lunedì 29 novembre 2010

身建 - San Ying

Nel Wing Chun Kuen, sin dall'inizio, no si fa altro che parlare di "struttura", eppure si fatica a comprendere il quanto sia importante il concetto di San Ying - 身建 -, passaggio obbligato per raggiungere qualsiasi obiettivo, durante la pratica dell'Arte Marziale. Di solito facciamo riferimento a forme geometriche più o meno complesse per iniziare a spiegare l'assetto strutturale del corpo durante l'esecuzione delle forme, del Chi Sau o del Lat Sau, ma noto spesso  in situazioni di stress che le stesse figure non vengono mantenute. Perché?

Manca sicuramente la cosa più importante, l'assimilazione del concetto stesso di "struttura", che non è un dato oggettivo, applicabile in ogni contesto, ma un'indicazione di massima per affrontare i possibili disequilibri in cui possiamo incappare durante l'allenamento, in una perenne ricerca dinamica della stabilità. Certe volte questa ricerca può portare all'immobilismo, non c'è dubbio. Però, attraverso un accurato lavoro di gambe, si può giungere all'obiettivo che ci prefiggiamo: conservare una postura ottimale in movimento, senza mai concedere il nostro equilibrio all'avversario.

Ora, se ci alleniamo su una gamba ovvero ad alzarne una durante le fasi concitate del combattimento, stiamo passando attraverso il tunnel obbligatorio (per noi!) dello studio dell'equilibrio nelle diverse situazioni in cui possiamo trovarci. Grazie a questo lavoro possiamo accedere all'altra porta, quella del "vantaggio posizionale" o "vantaggio di linea centrale", se vogliamo, in cui i movimenti delle gambe vanno aggiunti alla costruzione strutturale appresa in precedenza.

L'allineamento di cui abbiamo bisogno è di tipo scheletrico-tendineo-muscolare, perché niente va lasciato al caso. Dobbiamo imparare a disperdere la forza in arrivo, riducendo la necessità della "forza bruta",  rendendo più veloci possibili le reazioni offensive. Chiaramente ogni persona deve cercare la sua struttura, perché non esiste una regola che vada bene per tutti. Ognuno ha caratteristiche fisiche uniche ed il compito di un Maestro è quello di rapportare i principi strutturali generali ad ogni caso particolare. Le posizioni che prendiamo sono sempre relative al fisico ed alla struttura di chi le applica.

Passiamo un momento all'analisi degli ideogrammi che ci interessano, 身建.

身 [shēn] è la rappresentazione del corpo, ma viene utilizzato anche per intendere genericamente la vita e l'incarnazione. Alcune volte è usato per intendere lo status di una persona. L'ideogramma rappresenta un corpo umano con una bella pancia di una donna incinta. In cantonese è solitamente pronunciato /San/.


建 [jiàn] significa costruire, stabilire, erigere. Deriva da 聿 [yù], la raffigurazione di una mano che regge una penna ovvero la scrittura su carta, e dall'uso fonetico di 廴 [yǐn]. In cantonese è solitamente /Gin/ o /Ying/.

Il Wing Chun Kuen non è solo un insieme di tecniche, ma un condensato di concetti e principi, ce lo siamo detti più volte. Quello del costruire il corpo, di trovare l'equilibrio e di ricercare una struttura efficiente è uno degli obiettivi più importanti, perché la base è il cardine più importante su cui costruire una casa. Senza un'ottima base, senza la San Ying, la costruzione di questa struttura corporea di cui parliamo sempre, il Wing Chun Kuen è assolutamente inutile.

Sarebbe bello capire perché ci si preoccupa sempre di ripetere programmi, forme, sezioni, etc. invece di dedicarsi intensamente allo studio della componente più importante per il cammino marziale che ci siamo scelti. Alcune idee in merito mi balenano nella testa da qualche anno, ma sarebbe come sparare sulla croce rossa, quindi desisto. Sarà importante, però, ragionare insieme sugli aspetti di base che costituiscono questa benedetta San Ying...

sabato 27 novembre 2010

Un incontro con SiFu Fung Chun 2

Questa è la seconda parte dell'intervista a SiFu Fung Chun, realizzata da Sergio Iadarola. SiFu Fung Chun è stato uno degli studenti del leggendario dr. Leung Jan; come abbiamo già detto nella prima parte, questo fa di lui uno dei pochissimi Maestri viventi della stessa generazione del GM Yip Man!


giovedì 25 novembre 2010

Intervista a Michael Fries

Oggi incontriamo il Maestro Michael Fries, fondatore dell'associazione Modus In Rebus.

Ci puoi dire qualcosa sulla tua vita? Quando hai iniziato a praticare Arti Marziali? 

Dire qualcosa sulla mia vita in poche parole non è facile; infatti, a tutto oggi, ho una vita abbastanza movimentata.
Ho iniziato la mia carriera marziale già a 14 anni, con la pratica del Judo e, quindi, del Karate e del Taekwondo oltre che della Muay Thai.
In tutto ho praticato per 10 anni altre arti marziali, prima di dedicarmi esclusivamente al Wing Tsun, a partire dal 1976.

Con chi iniziasti a studiare lo stile WingTsun? Puoi raccontarci di come è stato diffuso lo stile in Italia e dei primi periodi in cui lo insegnasti?

I miei principali maestri sono stati il Granmaster Leung Ting e il Granmaster Kernspecht.
Dopo qualche anno di intensi allenamenti con entrambi, mi sono reso conto della grande differenza esistente tra di loro ma, purtroppo, non mi era possibile allenarmi direttamente con GranMaster Leung Ting e solo oggi, so il perché.
Per quasi 10 anni, però, sono stato il suo assistente ogni qual volta veniva in Germania ed è stato grazie a tale preziosa opportunità ed esperienza, che ho potuto maturare e creare la mia idea personale sulla interpretazione del Wing Tsun.
Dopo gli evidenti successivi ottenuti in Germania, nel 1986 è iniziata la mia esperienza in Italia ove ho riproposto la stessa metodologia di insegnamento, in qualità di Direttore Tecnico. Nei primi anni italiani, ho insegnato a tanti ragazzi tra i quali ricordo Carlo Bernardi, Paolo Delisio, Danilo De Candia, Giancarlo Fazio, Francesco Mavilio, Nunzio Nastasi, Michele Stellato, ecc. che, già ottimi allievi allora, oggi sono altrettanto ottimi maestri.
Il mio lavoro di tecnico funzionava bene, purtroppo, però, l’amministrazione della struttura, che era sotto la responsabilità di qualcun altro, funzionava poco o nulla; al fine di evitarmi il continuo stress che la circostanza imponeva quotidianamente, dopo 3 anni preferii lasciare l’incarico di Direttore Tecnico nazionale.
Non ho alcun interesse a parlar male del passato, ma dopo tante storie e bugie è venuto il momento di raccontare come sono veramente andate le cose. Ho deciso per questo di scrivere un libro, ormai completato, che sarà presto disponibile per tutti gli appassionati e per i cultori della verità.,

Chi sono stati i tuoi Maestri nel passato? E chi è il tuo attuale Maestro?

Come ho detto poco fa, i miei maestri sono stati il Granmaster Leung Ting e il Granmaster Kernspecht; entrambi mi hanno accompagnato per quasi 30 anni. Nel frattempo ho potuto entrare in contatto anche con altri Maestri, ma senza mai dubitare dei miei insegnanti.
La cosa che mi disturbava più di tutto, però, era il fatto che nessuno seguiva sin dall’inizio la Filosofia alla base del Wing Tsun: acqua che scorre, il principio del Wu-Wei, la cosi detta non forma, movimenti che sono automatici, naturali e armoniosi. Così facendo, tra l’altro, solo dopo tanti anni di pratica veniva fuori qualche risultato che andava più o meno nella direzione della filosofia e questo, in ogni caso, non dice nulla né certifica le capacità di combattimento.
I miei maestri attuali sono un grande gruppo di studenti e amici che vengono dei campi della ortopedia, della psicologia, della fisica, delle scienze motorie, della filosofia, ecc., studenti e amici che mi hanno aiutato a sviluppare negli ultimi 5 anni la disciplina MFT System che realizza in pratica, con una sua particolare metodologia, tutti gli aspetti filosofici innanzi detti, fin dalla prima ora di insegnamento.
Molti mi accusano affermando che ho abbandonato la metodologia cinese, ma chi ha detto la metodologia dell’insegnamento deve essere giocoforza cinese? Basti a tutti riflettere sulla circostanza per la quale il mio ex Sifu, ha cambiato continuamente (anche oggi) la sua metodologia di insegnamento.

