video di YouTube.
Per gli Insegnanti è un modo semplice per far passare del tempo agli Allievi nelle palestre, rubando i soldi facendoti allenare in una sola tecnica che si vorrebbe superiore alle altre.
Per gli Allievi è un modo semplice per illudersi di avere l'arma segreta ed invincibile contro tutti.
Oltretutto, come ho tentato di spiegare, i pugni a catena tirati lungo la centrale sono un caso così raro, che solo chi non ha mai fatto sparring può ritenere efficace in tutte le situazioni.
Insomma, diciamo che sono diventati il marchio di un certo Wing Chun, perché quel Wing Chun doveva fare breccia, a livello di marketing, in persone che non avevano voglia di sudare e sputare sangue, dando l'illusione di essere LA tecnica superiore alle altre.
Basterebbe che ogni praticante si allenasse 10 ore a settimana per capire che i pugni a catena non sono né la soluzione a tutti i problemi, né una tecnica così conveniente come ci hanno fatto credere.
Ovviamente, sempre a mio parere. Un abbraccio!
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