Accolgo sul blog le nuove riflessioni dell'amico Fabio Rossetti. Buona lettura!
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Nel cammino marziale prima o poi ognuno esprime delle considerazioni personali sulla sua pratica, frutto dell’esperienza personale e delle conoscenze acquisite in vari modi. Questa sintesi viene espressa con varie sfumature, di cui le più sintetiche e ricche di significato sono racchiuse in quello che vengono detti i principi. Sono parole che vanno oltre un semplice significato letterale, quanto sono atte a stimolare il praticante verso visioni diverse, sono spunti di pratica, sono spunti di approfondimernto, di ricerca, di riflessione, di meditazione.
Le citazioni sottostanti all’articolo provengono, come nella lettura dei nomi di coloro ai quali sono attribuiti, a persone diverse, per epoche storiche , culture, geografia. Va da sé che ne esistono molte altre, della stessa ricchezza e preziosità, nella loro semplicità.
Le volevo condividere poiché l’apprendimento di uno stile marziale non é solo calci e pugni, come si suol dire, nonché come nei vari articoli precedenti del blog ove questo è stato trattato bene ed ampiamente: essendo una Via, questi principi ne sono l’aspetto non manifesto ma che ne danno la direzione. E credo che chiunque abbia un’esperienza di almeno qualche anno, possa fare una comparazione tra quello che imparava e che ha imparato, il modo in cui è stato fatto, e vedere se ad esempio questi principi sottostanti vi erano.
Per esempio, se la spada ed il bene devono andare mano della mano, perché in molti luoghi di allenamento si aumenta l’aggressività e di conseguenza si da la mentalità, errata, che poi in strada si va a fare a botte? Con il risultato di soprusi verso ovviamente i deboli oppure qualcuno ci rimette le penne perché ha travato la persona sbagliata al momento giusto?
Il messaggio è quello di essere attenti e svegli, non ossessionati o appisolati, per cercare e trovare qualità nel mondo marziale, che esiste seppur poca, ma in aumento.
Rinnovando che chi pratica non va a scaricarsi, quanto ad imparare e disimparare, quanto a trasformare, quanto ad entrare in un gruppo che porta avanti un bel lavoro, e la pratica giusta, porta con sé spontaneamente frutti e realizzazioni. L’impegno è di chi istruisce e di chi è allievo, senza l’unione dei due prima o poi ci saranno rotture spontanee.
Nel luogo e con le persone ove vi è la pratica, non si entra per fare il bello di turno, per dimostrare la propria bravura, per esprimere frustrazioni ed aspetti egoici, rendendosi chiaramente ridicoli: tanto state tranquilli che bisogna morire senza neanche sapere quando e come.
Un guerriero, per chi chiaramente ha letto, studiato e praticato, è un essere serio ma sorridente, è equilibrato, ama la vita e proteggerla, ama l’arte così come mangiare e bere, poiché si sforza di penetrare i veri aspetti dell’esistenza e del vivere.
E non è un coatto, uno che si mostra per farsi vedere, uno che si considera uno Spartan tipo il videogioco Halo, uno che poiché ha il “potere della distruzione” ha il mandato divino di fare quello che gli pare compreso violare la libertà altrui, calpestare la dignità, creare separazione, uno che dove va sembra che è tutto lui, uno che per andare a letto con qualcuna deve dire che è un “guerriero” così la donna pregherà i cieli perché è scesa la ciambella col buco dal cielo, uno che usa detti e frasi provenienti dalla Tradizione Marziale per i suoi bassi scopi, tipo economico di ladrocinio truffaldino ben conosciuto.
Invito i veri praticanti a migliorare, a ridare impulso e vita a qualunque stile marziale, suggerendo di emanare e trasmettere messaggi positivi, anche perché, visti i tempi, viste le persone che si avvicinano con dei pre concetti sbagliati, frutto di una cultura contaminata dal fast-food anche nell’allenamento, del tutto e subito, delle illusioni che creano scollamenti dalla realtà, di un tessuto sociale ove vi è un civismo quasi dimenticato con una logica di ignoranza, di abbrutimento, di cinismo, di egoismo e di violenza, occorre mostrare l’aspetto vero e bello di quello che si fa. Dicasi equilibrio per generare armonia.
Ad esempio proporre e incentivare la lettura e lo studio, senza rinunciare a niente, oppure andarsi a vedere qualche mostra o qualche museo, poi si va a bere, in discoteca, oppure dove si vuole.
E’ strano e curioso vedere un luogo come l’Italia, dove ci sono moltissimi praticanti di arti marziali, dove tutti sono questi Guerrieri d'elite, che non pensano nient’altro che a farsi i propri piccoli egoistici affari, che non rispondono a messaggi di unione ed interscambio, e che di Marziale e di Guerriero hanno, chiaramente, solo un nome di comodo.
Fabio Rossetti
“Un uomo davvero coraggioso è sempre sereno;
non viene mai colto di sorpresa; nulla turba l’equanimità del suo spirito.
Nel fervore della battaglia mantiene la calma;
nel mezzo delle catastrofi conserva una mente lucida.
I terremoti non lo scuotono, ride delle tempeste”.
Inazo Nitobe
“La spada e il bene devono andare mano nella mano”.
Masaami Hatsumi
"Un guerriero è un uomo d’azione, guidato dalla ragione e motivato dall'amore".
Jack Hoban
“Sono un guerriero, non un assassino”.
Worf, figlio di Mogh
“Quando ti trovi di fronte a disgrazie e difficoltà, devi persistere con coraggio e allegria”.
Hakagure
“Chi non prova, non fallisce mai”.
Charles Hackney
“La tigre cammina lentamente attraverso la giungla, con attenzione. Ma è rilassata. Dalla punta del naso alla punta della coda non c’è un solo fremito. I suoi movimenti assomigliano a onde;nuota nella giungla. Dunque la sua circospezione è accompagnata da rilassatezza e sicurezza. E’ questa l’analogia con la sicurezza del guerriero”.
Chogyam Trungpa
“Non perdere altro tempo a discutere su come debba essere un uomo buono, siilo”.
Marco Aurelio