Come si può diventare SiFu nella tua associazione?

Sifu non è un titolo tecnico, molti dei miei ragazzi mi seguono da tanti anni, e così come io ho avuto bisogno di molta pazienza con loro, anche loro ne hanno avuta tanta nei miei confronti…
La maggior parte di loro praticano Wing Tsun da oltre 10 anni e sono, oggi, primi o secondi tecnici del  MFT System. A prescindere da ciò, i miei formatori sono davvero fedeli e molto onesti, ma soprattutto dotati di uno spiccato senso della famiglia.
Tutto questo è per me un motivo di tanta soddisfazione e, nella primavera del 2011, nominerò SIFU alcuni di loro.

Quante ore ti alleni al giorno?

La nostra associazione opera in diversi settori e, i più alti livelli di preparazione li troviamo nei “formatori”, unico gruppo a cui insegno personalmente oltre a tenere frequenti conferenze e seminari introduttivi.
I formatori mi impegnano circa 6 - 8 ore al giorno sia con programmi base sia con livelli molto alti; è evidente, quindi, che mi alleno ancora oggi, abbastanza.

Hai mai combattuto in contesti sportivi? Quando, dove e con quali risultati?

I primi 10 anni della mia carriera marziale ho partecipato a qualche gara ma con risultati soltanto discreti.
Dopo i primi 3 anni di Wing Tsun ho partecipato a 3 competizioni di taekwondo, e per ben 3 volte mi hanno squalificato perché non mi riusciva di applicare sul ring le loro regole. Questo momento coincise con il raggiungimento della consapevolezza che il Wing Tsun era la mia strada.

Quante ore a settimana dovrebbe praticare uno studente per progredire in maniera seria? 

Secondo me tu dovresti chiedere, cosa si aspetta uno studente dalla sua disciplina.
Io sono professionista da 30 anni; certamente mi sono sempre allenato, e tanto, sotto questo aspetto, mentre un amatore non ha bisogno di questa intensità.
Chi lavora con me vuole prendere la strada per semi professionismo o professionismo, che permette di lavorare con la materia dell’MFT, una cosa che è oggi quasi impossibile con il Wing Tsun che conosciamo.
L’ MFT System consente agli interessati di sperimentare la nuova arte, a partire da un assaggio sino alla pratica ad altissimi livelli. Il tutto – per quanto ovvio – in funzione del tempo e del denaro che ciascuno è disposto ad investire.

Cosa ne pensi degli altri SiFu e dei loro metodi di insegnamento, nelle altre associazioni e Famiglie di Wing Chun?

In 35 anni ho visto tanti Maestri e Sifu della famiglia, ognuno ha un modo di fare diverso dall’altro. Molti sono convinti di essere i depositari della verità, ma la verità è che non esiste la verità.
Con l’MFT System mi sono liberato della metodologia che frena troppo la crescita dell’allievo, offrendo invece, ottimi risultati in metà del tempo. Attenzione, però, questa è la “mia verità” e la mia opinione personale.

Possiamo sapere la differenza tra il tuo WingTsun e le altre interpretazioni? Quali sono i concetti di combattimento su cui è focalizzata la tua Scuola?

Caro Riccardo con queste due domande mi metti veramente in difficoltà.
Come dicevo poco fa, ho scritto un libro su queste due domande e potrai soddisfare la tua curiosità tra un po’, nella primavera 2011; un piccolo trailer potrà tuttavia essere visto probabilmente nel mese di dicembre. Ma non voglio tenerti troppo sulle spine, proverò quindi a risponderti anche se genericamente.

Guardando attentamente dei video sulle diverse interpretazioni del Wing Tsun si può facilmente osservare che quasi tutti i maestri cinesi si muovono in maniera molto “legnosa”; questo vale, secondo me, anche per il modo con cui si muoveva Yip Man.
Come mai, allora, Leung Ting si muove completamente fluido e flessibile mentre i figli di Yip Man si muovono come il padre? Sì certo, hanno detto che Yip Man era vecchio e malato quando hanno girato i video che possiamo trovare nel Web, però … ???
Voglio precisare, ci tengo, che non intendo criticare i maestri del passato, ma non intendo neanche guardare i loro video senza riflettere.
Prima di sviluppare l’MFT System ho visto e studiato per mesi oltre 2000 video provenienti da tutto il mondo; ho potuto dunque realizzare che tutto dipende dalla metodologia dell’insegnamento di base.
La maggior parte dei ragazzi che hanno creato una propria organizzazione non ha cambiato il modo di insegnare, ma soltanto alcuni programmi, copiando quindi l’organizzazione madre.
Per me va bene, ma dopo 30 anni, volevo realizzare una cosa completamente diversa, e credo di esservi riuscito abbastanza bene (sperimentando le mie teorie in circa 4000 mila ore di lavoro in 5 anni con ca. 50 allievi) e questo ha portato gli ottimi risultati che avevo stimato.
Purtroppo solo con la pratica si può comprendere la differenza, per questo motivo offro a tutti colori che sono interessati, seminari introduttivi gratuiti (con solo rimborso delle spese di viaggio e di permanenza), che potranno essere prenotati facilmente telefonando al numero 333 133 25 35.

Ci puoi dire qualcosa sul 'Luk Dim Poon Kwan' e sui  'Bart Cham Dao'?

Purtroppo anche su queste due domande si può scrivere un intero libro, ma anche qui solo alcune mie riflessioni.
Tutti i programmi di altissimo livello come l’uomo di legno, i bastoni lunghi e i coltelli a farfalla rappresentano un arricchimento, se pensiamo infatti che solo circa il 3-5 % dei praticanti arriva su questi livelli.
In ogni caso ritengo che siano programmi sopravvalutati mentre per motivi culturali sono stati sempre ritenuti portatori di molti segreti e misteri.
Un Gran maestro di fama mondiale, mi ha contattato recentemente proponendo di regalarmi l’insegnamento dei coltelli per pura amicizia, circostanza di cui ne sono onorato. Un altro noto e bravo Maestro di Wing Tsun in Italia ha potuto completare lo studio dei programmi, ha affermato: "e per questo… alcuni hanno dovuto aspettare 25 anni?"
Sai, io studio i programmi alti con il mio rappresentante in Austria, Sifu Robert Vent, che pratica Wing Tsun da 33 anni anche con alcuni altri maestri di fama internazionale.
E se proprio devo dirla tutta, proprio io non ho completato lo studio dei programmi e, per la limitata utilità che attribuisco agli stessi (provare per credere), non ho alcuna intenzione di completarli neanche nei prossimi 20 anni.
Ti ringrazio per le tue domande.

martedì 23 novembre 2010

[Video] Black Flag Wing Chun...

Si tratta di uno dei lineage più dirompenti di Wing Chun, il cosiddetto "Black Flag". Qui vedete SuHu (o SiFu) Lin Xiang Fuk, il Grande Maestro di questa famiglia, che ho già intervistato per il blog. A voi la parola.


lunedì 22 novembre 2010

Alcune regole d'oro

Oggi ospito un intervento breve, ma molto intenso. Si tratta di un piccolo breviario per i praticanti di Wing Chun, scritto da un Amico, Fratello e Allievo del corso dell'ASD Aurelio, di Roma. Grazie Alessandro! Invito tutti quelli che ne avessero voglia ad integrare le regole o a scrivere altre cose... Il blog è vostro, ragazzi!

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1) Non guardare solo il SiFu...guarda anche i suoi Allievi!
2) Non aver paura di sudare...il sudore aiuta ad imparare!
3) Non guardare le tecniche...perché non esistono!
4) Non aver paura di provare...nulla è prestabilito!
5) Non sentire il dolore...impara a dominarlo!
6) Non isolarti...i Fratelli ci aiutano a crescere!
7) Non scoraggiarti....le difficoltà si superano con l'impegno!
8) Non pensare che l'allenamento finisca in palestra...trai esperienza dalla vita quotidiana e usala nell'allenamento, così come siamo soliti utilizzare l'allenamento per la vita quotidiana!
9) Non essere indifferente....ama ciò che fai, perché la mancanza d'amore fa perdere la voglia di praticare!
10) Non aver paura di colpire il tuo SiFu...sicuramente saprà come difendersi e ti elogerà se ci riuscirai!

Ma soprattutto ricordati che non ci sono regole!

