venerdì 30 ottobre 2009

Siu Nim Tau - lineage GM Leung Ting VIII

Continuiamo la nostra chiacchierata sul quarto set della Siu Nim Tau. Avevamo interrotto il discorso sul doppio Lan Sau. Sin dalla sua esecuzione nella forma questo movimento caratterizza i diversi lineage. A seconda di come viene eseguito potete capire se la persona appartiene ad una o ad un'altra Scuola.
Personalmente ritengo valide entrambe le esecuzioni che ho visto e praticato negli anni, quella di SiJo Leung Ting e quella di Sergio Iadarola. In sostanza, mentre il primo mette in evidenza determinati lavori delle braccia, il secondo dà luogo ad un movimento già di per sé applicativo, che inserisce nella forma un primo elemento di natura 'push&pull' molto utile in combattimento sia come strangolamento sia come tecnica per il takedown.
Ad oggi ritengo che ad un Allievo di base sia necessario mostrare esclusivamente il lavoro di SiJo Leung Ting, perché gli sto presentando una 'piccola idea', non un'applicazione della stessa, ma credo che uno studente medio debba conoscere quante più varianti possibili della stessa forma, in modo tale da avere nel proprio bagaglio tutta la complessità di quest'Arte Marziale.
Il doppio Lan Sau può essere utilizzato per studiare lo scaricamento dell'energia a terra. Probabilmente è per questo che nella maggior parte delle dimostrazioni i vari SiFu si sono sempre messi in questa posizione di braccia per far capire alle persone intorno come riuscissero a reggere una spinta anche di più persone stando su una sola gamba. Diciamo che questo assetto delle braccia permette una comprensione migliore dell'Haam Moon (pronunciato /hàam mùhn/), il contenere il petto, così come del Lok Bok (si pronuncia /lòk bòk/), che abbiamo sempre sentito nominare come 'dropping shoulder', far scendere le spalle in modo rilassato.
Attraverso questo studio posturale della posizione possiamo imparare a gestire la forza in ogni altro movimento. Penso che sia un passaggio obbligato. Oltretutto, a secondo del modo d'eseguire la Siu Nim Tau, si possono trovare le falle nel sistema di tenuta della struttura e si può capire il motivo per cui alcuni usano le braccia attaccate e parallele, altri staccate e parallele ed altri ancora le braccia staccate e diagonali. Su questo bisognerebbe aprire un capitolo a parte, visto che tale e tanta è l'ignoranza in materia.
Come accennavo nell'altro post, molti Insegnanti sono soliti introdurre il lavoro di gomiti nella fase di spiegazione del set, perché, effettivamente, mentre un braccio compie il suo lavoro di sbarramento, possiamo considerare il lavoro di sbarramento dell'altro gomito, il Lan Jarn. Il principio è lo stesso, ma l'origine e la terminazione dell'energia sono diversi. Ne riparleremo in un capitolo dedicato alle gomitate del sistema, Jarn Fat (da leggere /jàarn faat/), il 'metodo dei gomiti' per tradurre letteralmente.
Tornando all'esecuzione della Siu Nim Tau, dal movimento descritto si passa allo Sheung Fak Sau,  'doppio braccio/mano che frusta'. In questa fase di studio della forma analizziamo i movimenti coordinati ed isometrici delle braccia. Nel movimento appena nominato siamo soliti analizzare la forza elastica che proviene dall'utilizzo della spalla, del gomito, del polso e delle dita, durante tutta l'esecuzione dello stesso.
Il Fak Sau è utilizzato per colpire il petto, la gola o il viso dell'avversario, anche se qualche volte si vedono immagini di Fak Sau utilizzato contro i Biu Jee Sau (ne parleremo). Anche questo movimento è stato spesso spiegato in maniera non proprio comprensibile, soprattutto per la sua fase intermedia, in cui i gomiti vanno a colpire (idealmente) prima di scaricare la forza dell'avambraccio.
Il tema è grosso, perché si rischia di nuocere all'articolazione del gomito. L'iperestensione di questa articolazione ha provocato vari danni negli anni. Mi pare importante sottolineare che non va mai dimentato il motto fondamentale Cham Jarn (da leggersi /ciàam jàarn/), 'affondare il gomito'. Se teniamo presente anche questo motto non commettiamo errori...
Dopo aver eseguito i colpi laterali, torniamo allo Sheung Lan Sau, stavolta con il braccio destro sopra al sinistro. 

mercoledì 28 ottobre 2009

Siu Nim Tau - lineage GM Leung Ting VII

Siamo arrivati a parlare del quarto set della Siu Nim Tau, all'interno del quale possiamo trovare molteplici differenze tra le varie Scuole, per via della diversa comprensione dei concetti e dei princìpi che stanno dietro ai movimenti.

Ci troviamo nella solita posizione, con i pugni ai lati del corpo. Si parte con il braccio sinistro, che esegue uno Jor Gam Sau, un movimento diagonale che porta la mano a spingere verso il basso, con l'ausilio della spalla. La traduzione potrebbe essere qualcosa come "braccio sinistro che spinge (verso il basso)". Attraverso questo movimento si può allenare il colpo di spalla del Wing Chun, tanto utile che viene anche studiato all'interno delle sezioni (two men set) di Chi Sau della Chum Kiu. Il colpo di spalla può essere definito Bok Da e nella forma viene allenato con un leggero spostamento del corpo verso la parte verso cui si lancia l'attacco.

Un'altra utile applicazione dimostrata spesso da SiJo Leung Ting è la liberazione dalla leva articolare molto comune, quella al braccio (Arm Lock). Può essere utilizzato anche per bloccare o deviare un attacco di gamba, calcio o ginocchiata che sia.


Quando il braccio ha finito la sua escursione, parte il destro, che esegue lo stesso movimento (Yau Gam Sau). Se lo eseguite molto velocemente e con una certa elasticità, noterete la somiglianza, se non la vera e propria uguaglianza, con il movimento che eseguiamo con il Palo Lungo...

Dalla spinta ricevuta per l'esecuzione dei Gam Sau laterali, ecco che riceviamo l'imput per eseguire l'Hau Gam Sau, ovvero lo stesso movimento ripetuto verso il basso, dietro al corpo. Si tratta di un attacco posteriore, che può avere molteplici varianti ed utilizzi. Per esempio è utile contro le prese alle spalle. Si esegue per prendere distanza, pur rimanendo vicini all'avversario. Può essere un buon colpo alle spalle quando una delle due braccia viene intrappolata (Arm Lock). Di solito viene tirato alle costole, in applicazione, oppure verso le anche o l'area genitale, per poterci permettere i ruotare la posizione e tornare ad affrontare frontalmente, se possibile, l'avversario.

Dopo l'esecuzione del movimento, prendiamo la forza necessaria dal rimbalzo ed eseguiamo un Chin Gam Sau, cioè lo stesso movimento ripetuto davanti al corpo. Su questo ci sarebbe molto da dire. Molti lo hanno visto come un attacco al basso addome, anche se nessuno si è mai domandato come si potrebbe colpire qualcuno all'addome con le sole punte delle dita...

Semmai in applicazione potrebbe essere utile utilizzare i pugni Yang (di cui parleremo), che seguono la stessa traiettoria circolare, ma che tengono conto dell'impatto col corpo dell'avversario. Più probabilmente SiJo ed il suo Maestro hanno voluto utilizzare questo movimento per colpire la schiena dell'avversario una volta piegato di fronte a noi per un qualsiasi motivo. Lo vedo più come un colpo inferto verso il basso che come attacco di dita verso l'addome. Non è un caso, infatti, che in applicazione un colpo del genere segue le stesse dinamiche, ma viene inferto come un Gaun Sau (braccio che penetra), col taglio della mano, assai più doloroso e consistente, magari verso la bocca dello stomaco o sul plesso solare.

