Ho ricevuto con piacere l'ultimo libro del Gran Maestro della International Weng Chun Kung Fu Association, Andreas Hoffmann, edito da Budo International di Alfredo Tucci. Sono felice di poterlo recensire, anche se ho potuto leggere solo l'edizione tedesca, in cui c'è un apparato fotografico davvero invidiabile.
Come sempre, il Maestro Hoffmann è molto bravo nell'esporre sinteticamente i tratti distintivi della sua Famiglia di Weng Chun, catturando il lettore nella descrizione di forme, principi e concetti che vengono spiegati all'interno del percorso didattico della sua associazione. A dire il vero, mi pare una riproposizione abbastanza sintetica dell'altro testo, assai più analitico, dedicato all'Arte Marziale dell'Eterna Primavera.
Il prezzo di copertina è alto, 19,90 euro, come tutto il materiale di Budo International, ma l'apparato fotografico, l'utilizzo della quadricromia e la qualità delle pagine lo giustificano in parte, sebbene le informazioni contenute sono ben poco significative per chi non abbia toccato almeno una volta il Maestro o uno dei suoi Allievi.
A dirla tutta, questa volta il testo mi pare orientato al marketing interno al mondo del Wing Chun, perché spesso e volentieri viene utilizzato per paragonare i principi ed i concetti diffusi dal Maestro Hoffmann con quelli insegnati in mezzo mondo da alcuni discendenti del Gran Maestro Ip Man. Ora, stante il fatto che io e tutti quelli che stanno nella mia Famiglia non siamo interessati ad alcun genere di politica all'interno delle Arti Marziali, non posso non commentare negativamente il continuo paragone Wing-Weng, soprattutto le ultime pagine (114-122), in cui viene mostrata la superiorità di un sistema rispetto all'altro, come se non si trattasse della stessa Arte.
Ecco, io credo fermamente che le ottime capacità e qualità dei Maestri dell'International Weng Chun Kung Fu Association non abbiano alcun bisogno di questo genere di pubblicità contrastiva, vista l'indubbia opera di diffusione dell'antica Arte cinese che ha fatto il Maestro Hoffmann, sin dai tempi della prima diffusione del suo sistema in Europa. Le fotografie che ritraggono il presunto praticante di Wing Chun mostrano posizioni che sicuramente - ahimé - si ritrovano nel nostro mondo, ma non lo rappresentano in toto.
A parte questo, il Maestro Hoffmann spiega con la solita semplicità e raffinatezza i 18 Kiu Sao del sistema, affiancando alcune foto, che lo ritraggono con altri Maestri della sua associazione, tratte, molto probabilmente, dal video sull'argomento, sempre edito da Budo International. Chiariscono molto bene tre delle nove coppie di Kiu Sao.
Uno dei capitoli più interessanti per i neofiti del sistema è quello concernente i sei principi e mezzo, Tai, Lan, Dim, Kit, Got, Wun e Lau, i quali vengono spiegati ad uno ad uno, con il solito affascinante excursus della Luk Dim Boon Kuen, sulla quale è stato pubblicato tempo addietro un bel video. Alla fine, l'Arte è fatta di principi e non di tecniche, questo ci permette di apprendere un sistema raffinato senza memorizzare centinaia di movimenti scollegati.
Piena di ispirazione è la parte del libro in cui si accenna alle 10 Saggezze di Shaolìn, comparando il cammino spirituale a quello artistico-marziale. Davvero ben fatto! Stesso dicasi per le varie forme spiegate nel testo.
La parte storica ripercorre le tappe dell'apprendistato del Maestro Hoffmann e la sua versione dei fatti, con il luogo simbolo e cardine della spiegazione evidenziato nel Dai Duk Lan, sebbene altri Maestri di Weng Chun non siano concordi nel ritenerlo la Mecca del sistema. Punti di vista legittimi.
Per concludere, si tratta di un libro che può interessare tutti gli artisti marziali del mondo del Wing Chun (o del Weng Chun), ma va criticato, nel senso che non se ne può accettare la componente distruttiva, ma va assolutamente accolta quella produttiva. Grazie comunque, Maestro Hoffmann, per averci dato l'opportunità di conoscere questa stupenda Arte Marziale anche in Europa!
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