Alessandro
(praticante del corso dell'Aurelio)

venerdì 19 novembre 2010

L'anello di rattan della famiglia CRCA

A seguito dell'articolo introduttivo di SiFu Mavilio, ho chiesto all'amico Vito Armenise di scrivere un pezzo sull'attrezzo di allenamento Jook Wan, sapendo che apparteneva da parecchio alla sua famiglia, la Close Range Combat Academy. Di seguito, trovate la spiegazione tecnica dell'ottimo Vito, corredata da foto molto esplicative. Avvertenza: alcuni nomi tecnici sono scritti in maniera diversa da quanto precedentemente riportato da questo blog. Gli ideogrammi sono gli stessi, cambia solo il modo di scriverli nel modo più opportuno, secondo il proprio Maestro. Buona lettura e grazie ancora a Vito!

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L’anello di rattan (Jook Wan) è uno strumento molto apprezzato e utilizzato nel CRCA Wing Chun.
Le sue dimensioni tipiche variano da 25cm a 28 cm di diametro interno e da 30cm a 33cm di diametro esterno e devono essere adatte al braccio del praticante che dovrà usarlo.

I benefici risultanti dall’uso dell’anello riguardano 3 aspetti distinti:
1. La “struttura” del praticante;
2. La coordinazione delle braccia;
3. Lo sviluppo e l’allenamento di “energie” tipiche del Wing Chun.

 La “struttura” del praticante

Nel Wing Chun le braccia hanno un proprio ruolo e una propria posizione in base alla tecnica o alla struttura che si sta utilizzando.
Capita spesso che quando si mostra ad un principiante la posizione delle braccia per allenare alcune tecniche a vuoto, questo non riesca a mantenere il corretto allineamento strutturale. Le braccia sono troppo in alto, troppo in basso, troppo strette, troppo larghe.

Facendo imbracciare il Jook Wan, le braccia sono "costrette" a mantenere il corretto allineamento strutturale. Ad esempio, se i gomiti sono troppo stretti o le mani troppo vicine, il Jook Wan cade. Facciamo qualche esempio.

Nelle 2 foto che seguono si mostra il Jook Wan nella struttura Man Sau e Wu Sau, aiutando il praticante a posizionare le mani alla giusta distanza e i gomiti al giusto angolo.













 Nelle foto che seguono si prendono in considerazione diverse tecniche: il Boang Sau, il Loy Kwun Sau, il Gahng Jom Sau e il Syeung Kuen.










 











 La coordinazione delle braccia

Una delle caratteristiche del Wing Chun è l’utilizzo contemporaneo delle braccia.
Le braccia però non si muovono insieme, in modo coordinato, solo quando si applicano le tecniche “doppie”. Anche le tecniche singole in qualche modo richiedono l’utilizzo contemporaneo delle braccia.
Un principiante tenderà, ad esempio, a muovere il braccio avanzato lasciando immobile quello di guardia. In questo modo però, si viene a creare una distanza troppo grande tra le due braccia, rendendo problematica una eventuale difesa.
L’uso del Jook Wan forza le braccia ad avanzare ed indietreggiare contemporaneamente, abituando il praticante a far avanzare la mano di guardia ogni volta che la mano avanzata “perde” la sua posizione.

Le 2 foto seguenti mostrano un esempio: il Wu Sau che segue il Man Sau quando quest’ultimo cambia posizione.













Sempre per i principianti, una cosa di difficile assimilazione è che le braccia, muovendosi insieme, devono portarsi dietro una struttura corretta.
Nella foto che seguono si mostra la sequenza da Syeung Chahng Dai Jyeung a Syeung Chahng Jyeung.


  








Lo sviluppo e l’allenamento di “energie” tipiche del Wing Chun

Un motto del Wing Chun recita: “Yuen Jick Syeung Choy”, che più o meno significa che in ogni movimento c'è una componente rettilinea ed una circolare.

Alcuni sono convinti che il Wing Chun usi esclusivamente movimenti rettilinei. Questo non è del tutto vero. La componente circolare c'è quasi sempre.

Una delle “energie” sviluppate nel Wing Chun è "Gan Jeep Ging" - Energia che connette. Connette cosa? Una tecnica alla successiva.

E' noto a tutti che una prerogativa del praticante del Wing Chun è quella di riuscire a passare da una tecnica ad un'altra in modo fluido, armonico e nel minor tempo possibile.
Beh, per poter concatenare 2 movimenti, specialmente se rettilinei, è utile aggiungere una componente circolare.

Immaginiamo di dover tirare 2 pugni diretti con lo stesso braccio. Se si utilizzasse esclusivamente il movimento rettilineo si dovrebbe arrivare ogni volta a fine corsa, fermare il braccio e riaccelerare da fermo.
Se invece si utilizza un movimento circolare per concatenare il primo pugno al secondo, non si ha bisogno di fermarsi, la concatenazione è più fluida e si può usare il movimento circolare come base di accelerazione a cui agganciare l'accelerazione del secondo pugno.

Il movimento circolare è talmente importante che è studiata come “energia”. Si chiama “Juen Ging” – Energia circolare, appunto. A volte è usata da sola, altre volte in combinazione con altre “energie, come ad esempio quando una componente circolare viene aggiunta ad un movimento rettilineo per potenziarlo.
Un esempio di Juen Ging, con il Jook Wan, è stato già mostrato nelle forto precedenti e riguarda la sequenza Syeung Chahng Dai JyeungSyeung Chanh Jyeung.

Conclusioni 

Come si è visto, svariati sono gli utilizzi del Jook Wan. Di certo non è uno degli strumenti indispensabili per l’apprendimento del Wing Chun, ma se ben usato porta grandi miglioramenti alla struttura, alla coordinazione e all’uso dell’energia “circolare” in breve tempo.

mercoledì 17 novembre 2010

Intervista a Nunzio Nastasi

Oggi incontriamo il Maestro Nunzio Nastasi, fondatore della International Wing Tsun Fighting Association.


Salve Riccardo, è un piacere ed un onore per me, specie quando incontro persone come te, con cui val la pena dialogare, sapendo dei tuoi sacrifici per il Wing Tsun-Chun Kung Fu.

Ci puoi dire qualcosa sulla tua vita? Quando hai iniziato a praticare Arti Marziali?

Certo. Tralascerò qualche fatto per non dilungarmi più di tanto. Incominciai la mia vita marziale all’età di 8 anni, nel 1969, un vicino di casa mi insegnò un miscuglio di cose tra cui anche il wing tsun, anche se lui non ne conosceva nemmeno il nome. L’ho scoperto per caso quando morì Bruce Lee, dalla foto dove lui posava nella caratteristica MAN SAO-WU SAO. Da lì una continua ricerca, a 17 anni mi sono trasferito a Roma dove ho continuato gli studi scolastici e quelli marziali. Ho conosciuto tanti fantomatici maestri ma anche tanti seri insegnanti di tutti i lineage da cui ho estrapolato quello che per me era giusto secondo i miei criteri. Ho viaggiato in lungo e in largo per amore del wing tsun, ne ho sentite di cotte e di crude ho speso tempo e danaro ma nessuno riuscirà a spegnere la fiamma della passione per questa arte che mi ha fatto crescere e sognare.

Con chi iniziasti a studiare lo stile WingTsun?

Penso, per amore della verità, che il percorso puro inizi dal 1979, con Leung Ting, anche se avevo un bagaglio tecnico per quel tempo già vasto, ma contaminato e influenzato da diversi maestri.

Chi sono stati i tuoi Maestri nel passato? E chi è il tuo attuale Maestro?