Per non mettere troppa carne al fuoco penso che sia meglio terminare questo breve pezzo con un accenno al movimento successivo, lo Sheung Lan Sau, cioè doppio Lan Sau. Il movimento è traducibile con "braccia che sbarrano la strada". Può avere davvero tanti tipi di applicazioni, sia in senso difensivo che offensivo. Viene utilizzato da tanti Insegnanti anche per introdurre un primo lavoro di gomiti nell'Allievo a metà strada nel suo percorso di apprendimento della Siu Nim Tau. Penso che l'esecuzione del movimento abbia bisogno di una trattazione a parte, perché merita di essere discussa.

lunedì 26 ottobre 2009

Allungamenti

Vorrei introdurre con questo primo articolo una serie di considerazioni circa l'allungamento tendineo-muscolare, oggi comunemente chiamato stretching. Quest'ultimo è una metodica ginnica recente, introdotta in campo sportivo ed in medicina preventiva e riabilitativa da non più di venti anni. Ha, però, radici molto antiche, insite nella tradizione cinese e delle popolazioni dell'India.

Milioni di persone scoprono tutti i giorni gli effetti benefici del movimento, anche se non è frequente incontrare gente che predilige camminare anziché utilizzare l'automobile. Alcuni praticano jogging, corrono, giocano a tennis, corrono in bicicletta o nuotano. Pochi si dedicano alle arti marziali, agli stili interni ed esterni. Cosa sperano di ottenere tutti quanti? Perché questo improvviso interesse per l'attività fisica?

La gente attiva vive molto più pienamente, diciamocelo. Ha più capacità di resistenza, sopporta meglio le malattie ed è in buona forma. Ha un maggior autocontrollo, è meno depressa e, spesso, anche in tarda età, intraprende nuove attività con rinnovato vigore.  La ricerca medica più recente ha dimostrato che moltissimi stati di cattiva salute sono strettamente correlati alla carenza di attività fisica. Questa consapevolezza, unitamente ad un'appropriata cura della salute, sta modificando il nostro modo di vivere. Ora ci rendiamo conto che il solo modo per prevenire gli inconvenienti dell'inattività è fare attività, non per un mese oppure un anno ma per tutta la vita.

Che cosa ha a che fare lo stretching con tutto questo? La risposta alla domanda è semplice: tutto. L'allungamento è l'importante anello di congiunzione tra la vita sedentaria e la vita attiva. Mantiene l'elasticità dei muscoli e prepara al movimento, favorisce il passaggio quotidiano dall'inattività all'attività più o meno impegnativa senza eccessivo sforzo.

Questo è altrettanto vero per gli atleti professionisti, per i dilettanti e per gli amatori. Chiaramente è importante in maniera particolare se praticate Arti Marziali, se siete lottatori, se correte, fate ciclismo, giocate a tennis o se vi dedicate ad altri esercizi impegnativi, in quanto queste attività producono rigidità e diminuiscono la flessibilità. Eseguire l'allungamento prima e dopo l'attività fisica conserverà flessibilità ed elasticità, sarà utile per prevenire i traumi così frequenti, come la periostite tibiale, le tendinite dell'atleta o i dolori alle spalle o ai gomiti del tennista.

Dato l'enorme numero di persone che praticano attività fisica è veramente necessario fornire una corretta informazione. L'allungamento è una metodica facile, ma eseguirlo in maniera errata può realmente causare più danni che benefici. Per questa ragione è fondamentale apprendere le tecniche corrette.

Negli ultimi dieci anni ho lavorato spesso a contatto con marzialisti di ogni livello e spesso ho constatato che poche persone, inclusi gli atleti professionisti, sanno eseguire correttamente l'allungamento. Nell'atleta e nella persona attiva lo stretching fa eseguire al meglio le proprie prestazioni. Ricordo che è assolutamente importante non forzare i limiti o cercare di fare di più ogni giorno. Non è importante sapere quanto siamo in grado di allungarci.

L'allungamento è una tecnica su base individuale strettamente correlata alla struttura muscolare, alla flessibilità ed ai livelli di tensione. La chiave sta nella regolarità e nel rilassamento. L'obiettivo è quello di ridurre la tensione muscolare favorendo la libertà del movimento e non di raggiungere la massima flessibilità, che spesso porta al sovrastiramento o peggio ancora all'infortunio. Non occorre essere un grande atleta per dedicarsi allo stretching e soprattutto all'inizio praticatelo con moderazione. Occorre dare il tempo al corpo ed alla mente di adattarsi all'attività fisica. Sottolineo che è opportuno essere regolari, iniziare con calma e fare spesso esercizio.


A chi è rivolto l'allungamento? Chiunque può imparare ad allungarsi, indipendentemente dall'età o dalla flessibilità. Non c'è bisogno di essere in perfetta forma fisica o di possedere specifiche abilità atletiche. Le tecniche di allungamento sono le medesime e si rivolgono indipendentemente a chi lavora in maniera continuativa in ufficio, al contadino ed alla casalinga impegnati in pesanti attività, all'autista ed al praticante agonista di arti marziali come all'amatore.


L'allungamento può essere praticato ogni volta ci sia tempo, nelle pause del lavoro, durante una passeggiata, dopo un'escursione, negli intervalli dell'attività scolastica. L'importante è fare stretching prima e dopo l'attività sportiva. L'allungamento dovrebbe essere parte integrante della vita attiva. La ricerca medica internistica e sportiva ha sottolineato vari vantaggi, tra i quali la riduzione della tensione muscolare. L'allungamento favorisce la coordinazione motoria, incrementa la capacità di movimento così come la forza muscolare, previene gli infortuni da strappo muscolare, facilita la pratica di attività sportive impegnative, sviluppa la consapevolezza del proprio corpo, allena il controllo della mente sul corpo e favorisce la circolazione del sangue.


La tecnica corretta di allungamento passa attraverso una tensione rilassata e prolungata, concentrando l'attenzione sui muscoli che vengono allungati. La tecnica errata è rimbalzare su e giù o allungarsi sino alla soglia del dolore: questo metodo è causa di infortuni. Quando si inizia una tensione è opportuno fermarsi 8-10 secondi nella "fase di tensione facile". L'importante è non molleggiare. Si arriva sino ad avvertire una tensione media, cercando di rimanere rilassati e di mantenere il grado di tensione. La sensazione della tensione dovrebbe diminuire durante il mantenimento della posizione; se questo non accade occorre alleggerire lievemente la tensione sino a che non diventi comoda. La "tensione facile" riduce l'opposizione muscolare allo stiramento e prepara i tessuti alla fase di "tensione di sviluppo".

Dopo la fase di tensione facile si passa lentamente a quella di "tensione di sviluppo". Ancora non bisogna rimbalzare. Occorre muoversi a poco a poco sino ad avvertire una discreta tensione; si mantenga la posizione per 8-10 secondi. Ancora la tensione diminuirà, se ciò non accade si allenti di poco la tensione. Questa fase incrementa la flessibilità.

La respirazione deve essere ritmica, lenta e sotto controllo. Chinandosi in avanti nell'eseguire una tensione si espiri, quindi si respiri lentamente mentre si mantiene la posizione. Il respiro non deve essere trattenuto durante l'allungamento. Se la posizione raggiunta inibisce il modo naturale di respirare verosimilmente la posizione non è rilassata. La tensione andrà diminuita sino a che non sarà possibile una respirazione naturale.

Inizialmente si contino i secondi per ogni tensione: ciò permetterà di mantenere la giusta tensione per il tempo necessario. Poi sarà possibile eseguire l'allungamento attraverso la sensazione della tensione, senza la distrazione del conteggio.