Volendo dare meriti a tutti quelli che mi sono serviti per la mia attuale formazione che sarebbero tanti,ma proprio tanti, cercherò di fare una piccola cronostoria:naturalmente il mio vicino di casa Emanuele Scicolone (1969-70), Narciso Pula che mi ha permesso di conoscere sifu Leung Ting, e siamo negli anni dal 1977-1982, anni in cui ho seguito il sifu e i suoi assistenti in Italia e in Europa, poi la ricerca mi ha portato per ben tre volte in Cina dove ho avuto l’onore di conescere diversi maestri sia di WT, WC, VT e di svariati tipi di Kung Fu. Ho conosciuto e visto in azione sifu come Wong Shun Leung, Yip Chin, Yip Chun, Lun Kai e tanti ancora; a quel tempo, devo essere sincero, c’era più entusiasmo e voglia di dare e fare WT (WC), guardando e facendo lezioni con chiunque mi capitasse in sede a Hong Kong, nell’arco di sei mesi divisi in tre volte di due mesi, ho visto l’intero sistema. Su come sia diventato (il sistema) non voglio dire nulla perché si è già detto troppo. Per me Sifu Leung Ting rimane il n° uno. Negli anni a seguire ho ripassato il tutto, nel 1986 circa l’ewto entra in Italia con M. Fries, F.Cuciuffo e Leo Czech con un ramo dell’organizzazione europea denominata WTOI, poiché non mi ero reso conto di quanto prodotto avevo sono rimasto in wtoi per ben 15 anni ma agli stage mi succedeva che molti miei colleghi e fratelli si chiedevano il perché fossi più bravo del grado di appartenenza e francamente me lo cominciai a chiedere anch’io. Ad un certo punto ho mollato l’organizzazione per Sifu Emin ma dei malintesi ci hanno allontanati, in ultimo ho conosciuto Sifu Iadarola che per sincerità non mi ha ne insegnato ne completato il sistema, ma da alcune domande poste da un fratello ho capito che avevo completato il mio percorso e che dovevo riappropriami di esso con sudore e fatica come piace a me. Poi molti degli allievi che ho tuttora provenienti da diversi lineage mi hanno spinto a fondare la mia associazione Wing-Tsun-Fighting-Association.

Come si può diventare SiFu nella tua associazione?

Nei certificati della WTFA per la nomina a Sifu of wing tsun c’è questa dicitura: PER I LIVELLI RAGGIUNTI E LE CARATTERISTICHE MATURATE - e non si paga.

Quante ore ti alleni al giorno?

In media 4 ore, spesso anche di più aggiungendo i vari condizionamenti.

Hai mai combattuto in contesti sportivi? Quando, dove e con quali risultati?

Si, purtroppo in quel tempo non c’era, e mi sa che non c’è ancora, una federazione seria con il CONI. Personalmente ho gareggiato vincendo Nazionali ed internazionali per la FNBC, ICMAF e altre.

Quante ore a settimana dovrebbe praticare uno studente per progredire in maniera seria?

Dalle 10 alle 30 ore.

Cosa ne pensi degli altri SiFu e dei loro metodi di insegnamento, nelle altre associazioni e Famiglie di Wing Chun?

Tutto il bene possibile, siamo una famiglia e come tale dovremmo pensare nella gestione interpersonale dei sentimenti. In pratica dovremmo lavorare di più e parlare di meno.Io ho amici in quasi tutti i lineage e il mio rispetto va a tutti; il wing chun per me come fu detto da un grande è l’ARTE di CERCARE e CERCARSI.

Possiamo sapere la differenza tra il tuo WingTsun e le altre interpretazioni?

Forse tutto e niente, le enunciazioni teoriche sono perlopiù uguali in tutti i sistemi e tutti i maestri asseriscono le stesse cose, posso dirti che cerco il più possibile di avvicinarmi ai concetti sulla struttura, sulle tensioni, sulla neutralità, su come rubare l’angolo etc.etc. rimanendo nei parametri antropometrici dettati dall’arte stessa.

Quali sono i concetti di combattimento su cui è focalizzata la tua Scuola?

Innanzitutto l’empiricità ossia "il miglior modo per imparare a combattere è combattere" cosi l’allievo impara a gestire le emozioni; dopo si comincia con concetti tipo Yah-ma-bo-fat (inseriamo la nostra posizione durante le tecniche) che fa parte del BIK-BO-TIP-DA (passi e attacchi pressanti) procedendo verso YEE-DA-WEI-SHIU (attacco vs attacco) stando attenti al CHIU-MIN-JUI-YING (faccia a faccia) utilizzando YEE-YAU-CHAI-KONG (il flessibile sul duro) e lo YAT-SOM-YEE-YUNG (un obiettivo due pensieri) e in difficoltà la FAN-SZE-LIK (potenza che risorge come una fenice) insieme ai 7 principi del bastone lungo: DING-LAN-TAN-FOOK-BIU-TAI-DONG oppure DIM-BOOT-SO-GIU-ART-JOR-TUI.YUK o ancora TARN-POON.JE.LAN-TILT-KOM-CHEONG-CHAU-BOOT, più chiaramente INCHIODARE, BARRARE, DISPERDERE, COPRIRE, TRAFIGGERE, SOLLEVARE e OSCILLARE.Ognuno di quest’ultimi rappresenta un modo diverso nell’approccio al combattimento e un programma a se d’allenamento.

Ci puoi dire qualcosa sul 'Luk Dim Poon Kwan'?

Tradizionalmente questa è un’arma che entra a far parte del bagaglio tecnico del WXman dopo lo scambio tra WONG-WAH-BO e LEUNG-YEE-TEI. Nel trasmettere il proprio sapere all’altro ognuno influenzò l’arte in percentuale maggiore rispetto alla conoscenza del kung fu di provenienza ossia Wong mise un pò di siu lam e Leung un po’ di WC cosicchè da lì a breve ci furono due prodotti diversi.

Wong ne prese l’essenza e inserì il CHI KWUN completandone l’uso; modificò anche la difesa verso il LUK DIM BOON KWUN infatti reimpostò la SAB TSI DAO ottava dei BART CHAM DAO.

Poiché l’uso non è di facile attuazione io personalmente preferisco far utilizzare il LDBK anche ai gradi bassi sia nel training sia nella forma e nella sua struttura. Il LDBK potenzia, riempie, modifica, accellerà, prepara il corpo del WXman a gestire spazi e tensioni di difficile controllo. Se riusciamo a condizionare le tre posizioni con tutti i 7 principi o attacchi ossia dalla SEI PING MA tutti i 7 attacchi dalla GEE NG MA tutti i 7 attacchi dalla GEE NG DIU TIE MA tutti i 7 attacchi il cambiamento strutturale è garantito. Inoltre, parlo per me, i programmi a mani nude sono piacevolmente integrati e rafforzati dai sette dinamici principi del LDBK.


Ci puoi dire qualcosa sui 'Bart Cham Dao'?

I BCD o per meglio dire WU DIP DAO coltelli a farfalla sono l’arma per eccellenza dei WXman. Le otto strade dei doppi coltelli insegnano 8 modi e 8 principi per le diverse armi e non solo. I coltelli nel loro prolungamento del braccio ci facilitano l’apprendimento degli stessi potendo eseguire i movimenti tipici dell’arte in base ai lineage di appartenza. C’è da dire che non ci sono segreti di sorta, gli otto tagli vanno mischiati in tutti i modi senza fossilizzarsi sulla singola risposta, certo è che chi ha terminato l’uso dei coltelli viene condizionato anche nei movimenti senza di essi, ma non più di tanto. Si ha una visione del timing diversa perché è l’arma che difende e offende. Nella forma si allenano in questo ordine 1-GAP DAO, 2-YEE-TSI DAO, 3-GAN DAO, 4-KWUN DAO-BONG DAO, 5-MAN DAO, 6-JAT TSI DAO, 7-JAN DAO, 8-SAB TSI DAO. I passi come per es. SAAM KOK BO a triangolo sono molto importanti ed è proprio lì che c’è la sostanziale differenza tra il Wxman che ha finito il sistema e non, potrei continuare ancora e ancora mi dispiace dirlo ma il WX va praticato e non parlato comunque spero nel mio piccolo d’essere stato d’aiuto a qualcuno. In buona fede e sempre LA LEALTA’ SULLA FORZA

martedì 16 novembre 2010

Rattan Ring - Jook Wan Huen

Ospito con vero piacere questo articolo di Francesco Mavilio, che spiega la sua visione intorno all'anello di rattan. Spero che susciti un dibattito costruttivo! Grazie a SiFu Mavilio per aver scritto in così poco tempo una spiegazione dettagliata del suo lavoro, su richiesta.

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Jook Wan Huen letteralmente "anello di rattan" rappresenta un antico arnese utilizzato per sviluppare ed affinare la forza vorticosa “Ging” delle braccia di un praticante di WingKungFu , ma il suo uso non si limita solo a questo, in mani esperte può diventare un’ ottima arma di difesa e attacco!

Storia dell’anello del Kung Fu

Gli anelli di bambù (Jook) e quelli di acciaio (Tin) hanno una diversa provenienza nelle Arti Marziali Cinesi. L’anello di rattan è stato parte integrante nella pratica del Wing Chun sin dai tempi dello Shaolin!

Nel diciannovesimo secolo è stato utilizzato dai membri della compagnia della “Giunca Rossa” per affinare le loro tecniche senza dover necessariamente svelare le loro conoscenze marziali.

Non ci sono scritti in riguardo del corretto uso e delle applicazioni pratiche di questo strumento ma il suo utilizzo ha incrementato l’energia delle tecniche in uso!

Sulle pareti dei Templi Shaolin si possono ancora oggi ammirare dipinti che raffigurano monaci combattenti in pose marziali con il Jook Wan Huen!

Perché ho scelto questo attrezzo?

Tutto è cominciato per caso, sinceramente ero contrario all’utilizzo di questo accessorio viste le performance di tanti praticanti di Wing Chun; nel modo in cui era usato sinceramente si acquisivano solo cattive abitudini pressioni verso l’esterno, movimenti inutili e poco conformi ai principi del Wing Chun


Ma il caso ha voluto che un giorno, facendo acquisti in un negozio di articoli per le arti marziali, venissi a contatto con esso e finalmente mi si è aperta la mente! Ho sempre ritenuto che la nostra Arte va interpretata, sperimentata e se possibile rivalutata, bene era il momento di provare le mie idee innovative su questo antico e curioso strumento! Wow! È stata un’illuminazione! Mi son messo subito all’opera e come prassi nella pratica del Kung Fu ho provato e riprovato utilizzando al meglio l’anello, riuscendo finalmente a farlo mio. 

Le braccia si appiccicavano dentro e fuori e la connessione diventava sempre più fluida e veloce! Avvertivo la potenza nei miei avambracci e i polsi controllavano il cerchio senza perderne il contatto! Ci sono ho esclamato è un ottimo strumento da proporre agli allievi che chiedono un supporto quando hanno voglia di praticare da soli!

Dopo quel momento tutto è stato più facile, ho ricostruito la storia e riorganizzato la struttura tecnica per la quale originariamente era stato creato!

In preparazione DVD didattico con spiegazione del corretto uso, degli esercizi isometrici e ovviamente della forma con relative applicazioni con e senza “anello”.

Sifu Francesco Mavilio

PS: per chi ha Facebook, si può vedere un video esplicativo qui.

lunedì 15 novembre 2010

Intervista a Francesco Mavilio

Oggi incontriamo il Maestro Francesco Mavilio, fondatore del Wing Kung Fu.

Ci puoi dire qualcosa sulla tua vita? Quando hai iniziato a praticare Arti Marziali?

Ho sempre vissuto in modo attivo e spericolato, da ragazzo ero un po' scugnizzo e girovagavo per le strade con pattini a rotelle, monopattino o bicicletta eseguendo acrobazie, salti mortali alle pareti ecc, quasi un precursore del moderno “parkur”.

Inizio la pratica delle Arti da combattimento nel 1970 all’età di 16 anni, con la lotta libera visto che a quel tempo non esisteva molta scelta nell’ambito marziale ma ovviamente la palestra più frequentata, anche se provengo da una buona famiglia napoletana, era comunque la strada.

Con chi iniziasti a studiare lo stile Wing Chun?

Già dai primi film di Bruce Lee mi innamorai di quest’Arte e con gli amici ci si allenava per imitazione ma poi nel '76 incontro il mio primo vero Insegnante di questa disciplina il M° Pula Narcise, allora un personaggio molto particolare ma ben preparato.

Chi sono stati i tuoi Maestri nel passato? E chi è il tuo attuale Maestro?

Tutto d’un fiato?!

Dal 73 al 78...studio Karate Shotokan con il M°  Nicola Arena raggiungendo il grado I° Dan … 
Dal 76 al 78 Ju-Jutsu e Wing Chun, ma la mia sete di conoscenza mi porta all’incontro con il Gran Master Jack R. Pollack con il quale mi alleno quotidianamente tre ore al giorno per tre anni, ed è lui che mi introduce al GM° Fay Ng nello Stato di Washington D.C. (U.S.A.). 
Nell’82 mi reco in Germania al Castello di Heidenberg dal SiGung K.Kernspecht e il GranMaster Bill Newman con i quali pratico privatamente Wing Tsun ed Escrima.
Nell’85 approfondisco lo studio del Wing Chun con il SiGung Cheung Chuch Hing (William Cheung) negli U.S.A. (a quei tempi ero unico diretto discepolo Italiano del Gran Maestro).
Nell’88 inizio il percorso formativo nell’E.W.T.O. (W.T.O.I. in Italia) con i GM. K. Kernspecht e SiJo Leung Ting fino alla fine del 99 (anno in cui mi dimetto dall’organizzazione) per iniziare il mio percorso personale e più costruttivo.
Anche se la mia vera passione è stata principalmente il Wing Chun ho sempre desiderato conoscere le altre discipline marziali per cui ho praticato: nell’86 Tai Chi Chuan con il Gran Master Schin Dae Woung per tre anni; Kick Boxing con Benny Urquidez "the jet"; nell’87 mi reco per un mese in Cina per un corso intensivo di Wu Shu nell’Accademia di Shangai dove studio: TomBei Chuan, TaiChiChuan e armi bianche.
Nel 91  per un mese in Thailandia per un corso intensivo di Muay Thay (nella giungla di Puket).
Nel 99 in Costa Rica per due mesi, coadiuvato da mio figlio Wosief , dove tengo corsi e dimostrazioni c/o la Scuola di Polizia locale ed i corpi speciali della P.E.A.; ricevo ad honorem il IV° grado tecnico di Choy Li Fut. . 
Nel  2000 intensivo con Sifu Salih Avci in Colon (Germania) e un mese ad Anamur (Turchia).
Qhi-Gong con il GM. Dott. Yang Jwing Ming.
Nel 2003 mi associo all’I.W.K.A. di Sifu Iadarola Sergio e partecipo a diversi intensivi con SiGung A. Hoffman (WengChun) e GM. F. Bering (Brasilian Ju-Jitsu),  nel 2005 mi dimetto dall’I.W.K.A.
Riprendo la mia personale Organizzazione e conio la sigla WKF (WingKungFu) per distinguere la nuova interpretazione del WingTsun/Chun, strutturando nuovi programmi didattici all’avanguardia. Creo il Logo e il motto: Fiore Fuori...Drago Dentro.

Bene ora penso tu voglia sapere chi sia il mio attuale Maestro? Ti confesso che a un certo punto bisogna saper camminare da soli ma non si smette mai di apprendere per cui i miei attuali Maestri oltre a me stesso sono: mio figlio ed i miei discepoli!!!

Come si può diventare SiFu nella tua associazione?

Bene prima di tutto iniziare un percorso di apertura mentale, le tecniche che insegno sono un po' controcorrente, si! perché qualcosa del così detto “stile tradizionale” l’ho stravolto. Poi raggiunto il II TG con diversi anni di insegnamento e con un certo numero di allievi al seguito (visto che Sifu vuol dire padre) si può ottenere questo titolo (in verità un pochino abusato e bistrattato in Italia!)

Quante ore ti alleni al giorno?

Distribuite durante la giornata e comprese quelle di insegnamento una media di tre quattro intense, ma ovviamente essendo un appassionato in ogni istante della mia vita quotidiana provo, sperimento qualcosa di nuovo, ma non ho un programma fisso di allenamento tranne che per le lezioni che spesso mi tengono impegnato anche per otto ore di seguito, come quest’estate che con mio figlio, Sifu Wosief, accampati sulla riva di un fiume abbiamo praticato 8 ore al giorno per due settimane!

Hai mai combattuto in contesti sportivi? Quando, dove e con quali risultati?

In verità la maggior parte degli incontri sono avvenuti nelle famose strade di Napoli, ma da giovane nel Karate ho partecipato anche a tornei sportivi (che non amo particolarmente) raggiungendo discreti risultati o squalifiche per colpi fuori regolamento. Poi dopo decenni, nel 2007 (all’età di 53) mi son ritrovato a partecipare ad un torneo mondiale di Tui Shou libero qualificandomi II° Classificato (Beh! Sono un po' vecchio per queste cose!!!)

Quante ore a settimana dovrebbe praticare uno studente per progredire in maniera seria? 

Come dico sempre ai miei allievi la pratica del WingKungFu è fatta di ore non di anni per cui se hai tempo tutto di guadagnato pratica il più possibile. Per gli allievi magari un ora al giorno o dieci settimanali, a giorni alterni, sotto una buona guida sono sufficienti per raggiungere un discreto livello senza grosse rinunce. Ma è importante di tanto in tanto sottoporsi ad una full immersion (il Kung Fu infondo è duro lavoro e la sola teoria o filosofia è inutile).