Nel Kung Fu in maniera particolare possiamo rintracciare una serie di esercizi dall'origine antica di oltre duemila anni. Fanno parte di una raccolta cinese di posture di ginnastica medica nota come Pa Tuan Chin, tipici esercizi eseguiti in serie prima della pratica dell'Arte Marziale ed hanno lo scopo di coordinare la respirazione, riscaldare i muscoli, sciogliere le articolazioni.

mercoledì 21 ottobre 2009

Su Facebook, 'friends' ed altre illusioni...

Dopo gli entusiasmi iniziali di un Network che sta riconnettendo vecchi amici e mettendo ciascuno al centro di un fotoromanzo, Facebook mostra tutti i suoi effetti problematici sulla vita delle persone, e sui cambiamenti che sta creando nella società odierna.  Mi pare ormai chiaro che vediamo troppa tv e stiamo troppo connessi ad Internet. L’Homo sapiens sapiens sta diventando una macchina. Mi chiedo se davvero si possa costruire una società in cui i rapporti sociali siano vissuti su uno schermo di un pc e non faccia a faccia...

Ad ogni modo, ognuno è figlio del proprio tempo ed è quasi ridicolo entrare nei meriti dell’era internettiana, che ci aiuta anche in moltissime cose della vita quotidiana. Bisogna vedere l’uso che si fa del mezzo tecnologico, ovviamente. Facebook cominciò a sollevare i dubbi degli utenti quando accanto al proprio profilo risultavano delle piccole pubblicità  figlie delle scelte fatte da altri utenti in merito a gruppi, personaggi, musica, tv ed altro.

Col tempo, Facebook ha mostrato il suo lato negativo anche sotto il punto di vista dei rapporti personali. Se, all’inizio, era simpatico conoscere una persona in palestra e il giorno dopo vedere le sue foto e i suoi interessi, mi sono reso conto che in quel modo si evitavano tutte le uscite a cena per sapere gusti e passioni e l'amicizia di “Faccialibro” non corrispondesse ad altro che ai primi 5  minuti trascorsi insieme... Un perfetto sconosciuto diviene 'amico' in un secondo, anche se continua ad essere un...perfetto sconosciuto!

Nessuno nega il fatto che possano esistere conoscenze del genere...ma, per favore, collochiamole e chiamiamole, appunto, conoscenze! Le amicizie di convenienza, il fatto di avere 'un amico qua' o 'un amico là', non importa chi, basta che sia qualcuno, vanno chiamate con una parola differente da 'amicizie'. Bisogna riflettere su questa finzione della realtà e capire che è tale, per poi trarne le conclusioni.

Me ne sono reso conto recentemente, quando alcuni 'amici' reali hanno cancellato in un click l'amicizia su Facebook, senza alcun motivo, senza spiegazione, così come alcuni Maestri ed Allievi di altri Maestri. Questo mistero è sociologico, perché dimostra la potenza del mezzo elettronico rispetto alla vita reale. Prima si sarebbe discusso, sarebbero partite due parolacce, magari due cazzotti, ma tutto sarebbe finito lì. Invece, su Faccialibro, il caso diventa gigantesco, perché ti fa entrare in un tunnel, nel quale cerchi la luce (la spiegazione) e non la trovi.


Ritorna la domanda di sempre ovvero il motivo per cui si sta in un Social Network. Perché spendere un'ora al giorno con sconosciuti sul web, invece di spendere quest'ora con chi ci sta intorno? La questione attiene alla prima domanda. Io mi iscrissi per avere un canale in più per comunicare con gli amici lontani e per ritrovare contatti persi nel tempo. Col passare delle ore, ho allacciato vari rapporti relativi all'Arte Marziale. Da lì in poi, è stato tutto un tessere una rete di contatti molto interessanti per sviluppare e accrescere le conoscenze di natura marziale, nei più diversi ambiti. Ho sempre tenuto d'occhio, però, il limite tra realtà e rete. Altri, invece, pare che abbiano scambiato la stessa rete per la realtà ed hanno pensato che premendo un tasto del mouse sarebbe cambiato qualcosa...

Facebook ha reso reale il Grande Fratello orwelliano, dando libero sfogo a quelli che si sono messi in rete per pompare il gossip o per fare la gara a chi mette più foto,  dove si aggiunge gente che rimane là per mesi senza che ci si parli mai eppure conoscendo tutto di voi... Da questo mettersi in rete sorgono problemi legati all'uso che un network del genere può farne in termine di privacy e di copyright. Se leggeste un attimo i termini, un mezzo apparentemente democratico come Facebook risulterebbe assolutamente dittatoriale: loro possono decidere di usare le foto come vogliono perché il copyright è loro. Ciò che inseriamo non deve a sua volta danneggiare il copyright di altri. Quello che scriviamo è sottoposto a monitoraggio continuo e può essere censurato. Facebook può disabilitare l'account quando vuole...

Questo regalo che la nostra comunità umana sta facendo al marketing mondiale, ai sociologi e  alla politica, non so quanto sia volontario da parte nostra. Chi ha in mano i dati di Facebook può davvero organizzare un movimento politico ad hoc o organizzare serate di cui si sanno già i nomi e cognomi di coloro che potranno partecipare a quell'evento. Se ci mettetiamo anche il tempo che ci spendiamo su quel Network e il fatto che non sia piacevole essere al centro di gossip, dove si controlla qualsiasi momento della propria vita, potete capire come sorgano spontanei i dubbi sul suo utilizzo. Probabilmente sta soltanto aumentando la pornografia (che non è solo sessuale) già satura nella società odierna.

Di Facebook mi piace la facilità di utilizzo, l’immediatezza dell’interfaccia, la possibilità di scrivere commenti alle cose pubblicate da altri, la facilità di pubblicare brevi messaggi, la possibilità di creare gruppi e la possibilità di conoscere artisti marziali di tutto il mondo. Di Facebook non mi piaccino la miriade di applicazioni che non fanno nulla di utile se non pompare dati privati a favore di non si sa chi, per poi generare traffico sulla casella di email per le notifiche dell’amico perditempo del momento che ti invia scemenze sulla questa o quella applicazione. Facebook riguarda soprattutto l’amicizia ma anche la conoscenza e l’impegno per obiettivi comuni dei gruppi, sicuramente non il lavoro, anche se, ammettiamolo, molti di noi lo usano anche per quello, per pubblicizzarsi.

Ora, l'altro pericolo che si corre con il Social Network è anche il livellamento verso il basso della comunicazione, che disperde le energie intellettuali. La serietà di analisi, l'approfondimento e lo studio vengono messi da parte in favore della velocità e della sufficienza. Questa base ne fa un riferimento per chiunque odi i libri e la letteratura scientifica.

La struttura del Social Network semplifica l’approccio al web, illude l’iscritto d’essere protagonista, livella verso il basso la comunicazione, appiattendola sulla quotidianità e sulle frivolezze. Se Myspace poteva e doveva restare una grande risorsa riservata solo e soltanto ai musicisti di tutto il mondo, che potevano scambiarsi pareri e confrontare le loro creazioni, Facebook è partita con un approccio più simile all'ex “massoneria del web”, cioè small world: schede di ogni iscritto, rete di contatti accessibile ai nuovi amici, comunicazioni funzionali e utilitaristiche o ludiche. Uno può chiedersi: a cosa mi serve? Se ho già il mio software di messaggistica/telefonia (Skype, Messenger…), se ho già il mio forum specialistico, se ho già l’e-mail e gli sms, a che pro? In effetti, il pro è uno e uno soltanto: l'esibizionismo.