Cosa ne pensi degli altri SiFu e dei loro metodi di insegnamento, nelle altre associazioni e Famiglie di Wing Chun?

Non spetta a me giudicare l’operato degl’altri, cerco di essere il più onesto possibile ed insegno in maniera spontanea tutto quello che conosco! Voglio che i miei allievi siano al top quindi non ho segreti!!! Spero che i miei colleghi facciano lo stesso!?

Possiamo sapere la differenza tra il tuo WingKungFu e le altre interpretazioni?

Il mio Metodo?
Contenitore e contenuto, tutto qui, il contenitore è il nostro corpo e le sue dinamiche! Far acquisire al corpo svariate esperienze motorie che lo renderanno flessibile e forte, in una parola “forgiato”! Una volta acquisite capacità condizionali idonee il corpo sarà malleabile e le sue reazioni fluide!
Creare situazioni tali che fanno compiere al corpo un movimento istintivo di risposta “contenitore” per poi rettificare alcuni movimenti richiamando la tecnica più consona, ecco creato il “contenuto” che andrà ad adagiarsi perfettamente nel contenitore! L’azione ottenuta sarà spontanea e perfettamente tecnica senza pensiero predefinito!
Ciò non toglie che i principi si possano trasmettere nello stesso istante che si sta realizzando l’esperienza e che con la ripetitività del gesto si ottenga la sua interiorizzazione!
L'apprendimento è un processo attivo di acquisizione di comportamenti stabili in funzione dell'adattamento dovuto a stimoli esterni o interni. “Apprendere è adattarsi”
Siamo stati abituati a lezioni frontali che pretendono di trasmettere “tecniche stereotipate” (tan, bong, wu sao, ecc) ma il processo di apprendimento basato sulla propriocezione è molto più valido e duraturo oltretutto più coinvolgente! Con il tempo l’allievo avrà una mente aperta e potrà dar sfogo alla sua creatività!

Quali sono i concetti di combattimento su cui è focalizzata la tua Scuola?

Il combattimento (quale che sia sportivo, di allenamento o reale) è un momento di interazione con un altro essere, racchiude in se dinamiche fisiche, tecniche e soprattutto psicologiche, se nella pratica quotidiana non trascuro questi elementi il momento di un confronto non sarà mai una preoccupazione ma semplicemente una comunicazione! Tatticamente preferisco eludere l’attacco ed angolarmi anziché affrontarlo direttamente!
Non insegno ad essere il migliore a tutti i costi (il momento che lo pensi hai già perso), ma a pretendere il massimo da se stessi in ogni circostanza!

Ci puoi dire qualcosa sul 'Luk Dim Poon Kwan'?

Un bastone lunghissimo che mette alla prova la nostra resistenza fisica, allenandoci alla forza esplosiva, all’elasticità tendinea e ad una particolare dinamica che permette al bastone di vibrare. Con la costante pratica e la ripetitività del gesto fino allo sfinimento si ottengono grandiosi effetti nelle braccia così lo riterrei più un attrezzo che un arma vera e propria (che è ovviamente fuori dal contesto dei nostri tempi). Certamente le abilità ottenute dall’utilizzo del LDPK possono essere trasferite ad altre armi anche non convenzionali, più pratiche nella difesa personale.

Ci puoi dire qualcosa sui 'Bart Cham Dao'?

Eterno dilemma: chi è nato prima, il Wing Chun a mani nude o i suoi coltelli? Paragonabile a quello dell’uovo e della gallina. È possibile che si siano influenzati a vicenda. Anche se di fatto il risultato è ovviamente estremamente diverso! Certo è che l’utilizzo di quest’arma influisce molto sul corretto uso delle azioni a mani nude e l’ impostazione coordinata delle tecniche.
Le enormi differenze che si notano nelle performance delle varie scuole come al solito potrebbero disorientare i praticanti, ma proprio questo dimostra la malleabilità di questo sistema aperto a diverse interpretazioni ed influenzato dall’ecletticità e la destrezza dell’Artista. Un movimento lo puoi eseguire statico, secco e deciso, ma con l’eleganza e lo stile (sempre nel pieno rispetto dei principi) la funzionalità non cambia di certo e ne guadagna in bellezza estetica (infondo parliamo di un Arte no?)
Spesso ci fanno credere che nelle armi ci sono dei segreti, come quello noto a tutti: “il segreto dei passi” ma secondo la mia modesta opinione l’unico vero segreto è la pratica dura e costante. L’unico vero limite è la mancanza di esperienza e genialità.

Vorrei portare all’attenzione dei lettori un arma dimenticata utilizzata anche come coadiuvante della pratica a solo: il “Jook Wan Huen” o anello di rattan, ma magari ne riparleremo essendo un argomento interessante e sicuramente dimenticato da tutti, almeno in Italia.

Un cordiale saluto a tutti!

domenica 14 novembre 2010

[Video] WingTsun (EWTO) al meeting di Budo (2010)

Se avete qualche minuto, tra un allenamento e l'altro, date un'occhiata a questo video. Si tratta della presentazione del WingTsun Leung Ting di matrice EWTO al meeting di Budo di quest'anno. Potete riconoscere una serie di sezioni di Chum Kiu (seconda, terza, quarta, etc.), l'uso dei bastoni di Escrima (ma non era Wing Chun?) e poi, ancora più strano, una specie di forma con il Tonfa, lo strumento tipico delle Forze di Polizia.

Dopo qualche secondo, si simula anche un combattimento con spada e scudo piccolo, anche se fatico a capire cosa c'entri con quest'Arte Marziale. Dal settimo minuto e mezzo in poi, con l'inconfondibile colonna sonora del film Ip Man, vediamo SiFu Giuseppe Schembri con il palo lungo, in Chi Kwun e, poi, con un ragazzetto con i mano i coltelli a farfalla... Il vero momento cult del video, però, è dopo il nono minuto, quando si vede SiFu Schembri contro più avversari armati di palo lungo e, infine, con i coltelli a farfalla, contro un avversario armato di palo lungo...


sabato 13 novembre 2010

行手 - Hong Sau

Oggi voglio parlare dell'Hong Sau (行手), movimento di cui ho avuto notizia dal solo Sergio Iadarola, (che non finirò mai di ringraziare per essere stato uno dei ricercatori che mi hanno spronato a continuare a studiare, al di là dei percorsi che ha intrapreso) nel 2008, dopo tanti anni di pratica. Non credo che sia un movimento particolarmente conosciuto, sebbene sia molto molto importante nella pratica, specialmente quando siamo nella piattaforma del Chi Sau.

Partiamo dall'ideogramma 行 [xíng], visto che l'altro lo conosciamo bene, ormai. 行 [xíng] ha diversi significati, il più comune dei quali è 'ok', 'va bene', 'tutto a posto'. Un secondo significato è 'capace', 'competente'. In taluni casi è utilizzato come verbo, 'andare', 'camminare', 'viaggiare'.

Un quarto significato è quello di 'prevalere', 'circolare' o 'essere attuale'. Alcune volte esprime l'idea di 'fare', 'svolgere un compito', 'impegnarsi a fare qualcosa', ' condurre'. Un ulteriore senso è quello di 'avere esperienza in un determinato campo'.

L'ideogramma è stato spesso considerato come rappresentazione di due orme, 彳 e 亍. Tuttavia, forme più antiche sembrano rappresentare un bivio. In cantonese lo troviamo trascritto come /Haahng/ o /Hohng/.

Ora, il problema è tradurre il concetto espresso dal movimento. Potrebbe essere un qualcosa come "mano che guida" o, comunque, "che prevale e conduce". Si tratta del movimento studiato sin dalla Siu Nim Tau, che segue il doppio Biu Jee Sau e precede il doppio Tai Sau, nella quarta parte della forma. Solitamente il movimento è considerato un Gam Sau eseguito con un ponte lungo (con la forza che parte dalla spalla e termina nel polso, non dal gomito, come quando è eseguito a 'ponte corto'). In più, rispetto a quel lavoro, ce n'è uno specifico con il pollice, che ci permette un maggior controllo durante la piattaforma Chi Sau.

venerdì 12 novembre 2010

Intervista a Roberto Blandino

Oggi incontriamo Roberto Blandino, Maestro della Scuola di Gianluca Boccato (Famiglia Cheung/Lam).

Ci puoi raccontare come è nato il tuo amore per le Arti Marziali? Quando hai iniziato a praticarle e, soprattutto, cosa hai studiato prima del Wing Chun?