Facebook – esattamente come Myspace per chi non era musicista – diventa un formidabile strumento di deconcentrazione durante gli orari di lavoro, uno svago e una deviazione durante la giornata, una demenziale agenda setting (Quanti amici devo guadagnare oggi? A chi devo scrivere per diventare più popolare?), uno scarso veicolo pubblicitario (ogni giorno veniamo bombardati da segnalazioni di eventi e da comunicati di qualsiasi genere: che visibilità rimane se nessuno fa selezione?), un vacuo strumento per accertarsi che i vecchi compagni di classe siano in vita. C’è una ragione per cui avete smesso di frequentarvi: non avete più nulla da dire. Facebook ne dà conferma. Così come Myspace. Così come Small World.

A cosa possono servire, in realtà, i social network? A garantire la possibilità ai neofiti del web di navigare e divertirsi con siti facili ed elementari; a mostrare le potenzialità del web a chi pensava, causa propaganda dei media rivali (tv e carta stampata in primis) che Internet fosse solo pornografia sessuale e contenuti deliranti e/o autoreferenziali; a perdere tanto tempo; a illudere chi non ha vita sociale o adeguata “visibilità” (torniamo alla questione narcisistica/pubblicitaria) di avere trovato una soluzione.

Intanto, fanno danni. Fanno danni a siti e blog culturali/artistici come questo, perché molti dei 'praticanti' di qualsiasi Arte Marziale passano le ore che potevano dedicare all'allenamento o alla parte creativa/utile del web, allo studio, alla consultazione delle fonti, alla scrittura di pagine di critica e al confronto intellettuale ed estetico, altrove. Quell’altrove è il social network, il tempio del cazzeggio. Fanno danni sul lavoro, esattamente come le messaggerie, perché deviano l’impiegato dalla concentrazione sul suo lavoro.

Credo che Internet sia una grande speranza di perfezionamento per lo studio, la ricerca, l’informazione: un’informazione libraria più completa, capillare e democratica, interattiva e critica, è il viatico a una rivoluzione culturale. Smarrire intelligenze e idee per colpa della concorrenza di webzine e blog di qualità mi sta bene. Smarrirle per colpa del cazzeggio colorato dei Social Network mi ferisce e mi irrita molto. Lunga vita al web di progetto e alla piccola e media editoria di qualità, alla ricerca e al confronto autentico.

Ah, quasi dimenticavo il motivo che mi ha spinto a scrivere di questo tempio dell'illusione e della mistificazione! Non sapete quanto abbia potuto ridere quando ho visto Maestri di fama internazionale diventare fan (sostenitori) di pagine di Facebook dedicate a Scuole di Arti Marziali aperte dai proprio Allievi. Che dire, poi, dell'incontro sullo stesso network tra i Maestri che si odiano e se ne dicono di tutti i colori, che diventano fan delle stesse pagine e degli stessi gruppi! Se dovessimo dare credito al network, troveremmo tra gli amici anche i peggiori nemici e detrattori di uno o un altro...ma, come sempre, il gossip la fa da padrone, quindi meglio rimanere 'amico' di qualcuno per sapere quello che fa, invece di tagliare onorevolmente i ponti e dirglielo in faccia...

Alla fine dei conti, io penso che l'utilizzo di questi aggeggi telematici sia buono solo se ne comprendiamo l'esatta portata e la pericolosità intrinseca. Continuerò ad esser parte del gioco, perché mi sta dando modo di portare avanti le mie amicizie reali, ma penso che prima o poi sarà necessario un bel colpo di spunga per cancellare tutti i falsi 'amici'...


lunedì 19 ottobre 2009

Dare continuità e vita ad una tradizione

Da tempo mi chiedo come sia possibile dare continuità e vita ad una tradizione come quella del Wing Chun, al di là della famiglia di appartenenza. Alcuni sostengono che per tenere in vita questo sistema ci sia bisogno di creare Scuole in tutto il mondo, che facciano uscire fuori almeno 10 tecnici all'anno. Altri pensano che sia ormai arrivato il momento di lasciar morire un sistema commercializzato, ma non recepito nel suo profondo. Pochi ritengono che questo non sia un problema e continuano ad essere felici che le proprie palestre si riempiano ogni anno di nuovi studenti, senza considerare che, nel frattempo, si svuotano dei più vecchi.

L'importanza di avere Insegnanti e Maestri qualificati penso sia la base da cui partire per il nostro discorso. Una didattica comune ed una certa conoscenza della propria tradizione dovrebbero essere i punti fermi sui quali costruire le generazioni presenti e future. Molti non capiscono che non è la ricerca del numero degli allievi che ci dovrebbe spingere, ma la preparazione degli stessi, al di là del loro numero.

Sarà che in Italia gli Insegnanti aprono corsi nelle palestre tanto per arrotondare un po' lo stipendio, ma sta di fatto che le politiche commerciali portate avanti sinora dalla gran parte non hanno fruttato come si pensava, perché non mi pare che ci sia stata un'esplosione di nuovi Insegnanti, come alcuni avevano sperato. O, meglio, seppur s'è visto un certo incremento quantitativo, abbiamo assistito ad un decremento qualitativo. Qui sta il punto.

Penso che in Italia ci sia bisogno di comprendere appieno l'importanza dei sistemi d'insegnamento nelle Scuole, della didattica, oltre a ciò che viene insegnato  nelle stesse. Guardiamo anche al come viene insegnato.

Una buona Scuola di Arti Marziali dovrebbe tirare fuori almeno un ottimo Insegnante all'anno, perché, nel caso contrario, ci troviamo di fronte ad una Scuola con problemi strutturali o didattici o relativi agli Allievi. Quando ci troviamo di fronte a corsi in cui dopo 5-6  anni ancora ci sono studenti che non conoscono la Chum Kiu preoccupiamoci. Lì c'è qualcosa che non va.

L'importante è scegliere uno standard molto alto per i proprio studenti e poi adattarsi a quello standard per trovare una giusta mediazione tra tempo di studio, allenamento ed esami. Nessuno deve andare di corsa, ma non si deve più ripetere il caso (non così raro) per cui uno studente sta 10-12 anni appresso al suo Insegnante, senza raggiungere risultati ottimali.

Probabilmente per mantenere in vita questo sistema per le prossime generazioni dovremo lavorare parecchio sulle vecchie e su queste che stanno iniziando ora. Dobbiamo togliere il marcio, svelare gli arcani e sputtanare (termine sdoganato, ormai) gli impostori. Continuo anche a ritenere valido il motto per cui "un buon Maestro si vede dai suoi Allievi", sarà anche per questo che diffido sempre di quelli che mostrano solo le loro qualità e non quelle dei loro Studenti.

domenica 18 ottobre 2009

Siu Nim Tau - lineage GM Leung Ting VI

Siamo arrivati al terzo set della Siu Nim Tau insegnata da SiJo Leung Ting, che, a mio parere, è stato quello meno compreso in assoluto in occidente. Considerando il fatto che all'interno di questo set si dovrebbe studiare in maniera adeguata la respirazione diaframmatica, le capacità di allungamento isometrico dei tendini e dei muscoli, la flessibilità della colonna vertebrale e quant'altro, allora è chiaro il motivo delle mancate spiegazioni... Molto probabilmente i primi insegnanti hanno avuto difficoltà a relazionarsi con questo tipo di dinamiche, perché furono maggiormente portati a combattere, ad utilizzare solo l'aspetto marziale del Wing Chun.

Grazie al cielo, SiJo Leung Ting spiega sempre che l'esecuzione di questo set può durare anche mezzora, se eseguito in maniera corretta, e può permettere alla nostra energia (Qi) di scorrere e fluire liberamente in tutto il corpo, se c'è un'attenta applicazione delle spiegazioni ricevute sul come eseguire i movimenti. Probabilmente da questo set sono sorte tante domande anche sulla connessione tra Wing Chun e Weng Chun (li scrivo così in maniera convenzionale, per capirci), vista la somiglianza tra le esecuzioni della Siu Nim Tau  (presente in tutte le famiglie, ma con differenze anche sostanziali) e la Saam Pai/Baai Fat (presente solo in determinate famiglie).

Le tre pieghiere a Buddha sono la parte più significativa in cui possiamo riscontrare delle connessioni tra le due grandi famiglie, nonché quelle che più ci fanno capire dalla semplice visione dell'esecuzione a quale lineage appartenga la persona. Dipende, in tutta sostanza, dal modo in cui si eseguono i movimenti (linea retta, attraverso cerchi, altezze diverse, etc.).

L'apertura del quarto set della Siu Nim Tau parte sempre con un movimento del braccio sinistro (come tutte le forme a mani nude del Wing Chun di tradizione Leung Ting). Il movimento parte con l'apertura della mano con il palmo verso l'alto. Si tratta del Tan Sau, il quale, in questo specifico caso viene utilizzato per aprire la guardia dell'avversario o per difendersi da un  attacco esterno. Il movimento dell'avambraccio termina sulla linea centrale,  punto dal quale il Tan Sau inizia la sua rotazione sul piano orizzontale, avanzando.  La difesa con questo Tan Sau da un attacco esterno funziona se l'attacco non è diretto verso la parte opposta al braccio utilizzato, poiché in quel caso solo il footwork potrebbe funzionare.

Portato il Tan Sau nella posizione finale, si esegue un Boon Huen Sau, un mezzo giro del polso, per portare la mano ad eseguire il movimento successivo, il Wu Sau (mano/braccio che protegge). Questo movimento è utilizzato sia come difesa arretrata che avanzata delal guardia, sia come azione in sé, per provocare una reazione nel braccio avversario (penso ad alcune aperture delle sezioni di Chi Sau).

Riportato il Wu Sau verso il basso attravero un altro cerchio, il braccio raggiunge la tipica posizione del Fook Sau, con il gomito che torna al punto più basso che può raggiungere. Mentre il centro della mano è sulla linea centrale, le dita tirano indietro, mentre il polso spinge in avanti. Attraverso questo movimento si sviluppa la muscolatura profonda tanto cara e utile alla nostra pratica marziale. Nell'applicazione, però, la mano non ha questa pressione estremizzata e viene utilizzata per monitorare e controllare i movimenti del braccio di un avversario dal momento in cui costruiamo un ponte (Kiu) dall'esterno all'interno.

Il Fook Sau affonda il braccio dell'avversario, sia utilizzando il palmo che le dita (dipende dai casi), ma può anche tagliare, rimbalzarci sopra, scivolare dentro, etc., perché dalla sua posizione intermedia ha la possibilità di cambiare a seconda dell'energia dell'avversario.

Portato il Fook Sau in avanti attraverso un altro movimento circolare, si esegue uno Huen Sau completo, per tornare in Wu Sau. Ripetuto tre volte, questo movimento è quello che rappresenta la triplice preghiera a Buddha. In alcune Scuole si è persa questa tradizione, ma io ci tengo che almeno si sappia da dove viene il movimento caratteristico che utilizziamo, perché niente deve avvenire per caso.


Il movimento successivo parte dalla posizione del Wu Sau. Si tratta di una palmata laterale, che copre il lato del triangolo che formiamo quando siamo in guardia (Wu Sau/Man Sau). La definizione che ho sentito più volte è quella di Jark Cheung, ma ultimamente mi è capitato di sentirne un'altra, che attiene al movimento lungo la linea laterale, ma che non saprei scrivere, non avendone visto l'ideogramma (non ne conosco la romanizzazione). Sappiamo che c'è un termine, ma non so quale sia. Se qualcuno volesse aiutarmi, sarebbe il benvenuto. Ad ogni modo, il movimento è difensivo e viene utilizzato in connessione con un attacco portato dall'altro braccio. Lo trovate anche durante l'apertura della prima sezione di Chi Sau del Maestro Leung Ting.


Eseguita la protezione del lato, si torna in Wu Sau, per poi lanciare una palmata frontale, con il palmo eretto (Ching Cheung), rivolta al volto (bocca, naso o fronte, a seconda dei casi). Steso il braccio, si esegue lo Huen Sau e poi si torna in Sau Kuen. Chiaramente ripetiamo gli stessi movimenti per il lato destro.

Sta di fatto che questo set è uno dei più importanti della Siu Nim Tau, perché sviluppa un lavoro isometrico dei muscoli e dei tendini, mentre introduce anche la respirazione diaframmatica. Oltre a questo, se ripetuto più volte, corrisponde ad un ottimo allenamento muscolare per gli avambracci, che tanto sono utilizzati durante la pratica del Wing Chun.

mercoledì 14 ottobre 2009

I Trigrammi nel Wing Chun


A causa della complessità dei Trigrammi, qui di seguito riporto una spiegazione semplificata della loro applicazione per le diverse Arti Marziali. In primo luogo, il Wing Chun mostra il gioco degli opposti - mente e corpo, forte e debole, notte e giorno, pieno e vuoto -. C'è un costante cambiamento dell'equilibrio di Yin e Yang in qualsiasi momento. Questo gioco di opposti è esemplificato dallo stile di Kung Fu Wing Chun.

Il Wing Chun ha lo Yang (ad esempio la forza, l'aggressività, la durezza) delle Arti Marziali esterne ed ha i principi di Yin (ad es. la parte salutare interna, la morbidezza, lo sviluppo del Chi) che gli garantiscono di essere una disciplina completa ed equilibrata. L'essenza del Wing Chun non è solo uno stile, ma un principio che può essere applicato a qualsiasi Arte Marziale.

I Trigrammi rappresentano il sistema binario di numerazione dell'I-Ching. I-Ching è usato per tracciare e concettualizzare la quantità variabile di Yin e Yang, in qualsiasi posizione nel Wing Chun. Vi invito a fare riferimento alle immagini postate poco sopra e poco sotto per comprendere le spiegazioni che seguono.

(Ch'ien - Cielo)
Le tre linee continue rappresentano il punto in cui il Wing Chun è in gran parte Yang. Il sole a mezzogiorno è considerato nella sua massima espressione Yang. Il duro esercizio fisico è per la maggior parte Yang. La tigre è probabilmente l'animale che rappresenta meglio la caratteristica totalmente Yang del Wing Chun.

(Tui - Lago)
Il sole è al suo stato Yang solo per un attimo, poi comincia a calare. I due trattini rappresentano lo Yin. Quindi da una posizione totalmente Yang (cioè il calore del mezzogiorno), il sole comincia a calare, raffreddando la terra (Yin). Aggiungendo l'elemento di morbidezza nell'esercizio fisico si inizia a capire il Wing Chun.

(Li - Fuoco)
A metà strada tra mezzogiorno e mezzanotte, il tempo del giorno e della notte diventano uguali. Il calore del giorno e il freddo della notte sono al loro punto medio. L'Arte Marziale salda gli elementi esterni con gli interni. Dalla costruzione di una possente forza fisica e dal lavoro interno si sviluppa una buona qualità.

(Chen - Tuono)
Di notte il calore del giorno ha ancora una certa influenza. Ciò significa che, nonostante un movimento sia per il 30% duro e per il 70% morbido, è ancora considerato un movimento esterno. Le posizioni fisicamente impegnative vengono praticate con la dovuta attenzione sulla respirazione.

(K'un - Terra)
L'opposto di mezzogiorno è mezzanotte ovvero quando il giorno è al suo Yin. L'esercizio dello Yin è mentale, interno e riempie di energia. Questo trigramma può essere rappresentato dal Chi Kung da fermo, che calma la mente e, a sua volta, rilassa il corpo, trasformando l'ossigeno in energia da conservare e distribuitre in tutto il corpo.