Ciao Riccardo. Innanzitutto grazie per l'occasione che mi stai dando, ma non amo il titolo di “Maestro”, non fosse altro per l'estrema svalutazione che ha avuto nella storia recente della nostra Arte. Il mondo (soprattutto occidentale) è piantumato di “maestri” che si fatica a definire semplici allievi e ad un occhio inesperto e non smaliziato è facile fare confusione nel giudizio. C'è da dire che entro pochissimi anni saremo alla resa dei conti, dal momento che, vista l'età avanzata, scompariranno gli ultimissimi veri Maestri ed ogni legame (o quasi) con le Fonti e la Storia di questa meravigliosa Arte saranno un mero ricordo, che col tempo sparità anch'esso.
Perciò chiamami semplicemente “Roberto”. 

Per rispondere alla tua domanda ho cominciato a studiare Arti Marziali, e più precisamente Shao Lin Chuan nel 1986, all'età di 14 anni sotto la guida del compianto M° Chang Dsu Yao, scomparso poi nel 1992. Conobbi la sua Scuola grazie ad un carissimo amico di famiglia, suo allievo diretto e responsabile della “chiamata” del Maestro in Italia. Fu un'ottima “palestra”. Il Maestro Chang era un uomo eccezionale, uno di quelli che vengono definiti “tesoro vivente” e patrimonio dell'umanità, al pari delle meraviglie architettoniche e paesaggistiche del pianeta. I suoi insegnamenti, negli anni in cui li seguì, vertevano principalmente sull'uso della struttura corporea e della respirazione, sul generare potenza attraverso l'uso del corpo... Ricordo che una volta mi corresse, dopo una mia smorfia di sofferenza ad un esercizio particolarmente faticoso, con queste parole : “Non devi lasciare trasparire alcuna emozione, nessuno sforzo, nessuna informazione, altrimenti il tuo avversario saprà che stai soffrendo e peggio un semplice passante, magari vedendo solo il tuo volto e non ciò che stai facendo, potrebbe pensare che gli stai facendo le boccacce... e sarebbe scortese da parte tua...”. Il combattimento era visto in maniera molto marginale rispetto alle finalità dell'addestramento. Quando passai a studiare il Wing Chun, quelle basi apprese alla dura scuola del Maestro Chang, mi furono preziosissime.

Quando hai iniziato a studiare il Wing Chun? Puoi ripercorrere i tratti salienti della tua 'carriera'?

Ho iniziato nel 1994. A quel tempo pensavo che il wing chun fosse praticato in ogni scuola con quel nome (più o meno storpiato per motivi commerciali) e che uno valesse l'altro. Cominciai lo studio presso la scuola di un allievo del M° Boccato a Mestre, per poi passare direttamente quale suo allievo privato nel 1996. Il M° Boccato cominciò il suo apprendistato nel 1968 all'età di 7 anni sotto la guida di Si Fu Steve Lam di Macao, allievo di Si Fu Chang Li, allievo di Leung Bik. Metà di ciò che pratico deriva quindi da quel lineage non passato attraverso Yp Man. Il restante 50% deriva dal GM William Cheung, il cui wing chun deriva in parte sempre da Leung Bik ed in parte da Chu Chung Man, sempre attraverso Yp Man. Confrontando il weng (wing) della famiglia Chu e le due versioni di Leung Bik intra ed extra Yp Man, le assonanze si rivelano sbalorditive. Ma ciò non deve stupire visto che originariamente wing e weng erano due rami dello stesso albero... Lo stesso Leung Jun è ricordato come Maestro di weng chun... Quando divenni Si Fu nel 2001 molte di queste sfumature storiche mi erano ignote, la ricerca e la voglia di comprendere hanno fatto il resto. Il confronto costante con altre discipline Marziali e sportive è stata la tappa obbligata del mio percorso marziale.

Quali sono stati i tuoi Maestri? Oggi chi è il tuo Maestro?

Come ho accennato prima il M° Chang Dsu Yao, e poi il M° Gian Luca Boccato. Nelle Arti Marziali il vero rapporto Maestro/Allievo dura a vita, perciò anche cambiando strada e percorso il Maestro che ci ha guidati per mano per un periodo della nostra vita, sarà per sempre il nostro Maestro. Non esistono ex Allievi o ex Maestri... sia chiaro, non sto parlando del turismo marziale tanto caro a noi occidentali... non sto parlando di foto carpite con l'inganno, diplomini a pagamento e di “Istruttori Chum Kiu” o peggio “Istruttori Siu Nim Tau”... il rapporto con questi “maestri” se fosse realmente a vita sarebbe una condanna...

Sei un SiFu. Come si viene eletti tali nella tua Scuola?

Dopo aver dimostrato di aver appreso e di saper applicare il programma a mani nude dello stile. Tutto il programma a mani nude. Una volta diventati Si Fu occorre necessariamente fare esperienza come insegnanti ma soprattutto come combattenti. L'insegnamento serve e rimettere in discussione ciò che si è appreso ed a ricominciare da capo ogni volta, è un lavoro di ricerca interiore per l'Insegnante, almeno quanto lo è per l'Allievo. Fare esperienze al di fuori di ciò che si è praticato è un altro punto fermo imprescindibile per la reale comprensione dell'Arte. Come il confrontare più lineages possibile con ciò che si è appreso. Inoltre un Si Fu si deve allenare molto, sia tecnicamente che fisicamente... Un Si Fu che, per esempio, dopo un paio di scambi veloci ha il fiatone, o è dedito ad intemperanze alimentari non è un Si Fu serio. Deve sempre essere un gradino sopra il più bravo e dotato dei suoi Allievi. Occorre essere degli esempi, dei modelli e questo si ottiene e mantiene solo con un impegno costante. Punto importatissimo da sottolineare è che un Si Fu è uno studente, è un Allievo che finalmente conoscendo il sistema a mani nude deve studiare le armi, massaggio, MTC (medicina tradizionale cinese), Dim Mak, erboristeria... in modo da diventare Maestro... Quando divenni Si Fu il mio Maestro mi consegnò il pezzo di cata con queste parole "Ora, finalmente, cominci a fare Wing Chun...". Non lo ringrazierò mai abbastanza per quelle parole.

Quante ore al giorno ti alleni?

Mai meno di tre/quattro, se quel giorno non insegno due "fisiche" e due "tecniche". Se insegno mai meno di due, una ed una, più l'insegnamento. Quando ero ragazzo e fino ai 30/32 anni mi allenavo in media 6/7 ore al giorno, in effetti la mia vita era abbastanza semplice, lavoro ed allenamento.

Hai mai combattuto in contesti sportivi? Con quali risultati?

Guarda il primo kick boxer che ho affrontato mi ha rotto il setto nasale, il primo thai mi ha messo giù per ko tecnico per frattura della tibia destra... è passato molto tempo ma senza esperienze negli sport da combattimento è molto difficile comprendere cosa sia un combattimento e quali siano le difficoltà connesse. Il vecchio aforisma del prenderle prima di darle è oltremodo valido. Certo a non tutti interessa, ma si tratta pur sempre di arti guerriere... Come vedi parlo volentieri soprattutto delle mie sconfitte, perchè esse sono state mie Maestre. Mi hanno insegnato molto, mi hanno obbligato a prendere atto delle mie debolezze e di come superarle. E' facile riempirsi la bocca ma se un cazzotto di un pugile non lo hai mai preso non saprai mai di cosa si sta parlando. Il mio è un “tu” impersonale ovviamente... Quelle esperienze mi hanno fatto comprendere che essere laureati in medicina non significa essere in grado di trapiantare un cuore. Figuriamoci se poi qualcuno è pure un laureando... Sono aberrazioni tutte occidentali che un laureando in "medicina" abbia una cattedra in "chirurgia d'urgenza"... Nessuno si farebbe opperare da uno studente in medicina... eppure, ogni anno migliaia di studenti nel Mondo si affidano agli insegnamenti di moltissimi pressapochisti autoreferenziati. Ed ill wing chun, così, si estingue.

Quante ore dovrebbe dedicare all'allenamento uno Studente che volesse progredire in modo serio?