(Ken - Montagna)
La mezzanotte, come il mezzogiorno, è un attimo, poi il sole inizia a salire. Quindi da una base di Yin (il fresco della mezzanotte), il sole comincia a salire, portando il calore, Yang. Aggiungendo l'elemento del movimento fisico per la circolazione del Chi (energia) si può costruire la salute e la forza fisica senza l'esaurimento normale di energia associata con l'esercizio fisico esterno. Poniamo mentalmente l'energia nel movimento, prima di uno spostamento fisico, quindi prima della immissione di Yang nello Yin.

(K'an - Acqua)
A metà strada tra mezzanotte e mezzogiorno l'equilibrio tra la notte e il giorno diventa ancora a metà. Questa volta il punto chiave è che il freddo della notte si fonde con il calore del giorno che viene dopo. Troviamo questo equilibrio di interno ed esterno nell'esecuzione della Siu Nim Tau per il potenziamento del Chi. Bisogna imparare a costruire ed usare la forza interna per poterla poi sviluppare e sfruttare nei movimenti esterni.

(Sun - Legno)
Tornato di nuovo il giorno, il freddo della notte ha solo una scarsa influenza. Ciò significa che il movimento eseguito con il duro esercizio fisico è stato avviato e condotto dall'interno. Pensiamo a tutti i movimenti fluidi della Biu Tze.

Questo è stato solo un semplicistico metodo di applicazione della teoria di Trigrammi nelle Arti Marziali. Con ulteriori studi, troveremo metodi più dettagliati di applicare i Trigrammi ed utilizzarli per definire ed evolvere l'uso di tutte le parti del corpo, le applicazioni di lotta e le otto direzioni di movimento.



lunedì 12 ottobre 2009

L'IDPA su YouTube

Con vero piacere vado a presentarvi il canale dell'IDPA (International Dragon and Phoenix Association) su YouTube. La qualità dei video pubblicati finora è davvero buona. Non c'è la solita dimostrazione in cui si vede un Maestro che picchia tutti gli Allievi. Finalmente si può osservare un buon Wing Chun, condito da una bella ambientazione, dagli abiti tradizionali e da tecniche non sempre visibili. Trovate il canale qui.

La spiegazione del logo è stata pubblicata qui, ma vi consiglio di guardarla in alta qualità ed a schermo intero, altrimenti è di difficile lettura. Troverete lì il motivo dell'utilizzo di certi ideogrammi e di certe figure mitiche come il drago e la fenice, nonché sull'ottagono che fa da cornice al simbolo.

Il video che mi preme di più commentare è il seguente, in cui SiFu Massimo Fiorentini dà un'idea complessiva del sistema di SiJo Leung Ting, dimostrando il repertorio tecnico e stilistico in abiti tradizionali. Se lo guardate con attenzione notate l'utilizzo del corpo, che è una delle cose che contraddistinguono questa Scuola, di cui mi onoro di far parte.



venerdì 9 ottobre 2009

Una chiara scelta di campo

 Come i più attenti di voi avranno capito, ho portato a termine la mia scelta di campo, entrando a far parte con convinzione dell'ASD Idpa (International Phoenix and Dragon Association) di Massimo Fiorentini, che è il mio insegnante, sia per finire il sistema di SiJo Leung Ting (prima), sia per studiare l'antica arte marziale tradizionale del Weng Chun (poi).

Nell'impossibilità economica per poter praticare direttamente con lui e non apprezzando tante cose sia dal punto di vista personale che marziale, ho preso la decisione di abbandonare l'idea di far parte della rinascente Iwka Italia e di allenarmi con Sergio Iadarola. Auguro a tutti gli amici della stessa, che continuano ad invitarmi, un ottimo lavoro.

giovedì 8 ottobre 2009

La famiglia del Wing Chun sta morendo?

Come sapete, da qualche mese sto analizzando la grande famiglia del Wing Chun, con alcuni passaggi teorici sul sistema e con alcune puntate sulla mia storia personale rapportata alla storia della famiglia italiana di quest'Arte Marziale. Sto osservando l'evoluzione della comunità del Wing Chun da molti anni e devo dire che si rimane scioccati nel seguire tutti i cambiamenti e le divergenze all'interno di questa comunità.

Partiamo dal presupposto che inizio a mettere seriamente in discussione il fatto che vi sia una vera e propria comunità marziale riferita al Wing Chun. Non parlo neanche lontanamente del concetto di famiglia, perché ormai sta sparendo anche dall'immaginario collettivo dei giovani praticanti. Anni addietro pensavo che, come in altre cose, fossero i vertici ad essere malati e sognavo una comunità di giovani artisti marziali mossi da una comune passione. Oggi mi devo ricredere.

Seguendo i dibattiti in seno ai gruppi di praticanti di Wing Chun, mi sono reso conto che lo scambio di conoscenze, l'allenamento tra ragazzi ed il rapporto extra-Kwoon sono ormai appannaggio di pochissime mosche bianche all'interno di questo piccolo mondo, totalmente integrato nelle dinamiche capitalistiche del mercato, dove si sente solo parlare di merce di scambio, di valore e di...euro. Certe volte mi pare di entrare nel supermercato, dove trovi un oggetto il cui nome generico è SiFu e dove tu paghi per avere quello che ti piace di più.

Mi pare di capire che si stanno perdendo tutti i valori tradizionali, il rispetto, la devozione e la disciplina, che prima erano i cardini del rapporto umano e marziale, alla base del quale si formavano veri e propri legami tra SiFu e ToDai. Oggi come oggi, mi pare di capire che si tratti unicamente di questioni economiche, di chi ha più disponibilità di denaro e di chi si sa vendere meglio. La commercializzazione dei titoli era una brutta pratica di un'associazione egemone anni addietro, ma oggi siamo passati alla scelta del Maestro su base economica, così come i Maestri sono diventati, molto spesso, dei venditori di tecniche, privi di qualsivoglia legame di altra natura con i propri Allievi.

Inizio a constatare anche una mentalità settaria anche da parte dei praticanti. Sebbene anche prima ci fossero delle ritrosie ad allenarsi con persone esterne al proprio Kwoon, oggi diventa quasi una sfida il chiedere di potersi allenare assieme, un sacrilegio. Non parliamo, poi, della fretta dei praticanti nel voler diventare istruttori. Tutti vanno di corsa, non guardano più i particolari, si sbrigano ad eseguire le forme, si comprano i dvd per accelerare il loro corso di studi. Da qui nasce l'esigenza impellente di fare lezioni private, con tutta una spesa dietro finalizzata solo a prendere gradi, correre in avanti e raggiungere l'agognato obbiettivo del "primo tecnico", come se quello fosse il punto d'arrivo di non si sa bene cosa.

Quaranta anni fa, per imparare Wing Chun si doveva faticare molto, perché era un sistema molto complicato agli occhi dei pionieri, oltre ad avere la difficoltà intrinseca della mancanza di buoni insegnanti disponibili e di materiali didattici di supporto. Venti anni fa tutti potevano accedere e prendere lezioni in una qualsiasi Scuola locale di Wing Chun, perché l'Arte Marziale stava già diventando una specie di McDonald's, con le filiali, le licenze per l'utilizzo del marchio, etc.

Eppure, fino a venti anni fa, l'Arte Marziale poteva ancora essere salvata, perché gran parte del sistema era tenuta ben segreta all'interno della Scuola. I praticanti, in quel momento, sono stati spennati, senza ricevere una particolare formazione. Il denaro veniva speso in pratica per imparare poche tecniche semplici, estrapolate da alcuni movimenti delle "sezioni avanzate" o delle "forme avanzate", ma nessu principio, nessun concetto di base veniva fatto uscire dalla Scuola.