Dovrebbe dedicarsi al suo allenamento in maniera molto seria ovviamente e non meno di 12/14 ore alla settimana, meglio di più però. Personalmente da ragazzo mi allenavo almeno 35 ore alla settimana. Per prima cosa si deve pensare alla qualità dell'allenamento prima ancora che alla quantità. La qualità di ciò che si pratica dipende dal Maestro che ognuno si è scelto, e al di là della preferenza accordata a uno o all'altro, la qualità dell'insegnamento è al di fuori del nostro controllo. Sotto il nostro controllo è la nostra qualità come allievi. Per prima cosa occorre ponderare il tempo libero che abbiamo a disposizione durante una settimana tipo. Cominciare da piccoli aiuta, perché si impara fin da subito a far diventare l'allenamento parte integrante delle nostre attività giornaliere... c'è un tempo per mangiare, dormire, lavarsi, lavorare/studiare ed uno per allenarsi. Da piccoli è più facile ovviamente, iniziare da adulti fa sì che l'allenamento debba incastrarsi fra la moltitudine di impegni come lavoratori, compagni/mariti, padri, uomini ecc... ecco che, spesso, alla prima difficoltà vige il principio del “last in, first out”... l'ultimo impegno (marziale) arrivato è il primo ad andarsene... L'Artista Marziale deve necessariamente possedere un ventaglio di abilità... e tutte vanno accresciute nel corso degli anni di pratica, vanno portate su tutte insieme, trascurarne anche una sola, prima o poi farà crollare il castello... In ogni caso è bene dividere l'allenamento in moduli giornalieri, in modo da allenare ogni abilità ogni settimana e portandole così avanti simultaneamente. E' meglio avere tutto al 30% che qualcosa al 70% e qualcos'altro al 20%.

Che ne pensi del modo di insegnare degli altri Maestri di Wing Chun e delle altre Famiglie in generale?

Guarda, il Maestro si può giudicare da un parametro oggettivo molto semplice, ossia dagli Allievi che ha e da quanti, in percentuale, conoscono e sanno mettere in pratica l'Arte, indipendentemente dalle proprie caratteristiche fisiche individuali. Se l'insegnante è buono il più piccolo e meno dotato fisicamente dei suoi allievi deve sapersi difendere. Se prendiamo questo parametro come buono, è facile notare come la stragrande maggioranza dei praticanti occidentali, sia insegnanti che studenti, è assolutamente inadeguato nel proprio ruolo. E' inutile prendere a modello di riferimento un praticante che pesa 110 kg e alto 2 metri, o 95 kg alto 190 e così via... Il Wing Chun (in quanto Arte Marziale) è stato ideato e concepito da persone normali per affrontare chi è più forte e dotato fisicamente. Dal mio punto di vista un peso massimo, alto e forte non ha alcun bisogno del Wing Chun per potersi difendere, e soprattutto potrà sempre contare su massa/peso e lunghezza degli arti, e sopperire così ai principi e concetti che non ha compreso. Se ciò che si pratica è corretto deve funzionare anche (e soprattutto) se messo in pratica da una persona normale e per normale intendo fisicamente, di certo non deve essere normale come preparazione fisica, che è un'altra questione ancora. Quanto al modo di insegnare, io parteggio per la tradizione. Brutta parola oggigiorno, ne convengo, ma con essa voglio intendere che bisogna seguire e tenere per mano due funi... quella del consolidamento delle basi e quella della preparazione fisica. Migliaia di ore di chi sao, sezioni e contro sezioni non servono a nulla... tirare migliaia di colpi a vuoto idem... specie se poi non si è in grado di generare potenza attraverso l'uso delle anche ed a mantenere solida la propria struttura nel movimento, perchè è facile essere solidi stando immobili, occorre vincere l'inerzia di un corpo e spesso sbagliando angolo e punto di attacco, ma mantenere quella struttura muovendosi è tutto un altro paio di maniche... Non è possibile che dopo 10 anni di allenamento l'allievo debba ancora vedere e conoscere qualcosa del proprio sistema. Il Wing Chun può essere appreso in 7 anni a patto di prendere molto seriamente il proprio addestramento. Tanto, al Cielo piacendo, andrà praticato per tutta la vita. Personalmente reputo il Wing Chun quasi estinto, se non di fatto estinto e per quanto mi riguarda i lineages e i Maestri che lo trasmettono si contano sulle dita di una mano, e ne avanza qualcuna. Se poi pensi che ci sono Si Fu che obbligano gli allievi a reggere i secchi pieni d'aqua col bon o col tan sau, o che confondono gli allievi con centinaia di inutili sezioni di chi sao, ma senza insegnargli il footwork, o che li indottrinano che ci sono 10 tipi di forza e decine di motti... ma ahimè, alla fine, al primo schiaffo vanno a tappeto...

Quali sono le maggiori differenze che riscontri tra il tuo Wing Chun e quello delle altre Famiglie che conosci?

Lo studio delle basi e della biomeccanica, lo studio delle forme sia per complessità che per completezza, lo studio del chi sao e delle sue finalità, lo studio del condizionamento e del footwork, e il confronto parallelo e costante con altre realtà marziali e sportive al di fuori del Wing Chun. In ogni lineage ci sono dei punti di contatto con ciò che pratico, che variano da un 20% ad un 80%, che rispecchiano la percentuale di Wing Chun che è presente in quel lineage. Più il lineage è diverso più quel lineage insegna altro. Ma attenzione che molto spesso le similitudini sono solo apparenti. La stragrande maggioranza del wing chun insegnato qui in occidente (ma anche in Cina) è scardinabile semplicemente col footwork corretto applicato con corretta struttura e punti di contatto.

Quali sono i concetti chiave sui quali si focalizza la tua Scuola?

Non esistono scorciatoie, devi allenarti molto e bene. Se non possiedi resistenza agli urti lascia perdere, se non sei in grado di muoverti in ogni direzione da qualsiasi posizione ti trovi rispetto al tuo avversario, stai sbagliando... se non sai usare ogni articolazione del tuo corpo in ogni movimento non generi energia, se non incroci le braccia con praticanti seri di altre discipline/sdc non interiorizzi ciò che hai appreso, se non dubiti non ti fai domande e senza domande spesso vieni ingannato. Se non interiorizzi realmente i principi non sopravviverai mai ad uno scontro, perchè tenderai ad usare la forza fisica e prima o poi troverai qualcuno più forte e preparato fisicamente.

Ci puoi dire quale sia l'utilità del 'Luk Dim Poon Kwan' oggi?

Ogni lineage è un mondo a sé. Perciò ti risponderò dicendoti che nel nostro lineage il wing chun a mani nude si impara tutto prima dello studio delle armi, perciò il bastone, che peraltro è un'arma acquisita molto tempo dopo la nascita del Wing Chun non è indispensabile per progredire nel combattimento a mani nude. Alcuni lineages per allungare il brodo e per fini commerciali hanno sempre rimandato i punti chiave del sistema in ciò che stava più in là, indipendentemente dalla bontà o meno di queste chiavi sistemiche... l'allievo viene fidelizzato instillandogli il dubbio che studiando qualcosa che ancora non conosce verrà finalmente messo a parte dei “segreti” del sistema... Ti pare che dopo anni e anni di pratica a mani nude sarà un bastone lungo tre metri a spiegarti come combattere disarmato? Suvvia... è tanto semplice aprire gli occhi... E soprattutto posizioni, tecniche e distanze nel bastone non hanno nulla a che vedere con il combattimento a mani nude... Le posizioni del bastone sono quelle dello Shao Lin Tsu, si usa da un solo lato e il mio avversario è a tre metri di distanza! Certo è innegabile che, visto il suo peso e per utilizzarlo correttamente, occorra sviluppare alcune caratteristiche quali forza e resistenza (ma occorre allenarlo simmetricamente allora, altrimenti svilupperò muscolatura e consapevolezza articolare in maniera disarmonica) e gestione del corpo, ma a mani nude, tecnicamente, è tutto diverso. La realtà è invece che se il sistema è corretto e ben allenato in ogni singolo esercizio, dalle forme, al chi sao allo sparring ci deve essere tutto il sistema e non solo una sua parte. Cosa che molto spesso non è.

E dei doppi coltelli?

Qui il discorso è valido come sopra, ma visto che sono armi corte rispetto al bastone risultano appendici delle braccia che non richiedono una modifica strutturale alla pratica. Infatti i coltelli fanno parte tradizionalmente del sistema, stesso footwork, stessi principi, stessa simmetria ecc.. ecc... Anche qui vi è un allenamento di tipo fisico dovuto al peso, a patto che il peso sia ben bilanciato altrimenti “voleranno via” per inerzia e la tecnica ne verrà negativamente influenzata. Ovviamente anche qui stò parlando del nostro lineage, nel quale già tutto è stato visto ed allenato prima di arrivare allo studio delle armi. I Dao costituiscono per noi un buon ripasso ed allenamento fisico ma nulla più.