Negli ultimi dieci anni abbiamo assistito ad un rallentamento della popolarità delle Arti Marziali asiatiche, compreso il Wing Chun. In questi anni ognuno di noi ha imparato un bel po' di cose pagando ingenti somme di denaro per ottenere tali conoscenze, oltre ad impiegare molto del nostro tempo. Siamo riusciti a farci dare in dotazione tutto il sistema del Wing Chun, Siu Nim Tau, Chum Kiu, Biu Jee, il Manichino di legno, anche le forme con le armi e la loro applicazione.

Qualche anno fa, però, c'è stata una vera e propria rivoluzione copernicana, che ha investito anche il Wing Chun. A causa della diffusione di internet, film e video dalla sempre maggior popolarità hanno cominciato a diffondere la conoscenza attraverso i media. Videocassette, DVD, streaming, etc, sempre più strumenti di supporto sono stati dati in pasto al mercato, costruendo nei praticanti la falsa idea di poter apprendere tramite questi stessi strumenti, in sostituzione del SiFu. Siamo arrivati così, secondo me, al punto di non ritorno.

Tanti hanno tentato di diventare famosi, avendo un seguito sempre più grande di persone dietro di loro. Così sono stati venduti i segreti del sistema, delle volte elargiti gratuitamente come si fa con la droga...ti danno la prima dose gratis, poi ti abitui e sei costretto a comprarla...

YouTube ha generato mostri, con la continua nascita di canali privati, in cui la condivisione del sapere è diventata, in realtà, la dimostrazione delle proprie capacità. I video online hanno illuso molti di poter imparare i cardini del sistema e, in effetti, hanno generato tutta una serie di imbarazzanti dibattiti su quale tipo di esecuzione fosse la migliore.

Invece di essere uno strumento di condivisione, il video caricato in rete è diventato una spettacolarizzazione delle proprie capacità marziali, lasciando miseramente da parte tutto il portato dell'Arte Marziale legato alla tradizione ed alla trasmissimone diretta da SiFu a ToDai.

In questo momento chiunque potrebbe imparare le forme del Wing Chun collegandosi su internet. Sicuramente potrebbe apprenderne solo i movimenti esterni, ma tutte le caratteristiche dello stile sono ormai di dominio pubblico. Tutte le forme del Wing Chun sono disponibili online ed esposte in dettaglio, in alcuni casi. Si è allargata quindi la conoscenza o si è soltanto diluita? Qui sta il punto.

A fronte dello scambio della conoscenza, si è prodotta una vera e propria pornografia dell'Arte Marziale, che ci ha portati a commentare ogni singolo movimento mostrato su un video, giudicando e parlando al vento su qualsiasi errore tecnico. Ci siamo sentiti tutti in grado di giudicare un Maestro o un altro, solo per averlo visto su un video, perdendo di vista il cuore dello stile, il suo centro nevralgico e vitale. Abbiamo perso la capacità e la volontà di allenarci, illusi di poter apprendere teorie e tecniche dagli strumenti multimediali.

Come ho già scritto, io non sono contro lo strumento multimediale, però penso che sia solo un elemento secondario della pratica. Senza un duro allenamento, senza un SiFu che ti guidi, lo strumento diviene solo pornografia, con le classiche visuali close up su singoli movimenti. Si è perso lo stimolo del duro lavoro per raggiungere qualità particolari. Si è perso il Gong Fu (Kung Fu, per tutti).

I praticnati hanno posto fine ai duri allenamenti ed hanno pensato di poter ottenere la loro formazione attreverso semplici seminari intensivi o con qualche ora privata. Decine di istruttori hanno pensato di poter migliorare imparando da YouTube o dai DVD. A mio parere questa è una tragedia e significa che non ci sono più studenti interessati ad acquisire conoscenze in questa Arte tramite il duro lavoro, il sudore e la fatica.

Rispetto profondamente lo Shaolin Weng Chun e tutta la genealogia. Questo sistema, affascinante quanto antico, è stato tenuto segreto per tutti questi anni. Siamo fortunati ad avere un metodo che, grazie a poche circostanze fortunate, è stato preservato fino ai giorni nostri. L'Arte potrebbe scomparire dalla storia se le famiglie non continuassero a tramandarla ai membri delle stesse. Solo gli studenti di fiducia sono stati messi in gradi di poter apprendere il sistema, non commercializzato. Nessuna preclusione, ma nessuna commercializzazione.

Il rispetto per la tradizione e per l'amicizia che deve legare ToDai e SiFu ha tenuto quest'Arte preservata. Non c'è bisogno di dire che sono pochissimi i video online che fanno vedere queste tradizioni. Alcuni Grandi Maestri sono vivi e tramandano conoscenze alle nuove generazioni, senza fini di lucro, con passione e dedizione.

Io non voglio tessere solo le lodi di questo sistema, ma voglio far capire a molti che la commercializzazione del Wing Chun ha portato a vere e proprie aberrazioni. Nonostante anch'io voglia diventare un professionista, mi rendo conto che il sistema non può essere venduto ed elargito a tutti. La giusta paga per il giusto lavoro secondo me è sacrosanta, ma da qui alla commercializzazione ed alla diffusione dell'Arte in maniera pornografica ce ne vuole. La domanda rimane questa: la famiglia del Wing Chun sta morendo a causa di questa commercializzazione e conseguente diffusione pornografica dell'Arte?

Cosa buona è - per imparare qualcosa devi guadagnare la fiducia di amicizia. Ci sono certe cose che non si possono comprare per denaro. Questione è vogliamo ripetere le stesse cose che appena accaduto a Wing Chun famiglia? Sapete di cosa sto parlando

martedì 6 ottobre 2009

Sul seminario di SiFu Massimo

Cari amici,
voglio condividere con tutti voi la gioia che mi giunge da parte dei partecipanti al seminario di SiFu Massimo Fiorentini. Il seminario è andato veramente molto bene, nonostante alcuni incidenti di percorso, che ci hanno costretto a far slittare di un quarto d'ora l'inizio.

Le tre ore intense sono tuttavia volate. I miei ragazzi sono stati molto attenti ed hanno riempito SiFu Massimo di domande (alcune un po' troppo specifiche, mah...so' ragazzi!). Non ci siamo soffermati molto sulla Siu Nim Tau di SiJo Leung Ting, se non su alcuni passaggi dell'esecuzione ad arco (e non lineare, come in altre Scuole), perché SiFu ha dedicato molto più spazio al footwork ovvero a tutto il lavoro dei passi sul Fiore di Pruno, spiegando per filo e per segno il lavoro necessario da fare per muoversi bene.

Un concetto molto importante introdotto da SiFu Massimo, che in molti non avevamo nemmeno mai sentito nominare prima di conoscerlo, è stato quello del Centro. Non starò qui a scrivere nello specifico di cosa si tratti, ma basti pensare che attraverso questo concetto c'è stata una vera e propria rivoluzione nelle teste dei miei Allievi. Ho preferito che glielo spiegasse direttamente lui, perché non volevo creare fraintendimenti. Non a caso subito dopo ha dovuto soffermarsi nella diferenziazione tra Linea Centrale, Linea Verticale, Linea Orizzontale, etc.

Sono stato molto felice che al seminario abbiano partecipato vecchi amici e giovanissimi praticanti (non nel senso anagrafico...ehehehe), tutti insieme per capire il senso profondo del Wing Chun. In particolare sono stato felicissimo del ritorno alla pratica di Gianluca, che mi ha onorato con la sua presenza nella mia Scuola.

La presentazione dell'IDPA è andata bene, perché i ragazzi hanno potuto constatare con mano di che pasta è fatto SiFu Massimo e di che pasta sono i suoi Allievi. In questo caso è doveroso un ringraziamento particolare al simpaticissimo SiHing Roberto Alfano, che ha coadiuvato SiFu sia durante il seminario che durante le lezioni individuali pomeridiane.

Direi che i presupposti per continuare il nostro cammino di studio ci sono tutti. Sta a noi impegnarci con serietà nel percorrere questo cammino con gioia e serenità, con passione e determinazione. Un saluto particolare a SiFu Massimo, che, come sempre, si è contraddistinto per la sua bontà d'animo e per la sua capacità di trasmettere la conoscenza, con professionalità e passione vera. Grazie anche per le belle parole spese sul sito, per aver linkato il blog e per avermi inserito tra gli istruttori! Ci vediamo presto!

PS: colgo l'occasione per ringraziare tutti i visitatori, che mi hanno permesso di raggiungere le 4 mila visite uniche! Grazie davvero a tutti!

lunedì 5 ottobre 2009

SiHing Nicolas Payet

Un post lo voglio dedicare al mio amico SiHing Nicolas Payet, del Kwoon di SiFu Paul Hawkes (Londra). Oggi è stato nuovamente ospite della mia Scuola ed ho avuto il piacere e l'onore di portarlo anche nella mitica e leggendaria Tana, dove Draghi e Fenici si allenano instancabilmente alla ricerca della perfezione.

Devo dire che mi ha fatto estremamente piacere il fatto che mi abbia detto di aver lavorato molto sui miei consigli sulla gestione del corpo, che gli diedi qualche mese fa. Effettivamente l'amico Nicolas è migliorato davvero tanto ed oggi mi ha fatto un piacere immenso allenarmi con lui.

Un ringraziamento particolare va anche a SiDai Norberto, che mi aiuta sempre con le traduzioni e, soprattutto, con tutto il lavoro sul Tatami, che ci sta dando tanta soddisfazione. Stiamo percorrendo la giusta Via, caro amico mio, ce ne rendiamo conto di giorno in giorno, insieme, fianco a fianco.

Il mio saluto va al caro Nicolas, che ancora una volta mi ha onorato con la sua presenza, con la sua umiltà e con la sua disponibilità ad accettare consigli ed a scambiare conoscenze sul Wing Chun, alla faccia di tutti i settari che continuano a rovinare il nostro panorama marziale.

A presto, amico mio!

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I want to dedicate a post to my friend Nicolas Payet Sihing of kwoon of Sifu Paul Hawkes (London). Today he was again a guest of my Martial School and I had the pleasure and the honor to carry it even in the mythical and legendary Tana, where dragons and phoenixes are training tirelessly in search of perfection.

I must say it made me very pleased that I have said that he had worked hard on my advice on the management of the body which gave him a few months ago. Actually my friend Nicolas has improved very much and today I did a great pleasure to train with him.

Special thanks also go to Norberto SiDai, that always helps me with translations, and especially with all the work on the Tatami, which is giving us much satisfaction. We are taking the right path, my dear friend, we realize from day to day, together, side by side.

My greetings go to dear Nicolas, who once again honored me with his presence, his humility and his willingness to take advice and to exchange knowledge about Wing Chun, in spite of all the sects that continue to ruin our landscape martial.

See you soon, my friend!

domenica 4 ottobre 2009

Il Gran Maestro Leung Ting

Spesso mi accorgo che i litigi interni al mondo delle Arti Marziali sono demenziali. Un caso patologico, direi, è rappresentato dall'eterno discutere che divide i vari lineage del Wing Chun Kuen. Sappiamo benissimo che il GGM Yip Man insegnò ad ogni Allievo una particolare parte del programma di apprendimento, quindi non riesco proprio a capire perché si continui a discutere su quale famiglia possegga il Wing Chun migliore. Sarebbe bene che la si finisse una volta per tutti di farsi la guerra.

Un'altra guerra intestina, nata in anni abbastanza recenti, è rappresentata dalle varie operazioni di marketing che hanno portato a farsi la guerra tra seguaci di due linee diverse di una stessa Arte Marziale, il Wing Chun Kuen, appunto, ma diviso, stavolta, in Weng Chun e Wing Chun. Sebbene si sia ormai capito che la radice è la stessa e che solo con il GGM Yip Man si sia apportata una divisione più marcata della stessa linea di trasmissione, il sistema appare uniforme su più punti.

Mi pare davvero puerile continuare ad attaccare questo o quel Maestro, solo perché non ha nel suo sistema un movimento o solo perché usa una metodica piuttosto dell'altra. Per sfatare i nuovi miti nati da strane operazioni che solo in Italia potevano trovare seguaci (siamo un popolo che cambia spesso casacca), vorrei che tutti rivedeste il video che segue, caricato su YouTube dagli amici della federazione FioreRosso, cui va il mio saluto, sia per il loro impegno nella diffusione dell'Arte, sia per la comune ricerca all'interno della stessa Arte.

Si tratta del video Budo Zirkel ovvero della prima dimostrazione europea di SiJo Leung Ting, datata 1976, sì avete capito bene, 1976, a Kiel, in Germania. Alle sue spalle potete spesso vedere il responsabile e fondatore dell'EWTO (European Wing Tsun Organization), GM Keith R. Kernspecht. Ci tengo a sottolineare la data, perché in questo video possiamo osservare delle tecniche che, col senno di poi, non ci avrebbero entusiasmato tanto pochi anni fa, eseguite da altri Maestri e propagandate come non appartenenti al sistema di SiJo Leung Ting, ma che, a ben vedere, ne erano parte integrante.

Provate a guardare con cura il video, perché si vedono dei passi che nelle varie federazioni rappresentanti SiJo Leung Ting in Europa e nel mondo non sono mai stati insegnati. Notate l'utilizzo della spalla? E la forza interiore utilizzata per lanciare l'avversario (collaborativo)? Qualcuno ha detto che quello è patrimonio di altre Arti Marziali, ma io penso che la radice sia la stessa e che questo video lo dimostri appieno.

Fate particolare attenzione ai movimenti di SiJo Leung Ting, mentre esegue la forma del Pupazzo di Legno a vuoto, oppure quando utilizza i Coltelli dagli Otto Tagli o il Palo Lungo. Non notate somiglianza con i movimenti di altri famiglie del grande sistema del Wing Chun Kuen? Io continuo a pensare, in sostanza, una cosa, che voglio condividere con voi: Wing Chun è Weng Chun, Weng Chun è Wing Chun, parafrasando un concetto che andò di moda qualche anno fa, ma che fu presto messo da parte.

Al di là delle differenze tecniche (che comunque ci sono), delle distanze prese in esame (nel Wing Chun c'è la prevalenza per la corta distanza) e di movimenti un po' più marcati (nel Weng Chun abbiamo visto un movimento del corpo più complesso, ma solo perché in Europa c'è stato un muro tra l'insegnamento di SiJo Leung Ting e noi...), la grande famiglia è la stessa. Smettiamola con il marketing distruttivo e lavoriamo e collaboriamo assieme per andare verso la riscoperta dei valori fondanti dell'Arte Marziale.


venerdì 2 ottobre 2009

Yau Pin Yap Ching

Questo è uno di quei video brevi, ma intensi, che vanno visti ed analizzati con cura, per assimilare un concetto di base del Wing Chun, chiamato Yau Pin Yap Ching, muoversi dal lato verso il centro (dell'avversario). Penso che non ci sia bisogno della mia spiegazione, perché Sergio Iadarola ne fornisce una precisa e dettagliata.


giovedì 1 ottobre 2009

Strangolamento da guardia variabile

Un buon programma allievi deve prevedere anche l'applicazione dello strangolamento da dietro, eseguito su difesa da un attacco di un avversario in guardia variabile, spesso a braccia larghe (come un qualsiasi attacco da strada).

Sergio Iadarola, nel video che segue, applica il Choke a Claudio Legname Caradonna, dopo una tipica spinta da strada. In sostanza, si fa capire all'avversario di entrare nel suo stesso campo, eseguendo la medesima spinta, invece si utilizza un movimento Push&Pull (spingi e tira) con le braccia, mentre si va con dei passi veloci dietro all'attaccante.